Torna il Roma Bar Show, tra importanti novità e grandi conferme
Roma Bar Show 2025
Il 26 e 27 maggio la quinta edizione dell’evento dedicato all’industria beverage e della mixology. Tra le grandi novità il Buyers Program internazionale, nato per favorire l’incontro diretto tra le realtà medio-piccole e i buyer internazionali. Tra le conferme i Roma Bar Show Awards, i premi all’eccellenza italiana nel mondo bar

Si avvicina l’appuntamento con il Roma Bar Show, la manifestazione internazionale dedicata alla miscelazione e all’industria beverage. Appuntamento in programma il 26 e 27 maggio come sempre Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma.

Giunta alla quinta edizione, anche quest’anno la due giorni romana si presenta con un ricco programma, tra grandi conferme e alcune important novità. Tra queste ultime la principale è Buyers Program internazionale: un programma strategico pensato per facilitare le connessioni di valore con importatori, distributori e decision-maker del settore on-trade provenienti da tutto il mondo.

Frutto della collaborazione con Fiere di Parma (entrata nel capitale di Roma Bar Show) e Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), il programma rafforza l’impegno della manifestazione nel supportare l’internazionalizzazione del settore beverage italiano. L’obiettivo è di aprire alle nostre aziende le porte a nuove partnership e accordi commerciali di successo, supportando l’eccellenza italiana nel mondo e accrescendone la visibilità.

«Un progetto di incoming importante, soprattutto per quelle aziende italiane medio-piccole che hanno la volontà di confrontarsi e affermarsi anche nei mercati esteri, che possono usare Roma Bar Show come piattaforma di congiunzione proprio con questi ultimi», commenta Andrea Fofi, ceo di Roma Bar Show.

A dare massima efficacia al progetto l’attenta selezione dei buyer e dei Paesi di provenienza, a opera del board di Roma Bar Show, che ha puntato sui mercati più strategici e dove forte è l’interesse per l’Italia, come Regno Unito, Francia, Spagna, senza tralasciare i mercati emergenti e d’Oltreoceano e su importatori e distributori che hanno focus sia su marchi medio-grandi sia sui piccoli produttori.

Per questa prima edizione del progetto Buyers Program, si è scelto di dare ai buyer esteri maggiore libertà di esplorazione all’interno della fiera, dove potranno muoversi liberamente, scoprire nuovi brand e instaurare connessioni in modo naturale, senza un’agenda di appuntamenti prefissata.

I Roma Bar Show Awards

Tra le grandi conferme, oltre al ricco palinsesto di masterclass, seminari, talk, degustazioni ed esperienze, la nuova edizione, la terza, dei Roma Bar Show Awards, il riconoscimento nato per valorizzare leccellenza italiana nel mondo bar. Sette le categorie che verranno premiate: Best Italian Cocktail Bar, Best Italian Bartender, Best Italian New Cocktail Bar, Best Italian Hotel Bar, Best Italian Food Program, Best Social Media Presence e la novità di quest’anno, Best Caffè & Bar Storici. A questi si aggiunge, l’atteso Premio alla Carriera, che vedrà sul palco uno storico volto dell’industria, in un simbolico passaggio del testimone.

Un’occasione per celebrare la maestria e offrire un’opportunità di visibilità ai bar e ai bartender più talentuosi dItalia, con i primi tre classificati di ogni categoria che prenderanno parte alla finalissima che si terrà lunedì 26 maggio sul palco dell’Auditorium del Palazzo dei Congressi.

Per candidarsi al concorso gratuito c’è ancora tempo fino all’11 aprile (ore 23.59), compilando l’apposito form sul sito di Roma Bar Show.

I Roma Bar Show Awards rappresentano un altro punto fermo dell’impegno della manifestazione nella promozione e nel sostegno all’internazionalizzazione delle nostre eccellenze. Come con la partecipazione all’India Cocktail Week, tra le maggiori fiere a livello mondiale,  che tra dicembre e febbraio ha visto coinvolti tre dei vincitori della scorsa edizione. Protagonista della prima tappa è stato Andrea Arcaini, che ha portato tutto lo stile del Rita & Cocktails di Milano (Best Cocktail Bar Awards 2024) a Mumbai. Nella seconda, Dario Tortorella de L’Antiquario di Napoli (Best Bartender Awards 2024) ha conquistato la città di Bangalore, per chiudere con la tappa di New Dehli con protagonista il Nite Kong di Roma (Best New Cocktail Bar Awards 2024).

