Tagliatella Nardini, il lato poetico della miscelazione “di scarto”
Nato nella Grapperia al Ponte di Bassano del Grappa a fine ‘700 dall’insieme dei vari “tagli” delle giare che contenevano i prodotti Nardini, lo storico liquore si è evoluto nel tempo i un prodotto strutturato dalla ricetta che mantiene lo spirito originale. Ora si veste di un nuovo pack dal design snello e raffinato

C’è qualcosa di irresistibile nel fascino delle storie che nascono da un’idea semplice e concreta: non sprecare nulla. La Tagliatella Nardini, liquore storico della Grapperia al Ponte di Bassano del Grappa, è una di quelle storie che, pur avendo radici antiche, riescono ancora oggi a farci sorridere.

Siamo alla fine del Settecento, in un’Italia che ancora non si chiamava Italia, ma dove il genio creativo non mancava mai. Nella Grapperia al Ponte i liquori e le grappe riposavano dentro enormi giare in rame. Ogni rubinetto di quelle giare faceva scendere la sua dose precisa di grappa, marasca, arancio o altre essenze. E poi? Le gocce residue invece di finire a terra – che sarebbe stato uno spreco imperdonabile – venivano raccolte in un piattino. Alla fine della giornata tutte quelle gocce finivano in una giara secondaria dove si mescolavano in una sorta di cocktail ante litteram. Da questo mix di “tagli” nasce la Tagliatella, un prodotto accessibile anche a chi non poteva permettersi i distillati più costosi. In un certo senso, era il liquore democratico della sua epoca: niente fronzoli, solo un sapore complesso e sorprendente, figlio del caso e di una filosofia del recupero che oggi sarebbe definita sostenibile.

Oggi la Tagliatella non è più il risultato casuale degli avanzi della giornata, ma un liquore studiato e certificato, con una ricetta che mantiene lo spirito originale. Grappa, acquavite di marasca, scorze d’arancio ed erbe aromatiche si fondono in un mix armonico. Le note fruttate e speziate sembrano raccontare un viaggio nel tempo: un assaggio e sei già nella Bassano del Grappa di fine ’700 tra il tintinnio delle giare e il brusio dei clienti che ordinano un bicchiere dietro l’altro.

Una nuova veste per una storia antica

La nuova bottiglia da 70 centilitri ha un design snello e raffinato, come una dama in abito da sera. L’Arlecchino, storico simbolo della Tagliatella, ora campeggia con più spazio sull’etichetta, richiamando l’allegria e il carattere multiforme del liquore. Un dettaglio in più per i puristi: la capsula celebra la data di fondazione della distilleria (1779), ribadendo che la Distilleria Nardini è la prima in Italia. Con il suo 35% di tenore alcolico, la Tagliatella ha il carattere giusto per reggere il confronto con i distillati più blasonati, sia da sola sia come base per la miscelazione. È quel genere di liquore che non ha bisogno di effetti speciali: basta un bicchiere e un po’ di curiosità per scoprire tutta la sua personalità.

Cambia senza perdere un grammo di attualità

Non è facile trovare un equilibrio tra passato e presente, ma la Tagliatella ci riesce con naturalezza. Quello che una volta era un compromesso tra qualità e costo, oggi è un prodotto strutturato che sa rimanere fedele alle sue origini senza perdere un grammo di attualità.

Più che un liquore, la Tagliatella è una lezione di vita: non importa come si inizia, ma come si evolve. E in un mondo dove tutto deve essere perfetto e programmato, è bello sapere che qualcosa nato dal caso e dalla necessità può trasformarsi in un classico senza tempo.

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