La storia dei rum giapponesi Nine Leaves continua con Velier
Disponibili le prime cinque release della collezione Nine Leaves Unsun Karuta: pezzi unici imbottigliati dopo la chiusura della distilleria fondata da Yoshiharu Takeuchi. Un progetto di La Maison & Velier che ha rilevato l’intero stock dei barili in invecchiamento in Giappone

A fine 2023 ha cessato le sue attività la piccola distilleria giapponese Nine Leaves, fondata 10 anni prima da Yoshiharu Takeuchi e subito impostasi all’attenzione mondiale per l’alta qualità dei suoi rum artigianali. Lo spirito e, soprattutto, gli spirit della distilleria però continuano a vivere, per la gioia dei cultori del rum. Grazie a Velier, già importatrice per l’Italia dei rum Nine Leaves, e al suo patron Luca Gargano che, attraverso La Maison & Velier, la realtà attiva nel mondo degli spirit premium creata con Thierry Benitah della francese La Maison du Whisky, ha rilevato l’intero stock dei barili in invecchiamento presso la distilleria e l’ultimo lotto di rum bianchi. Barili dei quali sono ora disponibili i primi imbottigliamenti, pezzi unici che inaugurano la collezione Nine Leaves Unsun Karuta: Nine Leaves White – Last Drops, Nine Leaves 2017 ex-Bourbon Cask Small Batch, Nine Leaves 2017 ex-Russian Cask Small Batch, Nine Leaves 2016 ex-American Oak Single Cask #7 e Nine Leaves 2014 ex-American Oak Single Cask #5.

Una produzione d’eccellenza

Cinque prodotti che esprimono la tensione verso l’eccellenza che ha animato il progetto di Yoshiharu Takeuchi, che per l’intero decennio si è occupato da solo di tutte le fasi di produzione dei suoi rum, dalla fermentazione all’imbottigliamento, utilizzando i metodi artigianali tradizionalmente applicati ai single malt e curandone ogni dettaglio. A partire dalle materie prime. La distilleria sorge nella città di Otsu, sulle rive del Lago Biwa, nel cuore della prefettura di Shiga non lontano da Kyoto. Nelle sue vicinanze c’è una sorgente sotterranea che fornisce acqua purissima che sgorga dalla montagna di Ishiyama e viene filtrata attraverso una roccia vulcanica. Un’acqua molto povera di minerali che favorisce la fermentazione del Kokuto, altro ingrediente chiave, un concentrato al 100% dello zucchero che proviene dall’isola di Tarama-jima, nell’arcipelago di Okinawa, celebre per il suo zucchero di canna.

Per la fermentazione viene utilizzato uno specifico lievito lievito autoctono, solitamente utilizzato per panificare, con una forte influenza dell’Oceano Panicifico e dura circa quattro giorni. Mentre la distillazione è effettuata con due pot still scozzesi Forsyth’s, acquistati su consiglio di Ichiro Akuto, il proprietario di Chichibu famosa per i per i malti Ichiro’s, per la quale Takeuchi aveva lavorato in passato, e ritenuti ideali per esaltare la complessità aromatica dei distillati. Il primo ha una base larga che consente un processo di riscaldamento più lento, favorendo la creazione di aromi potenti. Il secondo ha un design slanciato, in stile Glenmorangie, che permette un maggior contatto con il rame e porta a un reflusso più grande durante la distillazione, separando i componenti più leggeri dagli olii pesanti, così da ottenere un distillato più puro e raffinato.

