Sant’Agata Feltria

Sant’Agata Feltria è posta tra le valli dei fiumi Savio e Marecchia, sulle colline del Montefeltro, nell’entroterra riminese.


PERCHÉ VISITARLA

Leggende fondative e aspetto fiabesco, col suo castello prestato dall’iconografia classica delle favole, rendono questo paese uno dei centri più caratteristici del Montefeltro, capace di offrire piacevoli itinerari culturali, naturalistici, spirituali e gastronomici.


QUANDO ANDARCI E COSA VEDERE

Le sue origini risalgono al periodo pre-romano, quando in questi luoghi si insediarono antiche tribù, forse Solonati di origine centro italica, popoli di agricoltori, pastori e cacciatori, che si stabilirono nelle foreste dell’Appennino.

Sant’Agata si presenta al visitatore come uno splendido borgo antico, ben conservato, con diversi complessi di notevole valore storico, piacevole da visitare soprattutto nella bella stagione.

Dalla fine del IX sec., appartenne a vari feudi, fra i quali i Malatesta, i Montefeltro e infine alla signoria dei Fregoso, che diedero il nome alla Rocca, del X secolo, restaurata da Francesco di Giorgio Martini nel 1474. Sotto i Fregoso, il bel centro storico si arricchì di nuovi edifici, come il seicentesco Palazzone, che ospita il Teatro Angelo Mariani, uno dei più antichi d’Italia, con struttura interamente in legno.

Sant’Agata è intrisa di spiritualità e allo stesso è un concentrato di luoghi mistici tra cui santuari e conventi come: la Collegiata di Sant’Agata, del X sec, il cui aspetto attuale deriva dai restauri baricchi del 1776; la Chiesa di San Francesco della Rosa, che si riallaccia a una visita di San Francesco d’Assisi; la Chiesa e il convento di San Girolamo, costruita nel 1560 dai Fregoso; la Chiesa e il convento dei Cappuccini, fondato nel 1575 per volere di Lucrezia Vitelli Fregoso; la Chiesa e il convento delle Clarisse e il Santuario della Madonna del Soccorso, costruito nel 1520 lungo l’antica strada per Perticara e Rimini, a ringraziamento della vittoria contro un esercito invasore.


APPUNTAMENTI DI RILIEVO

Assai rinomata è la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato che si svolge ogni anno nelle domeniche di ottobre. Interessanti e caratteristici anche i suoi mercatini di Natale.


NEI DINTORNI

Diversi sono i centri abitati di notevole valore storico e di grande pregio, tra cui Petrella Guidi (6 km), affascinante borgo fortificato, che incanta già alla vista a distanza.


UFFICI INFORMAZIONI

UIT Sant’Agata Feltria Piazza Garibaldi 31 Sant’Agata Feltria (RN) telefono: 0541 848022 fax: 0541 848022 info@prolocosantagatafeltria.com Apertura: Annuale

Entroterra e i borghi di Rimini

Longiano

La città di Longiano, in provincia di Forlì-Cesena, si trova sui primi colli fra Cesena e Rimini, a 179 metri sul livello del mare, in prossimità della Statale 9 via Emilia.
Dall’autostrada A14 Bologna-Ancona si esce ai caselli di Cesena o al casello “Valle del Rubicone” a Gatteo: i due distano rispettivamente 14 e 10 km circa dal borgo longianese. In treno, le stazioni più vicine sono quelle di Cesena, Gambettola e Savignano sul Rubicone.


PERCHÉ VISITARE LONGIANO

Longiano, borgo di origini medioevali ottimamente conservato, offre numerose testimonianze storiche e artistiche, tutte da scoprire e da riscoprire.
Il centro storico conserva ancora bene visibile la caratteristica doppia cinta muraria, un Castello di origini medioevali, già residenza dei Malatesta, un’imponente Torre Civica, ben cinque musei, un rifugio bellico, due importanti chiese storiche, un teatro ottocentesco.
Il borgo è circondato da un territorio collinare che offre la possibilità di escursioni lungo strade e sentieri.
Completano il quadro gustose eccellenze enogastronomiche e ottimi ristoranti.


QUANDO ANDARE A LONGIANO E COSA VEDERE

Longiano è pronta ad accogliere i visitatori tutto l’anno. Dal Castello la vista è sempre mozzafiato: si dominano le colline circostanti e la pianura, e lo sguardo arriva fino al mare Adriatico e alla Riviera romagnola.

