Remy Savage alla conquista di Parigi e Milano
Lo abbiamo incontrato a Roma, per una night shift al The Court, nell’ambito della rassegna dal titolo Discover the bar through our eyes, con la collaborazione di Perrier. E lì, con il Colosseo a far da sfondo, che Remy Savage ha lanciato la bomba: «Sto per aprire due nuovi locali, a Parigi e a Milano». Contratto già firmato per il primo, che sarà nel quartiere del Marais, dove Savage ha iniziato la sua carriera travolgente. A due passi c’è infatti il Little Red Door, il bancone dietro al quale si trovava quando ha vinto il premio Bartender d’Europa nel 2017. Per Milano non c’è ancora una location, ma lui è sicuro: entro l’anno apriremo, dice insieme alla barlady Elena Urbani, compagna e collega dietro al bancone.
«In testa ho già tutto pronto»
«Nella mia mente è già tutto pronto”, dice il bartender francese, che racconta come voglia proseguire nel solco della connessione culturale fra miscelazione e arte. Nel suo locale collocato nei quartieri in espansione di London East, Savage ha sfondato senza avere quasi un nome e puntando tutto sulla corrente nata con la Bauhaus. Il locale si chiama A Bar with Shapes for a Name, un “bar con forme per nome”, come a dire che il triangolo giallo, il quadrato rosso e il cerchio blu che caratterizzano il logo – forme e colori primari – hanno più valore dell’identità stessa del luogo.
«Non più di due minuti dalla richiesta al servizio»
Nella serata al The Court aveva portato quattro dei signature che caratterizzano la carta del suo indirizzo londinese. Tutti preparati in anticipo, così gli abbiamo chiesto se il pre-batch sarà una scelta stilistica che porterà anche nelle nuove aperture. Savage spiega che è una soluzione che è perfettamente coerente con lo stile Bauhaus, con l’idea della replicabilità artistica, nonché funzionale per quel locale in particolare, che macina 6-700 drink a sera, in uno spazio limitato. «Dalla richiesta del drink al servizio, la nostra regola è che non passino più di due minuti», dice Savage.
A Milano il tema sarà il Futurismo
Parlando dei piani per le nuove aperture, il bartender francese spiega: «Per Parigi ho scelto di dedicarmi all’Art Nouveau, perché è perfettamente in linea con lo stile della città e perché è una corrente artistica che parla di rinascita dopo un momento storico difficile, come quello che abbiamo appena vissuto con la pandemia». Ci sarà quindi un’attitudine più decorativa per il nuovo indirizzo che Savage intende aprire nella sua città, elementi presi dal mondo naturale, linee sinuose e attenzione al dettaglio. Idee chiare anche per Milano. «Voglio occuparmi di Futurismoı», dice Savage. Che scherzando aggiunge: «Magari saranno delle macchine a servire i drink nel nuovo locale milanese».
L’articolo Remy Savage alla conquista di Parigi e Milano è un contenuto originale di bargiornale.