Stile e creatività nella limited edition di Keglevich disegnata da Seletti
Quattro originali grafiche dal carattere cool e pop, disegnate da Stefano Seletti, vestono la limited edition del brand di vodka di Stock Spirits Italia

Nasce all’insegna dell’alta creatività la nuova limited edition di Keglevich. L’edizione limitata è infatti il frutto della collaborazione tra il brand di vodka di Stock Spirits Italia e l’azienda italiana di design figurativo Seletti. Frutto della collaborazione sono quattro nuove grafiche, espressione del design contemporaneo, che vestono l’iconica bottiglia di Keglevich e disegnate da Stefano Seletti, arti director e patron dell’azienda.

Grafiche ispirate ai visual del Seletti Market, il concept store, presentato durante la scorsa Milano Design Week, ideato dallo studio Brigolin Baschera a sua volta ispirato da un vero e proprio supermercato degli anni Sessanta e settanta.

Quattro espressioni di stile

Le bottiglie presentano sul collo il caratteristico pattern zigzag Seletti reinterpretato in un vivace blu in perfetta armonia con la palette cromatica Keglevich. La combinazione di elementi classici e pop prosegue nell’etichetta, dando vita a un’atmosfera vintage che evoca gli anni ’60 – ’70, ma al tempo stesso in linea con le tendenze più moderne.

Il tutto declinato in quattro diversi colori che vogliono esaltare il carattere eclettico di Keglevich Wodka dry: rossa, la regina dei club dal look più sofisticato, gialla, che incarna la vivace energia del divertimento, blu, ideale per gli aperitivi e caratterizzata dal fascino chic e, infine, verde, per gli eventi più cool.

Ogni bottiglia diventa così una manifestazione di stile che fonde passato e presente, ma anche un modo di comunicare la storia e la personalità “non ordinaria” di Keglevich, in linea con l’approccio, appunto, “Skip the Ordinary” che la contraddistingue.

Materie prime ricercate e una lunga lavorazione

All’interno dei pack artistici è custodita tutta la qualità della vodka nata nel 1882 da una ricetta del Conte Istvan Keglevich e realizzata con materie prime ricercate e un lungo processo produttivo. All’origine del prodotto vi è infatti una miscela composta al 60% da frumento e al 40% da triticale, un cereale molto resistente al freddo che nasce dalla selezione e combinazione di segale e grano duro. Entrambi coltivati in Polonia, dove Keglevich viene prodotta, attraverso un processo che prevede 6 cicli di distillazione per garantirne la massima purezza. Il risultato è un distillato dall’aspetto cristallino e dal gusto deciso ma leggero, altamente digeribile, ideale sia da servire liscia sia da usare in miscelazione.

 

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Sammontana ottiene la certificazione B Corp
L’azienda ha ottenuto l’importante certificazione che ne conferma l’impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale e gli alti standard già raggiunti su entrambi i fronti

Un nuovo importante traguardo è stato raggiunto da Sammontana nel suo percorso verso la sostenibilità. La Società Benefit del Gruppo Sammontana Italia, tra le maggiori realtà attive nella produzione di gelati e surgelati dolci e salati nel nostro Paese, ha ottenuto la certificazione B Corp. Si tratta della certificazione che attesta l’impegno e il raggiungimento dell’azienda di alti standard di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, rilasciata da B Lab Italia, la fondazione che rappresenta e coordina il movimento delle B Corp in Italia, il network delle organizzazioni non profit presenti a livello globale che ha l’obiettivo di accelerare il cambiamento comportamentale, culturale e strutturale per promuovere un sistema economico inclusivo, equo e rigenerativo a beneficio delle persone, delle comunità e del Pianeta.

Il raggiungimento della certificazione è un risultato che si pone in continuità con l’impegno, istituzionalizzato lo scorso anno con il cambio di statuto sociale in Società di Benefit, dell’azienda a perseguire, oltre agli obiettivi di profitto, finalità di beneficio comune.

Un impegno a 360°

La certificazione B Corp è stata ottenuta grazie alla valutazione da parte di B Lab dell’impatto sociale e ambientale dell’attività di Sammontana, secondo gli standard previsti dal B Impact Assessment (Bia). Il processo di valutazione ha analizzato le pratiche e i risultati aziendali in cinque differenti categorie: governance, lavoratori, comunità, ambiente e clienti.

Fronti sui quali l’azienda lavora da tempo, ponendo a guida della sua attività la sostenibilità ambientale, la salute e il benessere, lo sviluppo di filiere sostenibili. Nel campo ambientale, per esempio l’azienda è stata tra le prime in Italia a definire gli standard per la produzione sostenibile di gelato e ha implementato una serie di iniziative per la riduzione della propria impronta carbonica e della sua filiera.

Un orizzonte condiviso anche dalle altre importanti realtà del Gruppo: il percorso di valutazione da parte di B Lab è stato infatti intrapreso anche da Forno D’Asolo, entrato a fare parte di Sammontana Italia dallo scorso luglio (leggi Sammontana acquisisce Forno d’Asolo e crea un gruppo da un miliardo).