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Il mercato delle acque investe su sostenibilità e design delle bottiglie
Fortuna, vicepresidente Mineracque: «Dopo un anno record per l’export, le aziende delle acque minerali guardano al mercato interno e al fuoricasa»

«Il 2025 sembra essere partito un po’ lento, ma siamo fiduciosi, anche perché vediamo che i consumi nel fuoricasa stanno andando bene». Parole di Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, la federazione che raggruppa le aziende dell’industria delle acque minerali made in Italy. Oltre 80 aziende che gestiscono circa 130 stabilimenti di produzione, imbottigliando 230 marche diverse, presenti in tutte le regioni italiane. «Il settore delle acque minerali in Italia si conferma solido, con una crescita sia in volume che in valore nel 2024, nonostante un mercato già maturo e consolidato. Il dato del +1,7% nei volumi e del +2,8% in valore è particolarmente significativo se si considera che il prezzo dell’acqua minerale in Italia è il più basso in Europa», commenta Fortuna.

Il mercato delle acque minerali in Italia ha due facce: per metà vede un’alta concentrazione, con quattro grandi gruppi produttivi che rappresentano il 49,8% del totale dei volumi (San Benedetto, Sanpellegrino, Sant’Anna e Ferrarelle), l’altra metà è costituita da una presenza territoriale variegata, con oltre 200 marche regionali e locali, alcune delle quali hanno una posizione di leadership nelle aree geografiche di appartenenza. Un mercato che Fortuna definisce “democratico”: «Il consumatore può scegliere l’acqua minerale in base alla tipologia di confezione, alla sua origine, alle caratteristiche chimico-fisiche che preferisce e al prezzo più in linea alla propria capacità di spesa».

Sul mercato delle acque minerali, il canale horeca impatta per il 16% del mercato, con formati piccoli, come la bottiglia da mezzo litro, che si classificato come best-seller del mondo bar. «Sono cruciali, perché rispondono a una necessità di consumo “on the go”. Un formato di punta per le nostre aziende – chiarisce Fortuna -. Sui formati più piccoli c’è grande innovazione con esperimenti come la lattina, ad esempio, il cui successo in termini di sostenibilità è però ancora tutto da verificare». Sulla ricerca tecnologica sui contenitori le aziende del mercato delle acque stanno puntando moltissimo: «L’ecodesign ci ha permesso una riduzione significativa del peso delle bottiglie in Pet. Inoltre, siamo in prima linea nell’adattamento alle normative comunitarie, come quella relativa al tappo attaccato alla bottiglia, che ha comportato un sensibile aumento degli investimenti per la modifica degli impianti da parte di tutte le aziende del settore».

Poi c’è anche l’aspetto estetico: le aziende del mercato delle acque minerali investono sempre di più anche sull’appeal delle bottiglie, sia in vetro che in Pet. In quest’ultimo caso proponendo anche formati appositamente studiati per il canale horeca. «Il mercato dei pubblici esercizi è molto importante per il settore, anche dal punto di vista dell’immagine», commenta Fortuna. Che rileva, tuttavia, un tema molto caro a Mineracque: quello delle acque potabili microfiltrate o osmotizzate somministrate nei pubblici esercizi. «II trattamento dell’acqua potabile, se troppo spinto, può compromettere la presenza naturale di oligoelementi, mettendo a rischio i requisiti di potabilità – spiega Fortuna -. A questo si aggiunge il problema delle acque trattate servite già imbottigliate ai tavoli, spesso senza che il ristoratore possieda una licenza per l’imbottigliamento. Riteniamo che i pubblici esercizi debbano cominciare a considerare l’acqua minerale imbottigliata e made in Italy come una scelta qualitativa, così come avviene all’estero».

Il successo dell’acqua minerale Made in Italy è confermato anche dai risultati ottenuti sui mercati esteri. «Nel 2024 – conclude il numero due di Mineracqua – l’export delle acque minerali italiane ha registrato numeri da record, con un +28,5% e ricavi per 1,4 miliardi di euro. I principali Paesi di riferimento sono Usa, Francia, Germania e Regno Unito. Per un outlook del 2025, però, sarà necessario attendere l’evoluzione della situazione legata ai dazi americani».

