Al Bar Atelier di Cava de’ Tirreni la drink list è un percorso introspettivo
Scopri qual è il tuo drink preferito: in provincia di Salerno, il cocktail bar di Danilo Bruno parte dai classici, twistandoli e categorizzandoli per sapori

Chissà cosa avrebbe pensato Joseph Novak, celebre pedagogista statunitense, se passando per Bar Atelier, il nuovo cocktail bar di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, seduto al bancone avesse trovato al posto del menu la sua mappa concettuale a cerchi concentrici. Probabilmente, incuriosito, avrebbe seguito le diramazioni gustative che avrebbero portato alla creazione del suo cocktail su misura. Un percorso che parte da una domanda cruciale “Cosa vuoi bere?”, e porta i clienti a scegliere fra una serie di strade possibili da intraprendere che conducono attraverso una selezione di sapori: amaro, acido, dolce, secco o analcolico.

Diffuso su 150 metri quadri con circa 75 posti a sedere, di cui 8 al bancone, l’intenzione di Bar Atelier è quella di trasformarsi in un punto di riferimento non solo per la miscelazione, ma anche per l’intrattenimento. Il locale, infatti, ospita anche un palcoscenico per accogliere musicisti sia locali sia nazionali, serate di stand up Comedy. «Vogliamo offrire un’esperienza partecipativa completa, dove al centro ovviamente c’è sempre il cocktail», racconta Danilo Bruno, 33 anni, bar manager e titolare, in zona già conosciuto perché patron del The Black Monday di Salerno.
«L’idea di costruire un menu interattivo, ovvero che coinvolgesse in prima persona il cliente – spiega Bruno – è nata confrontandomi sia con il mio staff, sia con i clienti del The Black Monday a Salerno. Spesso, fra una nuova drink list e l’altra, c’erano dei vuoti, nel senso che non avendo un menu ancora da presentare, ci siamo ritrovati a domandare all’ospite cosa volesse bere e che tipo di gusti avesse. Da questa esperienza, casuale e necessaria, abbiamo pensato di comporre un menu che facesse leva sui gusti del cliente».
La proposta di miscelazione diventa, quindi, una sorta di esplorazione personale, dove l’ospite, in prima linea, si immerge in una indagine introspettiva che lo stimola di diventare l’autore del proprio drink. «Le strade possibili – continua Bruno – che marcano il menu di Atelier portano a 16 drink, suddivisi fra signature  e classici, ma ci piaceva l’intenzione di rendere il consumatore finale partecipe alla scelta».
Drink che vengono studiati, testati e preparati all’interno dei 25 metri quadrati del laboratorio di Atelier. I cocktail sono in carta a 10 euro, fra le proposte più gettonate, il Bramble di Sofia: «un drink che abbiamo importato da The Black Monday. È un twist sul Bramble di Dick Bradsell, che ha uno sciroppo al popcorn invece che uno sciroppo di zucchero, un vino cotto con dei frutti di bosco e del gin. Al tutto viene aggiunto, per dare una terza dimensione, una polvere di popcorn fritti nel burro, che dona una nota di golosità». Di grande successo anche L’Espresso Martini: «È la nostra rivisitazione di questo classico, per il quale usiamo un caffè monorigine Colombia, estratto in coldbrew, quindi lentamente a freddo. La parte zuccherina è data uno sciroppo di biscotti Lotus sciolti con la amilasi, enzima che scioglie gli amidi, e una spuma di caramello salato a chiudere il tutto». Infine, il twist sull’Old Fashioned 11: «Qui abbiamo un whiskey ridistillato, per avere un drink trasparente e non ambrato. La parte bitter è data da uno strato di pimento, spezia un po’ pepata, che dona un sapore curioso e interessante».
La convivialità è al centro dell’atmosfera, non solo per il design, con sale caratterizzate da tavoli sociali e sedute che spronano alla comunicazione: «In una sala c’è un divano a forma semicircolare disegnato da me, pensato per consentire a tutti gli ospiti di parlare tra di loro». Anche la proposta food è stata pensata per la condivisione, dal tagliere di salumi e formaggi (25 euro, porzione per due), ai crostoni con Blue di Jersey, lardo e composta di pane al Cognac (8 euro), fino al Beef Sandwich con rucola, maionese alla senape (14 euro). «Non avendo una cucina vera e propria, non abbiamo i fornelli, la nostra offerta culinaria verte su un mono prodotto. Quello che stiamo proponendo ora e che vogliamo spingere è il pastrami che produciamo noi», sottolinea il titolare.

 

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Pasticceria liquida: il cocktail al Tiramisù di Sandro Scotti per Toraldo
Come riposizionare il caffè per farlo diventare protagonista dall’aperitivo in poi? La risposta nella coffee mixology e nella sinergia fra cucina e bar

«È un peccato utilizzare il caffè solo nell’Espresso Martini o pensato come il liquore al caffè che andiamo a mettere nel Black Russian». Parole di Sandro Scotti, bar manager del Magnolia di Napoli, una realtà polifunzionale aperta nel 2020 in zona Chiaia, che spazia dall’albergo con 6 suite e una spa con vera acqua termale (dove pure ci sono cocktail zero alcohol e low-cal), a tre linee di ristoranti, fra cui un rooftop con un ristorante giapponese, in cui si fanno cucina e cocktail pairing in salsa nipponica. «Il caffè ha infiniti profili sensoriali e lo stiamo scoprendo in particolare oggi. Lavoriamo con una gamma di estrazioni più ampia e con prodotti più variegati, sia come provenienza dei chicchi, che come lavorazione. In particolare, con le estrazioni a freddo ci si è aperto un enorme ventaglio di possibilità di creare drink low alcol o zero alcol molto interessanti».

