Cupiello, tanta passione per una colazione all’italiana, sana e sostenibile
Frutto della creatività e della capacità di unire gli ingredienti più antichi e naturali, i prodotti del marchio di Fresystem da sempre intercettano e soddisfano l’evolversi dei gusti e delle esigenze dei consumatori finali. Vieni a scoprirli al Sigep

Leader produttivo nel panorama della “colazione italiana”, Cupiello è il marchio di Fresystem, azienda napoletana specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno surgelati, dolci e salati. Un marchio che racconta la storia di un equilibrio antico, dove l’amore per la tradizione sposa la tecnologia più sorprendente.

Cupiello ha assorbito non solo i valori di dedizione al lavoro e di profondo radicamento nel territorio, ma ha scelto di operare seguendo tre valori fondamentali: cultura, sostenibilità, one step ahead.

Cultura: diffusione della conoscenza pasticcera italiana nel mondo

Cupiello è espressione della bontà e della genuinità dell’alta pasticceria italiana, che nasce dalla scelta e dall’approvvigionamento di materie prime d’eccellenza, selezionate con cura, nel rispetto delle peculiarità locali, delle risorse disponibili, della vocazione del territorio e della comunità che lo abita.

La sostenibilità: prima di tutto una scelta etica!

Il marchio programma le sue strategie e politiche aziendali considerando gli impegni contenuti nell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi, che ha come obiettivo di garantire a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.

One step ahead

Cupiello soddisfa le esigenze dei clienti nel miglior modo possibile. Le sue attività aziendali di ricerca & sviluppo, supportate dalle ricerche di marketing, sono orientate a intercettare e soddisfare l’evolversi dei gusti e delle esigenze dei consumatori finali. Di questo impegno sono frutto l’ampia gamma dei prodotti Vegan, la gamma CuordiMadre e la gamma dedicata all’Alta Pasticceria caratterizzati dall’estetica e dalla qualità altamente innovativa, come i cornetti Ischia, Milano, London e Paris.

Gusto, passione e creatività

I prodotti Cupiello sono frutto della creatività e della capacità di unire gli ingredienti più antichi e naturali, come farina, uova, zucchero, burro e Lievito MadreCupiello Fresco. Con quest’ultimo ingrediente il marchio vive una storia d’amore che dura da oltre 60 anni. Nella Casa MadreCupiello, mani sapienti e amorevoli lo rinfrescano quotidianamente con tutta la cura che merita, secondo un’antica tradizione ancora oggi scrupolosamente osservata.

Un connubio formidabile di tecnologia e sapere antico, in grado di trasformare le “cose buone” in esperienze sensoriali degne di essere ricordate a lungo; così che, a ogni morso, si possa percepire un dolce richiamo alla fragranza e alla genuinità di una volta. Un ingrediente fondamentale che dona ai prodotti caratteristiche straordinarie di gusto, profumo, friabilità e conservabilità. Quella di Cupiello con il suo lievito madre è una scelta di qualità, una risorsa, una rassicurazione: un legame che non può essere descritto, dev’essere assaggiato, come l’amore.

Cupiello ti aspetta a Sigep 2025 al pad. B7, stand 100

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Svelati i vincitori del Premio Nonino 2025
A ricevere il prestigioso riconoscimento personaggi di assoluto rilievo del panorama culturale internazionale. La premiazione per l’edizione dei 50 anni e dedicata a Benito Nonino si terrà, come da tradizione, nella sede della Distilleria a Percoto il 25 gennaio

Sono stati svelati i vincitori del Premio Nonino 2025, tra i più prestigiosi riconoscimenti assegnati in ambito culturale, letterario ed enogastronomico. Lo scrittore, sommelier, blogger e poeta Ben Little, il poeta e romanziere tedesco Michael Krüger, il diplomatico, intellettuale e politico francese Dominique de Villepin e la danzatrice e coreografa senegalese e francese Germaine Acogny sono le personalità insignite quest’anno del premio, istituito nel 1975 dalla famiglia Nonino per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione e per la valorizzazione della civiltà contadina.