Nelle prime settimane di marzo, grazie ai numerosi frutteti che circondano il centro,i tappeti di fiori bianchi e rosa della fioritura primaverile sono uno spettacolo per gli occhi. L’autunno dona alla campagna colori suggestivi, e nel periodo natalizio l’atmosfera si fa magica nel percorso di Longiano dei Presepi.


DA NON PERDERE A LONGIANO

In primo luogo, è d’obbligo una visita al Castello Malatestiano, e ai tesori della Fondazione Tito Balestra che vi sono custoditi: un’originalissima collezione di opere dei massimi artisti del Novecento italiano, come Guttuso, Maccari, Mafai, Morandi, Sironi, De Pisis, Vespignani, Zancanaro e numerosi altri, più una piccola ma significativa selezione di artisti stranieri: Goya, Chagall, Matisse, Kokoschka.

La visita continua lungo altri quattro musei, che dimostrano l’attenzione della città per la cultura e l’arte: Museo della Ghisa, Museo d’Arte Sacra, Museo del Territorio e Galleria delle Maschere.

Il Teatro Petrella è un gioiello ottocentesco, tipico esempio di teatro all’Italiana, finemente decorato e caratterizzato da un’acustica straordinaria e da un’attività artistica ancora vivacissima.

Si possono visitare anche interessanti chiese storiche con capolavori dal Trecento all’Ottocento.

Il Rifugio Bellico è un sotterraneo che attraversa il Centro Storico e testimonia un periodo drammatico per Longiano e la Romagna: i bombardamenti della seconda guerra mondiale.


SULLA TAVOLA

Le specialità gastronomiche della cucina longianese sono sostanzialmente quelle della Romagna: in tavola primi come cappelletti in brodo, passatelli, tagliatelle al ragù, lasagne, strozzapreti; tra i secondi classici gli arrosti, galletto al tegame con pomodorini, coniglio con patate al forno, castrato, e maiale (spicca la pregiata razza Mora Romagnola) in tutte le due forme, naturalmente da accompagnare con la piadina.

Sulle colline longianesi si coltivano alberi da frutto – ciliegi, peschi, susini, albicocchi – e si producono miele, vini tipici della Romagna – sangiovese, trebbiano, albana – e soprattutto un ottimo olio extravergine di oliva: si può anche visitare l’antico frantoio Turchi, nella frazione di Balignano.


PER TENERSI IN FORMA

Dal centro si dipartono strade e sentieri immersi nella campagna, e perfetti per camminate rilassanti, trekking, escursioni in bicicletta sportiva o mountain bike. Alcune strutture ricettive offrono fra i loro servizi anche la piscina.


APPUNTAMENTI DI RILIEVO

A Longiano si tengono numerose iniziative come la Sagra della Ciliegia (2 giugno), la festa enogastronomica Vini e Sapori in Strada in collaborazione con la Strada dei Vini e dei sapori di Forlì e Cesena (secondo sabato di luglio), la Settimana Longianese (ultima settimana di luglio). Nel periodo natalizio, dall’8 dicembre a metà gennaio, si svolge Longiano dei Presepi, un percorso di più di cento Natività nel centro storico.

Da non dimenticare le numerose attività culturali della Fondazione Balestra e la ricca stagione teatrale al Teatro Petrella.


INFORMAZIONI E CONSIGLI UTILI

Parcheggi: piazza XI Ottobre 1944 (retro Municipio); parcheggio sotterraneo via Circonvallazione (retro Municipio); piazza Racca.
Area camper: piazza Racca (gratuita e attrezzata con pozzetto, acqua e servizi)


UFFICI INFORMAZIONI

UIT LongianoVia Porta del Girone 2 Longiano (FC)telefono: + 39 0547 665484 iat@comune.longiano.fc.it http://www.comune.longiano.fc.it Apertura: Annuale

Entroterra e i borghi di Rimini

Mondaino

A 15 km da Riccione e Cattolica si trova Mondaino, arroccata sulla cresta che divide le valli dei fiumi Tavollo e Foglia, la Romagna e le Marche.
Sul monte dove un tempo pascolavano i daini nacque un borgo fortificato, caposaldo della Signoria dei Malatesta, proprio al confine con le terre dei rivali Montefeltro, duchi di Urbino.
Tutta la struttura del paese ci parla di questo passato che ogni anno rivive in una bella rievocazioni storica chiamata “Palio del Daino”.