Esperto di botanica, di fiori, spezie e caffè, oltre che di miscelazione, Scotti è stato scelto dalla storica torrefazione Toraldo per presentare al Sigep 2025 la sua linea di coffee mixology, nonché per raccontare la ricerca che al Magnolia si fa, mescolando elementi che provengono dalla cucina e dalla pasticceria del ristorante. «Con il gruppo Toraldo – racconta Scotti – abbiamo iniziato una collaborazione sfociata al Sigep quest’anno, per riposizionare il caffè per farlo diventare protagonista dall’aperitivo in poi». In quest’ottica, uno dei drink presentati al Sigep da Scotti è stato un Tiramisù, rivisitato e proposto in versione “pasticceria liquida”.

«Nella nostra lounge bar al piano di sotto facciamo numeri notevoli – spiega Scotti – e abbiamo un focus importante sul gin, con un portfolio di 300 etichette, che ruotano in una gin tonic list. Molto del nostro lavoro è tuttavia in laboratorio, dove facciamo ricerca, per creare sempre nuove proposte, dal momento che cambiamo signature list ogni tre mesi, conservando solo 1-2 best-seller ogni volta». Il ricambio dei drink al Magnolia segue una serie di esigenze: seguire la stagionalità e i trend, nonché essere in concordanza con il momento dell’anno, per esempio proponendo un drink al Panettone a Natale. «Lo facciamo anche perché penso che per i ragazzi che lavorano con me sia importante fare sempre ricerca, sperimentando di volta in volta nuove tecniche e filoni», aggiunge Scotti. Uno di questi è appunto la cucina e pasticceria liquida: Scotti fa l’esempio di ingredienti come l’acqua di mozzarella e quella di pomodoro per un cocktail che faccia pensare a una bruschetta, oppure a dolci che vanno in infusione come il babà o i savoiardi utilizzati in questo tiramisù e così via. La sinergia all’interno del Magnolia fra bancone e laboratorio di cucina e pasticceria porta alla valorizzazione degli ingredienti derivanti dai processi di osmosi, estrazione e preparazione dei cocktail, creando dessert che accompagnano i drink (e viceversa), con un’attenzione speciale al riutilizzo delle materie prime.

La ricetta

Cocktail Tiramisù Special (Ideato per Sigep con Caffè Toraldo)

Ingredienti Base Cocktail

1 L di vodka
300 g di savoiardi
15 ml di Amaretto di Saronno
15 ml di succo di agrumi (arancia, pompelmo, lime, bergamotto)
1 tazzina di caffè espresso Miscela Origini Caffè Toraldo
15 ml di estratto di vaniglia (da baccello fresco)

Foam al mascarpone

Mascarpone
Acqua
Zucchero
Latte

Guarnizione

Cacao in polvere
Grani di caffè interi

Procedimento

Si inizia con l’infusione della vodka ai savoiardi: 1 litro di vodka viene sigillato sottovuoto con 300 g di savoiardi e lasciato in cottura a 85°C per 4 ore. Una volta terminata la cottura, la base viene rapidamente abbattuta per 2 ore, quindi filtrata con un filtro carta. Nel frattempo, l’Amaretto di Saronno viene sfumato per ridurre la gradazione alcolica e successivamente ridistillato per eliminare parte degli zuccheri. Per l’agrumi mix, si recuperano le zeste di arancia, pompelmo, lime o bergamotto rimaste dal servizio del bancone (la tipologia è indifferente). Il succo di agrumi mix viene filtrato, mentre il caffè espresso utilizzato è la Miscela Origini Caffè Toraldo. La vaniglia, invece, viene lavorata per osmosi dal baccello fresco, preservandone al massimo l’aroma naturale. Per la preparazione del foam al mascarpone, si mescolano mascarpone, acqua, zucchero e latte, quindi si versa il composto in un sifone da pasticceria, ottenendo così una spuma leggera e vellutata.

Miscelazione

In uno shaker, si combinano:

45 ml di vodka infusa ai savoiardi
15 ml di agrumi mix
15 ml di Amaretto ridistillato
una tazzina di caffè espresso
15 ml di vaniglia

Si aggiunge il ghiaccio, si shakerano energicamente gli ingredienti e si filtra il cocktail in una coppa. Si completa con foam al mascarpone, una spolverata di cacao in polvere e qualche grano di caffè intero come decorazione.

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Vermouth di Torino IGP, dieci anni di grandi progressi per il Consorzio
Il presidente Roberto Bava e il direttore Pierstefano Berta hanno fatto il punto degli ultimi dieci anni di intensa attività del Consorzio del Vermouth di Torino IGP nel corso del recente evento “Il Vermouth di Torino… a Torino”. Non sono mancate degustazioni delle proposte dei più diversi produttori.