Un’edizione speciale questa del 2025, in quanto si celebrano i 50 anni del Premio e dedicata a Benito Nonino, scomparso lo scorso luglio, che, insieme alla moglie Giannola, ha rivoluzionato il mondo dei distillati, dando un contributo fondamentale alla crescita e allo sviluppo della grappa. I premi verranno consegnati nella tradizionale cerimonia, in programma come di consueto presso la sede della distilleria Nonino a Ronchi di Percoto sabato 25 gennaio alle ore 11 e che si potrà seguire in diretta streaming sul sito della distilleria. Cerimonia che sarà anche l’occasione per festeggiare i quarant’anni dell’Acquavite d’Uva ÙE, creata da Benito e Giannola nel 1984 (leggi Celebrati a Milano i 40 anni di Ùe, l’acquavite d’uva di Nonino).

Le scelte della giuria

Anche in questa edizione a ricevere il premio sono personaggi di assoluto rilievo del panorama culturale internazionale, scelti da una giuria di non minore prestigio, presieduta dal neuroscenziato portoghese Antonio Damasio e composta dal poeta siriano Adonis, dall’architetto palestinese Suad Amiry, dallo scrittore irlandese John Banville, dall’architetto Luca Cendali, dallo scrittore Claudio Magris, dallo scrittore rumeno Norman Manea, dal sociologo francese Edgar Morin, dal filosofo Mauro Ceruti, dalla poetessa statunitense Jorie Graham e dallo scrittore libanese Amin Maalouf.

Ben Little e il Vitigno Pignolo

Più nello specifico, il Premio Nonino Risit D’aur – Barbatella D’oro 2025 è andato a Ben Little, irlandese di nascita e friulano di adozione, per il suo lavoro sul Vitigno Pignolo, antico vitigno friulano a bacca nera cui ha dedicato anni di studi e di ricerche, poi raccolti nel libro autopubblicato Pignolo – Cultivating the Invisible. Nel 2023 ha fondato l’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia che con oltre 34 soci attivi è la più grande associazione di vignaioli nella regione, nata per promuovere e valorizzare l’antico vitigno, facendolo conoscere fin nel cuore della Cité du Vin a Bordeaux e a Napa Valley. Un’opera dunque che rimanda alla radice stessa del Premio Nonino Risit d’Aur, creato proprio per accendere i riflettori sui preziosi vitigni autoctoni friulani, quali Pignolo, Schioppettino e Tazzelenghe, cui si unisce più tardi anche la Ribolla gialla in purezza, che negli anni Settanta erano in via di estinzione. Una battaglia promossa da Benito e Giannola Nonnino conclusasi con l’autorizzazione comunitaria alla loro coltivazione arrivata nel 1978.

Michael Krüger e l’arte di toccare i sentimenti più profondi

Il Premio Internazionale Nonino 2025 è invece andato a Michael Krüger, poeta e romanziere tedesco con oltre 40 libri all’attivo. Intellettuale raffinato, capace di toccare nei suoi scritti i sentimenti più profondi delle persone. «Ha sempre tante cose da dire, cose della vita e della Storia – si legge nella motivazione -; leggendo ciò che lui scrive scopriamo che si tratta anche di nostri sentimenti e pensieri, ma abbiamo bisogno che lui li scopra nei suoi articoli, nei suoi romanzi e racconti, nelle sue poesie per farli nostri e scoprire che è lui che ce li tira fuori e che, dopo averlo letto, siamo diventati un po’ più noi stessi».

Dominique de Villepin, una voce di alto valore morale

La giuria ha assegnato il Premio Nonino 2025 al diplomatico e intellettuale francese Dominique de Villepin, nato in Marocco e che ha ricoperto diversi incarichi di rilievo nell’amministrazione e nel governo francese. Dal 1995 al 2002 è stato Capo di gabinetto del Presidente della Repubblica, per poi diventare ministro degli Affari Esteri e rappresentante alla Convenzione Europea sul Futuro dell’Europa, quindi ministro dell’Interno e nel 2005 Primo Ministro, incarico che ha occupato fino al 2007, quando ha lasciato la politica attiva. Come responsabile della politica estera, è stato il capofila del dissenso contro gli Usa e la guerra in Iraq. «Una voce nobile e di alto valore morale – si sottolinea nelle motivazioni del premio -. Fin dai tempi dello storico discorso tenuto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel 2003, con i suoi interventi lucidi e coraggiosi sugli eventi che segnano la nostra epoca, dall’Ucraina a Israele, a Gaza e non solo, fa comprendere, senza polemica violenta, tutta la drammatica situazione internazionale».