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Strucchi x Cassina Café, il nuovo bar confetto nel centro di Milano
Il nuovo progetto firmato da Paolo Dalla Mora, imprenditore del mondo spirits, in collaborazione con Cassina, icona mondiale del design made in Italy

Nel cuore pulsante di Milano, a pochi passi da San Babila, ha aperto Strucchi x Cassina Café, nuovo progetto firmato da Paolo Dalla Mora, imprenditore del mondo spirits, in collaborazione con Cassina, icona mondiale del design made in Italy. Ma non chiamatelo pop-up: questo non è un bar temporaneo, è un’idea permanente. Un po’ come i tatuaggi, solo che qui il rischio più grande è diventare dipendenti da toast, vermouth, brioche e battute al coltello. Un luogo pensato per accogliere i milanesi, i turisti e gli amanti del bello dalla colazione all’aperitivo, dalla mattina presto alle 21.

L’idea nasce da un’intuizione precisa: creare uno spazio che parli la lingua del gusto e del design, offrendo un’esperienza completa e coerente, in perfetto equilibrio tra forma e sostanza. «Abbiamo chiuso l’accordo con Cassina in un mese – racconta Dalla Mora – avevamo una bellissima scadenza, quella del Salone del Mobile. E quando c’è una deadline di soli pochi giorni, è più facile rispettarla». D’altronde, l’adrenalina della Design Week è come la caffeina: può farti fibrillare o renderti geniale. Qui ha fatto la seconda. «Bisogna fare le cose velocemente. Che cos’è il genio? Astuzia, furbizia e velocità di esecuzione, diceva Mario Monicelli in Amici Miei», sottolinea Dalla Mora con un sorriso.

Strucchi x Cassina Café si trova accanto allo showroom Cassina di via Durini, nel cuore del Design District. L’ambiente è sofisticato, elegante, firmato dagli architetti Cassina, con un layout pensato per essere funzionale tanto quanto bello. «Non volevo un bar classico, volevo un bar confetto – spiega Dalla Mora – e chi meglio di Cassina poteva tradurre questa idea in realtà?». Il risultato è uno spazio curato, accogliente, con 26 coperti tra interno e l’ampio dehors trasformato in un’oasi urbana.

A dare il benvenuto Strucchi x Cassina Café c’è uno staff di nove persone, formato con cura per rispecchiare lo stile del locale. Alla guida del bar troviamo Leonardo Todisco, bartender di razza e anima liquida del progetto, affiancato da giovani talenti selezionati personalmente da Dalla Mora. La parte della caffetteria, realizzata in collaborazione con 1895 Coffee Designers by Lavazza, ha personale formato presso l’Atelier di Torino.

Il progetto abbraccia l’intera giornata. Dalla colazione con le brioche fresche di Adriano Del Mastro, farcite seduta stante (gianduia, crema, marmellata di Colzani) ed il suo pane fino al pranzo light con toast gourmet – dal classico al vegetariano – e tartare selezionate. «Per me la colazione è importante quanto l’aperitivo – spiega Dalla Mora – e lo stesso vale per il pranzo. Se oggi vuoi vendere un aperitivo, devi vendere anche tutto il resto, dal caffè al toast». Anche se ogni tanto entra qualcuno che chiede un cappuccino all’ora di pranzo. Ma va bene così: il bar è il regno della democrazia applicata.

Nel menu non mancano Rosso di Melo, Bell’Astoria, Gari Baldo, White Sbagliato e altri signature drink da Fuori Salone firmati Strucchi, brand di Vermouth e Bitter fondato da Dalla Mora, con un’attenzione particolare al momento dell’aperitivo: L’Ora del Vermouth è l’appuntamento clou. «L’aperitivo deve essere un momento completo, in cui il bere si accompagna al mangiare bene. E per me, da buon friulano, l’aperitivo inizia tra le undici e mezza e mezzogiorno e mezzo. Quindi di aperitivi ne facciamo sempre due al giorno».

I prezzi di Strucchi x Cassina Café sono accessibili ma in linea con l’identità premium del locale: il caffè espresso parte da 1,50 euro, mentre i cappuccini Lavazza 1895 sono venduti a 2,50 euro. I cocktail firmati partono da 12 euro, con una selezione di vermouth Strucchi in purezza serviti on the rocks a 8 euro, per valorizzare il prodotto della casa. I toast gourmet vanno dai 9 ai 14 euro, a seconda degli ingredienti, mentre le tartare firmate dal fine dining restaurant Campamac di Barbaresco si aggirano sui 18 euro.