Allo scadere del secondo mandato della dinamica gestione del Consorzio del Vermouth di Torino IGP, a cominciare dal presidente Roberto Bava insieme con direttore Pierstefano Berta, il 24 gennaio si è tenuta nella sede AIS (Associazione Italiana Sommelier) Piemonte in via Modena 23, il grande evento “Vermouth di Torino… a Torino” che ha fatto il punto sul “mondo” Vermouth di Torino.

Tenuta in Sala Barbaresco, l’evento è stato aperto con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente Roberto Bava, il direttore Pierstefano Berta e il vicepresidente Matteo Bonoli della F.lli Branca (produttrice dello storico Vermouth Carpano).

«Siamo orgogliosi degli sforzi che sono stati portati avanti negli ultimi anni per valorizzare questa eccellenza piemontese senza tempoha sottolineato il presidente Roberto Bava – che rappresenta la nostra tradizione e le nostre origini piemontesi. Il Vermouth di Torino è il primo prodotto enogastronomico piemontese entrato già nell’Ottocento in diversi mercati internazionali, prima ancora di molti vini.  È oggi presente in più di 80 mercati internazionali che riconoscono il suo pregio e la sua versatilità non solo in abbinamento ai cocktail ma anche per un suo consumo in purezza».

«A partire dal 2018 abbiamo avuto una crescita media annua nelle vendite del + 24,7 %  – ha dichiarato il direttore Pierstefano Berta – e questo dimostra il grado di apprezzamento da parte del pubblico. Sono sempre più i locali che lo richiedono e che vogliono averne più di una tipologia. Tutto questo successo ha generato un giro d’affari notevole, partendo da 32 milioni di euro nel 2018 e chiudendo il 2024 con 172 milioni di euro».

Formidabili questi ultimi dieci anni

Grazie al conferimento della IGP (Indicazione Geografica Protetta con relativo Disciplinare), il Consorzio del Vermouth di Torino (fondato nel 2019) è arrivato a contare a fine 2024 su 45 soci di aziende grandi e piccole  (da 14 che erano), molte delle quali hanno riscoperto e rilanciato ricette sia di marchi storici ma scomparsi per varie ragioni dal mercato, sia di prodotti innovativi per mix aromatico e grafica delle etichette.

La produzione complessiva si è così attestata su circa 6.811.000 bottiglie da 75 cl, il 65% delle quali sono avviate per l’export in 82 Paesi del mondo, a cominciare dagli USA dove il Consorzio è riuscito a conseguire il prestigioso Marchio di Certificazione rilasciato dall’United States Patent and Trademark Office (ufficio brevetti Usa) per la tutela del marchio “Vermouth di Torino”.
Inoltre, in USA, Canada e Regno Unito, tre anni fa è partita la campagna promozionale Mediterranean Aperitivo, una iniziativa promossa con fondi della Unione Europea e curata da Promogate, per diffondere e rafforzare la cultura dell’Aperitivo, nella quale il Vermouth di Torino è sicuro protagonista.
Tra le altre iniziative avviate è stato ricordato l’allestimento del Museo del Vermouth nello storico Palazzo Ottolenghi di Asti; la messa a punto del percorso La Strada del Vermouth che raggiungerà una serie di aziende produttrici, grandi e piccole, con visite e degustazioni guidate; l’organizzazione della nuova edizione degli Stati Generali del Vermouth di Torino a partire da una ricognizione sulla filiera delle erbe aromatiche piemontesi.

Tenuta in Sala Barbaresco, la conferenza si è poi conclusa con la degustazione di tre tipologie diverse di Vermouth di Torino, Extra-Dry, Bianco e Rosso (appositamente imbottigliato con una etichetta unbranded), a cura dei sommelier Ais Piemonte, guidati dal presidente Mauro Carosso, illustrando le diverse caratteristiche e le origini storiche di ciascuna tipologia. Ogni varietà è stata accompagnata da spiegazioni sui metodi di produzione, gli ingredienti utilizzati e le differenze organolettiche.

Dopo una “epica” Risottata mantecata con Vermouth di Torino Bianco servita dagli chef e sommelier Ais, i lavori sono ripresi nel pomeriggio.

Risottata mantecata con Vermouth Bianco preparata dagli chef e sommelier Ais Piemonte

Quattro tavole rotonde:

Turismo del Vermouth di Torino con interventi di Emanuela Panke (presidente Iter Vitis del Consiglio d’Europa); Barbara Toce (past vice president Congresso del Consiglio d’Europa); Marcella Gaspardone (direttore Turismo Torino); Mariangela Chiapperini (Turismo Torinoi); Fulvio Piccinino, autore del libro Il Vermouth di Torino, storia e produzione del più famoso vino aromatizzato (Graphot editore), il direttore Pierstefano Berta.

Le Parole del Vermouth con Giusi Mainardi e Pierstefano Berta, autori del libro Il Grande Libro del Vermouth di Torino storia e attualità di un classico prodotto piemontese (Edizioni Oicce) e di Valerio Bigano, autore del libro C’era una volta il Vermouth, i produttori storici dal Settecento a metà degli anni Cinquanta.