Germaine Acogny e il potere della danza

Infine, la giuria ha deciso di premiare come Maestra del nostro tempo Germaine Acogny, danzatrice, coreografa e insegnante senegalese e francese considerata la “madre della danza contemporanea africana”. Acogny ha portato in tutto il mondo la sua arte con spettacoli e fondando scuole, la prima a Dakar nel 1968. Insignita di numerose onorificenze in Francia e in Senegal, ha dato un contributo notevole alla formazione nella danza e nella coreografia dei giovani dell’Africa occidentale, sempre credendo nel potere di quest’arte di cambiare la vita delle persone e impegnandosi a condividere la sua passione come atto di trasformazione e di rigenerazione.

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Gin-co, il tuo partner d’eccellenza per il caffè al ginseng
Scegliere Gin-co significa accedere a un mondo completo che comprende prodotti di alta qualità, brand riconoscibile, attrezzature all’avanguardia e comunicazione efficace. Un marchio in continuo movimento, che sa guardare al futuro innovando il mercato, con gusti sempre nuovi a attenti ai trend

Dal 2005 Gin-co di Natfood è il caffè al ginseng che si distingue per qualità e gusto. Una gamma di otto referenze che permette di soddisfare ogni esigenza del consumatore, che sia nutrizionale o aromatica. Original, Liquirizia, Miele, Rosso, Deca, Light, Zero, Nocciola: una carica di energia con una connotazione sempre diversa, dalla più delicata alla più decisa, una linea in grado di abbracciare ogni palato, anche il più esigente e attento al benessere della persona. Infatti, tutti i prodotti sono senza glutine, senza lattosio e senza grassi idrogenati.

Specialità per ogni palato

Gin-co Original è stato il primo caffè al ginseng sul mercato ad aver creato il consumo, con la caratteristica nota di caramello che lo rende immediatamente riconoscibile.

Per chi cerca un’alternativa nuova e irresistibile al solito caffè, Gin-co Nocciola è la risposta. Un mix esplosivo di caffè al ginseng al gusto di deliziosa nocciola tostata, che rende ogni sorso un momento unico di dolcezza e vitalità.

Gin-co Zero è il ginseng senza zuccheri aggiunti, corposo, cremoso e appagante, dal gusto amaro. Contiene il 16% di caffè solubile e 3% di estratto di ginseng, il suo gusto soddisfa chi gradisce le bevande dal gusto deciso e amaro.

Un brand dinamico, moderno e sempre in evoluzione

Tutta la famiglia Gin-co è disponibile, a seconda del gusto, in barattolo da 900 g, busta 500 g e in capsula compatibile DG.

Grazie al restyling che ha interessato sia l’iconico barattolo sia il materiale visual di tutta la famiglia Gin-co, è ancora più evidente l’evoluzione e la peculiarità di un brand dinamico, con un appeal moderno e accattivante che strizza l’occhio a un target giovane.

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100 Famous Cocktails: le ricette immortali di “Oscar del Waldorf”
Il testo pubblicato nel 1934 da Oscar Tschirky continua a ispirare il mondo dei cocktail con ricette inedite e grandi classici dell’ospitalità al bar, lo ha ritrovato nel nostro archivio il nostro mitico Lucio Tucci, Il Bibliotecario di Bargiornale. Download gratis su bargiornale.it

La fine del Proibizionismo segnò una rinascita culturale negli Stati Uniti, con una rinnovata attenzione per l’arte della miscelazione. Tra i testi simbolo di quest’epoca figura “100 Famous Cocktails”, pubblicato nel 1934 da Oscar Tschirky, meglio conosciuto come “Oscar del Waldorf”. La sua storia e il contributo al mondo dei cocktail sono un viaggio a cavallo della New York di fine Ottocento e dei ruggenti anni Trenta. “100 Famous Cocktails” non è solo un libro di ricette, ma un documento che cattura lo spirito di un’epoca, nonché un testo che continua a ispirare il mondo dei cocktail.

