Va in scena a Barcellona dal 25 al 27 marzo la finalissima del concorso targato Torres Brandy, che promuove la sostenibilità nel settore hospitality. In gara 11 professionisti da altrettanti Paesi del mondo con i progetti a basso impatto ideati per i loro locali. Per l’Italia ci sarà Giovanni Onori, dell’Hotel Bulgari di Roma. Al vincitore 30.000 euro per realizzare la sua iniziativa
È stata definita la rosa degli 11 finalisti che si contenderanno la vittoria nella finale globale della Torres Brandy Zero Challenge, la competizione internazionale dedicata alla sostenibilità nel mondo dell’ospitalità.
Giunto alla terza edizione e organizzato da Torres Brandy, il marchio catalano di brandy fondato nel 1928 da Juan Torres Casals, il concorso sfida i professionisti del fuoricasa a ideare progetti innovativi in ambito della sostenibilità, con l’obiettivo di promuovere e celebrare l’impegno ambientale nel settore. Progetti che affrontino le sfide socio-ambientali dei nostri tempi e che abbiano un impatto misurabile in termini di riduzione delle emissioni di CO2 o di rifiuti, riciclo di materiali o di inclusione sociale.
In questa edizione 2025 il concorso ha ampliato i suoi confini, sia in termini geografici, sono 11 i Paesi coinvolti di tre continenti (Spagna, Italia, Regno Unito, Romania, Finlandia, Norvegia, Usa, Messico, Canada, Cina e Corea del Sud), sia di tipologie di attività: se nelle prime due edizioni era aperto solo ai professionisti di bar e cocktail bar, ora vi partecipano anche i team dei ristoranti.
Dopo la fase nazionale, la Torres Brandy Zero Challenge ora si avvicina al suo ultimo atto, la finale globale, che andrà in scena a Barcellona dal 25 al 27 marzo, con i campioni di ogni Paese che presenteranno i loro progetti sostenibili a una giuria di esperti internazionali che decreterà il vincitore assoluto. Giuria della quale fanno parte, tra gli altri, l’architetta Glòria Font Basté, il consulente per la sostenibilità Jose Luis Gallego, Christian Visalli, managing director Spirits Global di Torres Brandy, e il bartender messicano Alberto del Toro, vincitore della scorsa edizione della competizione.
I progetti in lizza per la vittoria
In gara a rappresentare l’Italia ci sarà Giovanni Onori, bar supervisor dell’Hotel Bulgari di Roma, con la sua proposta articolata su quattro punti: il riciclo dei rifiuti organici della cucina e del bar in compost da utilizzare come fertilizzante; il riciclo di tovaglie e sottobicchieri per trasformarli in coperte per Save the Children e per le strutture per i senzatetto; l’installazione di impianti fotovoltaici sulle terrazze dei bar dell’hotel; la coltivazione erbe aromatiche da impiegare nell’attività dei bar e della cucina del Bulgari.
Altrettanto virtuosi i progetti degli altri finalisti. Chris Tanner (Regno Unito), fondatore del Dram Bar e del Câv a Londra, punta a collaborare con realtà all’avanguardia nel campo dei biomateriali per introdurre nel settore dell’ospitalità il PHA, una bioplastica che si trasforma in compost in sei mesi senza lasciare nell’ambiente residui tossici.
Il mixologist e consulente Lauren Pellecchia (Usa) con l’iniziativa Why trash when you can smash? punta invece sul riciclo del vetro e il suo riutilizzo in ambiti come il drenaggio, il giardinaggio e in applicazioni creative per la comunità di Loveland, in Ohio.
Cuore del progetto di Lacey-Jane Roberts (Canada), head bartender del Published on Main di Vancouver, è un programma di formazione sulle buone pratiche eco-compatibili dedicato ai bartender per ridurre la quantità di rifiuti generati nei locali.
