Rivoluzione digitale davanti e dietro al bancone: arrivano i robot camerieri
robot camerieri Mars
I locali diventano sempre più tecnologici e al loro interno conquistano spazio i robot camerieri, apprezzati da gestori e clienti perché rendono il servizio più efficiente e veloce, evitando errori e facendo risparmiare tempo e costi. Tra questi il più innovativo è Mars, il delivery robot che fa parte della famiglia dei Roboost, marchio di Alascom

Migliorano il servizio, attirano nuovi clienti curiosi, fanno risparmiare. Stiamo parlando dei robot camerieri che sempre di più sono presenti in pub, lounge bar, vinerie, birrerie, disco bar etc. Si tratta di dispositivi versatili che, grazie a sistemi di navigazione autonoma e vassoi intelligenti, vengono impiegati da molti esercenti del settore per supportare il personale per velocizzare e ottimizzare i servizi più ripetitivi, come la consegna di bibite ai tavoli o il ritiro delle stoviglie sporche, consentendo allo staff di concentrarsi sui clienti e i loro bisogni.

Una tendenza che arriva da lontano. I robot per la consegna del cibo sono, infatti, estremamente popolari in America, in Cina e in Giappone. La robotica nel mondo dell’hospitality è una realtà in continua evoluzione. Secondo il report di WorldRobotics 2024, la crescita dell’utilizzo di robot di servizio all’interno del settore nel mondo è stata pari al 31% rispetto all’anno precedente. Si stima, inoltre, che l’aumento medio ogni anno sarà del 26% entro il 2028.

Efficienza, esperienza, competitività

I bar del futuro stanno sempre più prendendo piede. Secondo la ricerca Robotics in hospitality 2024 i principali fattori che incentivano l’adozione dei robot in questo settore sono il miglioramento dell’efficienza (31%), quello dell’esperienza del cliente (26%) e la ricerca di innovazione e competitività (21%).

Sono innegabili, infatti, i vantaggi che apportano sia davanti che dietro il bancone. Utilizzare un robot significa fornire ai clienti un servizio più veloce e affidabile, anche durante i picchi di lavoro, con meno errori e senza necessità di personale aggiuntivo. L’aumento della produttività nei bar si traduce, inoltre, in un notevole risparmio dei costi associati ai possibili errori di servizio.

Un altro aspetto molto importante da sottolineare è che l’impiego dei robot di servizio all’interno dei locali offre un’esperienza futuristica e coinvolgente, che li distingue dalla concorrenza, attirando clienti curiosi e attenti all’innovazione.

Mars, il delivery robot all’avanguardia

Tra le soluzioni più avanzate presenti sul mercato italiano per efficientare il lavoro in bar e locali troviamo la famiglia di Roboost, in particolare con il robot Mars. Si tratta di un delivery robot che combina tecnologia all’avanguardia con intelligenza integrata e che ha la possibilità di integrare software esterni che consentono di inserire sullo schermo led frontale applicazioni di prenotazione e di pagamento, menù o comunicazioni promozionali.

Mars è uno degli ultimi prodotti di casa Alascom che da anni affianca le aziende italiane nella transizione tecnologica. Roboost, l’innovativo marchio di cui Mars fa parte, infatti, nasce come estensione del know-how consolidato dell’azienda, pioniera nella robotica industriale e nella progettazione di soluzioni integrate.

L’utilizzo dei robot consente agli esercenti di rimanere attrattivi e competitivi in un mercato sempre più tecnologico e maturo. Grazie a queste innovazioni, bar, pub e lounge bar possono offrire un servizio più efficiente, sicuro e moderno, elevandolo a nuovi standard di eccellenza.

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Cinque nuovi prodotti per la primavera di Orogel
Dalle proteine vegetali al gluten free: le novità del canale food service di Orogel, pensate per aiutare i locali a implementare la proposta in poche mosse

Le novità di primavera di Orogel sono cinque nuove referenze pensate per il canale food service, che mirano a rendere più semplice la vita dei locali, andando incontro ai trend e alle richieste del pubblico, dalle proteine vegetali al gluten free. Prodotti ad alto contenuto di servizio, basi di qualità, che nella maggior parte dei casi possono essere servite così come sono, dopo un semplice passaggio per la cottura, ma che lasciano spazio per la personalizzazione, in modo da ottenere in modo veloce sempre nuove proposte da inserire nei menu della pausa pranzo o dell’aperitivo.