Protagonista di questa storia di oltre cento anni fa è Oscar Tschirky. Nato nel 1866 a Locle, nel Canton Neuchâtel, Svizzera, emigrò negli Stati Uniti nel 1883 insieme alla famiglia, attratto dalle opportunità del Nuovo Mondo. Appena arrivato, ottenne la cittadinanza americana e iniziò a lavorare come cameriere all’Hoffman House Bar, un’istituzione della vecchia New York dove si formarono leggendari bartender, come Frank Meier e Harry Craddock. Determinato a distinguersi nel settore dell’ospitalità, Oscar proseguì la sua carriera al prestigioso ristorante Delmonico, dove divenne maître d’hôtel. Nel 1893, venne assunto da George Boldt per dirigere il nuovo punto di riferimento dell’ospitalità di lusso in salsa newyorkese, il Waldorf-Astoria, che contribuì a trasformare in un simbolo di eleganza e accoglienza. Sebbene non fosse né chef né bartender, Oscar divenne un’icona dell’hotellerie, legando indissolubilmente il suo nome all’hotel.
Nel 1934, Oscar pubblicò il suo testo divenuto ormai leggendario: “100 Famous Cocktails”. Il libro si apre con un’introduzione dedicata ai liquori e ai vini, seguita da consigli sul servizio e abbinamenti. Include, inoltre, una storia del bar del Waldorf, per poi presentare un repertorio di ricette che include classici come il Sidecar, l’Old Fashioned e il Whisky Sour.

Tra le curiosità del libro spiccano ricette innovative. Il Blue Moon, a base di Crème Yvette e gin, richiama l’Aviation, drink spesso attribuito allo stesso Oscar. Un altro cocktail particolare è il Russian Grand Duke, che ricorda il Monkey Gland per la sua composizione. Tra le invenzioni di Oscar si distingue il Martell Cocktail, a base di brandy, lime e miele, celebrato dal quotidiano The Pittsburgh Press nel dicembre del 1934. A questo drink è legato un aneddoto interessante, che lo collega al mondo del cinema. Nel 1937, in occasione della commedia “Tovarich”, con Claudette Colbert e Charles Boyer, il drink venne rinominato Tovarich Cocktail. Durante la promozione del film, un usciere del Waldorf-Astoria serviva cocktail ai giornalisti, sottolineando l’eleganza della ricetta: succo di lime, brandy Martell, miele, ghiaccio e una guarnizione di ciliegia al maraschino e scorza di limone.

Buona lettura da Lucio Tucci, Il Bibliotecario di Bargiornale. 

Titolo: 100 Famous Cocktails

Autore: Oscar Tschirky, meglio conosciuto come “Oscar of the Waldorf”

Editore: Kenilworth Pree, Inc. – New York

Anno: 1934

Lingua: inglese

Peso: 8mb

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Al The Court una drink list dedicata alle fontane di Roma
Simbolo della nuova idea di servizio “interattivo” di Matteo Zed, i tipici nasoni romani, da cui si versa il Martini direttamente al tavolo

Se a Marino, ricordando lo stornello di Lando Fiorini, ci sono le fontane che danno vino, al The Court di Roma da qualche tempo a questa parte troviamo i nasoni che invece del vino danno Martini. Nasce da qui, da questi nasoni realizzati con la collaborazione della 3D Vault, l’idea di Matteo Zed di dedicare la nuova drink list alle fontane di Roma. Oggi quei nasoni “portatili” sono il fulcro del servizio del Martini in casa The Court, lo spettacolare cocktail bar con vista sul Colosseo, nella terrazza sul mezzanino dell’hotel cinque stelle Palazzo Manfredi. Si ordina il proprio Martini e il bartender arriva al tavolo con il Nasone (ce n’é uno per ciascuna delle tre versioni di Martini pensate da Zed, Espressotini, Dirty Capperino e Roman Martini), per versare davanti agli occhi stupiti dei commensali (e naturalmente a favore di fotocamera) il cocktail preferito da James Bond.

Il servizio del Negroni Cappuccino

Gli stessi nasoni sono anche rappresentati nella grafica della drink list, in maniera stilizzata, a introdurre il tema delle fontane romane. Fra i capitoli riconosceremo le più famose, come la Fontana di Trevi, e quelle meno note, come la Fontana della Botte, parte dell’immenso patrimonio cittadino, che conta oltre 2000 fontane. Per i turisti un memo da tenere anche per un tour della città, anche perché, come diceva Percy B. Shelley, citato in prima pagina, «Bastano le fontane a giustificare un viaggio a Roma».
Fra le proposte più innovative della nuova drink list, pensata soprattutto per stupire l’ospite in un gioco al tempo stesso sorprendente e sofisticato, il Negroni Cappuccino. Anche in questo caso il servizio è interattivo e viene finalizzato direttamente al tavolo, aiutandosi con le infinite possibilità della grafica 3D. Il servizio è in più fasi: prima dalla punta di una riproduzione in 3D di un croissant viene versato il twist sul Negroni in una classica tazza di ceramica da cappuccino, quindi arriva la “schiuma”, che è di fatto panna, infine una spolverata on top di cacao, che grazie a uno stencil va a riprodurre la sagoma del Colosseo. Il risultato è un drink poco bitter, molto delicato, reso ruffiano dalla panna e con una percepibile nota di caffè.