Il locale si propone anche come piattaforma di brand activation e ospiterà eventi, incontri e guest bartending coinvolgendo anche alcuni amici del brand Strucchi . L’obiettivo? Trasformare il café in una vetrina per il buon bere e il design. «Mi rivolgo a chi cerca qualcosa di più sofisticato – aggiunge – a chi ama bere bene, mangiare bene e farlo in un contesto bello. Il target è trasversale, ma accomunato da una sensibilità estetica e gustativa». E Milano pare sia solo l’inizio. Il progetto Strucchi x Cassina Café è concepito come un format replicabile, un all day bar elegante e funzionale da esportare nei 50 store Cassina nel mondo. «Se funziona qui, perché non a Parigi, Londra o Tokyo? Questo bar non è un punto di arrivo, ma un nuovo inizio».

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Randagi: il nuovo bancone di Carmine Angelone e soci è un inno allo street bar
Dalle ceneri del DopoTeatro, nasce a Napoli il progetto Randagi, uno street bar con focus su musica e street art, che vuole rimettere al centro il bancone

“Home Street Home”, si legge sulla parete accanto al bancone di Randagi, il nuovo locale a Napoli di Carmine Angelone (co-fondatore de La Fesseria), Luigia Frezza e Federica Mazzei ( del Pepi Vintage Room, storico cocktail bar napoletano), ed Elio Esposito, già socio di Angelone. Nuovo ma non del tutto: aperto a dicembre del 2024, il locale nasce dalle ceneri del DopoTeatro, un bar già di proprietà di Angelone ed Esposito. «Ero co-titolare e con i miei ex-soci e si pensava di chiuderlo. Tuttavia, io ed Elio abbiamo deciso di rilevarlo, per lanciare un nuovo progetto con Luigia e Federica, con le quali abbiamo un lungo rapporto di amicizia».

Il concept è quello di uno street bar a tutto tondo, da vivere come se fosse il prolungamento della strada. «È un locale – racconta Angelone – pensato per le persone che amano veramente vivere la notte, la strada, insomma, per randagi appunto, da qui, quindi il nome. L’esigenza era quella di rivoluzionare quello che è stato il bar napoletano negli ultimi 3-4 anni, ovvero con numerose bottiglie esposte su scaffali, più orientato al prodotto. Vogliamo ritornare a un bar che sia luogo di incontro fra il bartender e le persone. Un posto di intrattenimento, con musica, dj set e live, tutto improntato sulla street art napoletana».
Sviluppato su 90 metri quadri con 30 sedute disponibili, un divano sistemato all’esterno e con pareti che ospitano opere di giovani artisti emergenti napoletani che variano ogni mese, Randagi propone una miscelazione semplice, con l’intenzione di offrire anche cocktail alla spina. «La miscelazione è molto essenziale, abbiamo introdotto anche qualche draft cocktail, per il momento tre, ma l’intenzione è quella di ampliare le proposte. Crediamo che questo tipo di offerta possa rappresentare il futuro, non prossimo, di Napoli».  Attualmente i drink spillati sono un Campari Seltz, Aperol Spritz e Espresso Seltz (4 euro l’uno). Quest’ultimo è una versione briosa dell’Espresso Martini, con liquore al caffè, caffè espresso e vodka, frizzante poiché carbonato con Co2.
Randagi è un locale in evoluzione. Fra le idee in cantiere, quella di allestire un grande schermo dietro al bancone in cui verrà esposto il menu (al momento non c’è una drink list) e realizzare un servizio da asporto dove verranno proposti cocktail in lattina. Mentre i primi signature cocktail (venduti a 10 euro) cominciano a prendere forma, per ora si ascoltano le richieste del pubblico. «Facciamo molti Negroni e molti classici – spiega Angelone -, mentre per le birre abbiamo una collaborazione il Vetra beer, una birrificio artigianale milanese».
Fra le proposte della casa che troviamo ‘a Zoccola, con cordiale ai lamponi e ibisco, lime, tequila bianca e splatter, soda al pompelmo rosa e bordatura di sale al lampone e ibisco, ‘a Mucia (mangiatore di manzi, ndr) con menta selvatica, aperol, violetta, limone e bordatura di cristalli di viola e ‘o Muschill con gin (Plymouth) vermouth lillet blanc, guarnito con cipollina al vermouth Carpano classico. Aperto tutti i giorni dalle 18 alle 21 viene anche offerta gratuitamente la tipica “marénna” (merenda, ndr) napoletana: piccole rosette farcite con salsiccia e friarielli, mortadella o peperoni.