Altro passaggio fondamentale è l’invecchiamento, per il quale Takeuchi ha utilizzato diversi tipi di botte, ex-vino, ex-bourbon, di rovere americano, russo e altre, ognuna delle quali aggiunge aromi unici, e che viene fatta in due diversi luoghi: un magazzino o una miniera, le cui diverse condizioni ambientali influenzano in modo diverso l’evoluzione del sapore del rum. Nel magazzino, sottoposto a importanti oscillazioni di temperatura, gli sbalzi termici fanno sì che il distillato si espanda e si contragga all’interno della botte, accelerando l’estrazione dei composti dal legno e portando a sapori più decisi. Inoltre, i continui cambiamenti accelerano anche l’ossidazione, ammorbidendo il rum e bilanciandone l’intensità. Nella miniera, dall’umidità elevata e temperature molto basse, l’ambiente più stabile fresco rallenta il processo di invecchiamento, favorendo lo sviluppo di sapori sottili e delicati che donano al distillato una personalità raffinata.

Le cinque espressioni Nine Leaves Unsun Karuta

Da questo meticoloso processo produttivo sono nati i primi 5 imbottigliamenti che aprono la serie Nine Leaves Unsun Karuta e ora arrivati in Italia.

Nine Leaves White – Last Drops (alc 62% in vol), l’ultimo distillato imbottigliato prima della chiusura definitiva della distilleria, si caratterizza per la deliziosa combinazione di potenza e delicatezza e per il suo carattere ossidativo e gli aromi di canna fresca. Al naso è ricco e denso e presenta sentori di miele, zucchero di canna, rosa e albicocca, prolungandosi con toni di anice e mentolo e uno strato di liquirizia sul finale. Al palato è vivace, rotondo e cremoso, rivelando note di succo di canna fresco, limone e mash di fermentazione, con sfumature di senape, per chiudere con un finale energico e persistente, sempre più vicino alla canna da zucchero.

Nine Leaves 2017 ex-Bourbon Cask Small Batch (alc 59% i vol) e Nine Leaves 2017 ex-Russian Cask Small Batch (alc 58% in vol) sono invece due espressioni create dalla selezione e blending di barili. Il primo, invecchiato in quattro botti ex-Bourbon, è fine ed etereo al naso, con toni di legno di sandalo ed eucalipto, accompagnati da sentori di frutti tropicali, sfumature tostate e praline, per evolvere in aromi floreali, di zucchero di canna e di marshmallow. Diretto e chiaro al palato, ha note di cocco, mandarino, albicocca e caramella mou armoniosamente combinate, che virano poi su toni più vegetali di canna da zucchero matura e pepati. Il finale è raffinato e persistente.

Il secondo è un blend di rum maturati in quattro botti di rovere russo e presenta aromi di frutta e miele con sfumature più vinose e fibrose. Vivace al palato, ha una palette di sapori ricca di note erbacee di fieno tagliato ed erba medica, che sfuma in vaniglia cremosa, per un finale morbido, con un sottofondo di cioccolato amaro che esplode negli aromi dello zucchero di canna.

Nine Leaves 2016 ex-American Oak Single Cask #7 (alc 59% in vol) è un single Single Cask distillato nel 2016 invecchiato in botti di rovere americano di secondo riempimento, dai ricchi aromi di iris, pompelmo, noce e vaniglia seguiti da sentori fruttati, freschi e medicinali. Al palato è deciso e potente, con note di limone e miele, con lo zucchero di canna che copre delicatamente la lingua, regalando una piacevole freschezza rafforzata dalle sfumature di piante aromatiche e si chiude con note tropicali di lime, kiwi giallo, banana e cocco.

Altro Single Cask, sempre invecchiato in botti di rovere amricano di secondo riempimento è Nine Leaves 2014 ex-American Oak Single Cask #5 (alc 59% in vol). Distillato nel 2017, si caratterizza per i raffinati e freschi sentori di pepe, frutta tropicale, yogurt, fibra di canna da zucchero, zenzero e cocco in polvere, e al palato è pulito e vivace, con una palette aromatica di un bourbon di qualità superiore, ricca di note di scorza d’arancia, zucca e miele di canna e un finale pieno e persistente, con sfumature di miele, spezie e cioccolato.

