I quartieri di Milano in una drink list: così Casa Brera punta sulla mixology
Nel nuovo hotel di lusso vicino alla Scala, il senatore del Drink Team Luca Ardito è Director of beverage. Con una squadra di giovani professionisti, ha ideato una drink list ispirata ai quartieri di Milano

Un Martini cocktail su cui dipingere, come fosse una tela; una foam “sartoriale” per trasformare in abito d’alta moda un classico gin tonic. È un omaggio ai quartieri e ai pregi di Milano la drink list di Etereo firmata da Luca Ardito, e non potrebbe essere altrimenti per uno sky bar con vista a 360 gradi sul profilo della città. Siamo all’ultimo piano di Casa Brera, luxury lifestyle hotel gestito da Marriott International, aperto ad agosto in Piazzetta Bossi, tra il Teatro alla Scala, il Quadrilatero della Moda e il quartiere di Brera da cui prende il nome.

Firme importanti per food & beverage

Il contesto è quello della Milano super dinamica sul fronte alberghi di lusso, dove ormai si fatica a tenere il conto delle nuove aperture. Ospitalità di alta gamma, non solo nelle camere, ma anche nella proposta f&b. A Casa Brera i cosiddetti “outlet” gastronomici sono quattro: Living è il lounge bar del piano terra, Scena è il ristorante italiano di alta cucina, Odachi il giapponese tradizionale ed Etereo, appunto, lo sky bar. Lo chef stellato Andrea Berton firma la consulenza per tutta l’offerta di cucina italiana, mentre Haruo Ichikawa supervisiona l’offerta di Odachi.

Le sedute esterne di Etereo, lo sky bar di Casa Brera, con lo skyline di Milano sullo sfondo

Cocktail che si ispirano ai plus della città

Bargiornale ritrova una “vecchia” conoscenza, il senatore del drink team Luca Ardito come Director of Beverage, parte del team guidato dal Direttore f&b di Casa Brera Piercorrado Papotto. È di Ardito la firma sulla drink list d’esordio di Etereo. Cinque proposte, in carta a 24 euro, più due analcolici a 18 euro, ma presto i cocktail diventeranno 10 più quattro zero alcol, frutto dello studio del director of beverage e dei suoi ragazzi (sette lui compreso tra banco e sala del rooftop).

«New Vintage, con Casamigos Blanco e Venturo Aperitivo, è il nostro best seller», spiega Luca Ardito. «C’è anche in variante zero alcohol con il Tanqueray 0.0. È il cocktail ispirato al quartiere Isola, giovane e hipster, e il riferimento “vintage” è anche nel colore, quasi un Angelo Azzurro. Bell’art Martini è dedicato alle belle arti di Milano, quindi al quartiere di Brera. Ci “dipingiamo sopra”, come fosse una tela, con gocce di olio di oliva aromatizzato. Fashion Distric Fizz è dedicato al Quadrilatero, è una rivisitazione del gin tonic con un dress, composto come un abito sartoriale. Milanese Nobile ovviamente è dedicato al centro e al Duomo ed è ideato sfruttando brand simbolo della città: tutto con prodotti Campari. La decorazione è una foglia di ulivo, simbolo di pace. Ne abbiamo anche una versione zero alcohol, con Fluere bitter 0%, succo di melograno e Kombucha foglia di fico. Il solito , con Tanqueray n.10 e Biancosarti, è per noi, dedicato a Piazzetta Bossi, rappresentazione della nostra location. Vorremmo che diventasse una bella abitudine per i nostri clienti».

Prossimi ingressi in drink list

C’è anche uno special, CityNight, dedicato a City Life, con Brugal 1888, vino ossidato riposato in barrique per un mese, cioccolato bianco al rueberry, spray al legno di cedro. Qualche anticipazione sui nuovi cocktail in procinto di entrare in carta nei prossimi mesi: «Heritage è dedicato alla zona Castello Sforzesco-Sempione, è a base di Vodka Belvedere, Ruz Mastiha con lactofermentazione di passion fruit, stock di agrumi e Champagne e spray di mandarino verde. Gaoxing è per la zona Paolo Sarpi-Chinatown, il nome significa “piacere” in cinese: Macallan 12, fat wash con olio di sesamo, 5 ml di Barerksten assenzio e foam di matcha. Infine Julep, fatto con whisky Naked Malt, menta, acqua di alghe nori e chocolate, con un poco di zucchero, un drink che definirei salmastro».

Stile di servizio: finire i drink al tavolo, far sentire il calore umano

Ardito e i suoi stanno lavorando a uno stile di servizio che identifichi Casa Brera. «Senza mai dimenticarsi il contesto elegante di un albergo di lusso, cerchiamo di impostare tutto in maniera molto friendly. Il cliente deve sentirsi speciale: cerchiamo sempre di “finire” il lavoro sui drink al tavolo, in modo da fare sembrare ogni cocktail un tailor made per il cliente», spiega il director of beverage. «Incoraggiamo i ragazzi del servizio ad essere se stessi, a far sentire il calore umano con genuinità. Non è scontato e fa la differenza. Non ha senso “annientare” e congelare la personalità, bisogna invece valorizzare le caratteristiche. Quello che si impara qui rende dei professionisti molto speciali. Chi lavora in hotel ha migliori prospettive, potrà poi lavorare ovunque, inclusi gli street bar. Al contrario è più difficile: impostazione, approccio e pretese nei confronti dei clienti sono completamente diverse. Noi qui attendiamo il cliente, in un cocktail bar il bartender è più protagonista, in modo diverso. E il nostro cliente può aver assaggiato di tutto in giro per il mondo, quindi… sull’attenti!».

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