Iniziamo la rassegna dai due prodotti vegani, proteici e gluten free. Il Burger Proteico Melanzane e Menta e le Polpettine Proteiche al pomodoro contengono rispettivamente 13 g e 14 g su 100 g di proteine derivate dai piselli. Se la croccantezza delle polpettine le rende la soluzione ideale come snack e aperitivo, magari da abbinare semplicemente a una salsa golosa,  ma sono anche un ottimo secondo piatto veg per una pausa pranzo gustosa. Il Burger Proteico Melanzane e Menta è un prodotto decisamente versatile, che si può presentare al piatto, così come in un panino, da solo o a strati con altri condimenti. Si prepara in 8 minuti nel forno ventilato o in 12 minuti nella friggitrice ad aria, il burger appena lanciato è pensato per rispondere alle esigenze gluten free, vegan e plant based.

Salvatempo e antispreco sono anche le Patate Pastellate al Rosmarino e il Tris di Verdure in Tempura: risparmiano il tempo (e gli infiniti scarti) della pulizia e del taglio delle verdure, evitando alle cucine dei locali tutti i problemi connessi alla preparazione della frittura espressa. Entrambi i prodotti possono essere cotti in precedenza e semplicemente scaldati al momento del servizio, vantaggio utilissimo per le tavole calde. Sono contorni golosi, che si prestano bene per la pausa pranzo, magari in abbinamento a secondi piatti di carne bianca o pesce. Le Patate Pastellate al Rosmarino, in particolare, sono bastoncini di patate avvolti da una pastella senza uovo, con il rosmarino tritato, che conferisce uno stuzzicante sapore aromatico. Perfette da servire come contorno, ma anche da proporre come saporito appetizer, magari in abbinamento alle più classiche salse che funzionano con le patatine fritte, ma anche a qualcosa di più creativo.

Il Tris di Verdure in Tempura, invece, è composto da patate, carote e zucchine, tre ortaggi che piacciono a tutti e che formano un croccante tricolore vegetale. Servita da sola, questa croccante verdura è un perfetto appetizer per l’ora dell’aperitivo, volendo in accompagnamento con salse d’ispirazione orientale, agrodolci e piccantine, che si accordano perfettamente all’ispirazione originaria di questo piatto di origine giapponese.

Last but not least, le Melanzane a Fette Prefritte sono il jolly in cucina per preparare una Parmigiana a regola d’arte o ricette creative in cui le melanzane possano essere protagoniste. Riducono in modo sensibile i tempi di preparazione di piatti apparentemente complessi e consentono di destagionalizzare un prodotto tipicamente estivo come le melanzane. Il fatto che siano fritte e surgelate in Iqf (Individually Quick Frozen) è un ulteriore accorgimento, che garantisce che le fette di melanzane si separino facilmente e possano essere utilizzate singolarmente senza essere decongelate.

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Undici progetti green per la finale globale della Torres Brandy Zero Challenge
Torres Brandy Zero Challenge finalisti 2024
Va in scena a Barcellona dal 25 al 27 marzo la finalissima del concorso targato Torres Brandy, che promuove la sostenibilità nel settore hospitality. In gara 11 professionisti da altrettanti Paesi del mondo con i progetti a basso impatto ideati per i loro locali. Per l’Italia ci sarà Giovanni Onori, dell’Hotel Bulgari di Roma. Al vincitore 30.000 euro per realizzare la sua iniziativa

È stata definita la rosa degli 11 finalisti che si contenderanno la vittoria nella finale globale della Torres Brandy Zero Challenge, la competizione internazionale dedicata alla sostenibilità nel mondo dell’ospitalità.

Giunto alla terza edizione e organizzato da Torres Brandy, il marchio catalano di brandy fondato nel 1928 da Juan Torres Casals, il concorso sfida i professionisti del fuoricasa a ideare progetti innovativi in ambito della sostenibilità, con l’obiettivo di promuovere e celebrare l’impegno ambientale nel settore. Progetti che affrontino le sfide socio-ambientali dei nostri tempi e che abbiano un impatto misurabile in termini di riduzione delle emissioni di CO2 o di rifiuti, riciclo di materiali o di inclusione sociale.

In questa edizione 2025 il concorso ha ampliato i suoi confini, sia in termini geografici, sono 11 i Paesi coinvolti di tre continenti (Spagna, Italia, Regno Unito, Romania, Finlandia, Norvegia, Usa, Messico, Canada, Cina e Corea del Sud), sia di tipologie di attività: se nelle prime due edizioni era aperto solo ai professionisti di bar e cocktail bar, ora vi partecipano anche i team dei ristoranti.