Le Botaniche Piemontesi del Vermouth di Torino con il direttore Pierstefano Berta, Marco Frandini (Cooperativa Erbe Aromatiche Pancalieri) e Fulvio Piccinino, a cominciare dalla Artemisia Absinthium che caratterizza l’aromatizzazione del Vermouth.

Cassetta Vermouth Carpano con le principali erbe aromatiche in boccetta ed estratti aromatici in bottiglietta

Non di soli cocktail, altri abbinamenti del Vermouth di Torino, serie di idee per sommelier, barman e chef piemontesi con la presentazione dei Gianduiotti di Torino con Nocciola di Piemonte IGP.

Dalle parole ai fatti: i banchi di assaggio

Nell’adiacente Sala Barolo inoltre era possibile degustare i tanti prodotti di una ventina di aziende, grandi e piccole, aderenti al Consorzio del Vermouth di Torino (delle quali citiamo solo i prodotti più significativi), oltre che acquistarli presso il banco La Banca del Vino di Pollenzo – Bra (Cuneo).
Compagnia dei Caraibi (Vermouth Carlo Alberto Riserva Superiore).
Mancino (Rosso Amaranto, anche in versione Barricata, Bianco Ambrato, Kopi).
Distilleria Santa Teresa/Marolo (Ulrich Bianco e Rosso).
Giacomo Sperone (Rosso, Bianco, Dry).
Toso (Rosso e Bianco, oltre a Gamondi Superiore Rosso).
Bosca (Rosso IGP e Bianco IGP).
Franco Cavallero (Superiore Rosso Nonis Februaris).
Giulio Cocchi (Storico Rosso, Savoy Dry, Chazellettes Rosso della Regina).
La Palera (Rosso e Bianco).
Vermouth alla maniera di Strucchi (Bianco, Rosso, Dry).
Bordiga (Excelsior Superiore Rosso, Superiore IGP Biologico).
Campari Group (Del Professore Classico e Rosso; Bottega Cinzano 1757 Rosso ed Extra Dry).
Generaj (Rosso).
F.lli Branca (Carpano Classico, Rosso, Bianco, Dry e Antica Formula).
Sibona (Civico 10 Rosso Superiore, Aperitiv dla Tradission).
Tosti 1820 (Taurinorum Superiore Ambrato, Rosso e Bianco).
Antica Distilleria Quaglia (Berto Superiore Rosso, Ross da Travaj).
Antica Torino (Rosso, Bianco, Dry).
Antica Casa Vinicola Scarpa (Rosso, Bianco).
La Canellese (Rosso, Bianco Superiore, Extra Dry).
Martini & Rossi (Riserva Speciale Ambrato e Rubino).

Non poteva mancare a fine giornata una breve visita a Vermuttino La Bottega del Vermouth (ex Bar Barolino Cocchi) un “tempio” del Vermouth di Torino, mini cocktail bar ricavato in 20 mq nell’androne di uno storico palazzo settecentesco della vecchia Torino (via Bonelli 16/c) del Quadrilatero Romano, dietro Porta Palazzo. Ad “officiare” sono il bartender Albero Terzi, insieme con le barlady Andrea e Noemi, potendo contare su una bottigliera di un centinaio di Vermouth, molti dei quali storici e fuori commercio, con una drink list veramente unica da viaggio nel tempo.

 

 

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Drink Team 2025: cerchiamo 12 campioni. Candidati oggi!
C’è tempo fino al 28 marzo per candidarsi su bargiornale.it e partecipare alle selezioni per il Drink Team 2025. I professionisti della miscelazione dovranno interpretare 10 trend che segnano il mondo del cocktail contemporaneo

Dal 2012, centosessanta bartender, i nostri magnifici “senatori”, hanno contribuito al successo del Drink Team, la squadra speciale di miscelazione di Bargiornale.
Questo team esplora da oltre un decennio i confini del bere miscelato con ricette e prodotti selezionati in completa autonomia.
Non ci sono scelte imposte: ognuno è libero di scegliere i propri ingredienti proprio come farebbe nel proprio bar.

Ora è il tuo turno per entrare a far parte di questo straordinario roster. Sin dall’edizione inaugurale, il Drink Team ha navigato tra i mari della mixology, esplorando territori che spaziano dai classici intramontabili ai modern classics, dalle miscele dimenticate ai cocktail più innovativi. Abbiamo creato cocktail ispirati al passato e sognato drink del futuro. Ora apriamo le porte a una nuova selezione di talenti pronti a confrontarsi con i trend del 2025.

Come candidarsi

Per candidarti, compila il form entro il 28 marzo 2025.

CANDIDATI QUI

A selezionarti saranno i senatori del Drink Team insieme al voto on line.
I 24 candidati che usciranno dalla votazlone dei Senatori con il punteggio più alto passeranno alla fase finale e al voto on line, per arrivare ai nuovi 12 membri del Drink Team, che quest’anno esploreranno i trend del 2025.