Matteo Zed, bar manager del The Court

E ancora, in carta tornano alcuni cavalli di battaglia del bartender romano, come il Greener (con Tequila Patron, Nuestra Soledad Mezcal, St. Germain e un sentore di edamame), che però adesso è presentato in un divertente contenitore a forma di ciotola con edamame. Così come non manca l’attenzione al no e al low alcohol, con una selezione di mocktail e di cocktail “Bright and refreshing”.
«Il nostro obiettivo – commenta il bar manager Matteo Zed – è far divertire l’ospite, senza dimenticare che siamo in un contesto a cinque stelle, con una delle viste più belle del mondo a far da sfondo. In un luogo come questo, il servizio è fondamentale che sia accurato e ci piace ispirarci al concetto di Dolce Vita, ma questo non significa che il nostro modo di rapportarci al cliente debba essere troppo impostato».

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Le nuove forme della colazione
Le novità Tre Marie in arrivo a Sigep 2025: lo storico brand presenterà Mielissa e la storica linea 3Chic in una nuova veste ancora più premium

Per una buona colazione fuori casa, oggi il cliente cerca prodotti di alta qualità e una filiera rispettosa delle risorse e della natura. Oltre, naturalmente, alla più genuina tradizione italiana. Per andare incontro a queste esigenze, Tre Marie ha messo a punto un nuovo prodotto, Mielissa, e aggiornato la gamma di croissanterie 3Chic, che oggi si rinnova grazie a una ricetta più attuale, rimanendo riferimento di mercato per l’interpretazione del burro all’italiana.

Nata in una pasticceria di Milano a fine Ottocento, la marca Tre Marie è presente nei bar dagli anni Settanta con i croissant surgelati. Ha nel suo catalogo oltre 100 referenze, riferimento qualitativo e forza di marca nel comparto pasticceria. Il marchio incarna i valori dell’alta pasticceria e coltiva il saper fare, virtù che gli hanno permesso di diventare oggi leader di mercato per notorietà, volumi e numero di bar serviti. Riconosciuta per la sua storica qualità, Tre Marie oggi si veste di innovazione, senza abbandonare la sua aura di prestigio.

Mielissa, il croissant dolcificato al miele proveniente da un’oasi di biodiversità di Sammontana

Autenticità, Femminilità e Gentilezza sono i tre tratti riflessi anche in tutti i prodotti del marchio, che hanno portato al claim “Dolci Gesti Gentili” che dal 2023 accompagna il logo su tutte le confezioni dei prodotti rivolti al B2B e B2C. Dal 2016 Sammontana, gruppo comprendente anche il brand Tre Marie per la croissanterie surgelata, ha iniziato un percorso di sostenibilità, culminato con il raggiungimento della certificazione Bcorp. Per far conoscere a clienti e consumatori il percorso intrapreso da Sammontana in ambito green, si è sviluppato un prodotto icona di questo impegno – Mielissa – attraverso una collaborazione con 3Bee, leader nella tutela della biodiversità tramite la tecnologia, e l’utilizzo di un’icona della biodiversità come ingrediente caratterizzante del prodotto: il miele.

3Chic ancora più invitante

La gamma 3Chic, top di gamma del marchio Tre Marie, si presenta con alcuni piccoli cambiamenti per un prodotto ancora più invitante, moderno e in linea con i trend del mercato: giri più definiti ed estetica più accattivante in vetrina. Una forma rivista che si abbina a una ricetta più attuale, con un nuovo aroma tutto da scoprire.

Mielissa

Dalla forma corta e panciuta, con una più alta percentuale di laminazione per ottenere una struttura scioglievole e sfogliata. Mielissa è un prodotto totalmente dolcificato con miele proveniente da Persea, dove è presente un’oasi di biodiversità Sammontana. In porzione da 70 g da introdurre in forno preriscaldato a 170 °C – 180 °C per 20-25 minuti. Confezione da 50 pz.