Per le loro bottiglie Luca Gargano ha scelto etichette ispirate all’Unsun Karuta, un gioco di carte tradizionale giapponese la cui origine risale alla fine del XVII secolo, così da rendere omaggio a un rum 100% del Paese del Sol Levante. Nei prossimi anni verranno rilasciate nuove espressioni di Single Cask in Small Batch Nine Leaves e ogni etichetta svelerà una nuova carta della collezione.

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Winterhalter, la scelta vincente per chi vuole fare la differenza
Tecnologici, all’avanguardia e amici dell’ambiente, i sistemi di lavaggio Winterhalter sono progettati per rispondere alle esigenze dei cocktail bar, garantendo bicchieri puliti e brillanti e assicurandone la lunga durata nel tempo

Un bicchiere pulito è il biglietto da visita di un cocktail bar di successo. Nei locali dove la cura per i dettagli è fondamentale, la presentazione del drink è tanto importante quanto il suo sapore. Un cocktail può avere ingredienti straordinari e una preparazione impeccabile, ma se servito in un bicchiere con aloni o imperfezioni, l’esperienza del cliente non sarà di certo positiva. Ecco perché la scelta di una soluzione di lavaggio professionale e, soprattutto, di una lavabicchieri è fondamentale.

La fragilità di molti calici, la necessità di lavaggi frequenti e rapidi e il rischio di aloni o opacità dovuti a residui di detersivo o minerali nell’acqua sono problematiche quotidiane. Inoltre, l’intenso ritmo di lavoro nei locali richiede soluzioni efficienti e affidabili per mantenere alti standard di qualità senza rallentare il servizio.

Ed ecco che entra in gioco Winterhalter, partner ideale per chi vuole garantire bicchieri impeccabili e brillanti.

Soluzioni progettate per le esigenze dei professionisti

I sistemi di lavaggio Winterhalter sono progettati specificamente per rispondere alle esigenze di settori come quello dei cocktail bar. Altamente tecnologiche e all’avanguardia, eliminano completamente i residui di minerali e calcare, assicurando risultati perfetti al primo lavaggio. Inoltre, i programmi personalizzati permettono di trattare con delicatezza anche i bicchieri più fragili, garantendo una lunga durata nel tempo.

Inoltre, è importante sottolineare come ottimizzano il consumo di acqua, energia e detergenti. Questo non solo riduce i costi operativi, ma contribuisce anche alla sostenibilità ambientale – un valore importante per Winterhalter e sempre più apprezzato dai clienti e dai gestori di locali.

Un sistema completo

Il sistema completo che comprende lavastoviglie, trattamento acqua, cestello e chimica, rappresenta la soluzione ottimale per qualsiasi ristoratore. Bicchieri perfettamente puliti e brillanti non solo valorizzano i drink, ma trasmettono professionalità e cura per i dettagli.

La cultura del lavaggio nel bartending

Insieme ad Ambrogio Ferraro di Bar is the Name, abbiamo avviato la rubrica Clean and Mix per trasmettere la cultura del lavaggio nel mondo del bartending. Ogni mese uscirà un episodio e sarà un viaggio dietro il bancone, dove bicchieri delicati, cocktail innovativi e pulizia perfetta saranno il focus su cui si fonda la qualità del servizio.

Per chi desidera fare la differenza, Winterhalter rappresenta una scelta vincente.

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Baritalia 2025 parte da Firenze il 24 marzo! Manda la tua ricetta entro il 2 marzo
A Firenze la prima tappa di Baritalia 2025. Verranno selezionati i primi 14 finalisti per la finalissima di Venezia. Scopri i prodotti del paniere e candida la tua ricetta

Riparte il tour nella Penisola di Baritalia! Primo appuntamento dell’edizione 2025 è a Firenze il prossimo lunedì 24 marzo: un appuntamento da non perdere per bartender e professionisti del fuori casa. Come sempre ad attenderli c’è una ricca giornata di sfide e di masterclass, possibilità di confronto, incontro e networking.