Eccoli:
– Low & No Alcohol, con mocktail e drink a bassa gradazione pensati per una clientela sempre più attenta, ebbene sì, anche al nuovo codice della strada.
– I Classici Rivisitati propongono twist contemporanei sui grandi classici.
– I Savoury Drinks, invece, aggiungono sapidità per ampliare l’esperienza gustativa.
– Il Green punta su ingredienti sostenibili e pratiche eco-friendly.
– Il Minimal si celebra l’essenzialità e la pulizia, sia negli ingredienti che nella presentazione.
– I Vermouth Drinks segnano la continua ascesa del vermouth e dell’amico bitter come protagonisti assoluti
– Gli Agave Cocktails esplorano l’universo dell’agave con Tequila, Mezcal e altri spirits.
– I drink Multisensoriali puntano a stimolare vista, olfatto e gusto con colori e profumi sorprendenti.
– Lo stile Disco & Pop richiama vibrazioni nostalgiche ispirate agli anni d’oro della musica. – Infine i 50/50 una categoria simbolo di semplicità ed equilibrio. L’unione in parti uguali di un amaro e un distillato o liquore ad alta gradazione offre nuove opportunità di sperimentazione per professionisti!

Il meccanismo

Chi può partecipare
Tutti i bartender professionisti potranno candidarsi compilando il form, entro il 28 marzo 2025, su bargiornale.it. Non possono essere candidati né autocandidarsi coloro che hanno già fatto parte del Drink Team. Possono essere candidati o candidarsi coloro che, pur essendo stati candidati negli anni passati, non sono entrati a far parte del Drink Team.

CANDIDATI QUI

Selezione a cura dei senatori
Ciascun “senatore” (ex componente delle precedenti edizioni) potrà indicare, dalla lista dei candidati, fino a 10 preferenze, cui attribuirà un punteggio decrescente da 10 a 1. I 24 che avranno ottenuto i punteggi più alti saranno i candidati ufficiali.

Votazione on line
Sarà successivamente pubblicata su tutti i nostri media la shortlist dei 24 candidati. Dal 5 al 20 maggio 2025 si aprirà il voto on line. Gli addetti ai lavori potranno scegliere fino a tre tra i 24 candidati selezionati nella short list dai senatori del Drink Team (il voto dei senatori del Drink Team peserà per l’80%,il voto on line il 20%).

Presentazione del nuovo team
I 12 in cima alla classifica finale entreranno a far parte del nuovo Drink Team. Il nuovo Drink Team sarà presentato nel numero di giugno 2025
di Bargiornale e debutterà con le proprie ricette sul numero di luglio-agosto 2025.

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Il regolamento di Baritalia 2025: scopri come inviare la ricetta e candidarti

Il regolamento e i criteri di valutazione della edizione 2025 di Baritalia, la manifestazione di Bargiornale che da oltre un decennio anni porta in giro per tutto il Paese, il suo laboratorio itinerante di miscelazione fatto di momenti di formazione, di sfide e di tasting.

Modalità di iscrizione 

– Per iscriversi alla singola tappa, i bartender dovranno compilare il form su bargiornale.it
Tutti i bartender professionisti e maggiorenni possono partecipare al laboratorio di Baritalia Lab inviando una o più ricette (fino a 5, ma non più di una per prodotto sponsor) con l’indicazione del prodotto sponsor scelto.
– Le ricette – cocktail originali o twist on classic – dovranno contenere il prodotto sponsor e almeno un altro prodotto inserito nel paniere.
Non si potranno utilizzare spirit/bevande di brand diversi da quelli presenti nel paniere, salvo il caso in cui nel paniere non ci sia lo spirit che si vuole utilizzare (per esempio: se nel paniere c’è un gin o un’acqua tonica, la ricetta contenente gin o acqua tonica dovrà prevedere l’uso di quello specifico brand. Se la ricetta prevede un mezcal e nel paniere non è presente nessun prodotto, si potrà scegliere liberamente la marca preferita).
– Ogni sponsor metterà a disposizione un prodotto base e fino a tre prodotti/gamme di prodotto per tappa che saranno inseriti nel paniere di riferimento.
– Nelle ricette, che dovranno contenere al massimo 4 ingredienti (garnish esclusa), dovrà essere indicata anche la tipologia di ghiaccio che si intende usare, scegliendo tra i formati disponibili indicati nel form di candidatura. Per ogni ingrediente aggiuntivo sarà conteggiato mezzo punto di penalità.
Tutti i prodotti del paniere, insieme al fresco e al ghiaccio, saranno messi a disposizione dall’organizzazione. Eventuali altri prodotti o ingredienti, così come gli elementi di servizio (bicchieri, sottobicchieri ecc.) e gli strumenti di preparazione del drink (shaker, ecc.) andranno portati dallo stesso bartender.
– Sono ammessi ingredienti “home made” solo se etichettati con la dichiarazione di ingredienti e data di produzione.
La redazione di Bargiornale provvede a raccogliere le candidature e a selezionare i bartender per ciascuna tappa.
– I bartender selezionati verranno avvisati per mail/telefono e dovranno confermare la loro presenza.
– Si segnala che a fini organizzativi saranno contattati fino a un massimo di 80 bartender per tappa da suddividere in classi omogenee per numero fino a un massimo di 10 per ogni prodotto sponsor.
I candidati possono inviare le loro ricette per una o per più tappe.