Tre Marie sarà a Sigep 2025 con le sue novità al pad. B5/D5, stand 002

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100 Famous Cocktails: le ricette immortali di “Oscar del Waldorf”
Il testo pubblicato nel 1934 da Oscar Tschirky continua a ispirare il mondo dei cocktail con ricette inedite e grandi classici dell’ospitalità al bar

La fine del Proibizionismo segnò una rinascita culturale negli Stati Uniti, con una rinnovata attenzione per l’arte della miscelazione. Tra i testi simbolo di quest’epoca figura “100 Famous Cocktails”, pubblicato nel 1934 da Oscar Tschirky, meglio conosciuto come “Oscar del Waldorf”. La sua storia e il contributo al mondo dei cocktail sono un viaggio a cavallo della New York di fine Ottocento e dei ruggenti anni Trenta. “100 Famous Cocktails” non è solo un libro di ricette, ma un documento che cattura lo spirito di un’epoca, nonché un testo che continua a ispirare il mondo dei cocktail.

Protagonista di questa storia di oltre cento anni fa è Oscar Tschirky. Nato nel 1866 a Locle, nel Canton Neuchâtel, Svizzera, emigrò negli Stati Uniti nel 1883 insieme alla famiglia, attratto dalle opportunità del Nuovo Mondo. Appena arrivato, ottenne la cittadinanza americana e iniziò a lavorare come cameriere all’Hoffman House Bar, un’istituzione della vecchia New York dove si formarono leggendari bartender, come Frank Meier e Harry Craddock. Determinato a distinguersi nel settore dell’ospitalità, Oscar proseguì la sua carriera al prestigioso ristorante Delmonico, dove divenne maître d’hôtel. Nel 1893, venne assunto da George Boldt per dirigere il nuovo punto di riferimento dell’ospitalità di lusso in salsa newyorkese, il Waldorf-Astoria, che contribuì a trasformare in un simbolo di eleganza e accoglienza. Sebbene non fosse né chef né bartender, Oscar divenne un’icona dell’hotellerie, legando indissolubilmente il suo nome all’hotel.
Nel 1934, Oscar pubblicò il suo testo divenuto ormai leggendario: “100 Famous Cocktails”. Il libro si apre con un’introduzione dedicata ai liquori e ai vini, seguita da consigli sul servizio e abbinamenti. Include, inoltre, una storia del bar del Waldorf, per poi presentare un repertorio di ricette che include classici come il Sidecar, l’Old Fashioned e il Whisky Sour.
Tra le curiosità del libro spiccano ricette innovative. Il Blue Moon, a base di Crème Yvette e gin, richiama l’Aviation, drink spesso attribuito allo stesso Oscar. Un altro cocktail particolare è il Russian Grand Duke, che ricorda il Monkey Gland per la sua composizione. Tra le invenzioni di Oscar si distingue il Martell Cocktail, a base di brandy, lime e miele, celebrato dal quotidiano The Pittsburgh Press nel dicembre del 1934. A questo drink è legato un aneddoto interessante, che lo collega al mondo del cinema. Nel 1937, in occasione della commedia “Tovarich”, con Claudette Colbert e Charles Boyer, il drink venne rinominato Tovarich Cocktail. Durante la promozione del film, un usciere del Waldorf-Astoria serviva cocktail ai giornalisti, sottolineando l’eleganza della ricetta: succo di lime, brandy Martell, miele, ghiaccio e una guarnizione di ciliegia al maraschino e scorza di limone.

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Wrecking Ball Coffee Roaster, la cultura del caffè a San Francisco
Una proposta di caffè chiara e mirata, senza compromessi sulla qualità, la cura di ogni dettaglio, un servizio attento e personalizzato e un ambiente piccolo, ma accogliente. Nella caffetteria fondata da Trish Rothgeb tutto è studiato per offire al cliente la migliore esperienza della bevanda e favorire la socialità e l’interazione con i baristi

A lei si attribuisce il conio del concetto di “third wave of coffee”, ossia l’evoluzione che agli inizi degli anni Duemila ha caratterizzato l’industria del caffè, dove l’attenzione cominciava a spostarsi lentamente verso una maggiore ricerca della qualità, sulle varie specialità e sulle tecniche di miscelazione. Trish Rothgeb, californiana e titolare di Wrecking Ball Coffee Roasters, una piccola caffetteria a San Francisco, da più di trent’anni lavora nel panorama della torrefazione.