 

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Lemonier, l’aperitivo mediterraneo di Caffo
lemonier ambientato copia MC
In distribuzione da questo mese, il nuovo nato del gruppo calabrese è un aperitivo al limone ed erbe mediterranee, ispirato a una storica ricetta Bisleri. Pensato per la miscelazione, è ideale per reinventare lo Spritz

Ha il tocco vibrante dei limoni di Calabria l’aperitivo di casa Caffo. A questa occasione di consumo, quella a maggior tasso di crescita del mercato del fuoricasa, il gruppo calabrese, che quest’anno festeggia i suoi 110 anni di storia, ha dedicato la sua nuova creazione. Si chiama Lemonier ed è un aperitivo mediterraneo (alc 14,9% in vol) di colore giallo, ottimo anche per la mixology, che va a intercettare diversi target, dalle giovani generazioni ai meno giovani, e che sposa il trend del bere bene e a minore gradazione.

Tutta naturale la sua ricetta a base di poche e selezionate materie prime di alta qualità, lavorate artigianalmente: scorze fresche di limoni calabresi, menta, salvia, alloro, assenzio e basilico. Una ricetta che viene da lontano e oggetto da parte dei maestri distillatori della distilleria Caffo di un accurato lavoro di recupero e rilancio. Lemonier è stato infatti ideato negli anni Settanta, come base per cocktail, dalla storica azienda F.Bisleri & C., famosa all’epoca in tutto il mondo per il Ferro China Bisleri, e acquisita da Gruppo caffo 1915 nel 2020 (leggi Ferro China Bisleri ritorna in mani italiane). Il prodotto conobbe un buon successo soprattutto nel mercato Usa, anche grazie alla collaborazione con William Grant & Sons. A distanza di decenni, il gruppo calabrese ne ha rinnovato la formula, aggiornandola ai gusti contemporanei, ma preservandone l’autenticità.

Ideale per lo Spritz

Dall’incontro delle essenze mediterranee che compongono la ricetta prende vita un prodotto dal bouquet aromatico equilibrato e di grande freschezza e vivacità. Caratteristiche che ne fanno un ingrediente ideale per la miscelazione, in particolare per la preparazione del Lemonier Spritz, signature della casa, da realizzare miscelando due parti di Lemonier con tre parti di Prosecco doc e una parte di soda, decorando il drink con una fettina di limone. Il risultato è uno Spritz fresco, leggero, dissetante, perfetto come aperitivo, ma anche per essere servito in qualsiasi momento della giornata.

Una bottiglia “solare”

In distribuzione da questo mese, Lemonier si presenta in una bottiglia (70 cl) dal design moderno, con le sue linee slanciate, e “solare”, che vuole essere un emblema del carattere mediterraneo del prodotto. Il vetro lavorato evoca infatti i raggi del sole e le onde del mare, mentre i rilievi verticali e l’incisione a rilievo del marchio Caffo aggiungono un tocco elegante. A impreziosire il pack un’etichetta dai toni azzurri e giallo, con al centro gli ingredienti del prodotto, che ancora una volta va a richiamare l’immaginario mediterraneo.

Una bottiglia che, annuncia la casa, sarà il filo rosso che guiderà il restyling dei suoi grandi classici e delle nuove proposte, per raccontare, appunto, l’identità mediterranea delle specialità Caffo.

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Appuntamento a maggio con Mixology Experience
Mixology Experience 2025
Dal 5 all’8 maggio, all’interno di Tuttofood a Fiera Milano Rho, si rinnova l’appuntamento con l’evento di riferimento per la bar industry. Ad attendere i professionisti oltre 300 espositori, un ricco programma di incontri e seminari, grandi ospiti e la seconda edizione degli Awards

Manca meno di un mese all’edizione 2025 di Mixology Experience. L’evento di riferimento per il mondo del beverage e dei cocktail bar andrà in scena dal 5 all’8 maggio a Fiera Milano Rho, all’interno di Tuttofood, la fiera internazionale dedicata al settore agroalimentare. Fiera della quale Mixology Experience sarà il cuore pulsante dell’area dedicata al settore beverage, occupando l’intero padiglione 14.