Con la tappa in terra toscana prende il via la selezione dei finalisti di Baritalia Lab: in fondo all’articolo c’è il form da compilare per candidare la propria ricetta. Per farlo c’è tempo fino al 2 marzo e in palio ci sono 14 posti per la finalissima che si terrà il 24 novembre a Venezia.

MANDA LA TUA RICETTA

Essenzialità, ma con gusto

Anche quest’anno Baritalia sarà incentrata sul tema “Back to Basics”, un invito a tornare alle origini, a ricoprire le fondamenta della miscelazione, a rivalutare la bellezza della semplicità e a concentrarsi sugli elementi essenziali che rendono grande il mestiere del bartender e che fanno di questa figura un maestro di ospitalità.

A questa filosofia dovranno ispirarsi i concorrenti che vogliono cimentarsi nella sfida, dando vita a drink innovativi attraverso un approccio semplice o a originali rivisitazioni dei classici, reinterpretandoli in modo da esaltarne la purezza e la sobrietà, senza però alterare il fascino intramontabile delle loro storie. In ogni caso i cocktail dovranno essere creati utilizzando massimo 4 ingredienti (garnish esclusa) ed esaltando le qualità dei prodotti sponsor.

Bartender maestro di ospitalità

Ma i concorrenti dovranno dare prova anche della loro arte dell’ospitalità. I giudici premieranno infatti non solo l’abilità tecnica e la qualità del drink, ma anche la capacità di trasformare il servizio in una performance memorabile, dove ogni dettaglio contribuisce a far sentire il cliente il vero protagonista.

LEGGI IL REGOLAMENTO DI BARITALIA 2025

 

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Svanen, un’ex farmacia di fine Ottocento divenuta cocktail bar a Oslo
Gli interni originali di un locale vincolato, oggi ospitano il 72esimo bar al mondo . Il progetto di Yunus Yildiz, ex Himkok

Svaneapoteket era il nome della farmacia che qui, all’imbocco di Karl Johans Gate, il corso principale di Oslo, aprì i battenti nel 1896. Centovent’anni dopo gli stessi spazi, brillantemente conservati e riportati a commovente splendore, ospitano uno dei locali più caratteristici e apprezzati di Scandinavia, se non d’Europa: Svanen. Insieme agli elementi di marmo (colonne incluse) e le strutture in splendido mogano originale, è rimasto il nome: Svanen, appunto, cigno in norvegese come si nota dal logo e dalle statuine disseminate per tutti gli ambienti, che ancora oggi mantengono i dettagli dell’epoca, come cornici, barattoli di spezie e diciture.

La firma sull’apertura è di Yunus Yildiz, già co-fondatore del pluripremiato Himkok, da cui si è distaccato nel 2019. Gli ci è voluto ben poco per portare anche questa nuova insegna ai livelli più alti dell’ospitalità mondiale (72esimo nell’ultima lista dei World’s 50 Best Bars), grazie a un attentissimo lavoro di ricerca, recupero e conservazione storica. Svanen è uno splendido anello di congiunzione tra il passato, che rivive nel piano d’ingresso e si respira seduto nelle booths, ai tavolini rotondi o al meraviglioso bancone da farmacia (tenuto, anche se più basso dei banconi bar standard) dove opera l’italianissimo head bartender Carmine Di Marino, e il domani, che invece ha recentemente fatto capolino al di sotto del pavimento in mattonelle bianche e nere.