La dinamica di Baritalia Lab

Durante ciascuna tappa i bartender candidati si sfidano in più batterie. Ciascun bartender ha 2 minuti di tempo per raccontare la propria ricetta e 5 minuti di tempo per preparare la propria ricetta e presentarla alla giuria.
· Dovranno essere preparati due drink (della stessa ricetta).
· In giuria siede un ambassador per ognuna delle aziende partner più uno o più giudici d’onore, selezionati tra i migliori bartender della città/regione che ospita la tappa.
· Alla fine di ogni batteria i giudici esprimeranno un giudizio qualitativo sui drink assaggiati e compileranno una scheda di giudizio che sarà la base su cui verranno selezionati i migliori drink.

Criteri e parametri di valutazione 

Ogni giudice assegnerà a ogni drink assaggiato un punteggio da uno a dieci secondo i parametri indicati (tra parentesi il peso di ogni voce nel conteggio finale):
Gusto (40%): equilibrio, piacevolezza, bevibilità;
Back to basics (30%): attinenza al tema, valorizzazione del prodotto sponsor;
Accoglienza (20%): capacità di coinvolgere l’ospite (il giudice) e fargli vivere un’esperienza premium;
Servizio (10%): tecnica e mise en place.
· Sulla base dei voti ottenuti, alla fine di ogni tappa verranno proclamati i tre migliori drink per ogni prodotto sponsor. La foto dei drink e dei loro autori verranno pubblicati sul primo numero di Bargiornale raggiungibile.
· Per ogni prodotto sponsor, il bartender che avrà ottenuto il punteggio più alto avrà diritto a partecipare al final show di Venezia il 24 novembre 2025.
· Al termine di ogni tappa verrà nominato il miglior “Back to basics cocktail”, ossia quello che avrà ottenuto il punteggio complessivo più elevato.

Attrezzature e ingredienti

L’organizzazione mette a disposizione solo i prodotti elencati nella lista “paniere” e il fresco: ghiaccio, frutta e verdura.
I bicchieri dovranno essere portati dal concorrente così come eventuali side o guarnizioni che hanno bisogno di lavoro precedente.

L’adesione è gratuita e non sussistono premi per i bartender individuati come migliori durante il laboratorio.

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Cascara biologica Costadoro, gusto senza sprechi
Mentre in Italia lo spreco alimentare cresce, la Torrefazione torinese rilancia il piacere della buccia e della polpa della ciliegia di caffè essiccata

Ogni parte della ciliegia del caffè può contribuire alla realizzazione di bevande gustose. Il grande protagonista dell’industria caffeicola è il chicco che, opportunamente lavorato e tostato, viene trasformato in estrazioni espresso, a filtro o con numerosi altri metodi di estrazione. Il frutto che avvolge il chicco del caffè – la cascara, che in spagnolo significa “buccia” o “guscio” – viene spesso utilizzato nei Paesi d’origine per la concimazione nel caso del frutto processato con il metodo lavato; in altri casi si fa seccare e si compatta e viene utilizzato come combustibile simile al pellet e usato in agricoltura.

Ma quando la buccia proviene da una filiera naturale certificata Bio, è importante valorizzarla, proponendola ai consumatori come bevanda piacevole: una proposta che unisce gusto e innovazione. È il caso della Cascara biologica Costadoro, frutto di una filiera responsabile e senza sprechi, raccolta in Perù nei soli mesi di giugno, luglio e agosto, in un ambiente incontaminato immerso nella natura tra  1380 e 1720 metri e coltivato da famiglie locali: un ulteriore elemento che ne fa un prodotto unico.

La bevanda che se ne ottiene ha un gusto e un profilo aromatico differente rispetto al caffè: i sentori richiamano infatti note di pera, rosa canina, ciliegia, con una dolcezza delicata, un corpo pieno, è ricca di antiossidanti e ha una percentuale minore di caffeina rispetto al caffè. 

La cascara si può trasformare a caldo utilizzando il metodo a filtro lasciandola in infusione per circa 4 minuti (la durata varia anche in base al gusto del consumatore), oppure a freddo, di nuovo in infusione in frigorifero per circa 12 ore, con l’aggiunta di ulteriori spezie o frutti a piacimento. La certificazione Bio è un fattore molto importante e un elemento di tutela della salute, in quanto il processo di estrazione delle sostanze tramite infusione in acqua (sia calda sia fredda) riuscirebbe a diluire i possibili pesticidi rimasti nel frutto anche dopo il suo lavaggio.

Per Costadoro la proposta della sua Cascara biologica rappresenta non solo una scelta di gusto, ma anche un esempio concreto di valorizzazione del prodotto e di economia circolare applicata al mondo del caffè.Utilizzando anche questa parte che spesso rimane uno scarto, la Torrefazione torinese promuove anche una produzione consapevole che riduce al minimo gli sprechi. È un impegno che persegue non solo in occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio: dal 2023 l’attenzione verso i temi di economia circolare e di sostenibilità le hanno fatto meritare la Certificazione B Corp, attribuita alle imprese che operano seguendo alti standard di performance sociale e ambientale.