PERCHÉ VISITARLA

Mondaino riserva molte sorprese: c’è una bellissima piazza circolare, c’è una rocca da cui si gode un panorama completo sul mare e sui monti, sotto il paese si nascondono camminamenti sui quali si raccontano storie misteriose.
Ci sono poi gli scorci dei vicoli, i palazzi nobiliari e un museo dove sono raccolti i resti fossili degli animali che abitarono queste terre milioni di anni fa.
Come se non bastasse, c’è un parco botanico con gli esemplari più interessanti della flora mediterranea e c’è la grande intraprendenza dei cittadini sempre pronti ad organizzare feste, spettacoli ed eventi di cultura.


DA NON PERDERE

Piazza Maggiore
È forse la piazza più singolare del Riminese, certamente la più interessante di quelle risalenti al 1800. La sua forma semicircolare definita dal porticato neoclassico si deve all’ingegno dell’architetto Francesco Cosci.
La via centrale del paese si innesta su questo spazio tondeggiante cosicché gli abitanti definiscono affettuosamente la loro piazza “Piazza padella”.

Museo Paleontologico
Le sue sale sono all’interno della Rocca, sede oggi del palazzo municipale.
È un’importante raccolta di fossili mioceni: pesci, conchiglie, foglie.
La maggior parte sono proprio del terreno di Mondaino ed hanno anche la bella età di 4 milioni di anni.


SULLA TAVOLA

I dintorni di Mondaino hanno una buona produzione di formaggi.
Un appuntamento interessante è nel mese di novembre con Fossa, Tartufo e Venere, quando viene offerta al visitatore una serie di ghiotte sorprese che possono essere degustate e acquistate, durante la manifestazione, direttamente dai produttori locali, come il tartufo bianco pregiato e il formaggio di fossa.


APPUNTAMENTI DI RILIEVO

Oltre a Fossa, Tartufo e Venere a novembre, nel mese di agosto si svolge il Palio del Daino: le varie contrade del borgo di Mondaino si contendono per quattro giorni un palio con giochi, sfide e tenzoni di tradizione medioevale e rinascimentale.
È una delle feste più grandi e coinvolgenti della Signoria dei Malatesta, straordinariamente ricca di suggestioni e di offerte spettacolari, gastronomiche e d’artigianato.

NEI DINTORNI

Nove ettari di parco con due boschi, piccole foreste, uno stagno e decine di sentieri segnati, all’incirca 6.000 piante rappresentative dell’area mediterranea: a pochi chilometri da Mondaino si trova un ex Arboreto sperimentale della flora mediterranea.

UFFICI INFORMAZIONI

UIT MondainoPiazza Maggiore 1Mondaino (RN)telefono: + 39 0541 1799636fax: + 39 0541 869046uit@mondaino.comApertura: Stagionale

Entroterra e i borghi di Rimini

San Leo

L´antico nome Mons Feretrius è tradizionalmente legato ad un importante insediamento romano, sorto intorno ad un tempio consacrato a Giove Feretrio.

Pur non essendo in possesso di fonti in grado di attestare l’anno in cui i romani giunsero in questo luogo, possiamo affermare che, fin dal III secolo, essi costruirono una fortificazione sul punto più elevato del monte, ma non monirono l’abitato di cinta murarie poiché la rupe è di per sé inaccessibile da qualunque lato.

Sul finire del III secolo, giunsero nel Montefeltro, dalla Dalmazia, Leone e il compagno Marino, ai quali si deve la diffusione del cristianesimo che si propagò rapidamente in tutta la regione circostante, fino alla nascita della Diocesi di Montefeltro. Leone è considerato, per tradizione, il primo Vescovo di Montefeltro, anche se l’istituzione della Diocesi risale, probabilmente, al periodo fra VI e VII secolo, quando San Leo venne eretta a città (il primo vescovo è documentato soltanto nell’826). La circoscrizione ecclesiastica facente capo a Montefeltro comprendeva un territorio prevalentemente collinare e montuoso, distribuito tra le Valli del Savio, Marecchia, Conca e Foglia (a parte alcune mutazioni, l’antica Diocesi sopravvive oggi con l’intitolazione di San Marino-Montefeltro).
Sull’originario sacrario edificato dallo stesso Leone che la tradizione vuole abile tagliatore di pietre, sorse la Pieve, dedicata al culto orientale della Dormitio Virginis. L’edificio, costruito in epoca carolingia e rimodernato in età romanica, raccoglie intorno a sé il nucleo della città medievale. Dopo il VII secolo, accanto alla Pieve, fu innalzata la Cattedrale, consacrata al culto del Santo Leone. Nel 1173 essa venne completamente rinnovata, nelle forme romanico-lombarde, e unita alla possente torre campanaria di probabile origine bizantina. Il nucleo della città sacra, composto dal Palazzo Vescovile e dalla residenza dei Canonici, veniva così a costituire un vero e proprio agglomerato urbano, la civitas Sanctis Leonis, arricchita di altri edifici dalla dinastia dei Montefeltro stabilitasi a San Leo a metà del 1100. Non a caso essi, discendenti della progenie dei Conti di Carpegna, assunsero il titolo ed il nome proprio dall’antica città-fortezza di Montefeltro-San Leo.