Oltre il gioco di specchi che quasi porta a Oslo gli ambienti dei caffè letterari centroeuropei d’antan si apre una scalinata un tantino troppo ripida, ma meritevole d’essere percorsa per raggiungere la seconda anima di Svanen, disvelata sul finire di 2024. Cambiano musica, luci e menu, per una dimensione di avanguardia e velocità: se al piano di sopra si gode dell’accoglienza lenta e diluita dei gesti classici vestiti in camice bianco, poi tradotti in estetica pulita e ricette secolari (in carta Fish House Punch e A la Louisiane, per dirne un paio, al prezzo medio di 195 Nok, circa 18 euro), qui si ascolta elettronica, il bancone è d’ultimissima generazione (firmato Tayēr X Behind Bars), le miscele aumentano di complessità (il Dirty Fashioned, strepitoso, è con Scotch Whisky, Calvados di pere VSOP, burro, salamoia d’olive, bitter alla liquirizia), i colori si fanno sgargianti e gli interni più asettici e tecno.

Come se non bastasse, Yildiz ha da poco lanciato anche la sua linea di glassware, la Svev Glass, con cui raggiunge già dieci paesi. Svanen è aperto tutti i giorni con chiusura allo scoccare della mezzanotte, fedele alle usanze scandinave che addirittura portano l’orario di apertura alle 14 il venerdì e sabato.  Visitare un pezzo di storia dell’architettura locale non è mai stato così piacevole.

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A Milano, il 18 febbraio, la finale di Artista del Panino 2024
Si è tenuta lo scorso 26 novembre la semifinale di Artista del Panino 2024. Ecco gli esiti e gli otto finalisti

E finalmente ecco la finale. Il 18 febbraio si alza il sipario sull’ultimo atto del concorso concorso organizzato da Agritech e Lanterna, marchi di Vandemoortele, in collaborazione con Bargiornale e giunto quest’anno alla sua nona edizione. Teatro della sfida sarà lo SpazioParcoMilano in viale Lomellina, 27A a, Buccinasco.

Come ormai avviene da qualche anno, la finale dell’Artista del Panino avverrà in due fasi. Nella prima i finalisti dovranno preparare la ricetta con cui, durante la semifinale, si sono aggiudicati il diritto a partecipare alla fase conclusiva del concorso.

Nella seconda, due tra gli otto concorrenti, i migliori secondo la giurie (tecnica e popolare), dovranno sfidarsi in una superfinale. Qui i due “superconcorrenti” dovranno ideare e preparare un panino con gli ingredienti che verranno svelati loro solo al momento. Uno chef membro della giuria darà loro poche indicazioni e poi sarà compito, e bravura, loro convincere i giurati che il proprio panino si merita il titolo.

Cosa ci aspetta, dunque, dalla finale milanese? Una gara agguerrita ovviamente, ma anche momenti di crescita professionale e confronto tra colleghi. Il modo giusto per iniziare un 2025 che vedra svolgersi, nientemeno, la decima edizione del concorso. 

E allora ecco gli otto finalisti che a febbraio, a Milano, si contenderanno il titolo di Artista del Panino 2024.








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Le nuove linee guida per la sicurezza nei pubblici esercizi
Con il DM 15.01.2025 il ministero dell’Interno ha emanato le linee guida per la prevenzione di atti illeciti nei pubblici esercizi, che chiamano i gestori a collaborare in modo più stringente con le autorità di polizia per prevenire situazioni di pericolo o crimini all’interno o nelle vicinanze dei locali. L’analisi del nuovo provvedimento

Il ministero dell’Interno, con il DM 15.01.2025 (pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 20 del 25 gennaio 2025), ha adottato le linee guida per la prevenzione di atti illeciti nei pubblici esercizi, con indirizzi per l’elaborazione di accordi provinciali tra le prefetture e le associazioni di categoria e con l’adozione di un Codice di condotta per gli avventori, con divieti su armi, sostanze stupefacenti e comportamenti molesti.

Le linee guida, precisa il Viminale, forniscono indirizzi per la stipula di accordi in sede territoriale ai quali è possibile aderire su base volontaria, senza alcun obbligo.

