Caffè dell’Arte Specialty Coffee, un’ottima annata con Frankenstein
Andrea Pettinari racconta la metamorfosi che l’arrivo di una piccola tostatrice ha portato nel locale, dando nuova visibilità alla sua offerta

Non c’è nulla di più bello che raccogliere i frutti di quanto si è seminato, magari in tempi difficili, sorprendendosi per l’abbondanza e il positivo riscontro di un impegno costante e ostinato. La telefonata ricevuta da Andrea Pettinari, titolare del Caffè dell’Arte Specialty Coffee di Cagliari si è subito mostrata densa di entusiasmo e di eventi da raccontare e trasmettere a tutti: «penso sia utile condividere con altri del mondo specialty di piccola entità la nostra esperienza positiva».

Farsi accettare era difficile con caffè così particolari, poi sono arrivate le difficoltà legate al covid e in questo frangente al Caffè dell’Arte Andrea e la moglie Federica Sedda decidono di investire in una tostatrice, aprendo una piccola torrefazione. “Abbiamo trovato un usato; ci avevano detto che non avrebbe funzionato ben, ma con Stefano, un tecnico di macchine espresso, ci siamo impegnati per portarla a nuova vita – racconta Pettinari -. L’abbiamo chiamata Frankenstein, riparata aggiungendo le sonde per collegarla ad Artisan.

Il locale è su due livelli: al piano sopra abbiamo allestito la microroastery che è a vista; le due attività non possono lavorare contemporaneamente, quindi si tosta in orari di chiusura. È stato un primo tassello che ha aiutato la clientela sia locale sia internazionale ad avvicinasi a noi: abbiamo rafforzato il concetto di artigianalità anche con il caffè. Siamo gli artigiani che lo trasformano, come fa il fornaio con il pane e ciò ha innestato una reazione positiva, che ha portato a interessarsi al caffè di qualità: il nostro bacino di utenza è cresciuto moltissimo. Con i clienti, si sono avvicinati a noi anche altri imprenditori, tra i quali numerosi ristoratori, molti dei quali hanno apparecchiature proprie: per loro abbiamo avviato la produzione di caffè in capsule».

Un’ottima annata. La scorsa estate ha visto arrivare numerosissimi turisti da tutto il mondo e, riprende Pettinari, «qui è successa una cosa incredibile: da metà marzo a fine ottobre abbiamo visto turisti di ogni parte del globo, anche dalle Hawaii, tantissimi australiani, statunitensi e molto altro. Ci eravamo preparati co una buona offerta di colazione salata, affiancata a quella classica italiana e di brunch. Chi ha ricercato su internet il nostro locale in quanto propone specialty, chi è stato spinto a visitarci da amici… si è sparsa la voce e abbiamo registrato una crescita del 135%, difficile da sostenere.

Il cliente straniero ha un modo diverso di vivere la caffetteria: non rimane al banco e non ha fretta (complice anche il periodo di ferie): si mette tranquillamente in fila. Si formavano code molto lunghe: è stata un’esperienza nuova e molto bello, perché sentivamo che ci davano fiducia; e con gli stranieri anche i clienti abituali. Abbiamo preparato tantissimi flat white, mentre sul fronte delle bevande vegetali la più richiesta è risultata quella d’avena. Mentre succedeva tutto questo, chi abita nella zona si domandava cosa mai succedesse: il locale è sempre pieno di persone che consumano “cose” mai viste: cappuccini grandi, con il ghiaccio… perché tutti lo vogliono? La curiosità ha portato a scoprire nuove preparazioni che ora vendiamo anche ai local».

Sostenere questi ritmi 7 giorni su 7 non è stato semplice anche da un punto di vista fisico (Andrea ha perso 12 chili), ma ora che i ritmi sono tornati più calmi, la soddisfazione è tanta: chi si impegna ce la può fare.

Frattanto ha preso il via l’e-commerce, sostenuto soprattutto dalla clientela straniera, che si è mostrata molto interessata alla moka – che chiamano “la Bialetti” -: spesso acquistano come souvenir insieme al caffè.

«A conti fatti – conclude Pettinari – mi convinco che il nostro lavoro richieda una particolare vocazione. Facciamo un mestiere bello, stiamo tutto il giorno a contatto con le persone; fare quattro chiacchiere con loro è piacevole e arricchisce. È un lavoro veramente molto appagante e finalmente lo stiamo capendo anche in Italia».

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