Gerardo Vázquez Lugo (Messico) del Nicos di Città del Messico intende estendere entro la fine del 2025 a tutte le realtà dell’hospitality della città l’iniziativa che ha già avviato per trasformare i rifiuti alimentari in compost per l’agricoltura, che finora ha permesso il riciclo di 2.600 kg di rifiuti all’anno, e a per evitare gli sprechi di acqua.
Al recupero dei rifiuti alimentari guarda anche il progetto di Ángel Pérez (Spagna) del gruppo di ristoranti spagnolo El Pòsit, che prevede la costruzione di un sistema di compostaggio per trasformare i rifiuti organici della cucina in fertilizzante per i vigneti e gli uliveti dello stesso gruppo.
L’iniziativa di Adrian Epure (Romania), proprietario e bartender del Bindu Bistro, locale vegetariano e vegano di Iaşi, mira a dare una seconda vita ai fondi di caffè, facendone un ingrediente per biomateriali con i quali realizzare prodotti ecocompatibili come tazze e piatti, o da sfruttare come biocarburanti, fertilizzante per l’agricoltura o nel campo dei cosmetiici.
Mika Ammunét (Finlandia), proprietario del Bar Mate di Helsinki, ha lanciato Mate Hospitality, un framework progettato per favorire una cultura del lavoro più dinamica e incentrata sulle persone nel settore dell’ospitalità. L’iniziativa mira a migliorare i sistemi operativi, consentendo ai dipendenti di prosperare e garantendo che l’azienda si adatti alle esigenze in evoluzione del suo team.
D.G.Æ. è invece il nome dell’iniziativa ideata da Daniel Pappa (Norvegia) dello Svanen di Oslo, incentrata sul recupero delle eccedenze agricole e il loro utilizzo per la produzione di sciroppi, cordiali, bibite, liquori. Un approccio che sostiene gli agricoltori locali, taglia i costi, riduce gli imballaggi in plastica e le emissioni associate ai prodotti importati.
Focus sull’inclusione per il progetto di Tommy Wong (Cina), direttore del Bulgari Hotel Beijing: una raccolta fondi per sensibilizzare sul tema della salute mentale nel mondo bar. Le risorse saranno utilizzate per fornire supporto psicologico a chi ne ha bisogno e per creare posti di lavoro part time nel settore dell’ospitalità a persone diversamente abili.
L’ultimo progetto in lizza è di Jaehyung Jung (Corea del Sud), anche questo incentrato sul recupero dei fondi di caffè: l’obiettivo è trasformarli in prodotti di valore, come liquori, sciroppi o in materiali di servizio, e non solo, di alta qualità e di design, come i sottobicchieri, per offrire un’esperienza premium ai clienti.
30.000 euro al vincitore
Ogni progetto verrà valutato sulla base di quattro criteri: l’idea, ovvero il problema che affronta, la rilevanza della soluzione proposta e la fattibilità; la misurabilità del suo impatto; il piano aziendale per metterlo in atto; lo sviluppo futuro, ovvero la scalabilità e riproducibilità dell’idea. Il premio per il vincitore è un assegno da 30.000 euro da utilizzare per implementare il progetto all’interno del suo locale.
Ad aggiudicarselo nelle prime due edizioni della Torres Brandy Zero Challenge sono stati Giacomo Giannotti del Paradiso di Barcellona con il progetto Zero Waste Lab, focalizzato sul riciclo dei rifiuti organici e in plastica e la loro trasformazione in nuovi oggetti utilizzabili nel locale (leggi La via alla sostenibilità del Paradiso di Barcellona), e il messicano Alberto del Toro, fondatore del Rufina Mezcalería a León, con l’iniziativa Taller Zero, giving a second chance, incentrata sulla trasformazione delle bottiglie di vetro scartate in posacenere, bicchieri e lampade, offrendo opportunità di impiego a persone anziane a rischio di esclusione dal mondo del lavoro.