Esercenti integrati nel sistema di sicurezza pubblica

Nonostante ciò, il decreto ha suscitato una reazione negativa da parte dei proprietari e gestori dei pubblici esercizi e delle relative associazioni di categoria, preoccupati dal fatto che, alla fine, si debbano prendere in carico del controllo della legalità e sicurezza non solo dentro ma anche fuori dai locali, nonostante la volontarietà e la non obbligatorietà.

Le linee guida promuovono la prevenzione con collaborazione, responsabilizzando gli esercenti che vengono integrati nel sistema di sicurezza pubblica e mirando a definire una collaborazione tra gestori e autorità di sicurezza per innalzare il livello di prevenzione e garantire l’ordine e la cooperazione tra autorità pubbliche e associazioni rappresentative dei gestori.

A chi si rivolgono le linee guida

Le norme si rivolgono agli esercizi pubblici: locali di somministrazione di alimenti e bevande, le strutture ricettive comprese quelle che erogano servizi para-alberghieri, gli stabilimenti balneari, le sale giochi lecite e i locali di pubblico spettacolo e trattenimento.

Gli accordi provinciali prevedono l’impiego di personale qualificato per il controllo, la designazione di un “referente della sicurezza” per la comunicazione diretta con le autorità e la sorveglianza degli eventi non autorizzati per contrastare fenomeni di abusivismo.

I vantaggi per gli esercenti virtuosi

Gli esercenti (virtuosi) che aderiscono agli accordi e rispettano le misure previste ottengono valutazioni favorevoli da parte del questore per provvedimenti riguardanti la sospensione o la revoca della licenza nel caso di tumulti o gravi disordini, di abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che  costituiscano pericolo per l’ordine o la moralità pubblica, il buon costume o per la sicurezza dei cittadini (articolo 100 testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e la riduzione del carico di responsabilità oggettiva per fatti legati alla sicurezza.

Dispositivi per la sicurezza

Le associazioni di categoria devono promuovere formazione per il personale e sensibilizzazione pubblica per diffondere una cultura della legalità

È richiesto un impegno per mantenere standard di sicurezza e rispetto della legalità quali la videosorveglianza e l’illuminazione, l’installazione di sistemi esterni per monitorare accessi e uscite con la conservazione e manutenzione dei filmati per supportare le indagini, la segnalazione tempestiva alle forze di polizia di situazioni di rischio, illegalità o pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, la garanzia di massima collaborazione e la segnalazione di eventi con grande afflusso.

Altri impegni dei gestori

Inoltre gli esercenti dovranno aver rispettato le previsioni per la somministrazione di bevande alcoliche, regolamentato e fatti rispettare i criteri relativi all’accesso e alla permanenza all’interno dei locali e nelle immediate vicinanze, rendendoli noti alla clientela e osservato le vigenti disposizioni di legge a tutela dei minori, con particolare riferimento al divieto di somministrazione di bevande alcoliche e accesso a giochi vietati ai minori e  identificazione obbligatoria tramite documenti.

L’avventore modello

L’”avventore modello” immaginato dal Codice di condotta (da affiggere nei locali dove viene svolta l’attività) non porta armi né droga né spray al peperoncino; si impegna ad evitare comportamenti molesti e a non abbandonare bottiglie di vetro.

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Pos e registratori telematici sempre interconnessi dal 2026
La legge di bilancio 2025 impone dal 1° gennanio 2026 la trasmissione aggregata dei dati dei pagamenti elettronici unitamente a quelli dei corrispettivi telematici e che gli strumenti con i quali la moneta elettronica è accettata siano sempre collegati a quello con cui si memorizzano e trasmettono i corrispettivi. Non sono previsti bonus per l’aggiornamento di hardware e software

La legge di bilancio 2025 (legge 207/2024 articolo 1, commi 74-76) dispone che, per un maggior controllo sugli incassi degli esercizi e dei negozi, dal prossimo 1° gennaio 2026 dovranno essere inviati unitamente il totale degli scontrini emessi e quello dei pagamenti ricevuti tramite strumenti elettronici (Pos e simili).