Una sinergia, quella con Tuttofood, che inserisce Mixology Experience nel contesto del più esteso buyers program italiano dedicato al food & beverage, con oltre 3.000 buyer internazionali attesi provenienti, non solo dall’Europa, ma anche da mercati strategici come Medio Oriente, Estremo Oriente e Sud-Est Asiatico. Una piattaforma perfetta per generare business, scouting e networking a livello globale.

Oltre 300 gli espositori che saranno presenti nel padiglione 14, ma l’elenco è in costante aggiornamento, tra marchi iconici, distillerie artigianali e piccoli produttori, che offriranno un’ampia panoramica su quanto di meglio offre il mercato, dai distillati, liquori, amari, bitter, vermouth e aperitivi ai soft drink, dagli sciroppi alle soluzioni per i mocktail, dai ready to drink alla birra, dalle bollicine alle acque minerali, dal caffè alle tecnologie e attrezzature per bar e hotel. Ma la sezione beverage sarà anche la vetrina di anticipazioni esclusive sull’edizione 2026 della manifestazione, l’anno delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, che proietterà l’evento verso una dimensione sempre più internazionale.

Alta formazione con i big internazionali della bar industry

Molto ricco, come di consueto, si annuncia il palinsesto formativo, con seminari, workshop e incontri di approfondimento su diverse tematiche di attualità, con protagonisti personalità di primo piano della mixology e della bar industry nazionale e internazionale.

Si parlerà infatti di bar del futuro, sia sotto l’aspetto delle tecnologie che stanno mutando il panorama dei locali sia dell’evoluzione del settore, di caffè e miscelazione, senza trascurare il trend, che va sempre più consolidandosi, del no e low alcohol. Altre tematiche oggetto di riflessione saranno il legame tra spirit e turismo, la socialità e l’inclusività nel mondo del lavoro e il rapporto tra il comparto beverage nel suo complesso e l’agroalimentare.

Tra i grandi ospiti che si alterneranno sul palco del Main Stage e dell’Arena ci saranno Marian Beke, titolare del The Gibson Bar di Berlino, Daniele Dalla Pola, uno dei massimi esperti della cultura tiki, Marie King, beverage director al 23 Restaurant Services (Don the Beachcomber & Morgan’s Cove), Adam Rains, direttore del The Golden Tiki di Las Vegas, Agostino Perrone e Giorgio Bargiani, rispettivamente, director of mixology e head mixologist a The Connaught Hotel di Londra.

Ma non solo, perché accanto ai seminari il palinsesto prevede un altrettanto ricco calendario di workshop tecnici, laboratori e sessioni di tasting.

I premi all’eccellenza beverage

Altro pezzo forte di Mixology Experience gli Awards, i riconoscimenti dedicati a tre categorie di spirit, di tradizione prevalentemente italiana, Grappa, Vermouth e Amaro. Un vero e proprio concorso per i produttori nazionali e internazionali i cui prodotti saranno giudicati da una giuria di esperti del settore che premierà le migliori creazioni.

Diversi i riconoscimenti che saranno assegnati per ogni tipologia di prodotto. Per gli Amaro Awards le categorie premiate saranno: Best amaro, Best amaro marittimo, Best amaro di montagna, Best idea/concept, Best packaging. Per i Grappa Experience Awards saranno: Best grappa giovane, Best grappa invecchiata, Best grappa riserva, Best innovation, Best idea/concept, Best packaging. Per i  Vermouth Awards: Best vermouth rosso, Best vermouth bianco, Best vermouth dry, Best idea/concept, Best packaging.

La Mixology Week

Anche quest’anno Mixology Experience sarà anticipata e accompagnata dalla Mixology Week, parte della Tuttofood Week by Mondadori. Gli appuntamenti prenderanno il via sabato 3 maggio per concludersi nella serata di giovedì 8 maggio e coinvolgeranno alcune delle migliori realtà milanesi del fuoricasa, tra cocktail bar, ristoranti, rooftop e bar d’hotel.

Come partecipare a Mixology Experience

Mixology Experience va in scena da lunedì 5 a giovedì 8 maggio (dalle ore 10 alle 18, giovedì chiusura ore 17) nel padiglione 14 di Tuttofood Milano a Fiera Milano Rho. Il costo del biglietto giornaliero è di 80 euro e dell’abbonamento per tutti e quattro i giorni è di 120 euro, ma sul sito della manifestazione si possono acquistare a prezzo agevolato, rispettivamente pari a 30 e 80 euro.