Il centro medievale conserva gli edifici romanici, Pieve, Cattedrale e Torre Campanaria, mentre i palazzi residenziali hanno subito numerose trasformazioni principalmente durante il periodo rinascimentale. L’abitato storico si estende intorno alle chiese che affacciano sulla piazza centrale, intitolata a Dante Alighieri, ed è composto da numerosi edifici: il Palazzo Mediceo (1517-23), la residenza dei Conti Severini-Nardini (XIII-XVI sec.), il Palazzo Della Rovere (XVI-XVII sec.), la Chiesa della Madonna di Loreto e abitazioni costruite fra il XIV e il XIX secolo.
Distanziata dall’agglomerato urbano, per evidenti ragioni difensive, è la Fortezza di Francesco di Giorgio Martini. Il primitivo nucleo altomedioevale, in cui dal 961 al 963 era stato assediato Berengario Re d’Italia da Ottone I di Germania, venne ampliato tra XIII e XIV secolo, quando i Malatesta riuscirono a sottrarre San Leo ai Montefeltro. Il Mastio medievale, difeso dalle quadrangolari torri malatestiane, venne definitivamente ridisegnato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini per volere di Federico da Montefeltro nel 1479. Egli escogitò la doppia cortina tesa in punta fra torrioni circolari forgiati di beccatelli, la munì del grande rivellino rivolto a sud, al di sotto del quale pose una caratteristica casamatta.

La nuova forma prevedeva una risposta al fuoco secondo i canoni di una controffensiva dinamica che potesse garantire direzioni di tiri incrociati, da qualunque parte provenisse l’attacco. La fortezza fu protagonista di importanti vicende guerresche durante il periodo rinascimentale: fu sottratta per pochi mesi ai Montefeltro dal duca Valentino nel 1502 e ai Della Rovere delle truppe medicee nel 1517. Con la devoluzione del ducato urbinate al dominio diretto dello Stato Pontificio (1631), la rocca perse il suo carattere di arnese da guerra e fu adattata a carcere. Nel 1788, essendo le carceri della Fortezza di San Leo per la loro forma e situazione molto insalubri e minacciando uno di quei Baluardi imminente ruina, Giuseppe Valadier, nominato da Pio VII architetto dello Stato della Chiesa, fu incaricato di apportare all’intera struttura le necessarie migliorie. Dal 1791, fino alla morte avvenuta il 26 Agosto 1795, vi fu rinchiuso Giuseppe Balsamo, noto come Alessandro conte di Cagliostro, uno dei più enigmatici ed affascinanti avventurieri dell’età dei Lumi.
Con l’avvento dell’Unità d’Italia, San Leo non fu oggetto di riadattamento urbanistici, mantenendo inalterato l’impianto urbano.

Entroterra e i borghi di Rimini

Santarcangelo di Romagna

Per chi non lo sapesse Santarcangelo di Romagna sorge su una piccola collina alle spalle di Rimini dal nome altisonante, Monte Giove. Alcuni sostengono che questo appellativo derivi dal famoso vitigno, il che avrebbe anche un suo enorme fascino se fosse vero, ma non esistono prove certe a riguardo.

Certo è che il toponimo rappresenta un preciso richiamo alle antiche reminiscenze romane di cui quest’area è ricca, come del resto documentano i moltissimi reperti rinvenuti nelle campagne circostanti.

Tra salite e discese, gradini e case incastonate, Santarcangelo è senza alcun dubbio uno dei borghi più suggestivi di tutta la Romagna.