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Il Contorno Rustico amplia la gamma Minute di Bonduelle Food Service
Il nuovo arrivato nella gamma di Contorni Minute è un mix mix equilibrato e croccante di verdure, composto da fagiolini verdi, carote, patate e cipolle

Si amplia la gamma di Contorni Minute di Bonduelle Food Service. Il nuovo arrivato è il Contorno Rustico Minute, un mix equilibrato, croccante e gustoso di verdure composto da fagiolini verdi (30%), carote (35%), patate (25%) e cipolle (8,5%), le ultime due prefritte in olio di semi di girasole.

Realizzato con materie prime di qualità, accuratamente selezionate, il nuovo prodotto, come gli altri della gamma, ha un altro aspetto distintivo nel processo di lavorazione con il quale viene preparato, la tecnologia brevettata Minute. Grazie a questa soluzione, il prodotto viene cotto al vapore e surgelato al naturale entro 24 ore dalla raccolta con tecnologia Iqf (Individually quick frozen), che ne preserva al massimo le proprietà organolettiche e nutrizionali, garantendo al tempo stesso un’ottima resa. Il processo permette infatti di evitare il rilascio di acqua e la perdita di peso durante la cottura, mantenendo anche il colore naturale delle materie prime.

Pratico e versatile

Alla qualità si unisce poi la praticità, grazie alla facilità e velocità di preparazione, che si può effettuare in diversi modi e senza dover scongelare prima il prodotto: in forno a microonde, per 8 minuti a 800 W (per 500 g di prodotto); in forno a convezione, per 15 minuti a 160 °C (per 2,5 kg di prodotto); in padella per 20 minuti (per 500 g di prodotto).

Molto versatile, il Contorno Rustico Minute si inserisce facilmente in qualsiasi menù, adattandosi a ogni piatto. Il mix di verdure che lo compone consente all’operatore di accompagnare con un contorno fresco e colorato qualsiasi preparazione, dalla più semplice e alla più ricercata, rispondendo all’esigenza sempre più sentita di introdurre vegetali nella loro dieta anche quando consumano il loro pasto fuori casa.

Un’opzione in più per accompagnare i piatti

Disponibile in busta da 2,5 kg (confezione da 4 buste), con shelf life di 24 mesi (conservato a -18 °C), il nuovo arrivato si unisce alle altre quattro referenze della gamma Contorni Minute, permettendo di avere per ogni giorno della settimana una proposta diversa: Fantasia Contadina, con fagiolini verdi e bianchi, carote, cipolle, melanzane prefritte; Fantasia Italiana, con zucchine, carote, patate; Contorno Natura, con broccoli, carotine extra fini, piselli dolci in baccello, patate con buccia; Contorno Tricolore, con cavolfiori, broccoli, carote.

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Conto alla rovescia per la Slow Wine Fair, dal 23 al 25 febbraio a BolognaFiere
Quarta edizione per la fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto. Ad attendere i visitatori, oltre 1.000 cantine da 29 Paesi, più di 5.000 etichette e 300 buyer, 17 masterclass e un ricco programma di conferenze ed eventi, tra amari, spirits e specialty coffee

La Slow Wine Fair, l’unica fiera internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto, è pronta a festeggiare la quarta edizione, in calendario a Bologna da domenica 23 a martedì 25 febbraio.

In contemporanea si svolge SANA Food, l’evento sulla sana alimentazione fuori casa, cui si può accedere con lo stesso biglietto di ingresso alla Slow Wine Fair.

Organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, la Slow Wine Fair promuove i vini frutto di un’agricoltura sostenibile, artigianale, che rispetta la biodiversità e il paesaggio, tesa alla crescita socioculturale delle comunità agricole e a rendere i consumatori più consapevoli.

Vini buoni, puliti e giusti da 29 Paesi

Ad attendere i visitatori sono oltre 1.000 cantine selezionate, provenienti da tutte le regioni italiane e da 28 Paesi del mondo, più di 5.000 etichette al banco d’assaggio e 300 buyer.

Oltre il 50% delle cantine sono biologiche, biodinamiche o in conversione, e molti dei produttori presenti propongono soluzioni di packaging e logistica sostenibili.

Nel loro percorso tra i padiglioni, i professionisti dell’Horeca e della Gdo che cercano vini di alta qualità, e i wine lover, ai quali la manifestazione apre le porte domenica 23, possono spaziare dalle denominazioni più blasonate – quali Amarone, Barolo, Barbaresco, Brunello e Chianti – ai vitigni “minori”, rappresentativi del territorio e della sua biodiversità, dalle aziende più giovani a quelle al femminile.

Masterclass e conferenze

Il programma della Slow Wine Fair offre ben 17 masterclass, le degustazioni guidate che esplorano il panorama vinicolo italiano e internazionale, e conferenze sulla sostenibilità della filiera del vino e la biodiversità dei vini in Italia, affiancate dall’esposizione delle tecnologie, delle attrezzature e dei servizi più innovativi dei partner della sostenibilità.

Amari, spirits e mixology

Nell’area della 5a Fiera dell’Amaro d’Italia, promossa da Amaroteca e Anadi – Associazione Nazionale Amaro d’Italia, produttori di eccellenza raccontano la storia dei propri amari e i loro legami con ingredienti e ricette locali. Nella stessa area trovano spazio gli spirits, la mixology e la new entry dei sidri.

Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow e specialty coffe

Se il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, assegnato ogni anno ai locali che più valorizzano i vini delle categorie in concorso, si estende alla migliore selezione di amari, un’altra novità riguarda gli specialty coffee: di scena a BolognaFiere, alcuni dei top roaster della Slow Food Coffee Coalition, la rete internazionale che unisce i coltivatori di caffè ai principali artigiani torrefattori.

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La creatività di Bruno Vanzan per Marie Brizard
Bruno Vanzan crea quattro nuovi cocktail con i liquori e gli sciroppi della francese Marie Brizard

Storica azienda francese la Marie Brizard è ben conosciuta oggi sul mercato per la sua gamma di liquori e sciroppi e, in particolare per il suo Anisette, liquore all’anice la cui ricetta combina alla perfezione spezie ed erbe aromatiche.

Lunga la storia di un’azienda fondata nel 1755 a Bordeaux. In un’epoca in cui il mondo degli affari era dominato dagli uomini, Marie Brizard fondò con il nipote Jean-Baptiste Roger la Marie Brizard & Roger, divenendo una delle prime donne imprenditrici francesi. Grazie alla qualità dei suoi prodotti e a un’abile rete commerciale, i suoi liquori conquistarono rapidamente la Francia e poi l’estero. La sua Anisette divenne celebre e apprezzata in tutto il mondo.

Dopo la sua morte nel 1801, l’azienda continuò a crescere, ampliando la gamma di liquori e affermandosi come un nome storico nel settore. Oggi Marie Brizard è sinonimo di tradizione e savoir-faire, un marchio che ha attraversato i secoli mantenendo viva l’eredità della sua fondatrice

Nel corso del tempo, Marie Brizard ha poi ampliato la sua gamma con liquori alla frutta, creme e sciroppi, diventando un punto di riferimento nel mondo della mixology. Il marchio si distingue per l’attenzione alla qualità degli ingredienti utilizzati e la ricerca compiuta attorno alle tecniche impiegate per l’estrazione degli aromi da ogni singola materia prima.

Per far conoscere ancora meglio la propria gamma Marie Brizard, per mezzo dei distributori italiani Mixer Cocktails (28 i liquori e 26 i sciroppi in catalogo), ha chiamato Bruno Vanzan, professionista riconosciuto a livello internazionale che ha dato vita a 4 ricette. Eccole:

 

Sunset Veil

45 ml Calvados
30 ml Poire William Marie Brizard
30 ml succo di mela acidificato
1 dash Angostura Aromatic Bitters
10 ml soluzione salina
Preparazione: Shake & double strain

Cherry Alchemy

50 ml Cognac
15 ml cherry
15 ml Mandarine
7,5 ml Nocino
Preparazione: Stir & strain

Scarlet twist

45 ml bourboun whisky
20 ml Jolie Cherry Marie Brizard
5 ml Maraschino Luxardo
2 dash angostura bitter

Basil Noir

40 ml rum 8 anni
15 ml Cherry Liquor
15 ml Cassis de Dijon Marie Brizard
4 foglie di basilico

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Riparte il Sei Nazioni di Rugby e torna il Terzo Tempo Village targato Peroni Nastro Azzurro

Il più importante torneo internazionale di rugby, il Sei Nazioni, debutta allo Stadio Olimpico il prossimo 8 Febbraio. E come ormai è tradizione, torna il Terzo Tempo Village targato Peroni Nastro Azzurro, frutto della consolidata partnership fra il brand birrario e la Federazione Italiana Rugby.

Uno spazio che di anno in anno coinvolge sempre più appassionati, che offre al grande pubblico l’atmosfera unica e coinvolgente del rugby, insieme a un programma di eventi speciali per tutti i partecipanti. «Il Terzo Tempo Village – spiega Viviana Manera, Direttrice Marketing Birra Peroni – è un evento pensato e realizzato per il grande pubblico e di anno in anno si riconferma il luogo dove vivere esperienze uniche grazie al piacere di stare insieme, registrando sempre edizioni da record».

Ad aprire le danze del Terzo Tempo Village sabato 8 febbraio sarà Carl Brave, cantautore e produttore romano tra i più noti della scena musicale contemporanea, che si esibirà dopo il match Italia-Galles. Peroni Nastro Azzurro sarà presente anche nelle altre due tappe romane, domenica 23 febbraio con la sfida Italia-Francia e la musica degli Eiffel 65 e ancora sabato 15 marzo per Italia-Irlanda e il concerto di Salmo, rapper e produttore discografico italiano, a chiudere ufficialmente la manifestazione con la sua musica.
All’interno del villaggio sarà anche allestita The House of Peroni Nastro Azzurro: uno spazio dedicato all’ospitalità e al gusto, per tifosi e all’interno sarà anche prevista un’area dedicata alla Federazione Italiana Rugby, che celebrerà i 25 anni della partecipazione dell’Italia al torneo Sei Nazioni attraverso l’accurata esposizione di maglie e altri pezzi iconici e memorabilia della Federazione.

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