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Nicolas Di Maria è il vincitore del concorso Reverso Martini
Reverso Martini NicolasDiMaria_HeadMixologist_del Caffè Paszkowski
L’head mixologist del Caffè Paszkowski di Firenze, si aggiudica la prima edizione del concorso, svoltosi nell’ambito della Florence Cocktail Week, e che ha sfidato i bartender a fornire la loro interpretazione del re dei cocktail mettendo al centro l’oliva taggiasca

È Nicolas Di Maria, head mixologist del Caffè Paszkowski di Firenze, il vincitore di Reverso Martini, cocktail contest organizzato da Gintastico con la collaborazione del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia nell’ambito della Florence Cocktail Week, la settimana dedicata ll’alta miscelazione in svolgimento nella città sull’Arno (leggi Alla Florence Cocktail Week il 2025 è l’anno del wellness al bancone).

Un concorso ad alto tasso di creatività con al centro proprio lui, il re dei cocktail il Martini Cocktail. Compito dei bartender quello di fornirne un’interpretazione innovativa, con una ulteriore particolarità: mettere al centro dell’attenzione l’oliva, trasformandola da semplice elemento decorativo a protagonista assoluta del drink. Non un’oliva qualsiasi, ma la taggiasca, cultivar tipico del Ponente ligure e materia prima con la quale il Frantoio di proprietà della famiglia Mela dal 1827 produce il suo extra vergine.

Obiettivo del concorso è infatti dimostrare il ruolo di primo piano che l’oliva può giocare nella mixology contemporanea, come ingrediente intorno al quale creare l’esperienza sensoriale del drink e per farlo si è scelto il cocktail emblema della miscelazione stessa.

9 bartendr in gara

A cimentarsi nella sfida, all’interno della suggestiva Sina Villa Medici, nove bartender di altrettanti indirizzi di punta della scena mixology fiorentina. Oltre al vincitore, erano in gara: Enea Pappalardo del Caffè Gilli, Italo Domenico Mercurio de La Ménagère, Francesco Di Palma del Giacosa 1815, Lapo Bandinelli del Drinx by Il Gusto di Xinge, Diego Assirelli del Bar Berni (Four Season Hotel Firenze), Lionel Guevara del Sevi Prato, Robin MacLeod del Rasputin Secret Cocktail Bar e Michael Collovigh del Gucci Giardino.

A giudicare le loro creazioni, tenendo conto di criteri quali bilanciamento, tecnica, creatività e presentazione, una giuria composta da Serena Mela del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia, Chiara Beretta di Finespirits Italia, Alfredo Del Bene di Food Clube e lo chef Niccolò Palumbo del Ristorante Paca di Prato.

A spuntarla in questa prima edizione di Reverso Martini è stato Di Maris con il suo Game, set, match… oliva, a base di Orange Bitter, Havana 3, Veritas, battuto di origano, sedano, finocchietto, peperoncino, aglio e Taggiasca in salamoia. La sua interpretazione ha colpito la giuria perché ha saputo cogliere in pieno lo spirito della sfida, fondendo tecnica, innovazione e gusto e offrendo un’esperienza inedita, che conquista per l’armonia dei sapori, l’originalità e per il richiamo alle note olfattive e di gusto tipiche della taggiasca.

Taggiasche protagoniste nei drink. E nel gelato

La giornata all’insegna del matrimonio creativo tra oliva e miscelazione si è conclusa al rooftop bar di The Social Hub Firenze Lavagnini, dove Eda Akman e Niccolò Mazzucchelli, bartender del Gramm Café Milano hanno presentato cocktail sperimentali a base di olio extravergine d’oliva e olive taggiasche.

Tra le proposte della serata, Dirty Martini, con salamoia di olive taggiasche, il Sant’Agata Sour, preparato con gin, succo di lime, olio extravergine d’oliva Cuvée e guarnito con olive taggiasche candite, e Peperoni, a base di bitter Luxardo al peperone, olio extravergine d’oliva La Cuvèe e olive taggiasche essiccate.

A omaggiare la taggiasca nel Martini Cocktail anche lo chef Marco Stabile, del ristorante fiorentino Ora d’Aria, che per tutta la durata della Florence Week proporrà al Rooftop Bar Disopra, un gelato alla crema al Martini con olive taggiasche sott’olio.

 

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