Un caso strano, però. Perché, pur essendo un comune di oltre 20 mila abitanti – e quindi di media grandezza – è riuscito a preservare nel tempo, soprattutto nell’area attorno al borgo medievale, un’atmosfera di paese, a misura d’uomo e di incontro.

Tante le storie che custodisce. Nei secoli ha dato i natali ad artisti e intellettualipoeti e attori (tra le fila di nomi illustri pensate si annovera anche Papa Clemente XIV), riuscendo a mescolare il sapere della tradizione alle più innovative spinte verso il futuro.

Insomma, un borgo marcatamente medievale con le sue mura, il suo castello, i suoi palazzi ma che, nonostante tutto ciò, non ha smesso di rinnovarsi, rimanendo saldo alla sua storia.

E così sono nate iniziative incredibili come l’incontro con la street art; il Festival dei Teatri che da più di 40 anni porta in piazza i fermenti culturali della scena procedendo di pari passo con le evoluzioni sociali e culturali; o anche fenomeni interessanti come Mutonia, la comunità di artisti e performer che dagli inizi anni ‘90 ha scelto quest’area per esprimere la propria arte dedita al riuso e allo scarto.

Botteghe di lungo corso e ristoranti squisiti rendono magico ogni angolo del centro storico. È veramente difficile trovare un locale che non rispetti il cliente e lo faccia sentire come a casa propria. C’è il culto dell’ospitalità in questa città d’arte (titolo tra l’altro acquisito nel 1984) e lo si può leggere tra i sorrisi e la gentilezza che disegnano il volto delle persone.

L’arte non manca, ovviamente. Ce n’è moltissima, sparsa in ogni dove e sotto varie forme. Non troverete però cose eclatanti a sorprendere i vostri occhi, piuttosto dettagli. Penso ad esempio alle targhe “Le parole sui muri” di Tonino Guerra, il grande collaboratore di Federico Fellini; il panoramico Vicolo Amaduzzi, altrimenti noto per ovvie ragioni via dell’Amore; i gelsomini profumati; le case dai colori pastello nella parte sommitale del borgo abitate da gatti pigri e sornioni.

Lungo la suggestiva Via della Costa, si trovano due interessanti musei. Il primo, in prossimità della torre campanaria, è il Musas che custodisce e ricostruisce la storia della città dall’antichità fino ai nostri giorni; il secondo è il museo “Nel mondo di Tonino Guerra”, al cui interno sono esposte le opere pittoriche del celebre poeta e sceneggiatore ed è anche possibile rivedere i suoi film e le interviste.


In cima a tutto la rocca malatestiana, fatta erigere nel lontano 1386, oggi residenza privata e aperta solo alcuni giorni al mese. A renderla ancor più suggestiva la leggenda secondo la quale fu proprio nelle sue stanze che furono uccisi i due grandi amanti della Storia, Paolo e Francesca, di cui Dante Alighieri ci narra nel V canto della sua Commedia.

Ma non finiscono qui le bellezze di Santarcangelo. C’è lo sferisterio lungo le mura dove un tempo si giocava il virulento gioco del pallone col bracciale; la collegiata della Beata Vergine del Rosario, custode di un crocifisso in legno del Trecento di Scuola riminese; la Pieve di San Michelangelo Arcangelo; la suggestiva Piazza Ganganelli con il tradizionale rito dei becchi; il museo del Bottone e l’antica stamperia Marchi, una delle botteghe più antiche della Romagna, dedita alla produzione delle tradizioni stoffe dipinte a mano con la tecnica della “stampa a ruggine”.

Sotto l’armoniosa bellezza dei palazzi del centro storico, si cela poi un mistero. Una districata rete di sotterranei scavati nell’arenaria e nell’argilla compone una città parallela a quella visibile.
Ci sono cavità, pozzi, cunicoli e gallerie in cui perdersi e ritrovarsi e molti sono facilmente visitabili grazie a percorsi guidati ufficiali.


La prima volta che andai a Santarcangelo fu per amicizia; le restanti volte fu invece per amore.
Amore per cosa chiederete voi. Beh, in effetti è difficile spiegarlo ma diciamo che nel tempo questo luogo è riuscito a regalarmi suggestioni e sentimenti che sarebbe molto complicato raccontare in un articolo.

Non vi resta quindi che fidarvi delle mie parole, salire in macchina e venire a trascorrere una giornata tra i suggestivi vicoli di questa bellissima città d’arte dell’Emilia-Romagna.