Quality evaluation specialist (specialista della valutazione della qualità, ndr), presso il Coffee Quality Institute, una organizzazione non profit con sede in California, che si impegna nel monitoraggio costante della qualità del caffè, supportando i produttori e proponendo veri e proprio programmi di formazione sul tema, esperisce in prima persona quelli che sono i cambiamenti non solo nel gusto, ma anche nell’approccio al mercato e alle varie tendenze. «Un mio amico, appassionato surfista, mi ha recentemente parlato di un concetto affascinante: l’idea delle “tre onde”. Nel mondo del surf solitamente le onde arrivano in gruppi da tre e difficilmente ne esiste una quarta. Alla terza si riparte da uno. Questo principio applicato alla nostra industria, suggerisce che il cambiamento e l’innovazione nel caffè si manifestano in tre fasi distinte, con qualche dubbio sulla possibilità di una quarta – racconta Rothgeb -. Alcuni sostengono che la scienza e l’innovazione potrebbero essere identificate come quarta ondata, ma come il mio amico ha giustamente osservato, questi aspetti sono stati sempre parte integrante del progresso del caffè. Dalla macinazione alla conservazione, fino alla preparazione, l’innovazione è sempre stata presente».

Potere ai produttori

Sulla scia di questo concetto, quindi, è oggi possibile identificare una quarta ondata o dobbiamo considerarci in un periodo di transizione continua? «Quello che vediamo oggi è un cambiamento significativo nel modo in cui i produttori interagiscono con il mercato. Grazie a nuove tecniche di lavorazione, i produttori possono ora influenzare il profilo di sapore dei loro caffè – spiega Rothgeb -. Non è più una questione di accettare passivamente il prezzo offerto dai compratori, ma piuttosto di creare caffè di alta qualità con caratteristiche specifiche. Questo spostamento del potere verso i produttori è una delle innovazioni più importanti degli ultimi anni. I produttori ora possono sperimentare con diverse tecniche, permettendo la creazione di sapori unici e distintivi. Questo non solo arricchisce l’esperienza del consumatore, ma consente anche ai produttori di posizionarsi strategicamente sul mercato. La possibilità di vendere il proprio caffè a un prezzo maggiore, in base alle caratteristiche uniche del prodotto, rappresenta un cambiamento radicale nel flusso di valore del caffè».

Una proposta chiara e mirata

Un valore fondamentale quest’ultimo che Rothgeb ha trasferito completamente all’interno della sua caffetteria. «Io e il mio team abbiamo dedicato anni alla creazione di una miscela di espresso solida e riconoscibile, amata dai clienti e apprezzata dai ristoratori che servono le nostre creazioni. Il nostro espresso è il cuore pulsante della nostra offerta – racconta -. Grazie alla sua ricetta ben bilanciata, siamo riusciti a conquistare una clientela affezionata. La miscela è composta principalmente da caffè di alta qualità proveniente dal Brasile, arricchita con tocchi di caffè africano e centroamericano. Questo mix crea un profilo aromatico che è sia noccioloso che morbido, perfetto per un’estrazione semplice e di successo. Il nostro espresso, che abbiamo chiamato Pillow Fight, è pensato per essere corroborante e rinvigorente, proprio come una battaglia di cuscini: dolce, ma con un pizzico di vivacità».

In un mercato in continua evoluzione, è fondamentale avere una proposta chiara e mirata. «Il nostro menu è volutamente ridotto, con poche proposte e poche specialità fra cui Karl The Fog, che prende il nome dalla nebbia di San Francisco, e il tonico espresso allo yuzu o cedro, il matcha latte. Offriamo alcune monorigini, come quella proveniente dall’Etiopia, per fare un esempio, il pour over coffee, che piace ai clienti – prosegue la titolare di Wrecking Ball Coffee Roasters -. Anche un decaffeinato trova il suo posto nel menu, garantendo che ci sia sempre una scelta per ogni preferenza. L’esperienza mi ha insegnato a conoscere esattamente quali sono le preferenze dei miei clienti, permettendomi di fare acquisti mirati e sicuri».

La scena caffè a San Francisco

A San Francisco, la scena delle specialità del caffè è leggermente diversa rispetto a molte città europee. «L’approccio tende a essere più sulla tostatura media, in contrasto con le tostature più leggere che si osservano altrove. La mia torrefazione segue specifiche molto precise, garantendo che ogni chicco venga tostato in modo da esaltare i profili aromatici desiderati. Il nostro espresso, con la sua tostatura media, riesce a mantenere un equilibrio perfetto, offrendo una bevanda che è al contempo ricca e accessibile – racconta Rothgeb -. Questo è il motivo per cui il nostro caffè è diventato un punto di riferimento non solo per i clienti, ma anche per i baristi, che possono contare su un prodotto coerente e di qualità».

