Il mondo della grappa in lutto: si è spento Benito Nonino
La scorsa notte è venuto a mancare l’uomo che, con la moglie Giannola, ha rivoluzionato il distillato italiano per eccellenza

Un grave lutto ha colpito l’industria spirit italiana e internazionale. La notte scorsa è venuto a mancare Benito Nonino, l’uomo che ha dato un contributo fondamentale alla crescita e allo sviluppo del distillato nazionale per eccellenza: la grappa.

Classe 1934, discendente di una famiglia che distillava grappa dal 1897, Benito Nonino è stato un grande innovatore che con la passione per il suo lavoro ha fatto della sua azienda un marchio noto in tutto il mondo, trasformando l’antico prodotto della tradizione contadina e fino ad allora considerato “povero”, in un prodotto raffinato ed elegante, con tutte le carte in regola per entrare nell’Olimpo dei grandi distillati mondiali. Passaggio quest’ultimo sancito dal titolo di Distiller of the Year 2019 assegnato alla distilleria di Percoto (Udine) da Wine Enthisiast (leggi Nonino premiata come distilleria dell’anno da Wine Enthusiast).

La rivoluzione della grappa

Benito Nonino è stato infatti protagonista di una vera e propria rivoluzione nel campo della grappa. Una rivoluzione iniziata nel 1973, quando con la moglie Giannola, ha realizzato la prima Monovitigno, la Monovitigno Picolit, ottenuta distillando separatamente le vinacce di Picolit, raro vitigno autoctono friulano.

Da allora, la coppia ha continuato a lavorare per portare la grappa a vette sempre più alte, trasferendo questa passione per il distillato alle figlie, Antonella, Cristina e Elisabetta, che li hanno affiancati alla guida dell’azienda. Un’opera di valorizzazione portato avanti lavorando non solo sul prodotto, per elevarne costantemente la qualità, ma anche aprendo la grappa a nuovi modi di consumo capaci di farla conoscere e apprezzare dalle nuove generazioni e in una forma differente da chi già la ama. Non a caso l’azienda è stata pioniera del suo uso in miscelazione così come per il pairing di drink a base grappa con il cibo alle cene.

Arte della distillazione, cultura e territorio

Altro grande lascito di Benito Nonino i due prestigiosi premi. Il Premio Nonino Risit d’Aur (barbatella d’oro), istituito nel 1975, che ogni anno viene assegnato al vignaiolo che si distingue nella coltivazione e promozione di un vitigno autoctono friulano, con una borsa di studio assegnata al miglior studio, di carattere sia tecnico sia storico sui vitigni Ribolla gialla, Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe.

E il Premio Nonino Letteratura, nato nel 1977, per gli autori che promuovono l’attualità della cultura contadina come veicolo di valori, distintosi per la giuria di alto livello culturale internazionale che lo assegna e per l’alto numero di scrittori premiati che in seguito hanno ricevuto il Premio Nobel.

Una vita lunga e intensa, quella di Benito, dove l’amore per l’arte della distillazione, la grappa, il territorio e la cultura sono gli ingredienti di un perfetto mix che lascia in eredità alla sua famiglia e più in generale all’industria italiana degli spirit.

Alla famiglia Nonino tutto lo staff di Bargiornale si stringe in questo momento di dolore.

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