Entroterra e i borghi di Rimini

Grand Hotel di Rimini

Monumento Nazionale Via Ramusio 1 – RiminiTelefono: 0541/56000Sito: Visita il sito web

Il Grand Hotel Rimini fu inaugurato ufficialmente il 1° Luglio 1908. Nel 1994 l’intero edificio è stato dichiarato monumento nazionale e posto sotto la protezione della Sovrintendenza delle Belle Arti.

In puro stile Liberty, fu costruito su progetto dell’architetto sudamericano Paolito Somazzi.
L’elegante struttura si compone di 168 camere, di cui 15 suite, distribuite tra il corpo centrale e la Residenza Parco Fellini, una grande piscina immersa nel verde del parco centenario, la spiaggia privata e due centri benessere: in hotel e in spiaggia.

Decantato da Federico Fellini che qui aveva una suite sempre prenotata, ora la Suite Fellini.

Pochi lo sanno: è possibile togliersi una soddisfazione ed entrare, magari passando dal bel giardino che dà su piazzale Fellini, per un aperitivo o una cena con l’orchestra dal vivo sulla terrazza sopra il parco. Magari ordinando il menù Fellini: gli stessi piatti che chiedeva sempre il Maestro, a cominciare dal brodetto di pesce.

Scopri qui i luoghi del Grand Hotel Rimini …con dedica a Federico Fellini

Dal 2018 il Grand Hotel diventa uno dei luoghi dove è possibile celebrare il rito civile per un matrimonio fuori dal tempo. 

Come arrivare: 

500 metri dal Jones Caffe’ di Rimini e 1 km dal centro storico e dalla stazione ferroviaria > Bus 11 stop 10Notizie aggiuntive: 

I locali posti al piano terra – la hall, la sala Fellini, la sala delle colonne, la sala Veranda, la sala Tonino Guerra (ex sala Verde), la sala Giada, la sala Incontri – sono visitabili ogni primo lunedì del mese dalle 9 alle 18 previa prenotazione telefonica. L’albergo è visitabile anche in concomitanza delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione della Settimana della Cultura, annualmente organizzate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Entroterra e i borghi di Rimini

Quando sei in vacanza a Rimini, la spiaggia, il mare e le attività organizzate dai bagni offrono intrattenimento per vivere la giornata in modo entusiasmante e in completo relax. L’entroterra riminese presenta altrettante occasioni di svago per passare un pomeriggio alla scoperta del territorio circostante, dove troverai mete e attrazioni di grande fascino e interesse storico. Le fortificazioni e i borghi difensivi degli antichi signori di queste terre, i Malatesta, hanno lasciato luoghi in cui puoi ancora respirare l’atmosfera medievale e immergerti in un mondo passato. Ti appassiona scoprire le civiltà che hanno vissuto in questi luoghi migliaia di anni fa? Ci sono scavi archeologici e reperti per soddisfare la tua curiosità. Gli speroni rocciosi che svettano su colli e litorale offrono punti di osservazione con panorami mozzafiato. Ecco allora 9 mete per vivere una vacanza indimenticabile a Rimini e dintorni.

Santarcangelo di Romagna

San Leo

Mondaino

Longiano

Sant’Agata Feltria

Gradara

Sassofeltro

Montefiore

Saludecio

Montegridolfo

Montescudo Montecolombo

San Leo

San Marino

Grotte di Onferno

Parco Sasso Simone e Simoncello

Coriano

Morciano di Romagna

San Giovanni in Marignano

Gemmano

San Clemente

Pennabilli

Castello di Montebello

Rimini Marina Centro

Marina Centro è l’anima balneare della città, il punto centrale del lungomare che si trova a 1 km circa dal centro storico.

Tutta la zona di Marina Centro è famosa per i punti di ritrovo dei giovani, gli aperitivi, i pub e i discobar di tendenza per il divertimento notturno, e poi i ristoranti che offrono menù a base di cibi nostrani a cominciare dall’alimento principe, il pesce, cucinato nelle caratteristiche ‘rustide’ e in ottimi brodetti.

Il cuore dell’area è l’attuale Parco Fellini con accanto il Grand Hotel, tanto caro a Fellini.

Qui è sorto il primo Stabilimento dei Bagni nel 1843.
Fu in quell’estate che i conti Baldini e il medico Tintori aprirono il primo stabilimento balneare d’Italia.

