Flower Good Gin: non chiamatelo gin alla canapa
Joe Bastianich, Sergio Geraci e Oscar Quagliarini coinvolti nella realizzazione. 40mila bottiglie e appuntamento al prossimo Roma Bar Show

Guai a chiamarlo gin alla canapa: Massimo Fabbri, co-fondatore di Flower Farm, la realtà dietro il nuovissimo Flower Good Gin, mette le cose in chiaro subito. Della cannabis (variante Holy Grail), questo prodotto appena lanciato e presentato al Ronin di Milano utilizza i terpeni, e gli olii essenziali, combinandoli con cardamomo, liquirizia, coriandolo e ovviamente ginepro. «È un prodotto di alta qualità che spinge sulle parti aromatiche più pregiate della materia prima», spiega Fabbri, proprietario anche delle coltivazioni di canapa da cui origina l’ingrediente, in Puglia.

Ancor meno si consiglia di chiamarlo gin di Joe Bastianich: il figlio d’arte nel mondo della ristorazione e giudice storico del programma Masterchef, infatti, in Flower Good Gin contribuisce con capitale (49%) e volto (per quanto assente alla presentazione ufficiale), ma non ne è il testimonial di pubblicità. Piuttosto, un partner solido, lui che in passato è già stato schierato in difesa dell’utilizzo della cannabis per uso terapeutico, per cui fondamentale nella missione ultima che il gruppo di Fabbri si pone, ovvero portare la pianta «nel mondo dell’enogastronomia, del beauty, del quotidiano».

Bottiglia da 500 ml, 42° Abv, ricetta firmata dal bartender-profumiere Oscar Quagliarini e un’etichetta disegnata a china da Sergio Geraci, la mano dietro una leggenda come Dylan Dog. Certo che entrare in un mercato come quello del gin, saturo fino alla superficie, è una bella scommessa, quindi come dovrebbe essere chiamato? «È senza dubbio una competizione importante, ma abbiamo trovato una formula divertente e innovativa, e la nostra posizione beneficia di uno storytelling praticamente unico. È un prodotto nuovo, artigianale, aromatico, buono».

Quanto alla miscelazione, la strategia del brand punta al momento a un utilizzo piuttosto essenziale, in Gin Tonic (ovviamente con la tonica del brand) e London Mule, ma all’orizzonte si prevedono ricette più complesse legate al sour. La produzione si assesta sulle 30mila bottiglie, distribuite in esclusiva da Spirits&Colori che aggiunge in portfolio anche la relativa acqua tonica Tonic Flower Good; il prossimo appuntamento rilevante coincide con la presenza in fiera al Roma Bar Show.

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