Nonostante la qualità del caffè sia essenziale, il servizio al bancone gioca un ruolo altrettanto importante. «Ho recentemente reintrodotto il pour over sul bancone, sottolineando l’importanza di un servizio attento e personalizzato. La connessione tra il barista e il cliente può elevare l’esperienza del caffè, trasformando una semplice tazza in un momento di piacere».

Uno spazio piccolo ma accogliente

Con un design minimale, un bancone al centro della sala, e poche sedute disponibili, Wrecking Ball Coffee Roasters ha puntato sull’essenzialità. «La nostra visione è stata di creare uno spazio piccolo ma accogliente, un ambiente che si discosta dalla tendenza predominante nella città, dove molti caffè sono diventati uffici temporanei per chi lavora da remoto – racconta -. Negli Stati Uniti è comune vedere persone sedute con i loro computer, isolate e concentrate, spesso consumando un solo caffè per ore. Noi abbiamo deciso di prendere una strada diversa. Il nostro bar non ha Wi-Fi e non offre posti a sedere per lavorare. La nostra idea è di incoraggiare linterazione tra le persone».

All’interno della caffetteria, infatti, gli ospiti possono sedersi e osservare i baristi mentre preparano le varie proposte presenti nel menu, creando un’atmosfera di convivialità. Le tre sedie, disposte in modo strategico dietro al bancone, invitano alla conversazione, «poichè chi si siede è rivolto verso il locale, non verso uno schermo». Ci sono solo tre tavoli esterni, per chi desidera incontrarsi in gruppo, ma la maggior parte delle interazioni avviene tra gli ospiti e i baristi, favorendo la socialità. «Il design della caffetteria e il nostro approccio al caffè, ovvero, servire un caffè che rispecchi le aspettative dei nostri clienti, mantenendo un alto standard di qualità, sono interconnessi – prosegue Rothgeb -. Crediamo che un ambiente curato e accogliente possa elevare l’esperienza del cliente. Tuttavia, mantenere uno standard elevato di servizio è una sfida continua. La rotazione del personale è un problema comune in questo settore, e formare nuovi baristi affinché comprendano l’importanza del servizio di alta qualità è cruciale. Ogni barista deve sapere che il nostro caffè non è come gli altri: qui ci prendiamo cura di ogni dettaglio».

Cura del dettaglio e dedizione al cliente

Negli Stati Uniti, spesso le caffetterie si avvicinano all’esperienza del fast food, con clienti che si servono da soli e creano confusione al bancone. «Noi, invece, abbiamo scelto di gestire tutto dietro il bancone. Quando un cliente desidera del latte, il barista è coinvolto nel processo, chiedendo all’ospite il tipo di latte che preferisce e versandolo con attenzione. Questo non solo mantiene l’ordine, ma dimostra anche un’attenzione al cliente che è rara da trovare. Ogni caffè che serviamo è preparato con cura: misuriamo con precisione gli ingredienti e rifacciamo le bevande se non soddisfano gli standard. Questa dedizione al servizio personalizzato è ciò che ci distingue nel panorama dei caffè statunitense».

In attesa di ricominciare il processo di torrefazione, Rothgeb guarda alle opportunità future: «Non vedo l’ora di trovare il tempo e lo spazio per sperimentare nuove miscele e profili aromatici, mentre continuo a soddisfare le aspettative dei miei clienti».

La ricetta

Yuzu or Citron Tonic Espresso
Ingredienti:
150 ml acqua tonica, 30 gr marmellata agli agrumi, ghiaccio, frutta secca
Preparazione:
Yuzu Tonic Espresso è una interpretazione del caffè freddo che mette insieme acqua tonica senza zucchero, doppio espresso e ghiaccio cui viene aggiunto 30 gr di marmellata di agrumi. Una volta mescolato il tutto, la bevanda viene guarnita con della frutta secca.

Identikit del Wrecking Ball Coffee Roasters

2271 Union Street – San Francisco, California

Formula: caffetteria
Superficie:
Posti a sedere: 3 interni, 6 esterni
Dipendenti: 8
Scontrino medio: caffè + biscotto 8 dollari

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