Estate dopo estate, sempre più villeggianti presero a passare lunghe settimane a Rimini. Tanto che nel 1869 il Municipio rilevò lo stabilimento Tintori-Baldini e diede l’incarico a un notissimo medico, Paolo Mantegazza, specialista in talassoterapia, di ideare e dirigere un nuovo “Grandioso Stabilimento Balneare”. Fu la svolta. Rimini divenne la località dove l’aspetto terapeutico della “cura dei bagni di mare” si univa per la prima volta al divertimento. In meno di 50 anni il paesaggio cambiò e si materializzò una città elegante, fatta di villini Liberty e passeggiate.
Nel 1845 fu inaugurato un servizio di calesse che collegava il centro alla spiaggia lungo l’alberato viale Principe Amedeo: ancora oggi questo viale collega il centro storico alla Marina.

QUANDO ANDARCI E COSA VEDERE

Marina Centro andrebbe vista in almeno in due momenti: la mattina, con lo spettacolo del sorgere del sole sul mare, quando la vita si rimette in moto e i lungomari si animano tra passeggiate e attività sportive in spiaggia e nelle isole fitness del nuovo Parco del Mare. E alle luci del tramonto quando i pescherecci rientrano in porto inseguiti da stormi di gabbiani. Il punto migliore per aspettarli è la “palata”, come la chiamano i riminesi (contratto forse da “palizzata”). E’ il molo alla fine di viale Tintori: una passerella di cemento di 200 metri costruita sul mare. Un luogo per meditare, circondati dall’acqua a destra e a sinistra. E’ proprio qui che Federico Fellini immaginava l’apparizione notturna del transatlantico Rex.

A dividere i 15 km di Lungomare l’antico Porto canale di Rimini, costituito dall’originale foce del fiume Marecchia, con banchine sui due lati che permetteno l’ormeggio di numerose imbarcazioni  

Sulla Sinistra del porto canale si sviluppa oggi la nuova Marina di Rimini. Inaugurata i primi di giugno 2002, è una darsena modernissima e funzionale, dotata di 660 posti barca, di cui 60 per le barche in transito, e di uno specchio d’acqua di 108.000 metri quadrati, a cui si accede con qualunque condizione di mare.

DA NON PERDERE

Il Jones Caffe’ nelle vicinanze a 500 mt e’ da non perdere Piazzale Fellini con la Fontana dei quattro Cavalli e il maestoso Grand Hotel. E poi la ‘palata’ del porto, la passeggiata più amata dai riminesi, il luogo di Amarcord di Federico Fellini, regno di marinai e pescatori, vigilato dal settecentesco faro che si erge sul porto canale.

Le localita’ di mare di Rimini da Nord partendo da

Bellaria Igea Marina , Torre pedrera , Viserbella , Viserba , Rivabella , San Giuliano

Porto di Rimini , Marina Centro e Proseguendo verso sud

Bellariva , Marebello , Rivazzurra , Miramare , Riccione , Misano Adriatico , Cattolica.

Palazzo dell’Arengo Rimini

Piazza Cavour – Rimini

Il Palazzo dell’Arengo, l’antico Palatium comunis, era simbolo della libertà e della affermata autorità del governo cittadino. Qui si riuniva, nel tardo medioevo, Il Consiglio del Popolo Riminese.
E’ un maestoso edificio in stile romanico – gotico sormontato da merlature.

La costruzione originaria è oggi profondamente alterata dagli interventi di ristrutturazione attuati fra XVI e XVII secolo nonchè agli inizi del XX.
Il solenne loggiato, teatro di tanta vita urbana e luogo deputato alla amministrazione della giustizia, rappresenta la parte più autentica dell’edificio costruito nel 1204 per volontà di Modio dei Carbonesi, podestà di Rimini, come testimonia l’epigrafe tuttora visibile in uno dei pilastri: a testimonianza del gusto che ha ispirato l’architettura medievale sono i capitelli tuttora inseriti nei pilastri che sorreggono gli archi ogivali. La tipologia architettonica del palazzo riminese riflette modelli padani: un ampio loggiato impostato su poderosi colonnati che sorreggono distesi archi a sesto acuto, è l’elemento caratterizzante del piano terra; l’immensa sala al primo piano, sobria ed al contempo solenne nelle proporzioni, viene esaltata dal maestoso soffitto a capriate e mossa dal rincorrersi delle grandi finestre a polifora; il coronamento presentava la tipica merlatura “a coda di rondine”; a ribadire la supremazia politica, l’alta torre campanaria adibita anche a carcere.

