Champagne

Champagne a Rimini Jones Caffe’

Districarsi tre le sigle riportate su una bottiglia di Champagne non è sempre facilissimo ma è basilare per comprendere la grande complessità che sta dietro questa immaginifica regione da 300 milioni di pezzi, quasi tutti pregiati, che ogni anno invadono gli scaffali di mezzo mondo. Certo variano i prezzi e le etichette ma soprattutto varia quello che trovate nelle bottiglie e il modo con cui vengono prodotti e assemblati i vini che compongono le varie cuvée.

Bere, anzi degustare Champagne è tremendamente bello, affascinante, gourmet, nerd e anche sensuale.

Forse è una delle pochissime occasioni in cui nerd e sexy possono coesistere (a meno che tu non sia parte del team sapiosexual).

C’è chi dice che sorseggerebbe Champagne anche a colazione, chi invece lo odia e preferisce le nostrane bollicine italiane.

Che a dire il vero anche noi in Italia siamo bravini con il metodo classico.

Eppure lo Champagne è sempre lì che ci osserva: dalla carta dei vini agli scaffali delle enoteche.

E soprattutto ci riempie la testa di domande: che cosa vuol dire R.M.?

E Grand Cuveé?

Si può abbinare alla torta per i festeggiamenti?

Sciabolarlo fa figo o fa coatto?

Bhè, se non te ne sei ancora innamorato è perché lo odi, ma ricordati: si finisce sempre per fare l’amore con chi si odia!

E comunque tornando al vino (questa cosa del sexy mi ha influenzato l’introduzione!), ti consiglio di leggere questo articolo se vuoi imparare a trovare il tuo Champagne preferito o se vuoi semplicemente conoscerne i fondamentali.

Il livello di dolcezza

Il primo indiscusso parametro da valutare è quanto vuoi dolce il tuo Champagne.

Per capire la dolcezza del vino che stai per scegliere ti basterà guardare in etichetta e troverai sempre una sola di queste parole: Brut Nature, Extra Brut, Brut, Extra-Dry, Dry e Doux.

Ho disposto le diciture in ordine di dolcezza crescente (quindi il meno dolce è il Brut Nature e il più dolce il Doux, per intenderci!).

Probabilmente se ti ricordi come si produce un metodo classico saprai che quella che noi percepiamo come dolcezza è dovuta ad una sorta di “zuccheraggio” del vino (una miscela di vino e zucchero o mosto d’uva chiamata “liqueur de dosage” o “liqueur d’expédition”), che viene aggiunto alla fine della seconda fermentazione (la fase in cui si sviluppano le bollicine).

Il dosaggio di zucchero talvolta è essenziale perché l’acidità è così alta che per molti potrebbe risultare imbevibile (più o meno come una limonata ghiacciata in inverno).

La maggior parte degli Champagne è prodotta nel livello Brut.

Stile

Probabilmente già sai che le uve che si allevano al 99% in questa regione sono 3: Chardonnay, Pinot Nero e Meunier.

La combinazione tra queste uve, piuttosto che l’uso singolo di una ci dà qualche indizio sullo stile di produzione dello Champagne.

Blanc de Blancs

In italiano significa “bianco dei bianchi”, proprio a voler indicare che è un vino prodotto solo con uve bianche al 100%, quindi con uve Chardonnay. Quindi se bevi un Blanc de Blancs puoi stare sicuro che stai bevendo Chardonnay in purezza (ci sono piccole eccezioni ma sono del tutto trascurabili, es. 100% Pinot Bianco). I profumi sono quelli di agrumi, limone soprattutto, mela, gesso, fiori bianchi.

 Blanc de Noirs

Lui invece è il “bianco dei neri”, che non è un insulto razzista, ma indica che il vino è prodotto con uve nere al 100% però vinificate in bianco. Ciò significa che potrai trovarne di Pinot Nero 100%, di Meunier 100% oppure di un mix tra i due. I profumi ricordano lampone, quasi fragola e spesso nocciola, biscotto.

Rosati

Si possono produrre mescolando vino prodotto da uve bianche con partite di vino rosso da Pinot Nero e Meunier. In questo caso le uve rosse usate possono anche essere una piccolissima percentuale e daranno non solo il colore ma anche quel profumo che ci piace tanto di fragoline di bosco.

Anni sui lieviti

Se per noi donne invecchiare ogni tanto è un problema, gli Champagne non temono il tempo che passa, anzi. 😒

Una delle prime cose che noterai, assaggiandone di diverse annate, è proprio come cambia il gusto nel corso dell’invecchiamento.

Come per ogni metodo classico, l’invecchiamento sui lieviti in bottiglia regala al vino aromi di crosta di pane, tostato, nocciola, crema pasticcera.

In base a questo puoi distinguere tra:

  • Sans anné

E’ la linea di Champagne identificativa del c.d. gusto della casa, ovvero dello stile aziendale, uguale anno dopo anno, a prescindere dall’annata e dalla vendemmia.

La tradizione vuole che in questi casi si assemblino vini di annate diverse.

Al momento dell’assemblaggio, lo chef de cave (ovvero un esperto a metà tra l’enologo e il cantiniere) crea l’armonia che riflette la sua visione di quel che lo Champagne deve essere, grazie alla varietà dei vini di cui dispone: varietà dei cru e dei vitigni, ma anche delle annate.

In etichetta quindi non troverai l’indicazione di un anno specifico.

