Sakè Boutique Izakaya è il nuovo indirizzo romano dove mangiare e bere come in Giappone
Dai soci di Sushi e Noodles, un format che riprende lo stile delle “trattorie” nipponiche, dove si va a bere e mangiare confort food dopo il lavoro

«Se pensavate di aver già visto un izakaya in Italia, forse non siete mai stati in un vero izakaya giapponese». Parole di Giovanni Zhou, fondatore di Sakè Boutique Izakaya, nuovo locale di Roma che si inscrive nel format nipponico che sta spopolando negli ultimi tempi (ne abbiamo parlato sul numero di novembre 2024 di Bargiornale). Tuttavia, dice Zhou, è spesso reinterpretato con qualche deviazione dal concetto originario: «La parola izakaya viene dall’unione di tre termini, la parola “i” (sedersi), “saka” (bevanda alcolica) e ya (negozio), quindi un posto semplice, dove andare a bere dopo il lavoro e dove la cucina è composta da piatti familiari, diremmo da confort food».

È a partire da questo concetto che è quindi stato impostato questo locale romano, in zona Aventino, che fa parte della società (che appartiene ai fratelli Yuri e Giovanni Zhou, affiancati dai soci Alessandro Hong e David Giannini) che già ha disseminato la città di insegne di Sushi e Noodles, una delle quali è a pochi passi. Garante dell’originalità del format, la graziosa Mari Kubota, originaria di Osaka, dove ha studiato cucina e lavorato in izakaya, mentre Giovanni Zhou si occupa in particolare della selezione dei sake, di cui è sommelier. Al momento la carta dei sake consta di una trentina di etichette (numero destinato ad aumentare), da esplorare sia in purezza che in miscelazione. Non manca anche una selezione di whisky e gin, mentre la cocktail list è firmata dal bar manager Giordano Ciccolini, che gioca sull’inserimento di queste referenze in stile orientale: sapori intriganti come il Fuji Winter a base di bitter, Sake junmai ginjo gekkeikan (aromatico e profumato), spuma hibiscus e rose, oppure il Sake Highball che combina il sake con la dolcezza del “banana liqueur” e la ricchezza della soda al cocco e Yuzu Ginger.

Il food pairing fa parte dell’esperienza, con piatti “da trattoria” come l’Oyakodon (chiamato anche Padre e figlio), un donburi di riso bianco con pollo, cipolla, e tuorlo crudo. E ancora l’Hitsumabushi, piatto tradizionale a base di anguilla arrosto unagi servita su riso, o una scelta fra Gyoza e Udon, i classici spaghetti giapponesi. Fra gli obiettivi di Sakè Boutique anche fare divulgazione. Nella sala da circa 20 coperti di questo locale dai colori chiari e con un arredamento che riprende in maniera moderna e delicata i riferimenti all’Oriente (come le lampade in carta di riso), l’intenzione è di organizzare degustazioni e abbinamenti guidati da sake sommelier, con masterclass e momenti di incontro per approfondire la cultura della bevanda di riso.

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