Fino al 31 dicembre 2025, invece, nel tracciato trasmesso dagli esercenti sono indicate solo le modalità di pagamento e gli importi ricevuti, ma sono gli operatori finanziari a trasmettere a parte i dati identificativi e l’importo complessivo dei pagamenti; l’Agenzia delle entrate provvede ora a riconciliare i diversi dati ricevuti mentre dal 2026 eventuali differenze dei pagamenti rispetto ai corrispettivi saranno immediatamente visibili per l’unitarietà dei due dati trasmessi.

Naturalmente è normale che il totale dei corrispettivi sia superiore al totale dei pagamenti elettronici in quanto alcuni importi sono quasi sempre incassati in contanti. Il problema sarà nel caso opposto, se i pagamenti telematici sono superiori ai corrispettivi: ciò potrebbe significare che per alcuni di questi non sia stato rilasciato lo scontrino fiscale con conseguente evasione di imposta, sia di Iva sull’importo dovuto sia di imposte dirette e contributi previdenziali, quando dovuti, sul reddito conseguito in seguito all’operazione.

Pos sempre collegato al registratore di cassa

Viene imposta, oltre all’autenticità dei dati, anche la piena integrazione e interazione del processo di registrazione dei corrispettivi con quello di pagamento elettronico. Gli strumenti con cui la moneta elettronica è accettata devono essere sempre collegati a quello con cui si memorizzano e trasmettono i corrispettivi telematici, così che possano un unitariamente essere registrati individualmente e inviati in modo aggregato giornaliero.

Sanzione in caso di mancato collegamento

La sanzione amministrativa prevista per l’omessa installazione degli apparecchi per l’emissione dello scontrino fiscale si applicherà anche nel caso di mancato collegamento degli strumenti per i pagamenti elettronici a quello che registra, memorizza e trasmette i dati dei corrispettivi e dei pagamenti elettronici giornalieri.

Vengono estese le sanzioni per la mancata emissione di ricevute fiscali o scontrini fiscali ai comportamenti di mancata o non tempestiva memorizzazione o trasmissione con dati incompleti o non veritieri dei pagamenti elettronici ricevuti.

Niente bonus per aggiornare il registratore

Quindi nel 2025 gli esercenti avranno anche l’ingrato compito di provvedere alle modifiche hardware e software. Per questa novità non è previsto nessun credito di imposta o contributo.

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Mattia Pastori presenta “Il figlio del bar”
Il bartender e titolare di Nonsolococktails racconta il suo libro, Il figlio del bar, edito da Tecniche Nuove

Big del panorama della miscelazione internazionale, Mattia Pastori è anche autore di Il figlio del bar, libro edito da Tecniche Nuove (296 pagine), nel quale racconta la sua carriera professionale e molto altro. Un testo, come spiega nell’intervista a Stefano Nincevich, vicedirettore di Bargiornale, che ne ha firmato la prefazione, che si rivolge sia a un pubblico di bartender già formato sia a chi vuole avvicinarsi a questa professione e al mondo del bar.

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Il figlio del bar è infatti la storia di un bambino che diventerà bartender di fama internazionale e un riferimento della mixology italiana. La sua ricetta di vita, metà testa, metà cuore. Il suo sguardo mentre scopre il mondo del bar e poi quello dei cocktail e cresce fra sfide, scoperte di ingredienti, possibilità di abbinamenti e abitudini diverse, ottimismo, momenti bui, bagni d’umiltà e una caduta importante.

Da lì solo una nuova rinascita è possibile con una scelta che metta assieme tutto quello che ha imparato. E siamo solo a quaranta, i primi 40 anni di Mattia Pastori. La sua condivisione, scanzonata e serena, getta flash di luce sui bar di paese che furono, sui locali di lusso, sulla fatica e la passione. Offre ricette di cocktail classici, con schede da staccare, di cocktail signature, foto strepitose e nozioni da manuale, servite a bordo pagina.

