Unicum Riserva, digestivo “doppiamente invecchiato” che punta alla mixability
e innovazione, con un doppio invecchiamento e una miscelazione con Tokaji Aszu. Da servire in purezza o “on the rocks”, ma si candida anche a giocare il ruolo di ingrediente erbaceo e vellutato di signature e miscelati
Unicum, brand storico molto conosciuto in Italia, soprattutto tra le generazioni dei baby boomers e con un heritage che pochi brand possono vantare, ritorna in grande stile sulla scena tricolore con un nuovo digestivo, Unicum Riserva (40% alc., bottiglia da 70 cl). Un prodotto di fattura artigianale che, come ha spiegato Izabella Zwack (rappresentante della sesta generazione dell’omonima famiglia fondatrice) durante l’anteprima milanese tenutasi al Fioraio Bianchi Caffè di Milano, è frutto della continua attività di sperimentazione e di innovazione che contraddistingue l’antica distilleria ungherese. Si tratta di un amaro “invecchiato” in due fasi. Nella prima, l’invecchiamento avviene nella botte più grande e antica delle cantine della distilleria a Budapest. Nel corso dei decenni, grazie alle erbe e alle spezie, il suo legno ha acquisito un rivestimento interno unico, denominato “miele nero”, caratteristica dominante dell’Unicum Riserva, che conferisce al liquore il suo carattere di base e la sua profondità. Nella seconda, Unicum viene trasferito nelle tipiche barrique Tokaji. Questo affinamento dona all’Unicum Riserva un carattere inimitabile, merito della botrytis, una muffa nobile grigio-bluastra che si forma sull’uva che nasce solo in terroir favorevoli, per via della nebbia che sale dai fiumi convergenti nel Tokaji e che è il segreto per la produzione del celebrato vino passito ungherese Tokaji Aszu.
«Con Unicum Riserva – ha spiegato Izabella Zwack a Bargiornale – vogliamo riprendere il dialogo mai interrotto con i consumatori italiani, offrendo un prodotto che nasce dalla visione di mio padre e che è sinonimo di eccellenza e di un savoir faire ultrasecolare». Per il lancio del digestivo, sono previste campagne pubblicitarie sui principali media di settore e si sta pensando anche a un ritorno del brand sui canali televisivi italiani. D’altronde, il rapporto che unisce Unicum e l’Italia è sempre stato molto stretto. Basti pensare che, a causa delle travagliate vicende che nel secondo Dopoguerra hanno colpito la famiglia Zwack, l’amaro è stato prodotto nel nostro Paese per trent’anni e la Penisola ha sempre rappresentato, dopo l’Ungheria, il suo principale mercato di sbocco. Da quattro anni, il brand fa parte del portafoglio di Illva Saronno che si occuperà di distribuire Unicum Riserva, puntando preferibilmente, come conferma Claudio Giuliano, marketing manager di Illva Saronno, a ristoranti, enoteche e cocktail bar di medio- alto livello. Il suo perfect serve? Dopo pasto, in purezza o “on the rocks”. Non solo. Unicum Riserva intende giocare le proprie carte di liquore premium, dal gusto morbido e vellutato, anche come ingrediente di miscelati e cocktail. Un saggio delle sue potenzialità lo si è avuto proprio in occasione dell’anteprima milanese dove l’head bartender del Fioraio Bianchi Caffè Dimitrios Papageorgiiu ha preparato un vigoroso e riuscito pre dinner a base di Unicum Riserva (2,5 cl), Select (2 cl) e succo di lime (1 cl).
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