Oggi il Palazzo dell’Arengo insieme all’adiacente Palazzo del Podestà è stato sottoposto a valorizzazione architettonica per riportare alla luce gli elementi di pregio originali, come la sequenza di capriate palladiane, le grandi polifore, i materiali, insieme ad interventi di ammodernamento tecnico e impiantistico, al fine di accogliere al loro interno il nuovo Museo d’Arte Contemporanea della Città – PART, Palazzi dell’Arte Rimini – con opere che appartengono alla Collezione Fondazione San Patrignano, una raccolta di donazioni di collezionisti, galleristi e artisti, a sostegno dell’operatività della Comunità.

Come arrivare: 

Centro storico
Come raggiungere il centro storico:
In auto: uscita autostrada A14 Rimini Sud; proseguire per il centro per circa 3 km
Parcheggi utili: 1) Piazza Ferrari; 2)Ponte di Tiberio; 3) via Italo Flori 4) Largo Gramsci 5) via valturio-Scarpetti
In treno: dalla stazione proseguire su viale Dante fino alla centrale Piazza Tre Martiri, poi a destra verso piazza CavourNotizie aggiuntive: 

Bibliografia essenziale: L. TONINI, Rimini dopo il Mille, Testo inedito con introduzione e commento a cura di P.G. PASINI A.TURCHINI, La città medievale,. La città edifici pubblici e privati, in Rimini medievale, partic. p. 49 A.FONTEMAGGI, O.PIOLANTI, Rimini medievale: l’evoluzione urbanistica, i monumenti, la vita della città, in Medioevo fantastico e cortese. Arte a Rimini fra Comune e Signoria, Rimini 1998

Borgo San Giuliano Rimini

Visita il sito webIndirizzo: Rimini

La tradizione riminese trae linfa dalla vita stessa dei suoi Borghi antichi.
Uno di questi e forse il più conosciuto perchè reso celebre dalla figura di Federico Fellini, è senz’altro il Borgo San Giuliano, nelle cui stradine si può ritrovare quell’atmosfera tipica raccontata dal grande regista.
Tra i vicoli e le casette del Borgo è possibile ammirare anche variopinti Murales eseguiti da pittori riminesi che rappresentano i film e la vita del Maestro.

Nato intorno all’anno Mille, era l’antico quartiere dei pescatori. Oggi le case qui sono molto ricercate ed è un piacere passeggiare fra e sue stradine e piazzette, classico esempio di antica edilizia popolare, povera, di sapore medievale, ma perfettamente ristrutturate. Nell’atmosfera carica di poesia, si respira ancora quello spirito anarchico e creativo che ha caratterizzato da sempre i suoi abitanti.
E’ il luogo adatto per assaporare  i sapori tipici della cucina romagnola, così come per una cenetta romantica a lume di candela… a due passi dal ponte di Tiberio, attualmente pedonalizzato. Il borgo è divenuto negli ultimi anni un vero e proprio meeting point serale, valorizzato dalla riqualificazione dell’invaso: la suggestiva Piazza sull’ Acqua e i passaggi pedonali  sulla passerella che collega le sponde

Per mantenere viva la tradizione antica del Borgo, si è costituita la Società de’ Borg, che, a cadenza biennale, negli anni pari organizza la ormai famosa Festa de’ Borg, a cui partecipa tutta la città e che permette di assaporare l’atmosfera della Rimini d’altri tempi. Per l’occasione le piazzette del Borgo San Giuliano si trasformano in teatri e palcoscenici dove si svolgono animazioni, teatro di strada, musica e gastronomia tipica per le contrade e i vicoli dell’intero Borgo.Come arrivare: Centro storico Come raggiungere il centro storico: In auto: uscita autostrada A14 Rimini Sud; proseguire per il centro per circa 3 km Parcheggi utili: 1) Ponte di Tiberio; 2) Area ex Sartini; 3) Parcheggio multipiano Italo Flori; 4) Parcheggio Valturio – Scarpetti, largo Bertuzzi; In treno: dalla stazione proseguire su viale Dante fino alla centrale Piazza Tre Martiri, quindi prendere verso destra Corso d’Augusto fino al Ponte di Tiberio. In aereo: Bus n. 9, fermata Arco d’Augusto o Stazione ferroviaria