Moon Asian Bar: un Izakaya tra manga e mixology
Siamo in volo sperimentale sul rooftop dell’Hotel Valadier di Roma, in cima al quale troviamo il Moon Asian Bar: un posto da cartolina, anzi da fumetto, dove cocktail e manga si fondono in un dialogo creativo che attraversa cultura pop e mixology. Ogni drink non è solo un omaggio al Sol Levante, ma un viaggio nell’immaginario giapponese. La drink list, curata dalla bar manager Magdalena Rodriguez Salas, si ispira a opere iconiche: Akira, capolavoro cyberpunk di Katsuhiro Ōtomo, prende forma in un cocktail con Tequila, tè matcha e lime, evocando il contrasto tra la Tokyo futuristica e il mondo naturale; Kiki, ispirato al film di Hayao Miyazaki, unisce tequila e sake allo yuzu per trasmettere la freschezza e la leggerezza del viaggio della giovane strega; Saichō, dedicato al manga Golden Kamuy di Satoru Noda, è un mix di whisky Nikka, sciroppo al tè e bitter, perfetto per richiamare il tema dell’esplorazione nelle terre selvagge dell’Hokkaido. Un altro elemento interessante è la proposta di mocktail (12 euro), dove la texture dei drink non deriva dalla parte alcolica ma dall’armonia dei sapori, ottenuta grazie a ingredienti home made. Tra le opzioni spiccano Birdie Buddy (shrub alla pera nashi e shiso, Seedlip Spice e soda) e Alchemy of Souls (cordiale allo yuzu e passion fruit, Seedlip Spice e ginger ale).
L’anima del Moon Asian Bar nasce dall’idea di replicare la convivialità degli izakaya giapponesi, tipici bar informali dove cibo e bevande sono vissuti come momenti di aggregazione. Anche tra sconosciuti. Al centro di questo progetto c’è la filosofia del lavoro di squadra: cucina, bar e sala operano in perfetta sintonia, senza divisioni nette tra i reparti. La collaborazione è visibile non solo nell’abbinamento tra drink e piatti, ma anche nella gestione fluida del servizio, in cui sala e bar si coordinano costantemente per garantire un’esperienza da bar d’hotel che si rispetti.
Un ruolo chiave è affidato alla chef Paola Guarino, che guida la cucina con una visione orientata alla condivisione e alla sperimentazione. La cucina mescola sapori tradizionali giapponesi con influenze internazionali, sviluppando piatti che dialogano con i cocktail in modo naturale. Tra le sue proposte spiccano i bao di astice e tonkatsu, onigiri di salmone, uramaki con Campari e Piña Colada e agemono di sgombro fritto. Ogni piatto è pensato per essere gustato insieme ai drink, creando un’armonia di sapori che racconta un incontro tra culture. Nei dessert, la creatività di Guarino emerge in preparazioni come cioccolato con yuzu e anacardi e matcha con amarena e latte di mandorle, che concludono il percorso gastronomico con una nota dolce ed elegante.
La visione del progetto è di Daniele Lassalandra, titolare con la famiglia di Groupe Valadier, che ha voluto creare un luogo dove il piacere del cibo e del bere si fonde con l’estetica. L’ambiente, sviluppato su due piani e due terrazze con vista su Roma, richiama il fascino della luna: tavoli in legno di briccole veneziane unito a resina, piatti che evocano la superficie lunare e una lampada sferica in carta giapponese, sospesa al centro della terrazza superiore, che sembra permettere di toccare la luna con un dito. In sala, Eleonora Esposito, sommelier e maître, sa il fatto suo e garantisce un servizio curato nei minimi dettagli e gestisce la carta dei sakè, completando un’offerta che gioca tra Oriente e Occidente. E ancora Eduardo Borrell Prieto, assistant bar manager, che fa da spalla a Magdalena. Il teamwork è il cuore pulsante del Moon Asian Bar: bartender, chef e personale di sala lavorano come un sistema unico, in cui ogni gesto è coordinato per creare un’esperienza coesa e senza sbavature. Al Moon Asian Bar ogni elemento, dal design al menu, è progettato per sviluppare un dialogo tra culture e persone, offrendo un’esperienza che coinvolge tutti i sensi degli ospiti.
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