Da maggio stop a mascherine e green pass: le nuove regole per i locali
È il primo maggio la data che segna un ulteriore passo in avanti verso il ritorno alla normalità. Ciò per effetto di due provvedimenti del governo che hanno effetti diretti anche sui pubblici esercizi. Da un lato, la nuova ordinanza del ministero della Salute in tema di mascherine, che sancisce la fine dell’obbligo di indossarle per i clienti dei pubblici esercizi. Dall’altro il decreto Riaperture 2022, che sempre dal primo maggio vede un ulteriore allentamento delle misure restrittive anti-Covid, ovvero la fine dell’obbligo al possesso del Green pass per poter accedere all’interno dei locali.
Mascherine: cade l’obbligo
Per quanto riguarda le mascherine, occorre precisare che l’ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza (in attesa di pubblicazione in Gazzetta ufficiale) non le rende più obbligatorie, ma raccomanda comunque di inossarle in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico. In pratica, per accedere all’interno di bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, pizzerie, sale giochi, l’utilizzo del dispositivo di protezione delle vie respiratorie è solo raccomandato non più obbligatorio.
Discorso simile per i lavoratori. L’ordinanza non prevede più l’obbligo di indossarle nei luoghi di lavoro al chiuso pubblici o aperti al pubblico, ma comunque ne raccomanda fortemente l’utilizzo. Su questo punto, però, nei prossimi giorni potrebbero arrivare disposizioni specifiche e differenti da un nuovo decreto in via di pubblicazione e dai protocolli di intesa tra governo e parti sociali.
L’obbligo di indossare la mascherina, e di tipo Ffp2, resta però per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso, come in sale da concerto, locali di intrattenimento, musica dal vivo, cinema teatri e in altri locali assimilati. Dunque l’obbligo rimane in vigore anche quando tali spettacoli si svolgono all’interno di bar, ristoranti e altri esercizi di ristorazione. Così come è obbligatorio indossarla per utilizzare i mezzi di trasporto, sia locali sia a lunga percorrenza.
Niente più Green pass anche all’interno
In tema di Green pass, il Decreto riaperture 2022 ha reso obbligatorio fino al 30 aprile quello base per poter accedere e consumare all’interno dei locali (leggi Decreto Riaperture 2022: le novità per i locali e i lavoratori). Tale prescrizione non è stata prorogata, per cui dal primo maggio l’obbligo decade e si potrà ricominciare a servire tutti i clienti, anche quelli privi del certificato verde all’interno dei locali.
Dal primo maggio il Green pass non è più necessario anche per l’accesso alle feste, a eventi a queste assimilati che si svolgono al chiuso, alle sale gioco e sale scommesse, sale bingo e casinò, così come per partecipare alle attività che hanno luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, agli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso.
Il nuovo allentamento delle restrizioni non deve però far abbassare la guardia perché, come ha sottolineato il ministro Orlando, «Abbiamo superato lo stato di emergenza. Ma non siamo fuori dalla pandemia e serve ancora cautela». Per cui a garanzia della sicurezza di consumatori e lavoratori del fuoricasa restano in vigore le Linee guida con le misure di prevenzione anti-Covid19 per le attività economiche e sociali, che hanno una sezione dedicata ai pubblici esercizi (leggi Facciamo chiarezza: le Linee guida in vigore per i locali).
Fipe: un segnale straordinario
Le nuove misure sono state accolte con soddisfazione dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi). Lo stop alle mascherine «è il vero segnale di normalità», ha affermato il vice presidente della Federazione, Aldo Cursano. «Siamo stati quelli che più di altri e di tutti abbiamo portato la croce di questa pandemia, i primi a chiudere, gli ultimi ad aprire, e a togliere questo simbolo della pandemia – ha aggiunto Cursano -. Quindi per noi è uno straordinario segnale, perché chi viene nei nostri locali, con i familiari, con i propri cari, viene per rigenerarsi. Ora dobbiamo tornare a fare il nostro lavoro e pensare a far star bene le persone, a pensare alla qualità del prodotto, all’accoglienza. Ma anche a far ritornare quel po’ di personale che ci ha voltato le spalle in questi due anni perché l’inaffidabilità del nostro lavoro ha allontanato quelle competenze e saperi che era straordinario patrimonio del nostro settore. Quest’anno il primo maggio è la festa del lavoro e dei pubblici esercizi che ritornano alla normalità».
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