Nel volume, graficamente molto ricercato, racconta la sua esperienza inframezzata da decine di ricette di cocktail. Il figlio del bar è una biografia, è un viaggio nella passione, è la storia del bar italiano e molto altro. Una particolarità: tramite codice QR si accede anche al racconto in prima persona di ciascuno dei 40 cocktail.

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Iginio Massari: «Il successo è fatto di competenze e capacità di comunicare»
Il presidente Apei ci parla del futuro della pasticceria italiana, tra la sfida delle nuove ricette e quella della semplificazione. Che passano per un uso consapevole della tecnologia

Autenticità, tecnologie, materie prime, ben mescolando il tutto con una buona dose di competenze. È la ricetta per una pasticceria di qualità e vincente di Iginio Massari, gran maestro dell’arte dolce e presidente di Apei (Ambasciatori pasticceri dell’eccellenza italiana). Negli studi di Bargiornale Tv a Sigep 2025 racconta come per emergere e avere successo in questo campo bisogna essere capaci di conquistare il consumatore con proposte ben bilanciate e che raccontino il territorio.

Nell’intervista ad Andrea Mongilardi Massari affronta altri due aspetti cruciali: l’uso consapevole delle tecnologie per semplificare il lavoro e come leva di competitività, e la capacità di comunicare, soprattutto facendolo modo corretto.

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Food&cocktail: al Nite Kong chef protagonisti di cinque pairing night
Nite Kong lancia il format MidNite Chef, con chef famosi ospiti per una serata di food&cocktail pairing che punta sulla combinazione fra cibo e miscelati

«Comprendere come la complessità di un piatto si sposi perfettamente con la complessità di un drink»: è questo l’obiettivo della nuova iniziativa targata Patrick Pistolesi e co. che porta una cinquina di grandi chef come ospiti speciali, nella cornice del Nite Kong di Roma, lo spin-off del Drink Kong che piace agli amanti della notte.

Patrick Pistolesi

Il format è intitolato MidNite Chef ed è pensato come un’esperienza immersiva di food&cocktail pairing. Una novità assoluta per un cocktail bar abituato a ospitare guest internazionali, ma principalmente di bartender e che per la prima volta punta tutto sulla combinazione fra cibo e miscelati. Cinque serate in cui si avvicenderanno i piatti di rinomati chef e i cocktail di Pistolesi e della sua squadra di campioni della miscelazione in un percorso in tre piatti più un piccolo benvenuto, in abbinamento a tre cocktail creati ad hoc (al costo di 90 euro a persona) dal team del patron Patrick Pistolesi e della bar manager Alice Musso.

Andrea Antonini, chef di Imago all’Hassler

L’esperienza sinestetica su cui si basa il format del Nite Kong si arricchisce, quindi, di un nuovo piano di sensazioni, con lo scopo di valorizzare l’esperienza gastronomica. Ad aprire le danze, in una serata a invito, lo chef Andrea Antonini, di Imàgo all’Hassler a Roma (1 stella Michelin). Le prenotazioni si aprono da giovedì 6 marzo, con la shift di Koji Nakai, dell’omonimo ristorante giapponese Nakai, sempre a Roma: sarà una serata ad alto tasso di poetica del Sol Levante, in cui Pistolesi potrà sfoggiare la sua conoscenza e passione per tutto ciò che ha a che fare con il Giappone. Il 3 aprile sarà la volta di Fabio Verrelli D’Amico, chef di Mater1apr1ma (1 stella Michelin), ristorante di Pontinia (Latina), che ama valorizzare i prodotti delle terre della bonifica. Infine, i due appuntamenti conclusivi (data da definire): a maggio con Francesco Apreda, chef di Idylio by Apreda (1 stella Michelin, a Roma) e a giugno con Anthony Genovese, chef del Pagliaccio (2 stelle Michelin, a Roma).

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