Dopo la fase nazionale, la Torres Brandy Zero Challenge ora si avvicina al suo ultimo atto, la finale globale, che andrà in scena a Barcellona dal 25 al 27 marzo, con i campioni di ogni Paese che presenteranno i loro progetti sostenibili a una giuria di esperti internazionali che decreterà il vincitore assoluto. Giuria della quale fanno parte, tra gli altri, l’architetta Glòria Font Basté, il consulente per la sostenibilità Jose Luis Gallego, Christian Visalli, managing director Spirits Global di Torres Brandy, e il bartender messicano Alberto del Toro, vincitore della scorsa edizione della competizione.

I progetti in lizza per la vittoria

In gara a rappresentare l’Italia ci sarà Giovanni Onori, bar supervisor dell’Hotel Bulgari di Roma, con la sua proposta articolata su quattro punti: il riciclo dei rifiuti organici della cucina e del bar in compost da utilizzare come fertilizzante; il riciclo di tovaglie e sottobicchieri per trasformarli in coperte per Save the Children e per le strutture per i senzatetto; l’installazione di impianti fotovoltaici sulle terrazze dei bar dell’hotel; la coltivazione erbe aromatiche da impiegare nell’attività dei bar e della cucina del Bulgari.

Altrettanto virtuosi i progetti degli altri finalisti. Chris Tanner (Regno Unito), fondatore del Dram Bar e del Câv a Londra, punta a collaborare con realtà all’avanguardia nel campo dei biomateriali per introdurre nel settore dell’ospitalità il PHA, una bioplastica che si trasforma in compost in sei mesi senza lasciare nell’ambiente residui tossici.

Il mixologist e consulente Lauren Pellecchia (Usa) con l’iniziativa Why trash when you can smash? punta invece sul riciclo del vetro e il suo riutilizzo in ambiti come il drenaggio, il giardinaggio e in applicazioni creative per la comunità di Loveland, in Ohio.

Cuore del progetto di Lacey-Jane Roberts (Canada), head bartender del Published on Main di Vancouver, è un programma di formazione sulle buone pratiche eco-compatibili dedicato ai bartender per ridurre la quantità di rifiuti generati nei locali.

Gerardo Vázquez Lugo (Messico) del Nicos di Città del Messico intende estendere entro la fine del 2025 a tutte le realtà dell’hospitality della città l’iniziativa che ha già avviato per trasformare i rifiuti alimentari in compost per l’agricoltura, che finora ha permesso il riciclo di 2.600 kg di rifiuti all’anno, e a per evitare gli sprechi di acqua.

Al recupero dei rifiuti alimentari guarda anche il progetto di Ángel Pérez (Spagna) del gruppo di ristoranti spagnolo El Pòsit, che prevede la costruzione di un sistema di compostaggio per trasformare i rifiuti organici della cucina in fertilizzante per i vigneti e gli uliveti dello stesso gruppo.

L’iniziativa di Adrian Epure (Romania), proprietario e bartender del Bindu Bistro, locale vegetariano e vegano di Iaşi, mira a dare una seconda vita ai fondi di caffè, facendone un ingrediente per biomateriali con i quali realizzare prodotti ecocompatibili come tazze e piatti, o da sfruttare come biocarburanti, fertilizzante per l’agricoltura o nel campo dei cosmetiici.

Mika Ammunét (Finlandia), proprietario del Bar Mate di Helsinki, ha lanciato Mate Hospitality, un framework progettato per favorire una cultura del lavoro più dinamica e incentrata sulle persone nel settore dell’ospitalità. L’iniziativa mira a migliorare i sistemi operativi, consentendo ai dipendenti di prosperare e garantendo che l’azienda si adatti alle esigenze in evoluzione del suo team.

D.G.Æ. è invece il nome dell’iniziativa ideata da Daniel Pappa (Norvegia) dello Svanen di Oslo, incentrata sul recupero delle eccedenze agricole e il loro utilizzo per la produzione di sciroppi, cordiali, bibite, liquori. Un approccio che sostiene gli agricoltori locali, taglia i costi, riduce gli imballaggi in plastica e le emissioni associate ai prodotti importati.

Focus sull’inclusione per il progetto di Tommy Wong (Cina), direttore del Bulgari Hotel Beijing: una raccolta fondi per sensibilizzare sul tema della salute mentale nel mondo bar. Le risorse saranno utilizzate per fornire supporto psicologico a chi ne ha bisogno e per creare posti di lavoro part time nel settore dell’ospitalità a persone diversamente abili.

