Santarcangelo di Romagna
Per chi non lo sapesse Santarcangelo di Romagna sorge su una piccola collina alle spalle di Rimini dal nome altisonante, Monte Giove. Alcuni sostengono che questo appellativo derivi dal famoso vitigno, il che avrebbe anche un suo enorme fascino se fosse vero, ma non esistono prove certe a riguardo.
Certo è che il toponimo rappresenta un preciso richiamo alle antiche reminiscenze romane di cui quest’area è ricca, come del resto documentano i moltissimi reperti rinvenuti nelle campagne circostanti.
Tra salite e discese, gradini e case incastonate, Santarcangelo è senza alcun dubbio uno dei borghi più suggestivi di tutta la Romagna.
Un caso strano, però. Perché, pur essendo un comune di oltre 20 mila abitanti – e quindi di media grandezza – è riuscito a preservare nel tempo, soprattutto nell’area attorno al borgo medievale, un’atmosfera di paese, a misura d’uomo e di incontro.
Tante le storie che custodisce. Nei secoli ha dato i natali ad artisti e intellettuali, poeti e attori (tra le fila di nomi illustri pensate si annovera anche Papa Clemente XIV), riuscendo a mescolare il sapere della tradizione alle più innovative spinte verso il futuro.
Insomma, un borgo marcatamente medievale con le sue mura, il suo castello, i suoi palazzi ma che, nonostante tutto ciò, non ha smesso di rinnovarsi, rimanendo saldo alla sua storia.
E così sono nate iniziative incredibili come l’incontro con la street art; il Festival dei Teatri che da più di 40 anni porta in piazza i fermenti culturali della scena procedendo di pari passo con le evoluzioni sociali e culturali; o anche fenomeni interessanti come Mutonia, la comunità di artisti e performer che dagli inizi anni ‘90 ha scelto quest’area per esprimere la propria arte dedita al riuso e allo scarto.
Botteghe di lungo corso e ristoranti squisiti rendono magico ogni angolo del centro storico. È veramente difficile trovare un locale che non rispetti il cliente e lo faccia sentire come a casa propria. C’è il culto dell’ospitalità in questa città d’arte (titolo tra l’altro acquisito nel 1984) e lo si può leggere tra i sorrisi e la gentilezza che disegnano il volto delle persone.
L’arte non manca, ovviamente. Ce n’è moltissima, sparsa in ogni dove e sotto varie forme. Non troverete però cose eclatanti a sorprendere i vostri occhi, piuttosto dettagli. Penso ad esempio alle targhe “Le parole sui muri” di Tonino Guerra, il grande collaboratore di Federico Fellini; il panoramico Vicolo Amaduzzi, altrimenti noto per ovvie ragioni via dell’Amore; i gelsomini profumati; le case dai colori pastello nella parte sommitale del borgo abitate da gatti pigri e sornioni.
Lungo la suggestiva Via della Costa, si trovano due interessanti musei. Il primo, in prossimità della torre campanaria, è il Musas che custodisce e ricostruisce la storia della città dall’antichità fino ai nostri giorni; il secondo è il museo “Nel mondo di Tonino Guerra”, al cui interno sono esposte le opere pittoriche del celebre poeta e sceneggiatore ed è anche possibile rivedere i suoi film e le interviste.
In cima a tutto la rocca malatestiana, fatta erigere nel lontano 1386, oggi residenza privata e aperta solo alcuni giorni al mese. A renderla ancor più suggestiva la leggenda secondo la quale fu proprio nelle sue stanze che furono uccisi i due grandi amanti della Storia, Paolo e Francesca, di cui Dante Alighieri ci narra nel V canto della sua Commedia.
Ma non finiscono qui le bellezze di Santarcangelo. C’è lo sferisterio lungo le mura dove un tempo si giocava il virulento gioco del pallone col bracciale; la collegiata della Beata Vergine del Rosario, custode di un crocifisso in legno del Trecento di Scuola riminese; la Pieve di San Michelangelo Arcangelo; la suggestiva Piazza Ganganelli con il tradizionale rito dei becchi; il museo del Bottone e l’antica stamperia Marchi, una delle botteghe più antiche della Romagna, dedita alla produzione delle tradizioni stoffe dipinte a mano con la tecnica della “stampa a ruggine”.
Sotto l’armoniosa bellezza dei palazzi del centro storico, si cela poi un mistero. Una districata rete di sotterranei scavati nell’arenaria e nell’argilla compone una città parallela a quella visibile.
Ci sono cavità, pozzi, cunicoli e gallerie in cui perdersi e ritrovarsi e molti sono facilmente visitabili grazie a percorsi guidati ufficiali.
La prima volta che andai a Santarcangelo fu per amicizia; le restanti volte fu invece per amore.
Amore per cosa chiederete voi. Beh, in effetti è difficile spiegarlo ma diciamo che nel tempo questo luogo è riuscito a regalarmi suggestioni e sentimenti che sarebbe molto complicato raccontare in un articolo.
Non vi resta quindi che fidarvi delle mie parole, salire in macchina e venire a trascorrere una giornata tra i suggestivi vicoli di questa bellissima città d’arte dell’Emilia-Romagna.