Fanno affinamento sui lieviti in bottiglia minimo 12 mesi (quindi il processo di maturazione complessivo dura 15 mesi).

In genere hanno uno stile più fruttato anziché tendente alle note di nocciola e tostatura.

  • Millesimé

Quando la vendemmia è andata particolarmente bene e quindi si preannuncia un’ottima annata, i produttori creano questi vini.

Sono quindi espressioni autentiche di una particolare annata e quindi ogni Millesimato è diverso dagli altri.

Invecchiano minimo 3 anni e l’anno di vendemmia è indicato in etichetta. In genere hanno una consistenza più cremosa e note tostate.

Classificazione in base al luogo di coltivazione delle uve

Ecco un’altra semplice parolina che troverai in etichetta (sempre e solo una di quelle che seguono): Premier Cru o Grand Cru.

Questi indicano la qualità delle uve prodotte in un determinato vigneto: se le uve sono prodotte in un Premier Cru sono molto buone, se sono prodotte in Grand Cru sono eccellenti.

Questo perché nella regione che racchiude la denominazione ci sono tantissimi comuni (319 per l’esattezza), ma ci sono solo 42 villaggi Premier Cru e solo 17 Grand Cru, cioè quelli che danno uve più pregiate e anche i più costose.

Classificazione in base al produttore

Anche qua i cugini francesi la sanno dire lunga, perché non parliamo semplicemente di cantina: ci sono molti dettagli che chiaramente fanno la differenza.

Ti voglio rassicurare: questa indicazione la troverai in etichetta. Vediamo le tipologie.

1. Maison

Sono le grandi case di Champagne, come Moet, Veuve Clicquot, Bollinger ecc.) e le loro uve vengono da tutta la regione.

2. Cooperative

Sono aggregazioni di produttori della stessa regione che producono vino con le uve appartenenti a tutti.

  • CM “Coopérative Manipulant” scritto in etichetta vuol dire che i viticoltori singoli si uniscono e producono vino tutti sotto lo stesso marchio.

3. Vignerons

Sono i piccoli produttori, aziende familiari, che allevano le proprie uve e ne producono il proprio vino. In questa categoria puoi distinguere tra:

  • RM “Récoltant Manipulant” ovvero colui che alleva le uve e utilizza minimo il 95% della propria uva per produrre vino.
  • RC “Récoltant Coopérateur”, nel caso in cui colui che coltiva le proprie vigne, conferisce le uve ad una cooperativa che elabora e commercializza, oppure dalla quale ritira l’equivalente delle uve consegnate sotto forma di vini o bottiglie da commercializzare in proprio.

Alt! Altre figure del settore sono:

  • NM “Négociant Manipulant”: Indica un produttore che acquista uve, mosti o vini e quasi sempre coltiva anche propri vigneti, elaborano Champagne in locali di sua proprietà. In questa categoria rientrano le grandi maison famose nel mondo.
  • MA “Marque d’Acheteur” ovvero un grande rivenditore o un ristoratore che compra vino e lo rivende con la propria etichetta privata. Ad esempio se trovi un ristorante che vende Champagne con il proprio nome, oppure un marchio di moda allora quello sarà quasi sicuramente MA. Insomma è il caso in cui la marca non appartiene a chi elabora lo Champagne ma appartiene all’acquirente (es. Fauchon, Maxim’s).
  • ND “Négociant Distributeur” cioè colui che compra vino e che quindi etichetta e distribuisce Champagne che non ha coltivato né prodotto.

Provenienza regionale

Ultimissima distinzione è quella in base alla regione specifica in cui viene prodotto Champagne o meglio dove vengono coltivate le uve.

Questo perché ci sono 5 zone principali di allevamento e ognuna ha caratteri distintivi, a prescindere da chi produce lo Champagne.

1. Montagna di Reims

Qui si alleva in genere Pinot Nero, quindi Champagne di corpo, robusti, pieni e ricchi.

Qui ci sono 10 dei 17 vigneti Grand Cru, tra cui ad esempio Ambonnay, Bouzy, Verzy, Verzenay e MaillyChampagne.

Hai mai sentito parlare di Krug?

Loro utilizzano uve della Montagne de Reims.

2. Valle de la Marne

Qui c’è solo un Grand Cru che si chiama Épernay.

L’eccellenza qui è il Meunier, che raramente è vinificato in purezza e può essere prodotto in stile più secco, fresco e tagliente oppure nella versione più morbida (quindi dolce), ricco e piacione.

3. Côte des Blancs

Qui è principalmente coltivato Chardonnay e ci sono i restanti 6 vigneti Grand Cru.

Nella zona sono prodotti tra i migliori Champagne al mondo Blanc de Blancs.

4. Costa di Sezanne

L’uva principalmente allevata è lo Chardonnay. Da qui spesso provengono le uve delle grandi Maison.

5. Côte des Bar

Questa regione è lontana dal resto della Champagne al confine tra Champagne e Borgogna. Non per nulla si coltiva per lo più Pinot Nero e produce uno stile di Champagne più ricco, simile a quello della Montagne de Reims.

In conclusione

Trovane uno che assecondi il tuo gusto o semplicemente di cui sai pronunciare il nome in modo credibile: tanto sono tutti buonissimi!

Eh mi raccomando non usare un tristissimo flute per servirlo. Al massimo posso concederti la coppa alla Di Caprio, ma che sia solo per le feste anni 20’!

Io il mio preferito ancora non l’ho trovato.

Mi piace dire così, almeno ho la scusa per continuare a berli in ogni occasione!