L’ultimo progetto in lizza è di Jaehyung Jung (Corea del Sud), anche questo incentrato sul recupero dei fondi di caffè: l’obiettivo è trasformarli in prodotti di valore, come liquori, sciroppi o in materiali di servizio, e non solo, di alta qualità e di design, come i sottobicchieri, per offrire un’esperienza premium ai clienti.

30.000 euro al vincitore

Ogni progetto verrà valutato sulla base di quattro criteri: l’idea, ovvero il problema che affronta, la rilevanza della soluzione proposta e la fattibilità; la misurabilità del suo impatto; il piano aziendale per metterlo in atto; lo sviluppo futuro, ovvero la scalabilità e riproducibilità dell’idea. Il premio per il vincitore è un assegno da 30.000 euro da utilizzare per implementare il progetto all’interno del suo locale.

Ad aggiudicarselo nelle prime due edizioni della Torres Brandy Zero Challenge sono stati Giacomo Giannotti del Paradiso di Barcellona con il progetto Zero Waste Lab, focalizzato sul riciclo dei rifiuti organici e in plastica e la loro trasformazione in nuovi oggetti utilizzabili nel locale (leggi La via alla sostenibilità del Paradiso di Barcellona), e il messicano Alberto del Toro, fondatore del Rufina Mezcalería a León, con l’iniziativa Taller Zero, giving a second chance, incentrata sulla trasformazione delle bottiglie di vetro scartate in posacenere, bicchieri e lampade, offrendo opportunità di impiego a persone anziane a rischio di esclusione dal mondo del lavoro.

 

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Bellussi lancia il nuovo BellusSì Blanc de Blancs Millesimato Extra Brut
Bellussi BellusSì Blanc de Blancs Millesimato Extra Brut
Un profilo elegante e complesso caratterizza l’ultimo nato della linea BellusSì della cantina veneta: uno spumante ottenuto da uve 100% Chardonnay coltivate nelle montagne della Val di Cembra

Si arricchisce di una nova perla la linea di bollicine BellusSì della cantina di Valdobbiadene (Treviso) Bellussi. Il nuovo arrivato è BellusSì Blanc de Blancs Millesimato Extra Brut, uno spumante dal profilo elegante e complesso ottenuto da uve 100% Chardonnay coltivate nelle montagne della Val di Cembra, in Trentino.

Le uve, meticolosamente selezionate e raccolte a mano, vengono vinificate con pressatura soffice e una parziale macerazione a freddo per esaltare le caratteristiche aromatiche della materia prima. Il processo di spumantizzazione è effettuato con il metodo Charmat lungo, prolungando la rifermentazione dai 180 ai 270 giorni: scelta che conferisce al prodotto una struttura raffinata, con un bell’equilibrio di freschezza e complessità e un perlage fine e persistente.

Dal colore giallo paglierino brillante, con riflessi dorati, Bellussi Blanc de Blancs Extra Brut (alc 12,5% in vol) si presenta al naso con il suo elegante profilo aromatico, caratterizzato da sentori di frutta a polpa bianca, accompagnati da note di agrumi e delicati accenni floreali. Secco e strutturato al palato, ha un finale persistente, arricchito da una bollicina fine e cremosa.

Raffinato e versatile

Da servire a una temperatura di 6-8 °C, il nuovo spumante è anche molto versatile prestandosi alla perfezione a un’ampia gamma di abbinamenti con il food. Ideale come aperitivo, lo si può accompagnare con crudi di pesce e crostacei, come tartare di gambero rosso e carpaccio di branzino, o con antipasti leggeri a base di verdure croccanti e formaggi freschi. Ma il suo profilo si sposa benissimo anche con sushi e tempura di verdure, per un’esperienza di degustazione contemporanea e sofisticata, con primi piatti come risotti ai frutti di mare e tagliolini al tartufo bianco e, tra i secondi, con carni bianche delicate, come il pollo al limone o il coniglio in porchetta.

Il Bellussi Blanc de Blancs va a completare la linea BellusSì che già comprende il BellusSì Blanc de Noir Millesimato Brut (alc 12,55 in vol), ottenuto da sole uve Pinot Nero coltivate nei vigneti collinari dell’Oltrepò Pavese, e il BellusSì Prosecco Doc Rosè Millesimato Brut (alc 11,5%), ottenuto da una selezione di uve Glera (90%) e Pinot Nero (10%) coltivate in Veneto.

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