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A gennaio a Rimini torna Sigep World, l’appuntamento con l’industria del foodservice
In programma dal 18 al 22 gennaio 2025, in Fiera a Rimini, l’appuntamento professionale dedicato al foodservice si arricchisce di uno spazio dedicato alla pizza che si aggiunge alle quattro tradizionali filiere: coffee, gelato, pastry&chocolate e bakery. Numerosi gli eventi in programma, con i talk sulle nuove tendenze e le competizioni internazionali

Un nuovo settore dedicato alla pizza ad affiancare le 4 grandi filiere – gelato, pastry&chocolate, coffe e bakery -, un ampliamento degli spazi fino a 138.000 metri quadri grazie all’aggiunta di due ulteriori padiglioni e una spinta ancora maggiore sull’internazionalità. Sono solo alcune delle principali novità di Sigep World – The World Expo for Foodservice Excellence, la manifestazione organizzata da Italian Exhibition Group e in programma alla Fiera di Rimini dal 18 al 22 gennaio 2025.

Giunto alla 46esima edizione, Sigep si presenta anche con un payoff rinnovato, a ribadire la centralità globale del salone riminese, che non a caso ha ampliato il proprio raggio d’azione negli ultimi anni attraverso i due show satellite, in mercati di grande potenzialità, nella Cina meridionale e a Singapore, confermati anche per il 2025.

Appuntamento con i top player del foodservice

Sigep World 2025 ha già fatto registrare grandi numeri, con il sold out degli spazi espositivi venduti e l’adesione dei top player del foodservice e delle new entry del settore pizza, che secondo le stime più recenti ha un valore mondiale superiore ai 153 miliardi di dollari (fonte: Verified Markets Reports). Sigep sarà quindi la vetrina più importante per questo prodotto e le sue tecnologie, arricchendo ulteriormente e completando un’offerta espositiva fieristica che lo rende un faro in tutto il mondo per l’industria del foodservice a 360°.

Una spinta internazionale ancora più forte

La spinta internazionale sarà ancora più importante e nel 2025 si aprirà un nuovo capitolo dell’espansione globale di Sigep World, che nel quartiere fieristico di Rimini andrà a concretizzarsi attraverso i programmi strategici di business matching. Al Top Buyer Program hanno già aderito 520 top buyer da 91 Paesi: oltre ai principali Paesi europei, si segnalano presenze da Stati Uniti, Sud America, Sud Est Asiatico e Paesi del Golfo. Dai distributori alle catene di pubblici esercizi, fino alle società di catering, comprese quelle delle linee aree e delle crociere, passando per i gruppi alberghieri di tutto il mondo: sono questi i principali attori del Top Buyer Program, che conferma l’importante lavoro svolto da Sigep sull’incoming estero.

Un processo che passa dal coinvolgimento diretto dei principali decision makers del settore aderenti anche al Premium Program, riservato principalmente a buyer europei – con in testa operatori da Germania, Spagna, Romania, Francia, Gran Bretagna, Croazia, Grecia, Polonia, Slovenia e Serbia – e che quest’anno prevede la partecipazione di circa 3.000 buyer da tutto il mondo.

Tanti talk e riflettori sulle nuove tendenze

Naturalmente durante Sigep World 2025 verrà dato grande spazio ai più importanti talk di tutte le communities presenti: quello di apertura, in particolare, sarà incentrato sulle più aggiornate tendenze – nazionali e soprattutto internazionali – del foodservice, confermando Sigep World come la voce più autorevole del settore grazie al lancio di Sigep Vision, l’Osservatorio globale sui trend del gelato e del foodservice. Un settore, quest’ultimo, che continua a essere competitivo in Europa e nel mondo: nel 2024 la spesa complessiva registrata in Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna, raggiunge gli oltre 330 milioni di euro, con una crescita del 6,4% rispetto al 2023. Guardando invece oltreoceano, la spesa dei consumatori dell’out of home negli Stati Uniti risulta in aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente, attestandosi a oltre 612 milioni di euro (fonte: Circana).

Le grandi sfide nelle Arene

E ancora, attenzione ai nuovi trend su scala mondiale riguardanti le ultime tecnologie delle macchine automatiche per il caffè – con un evidente miglioramento anche sul fronte sostenibilità – i lievitati e le novità del mondo della pasticceria, oltre naturalmente alla gelateria del futuro, con l’evento di Rimini che è il volano principale per la diffusione della cultura del gelato italiano in tutto il mondo.

A Sigep World 2025 infine torneranno, come ogni anno, le Arene e le competizioni nazionali e internazionali che lo scorso gennaio hanno visto partecipare ben 25 Paesi – dedicate a tutte le filiere rappresentate, tra cui Pizza Senza Frontiere – World Pizza Champions Games, Bread in the City – Bakery World Cup, il campionato internazionale di panificazione, i Campionati Italiani Baristi valevoli per le finali mondiali del circuito WCE (World Coffee Events), il Campionato Italiano di Pasticceria e la Gelato Europe Cup.

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Tagliatella Nardini, il lato poetico della miscelazione “di scarto”
Nato nella Grapperia al Ponte di Bassano del Grappa a fine ‘700 dall’insieme dei vari “tagli” delle giare che contenevano i prodotti Nardini, lo storico liquore si è evoluto nel tempo i un prodotto strutturato dalla ricetta che mantiene lo spirito originale. Ora si veste di un nuovo pack dal design snello e raffinato

C’è qualcosa di irresistibile nel fascino delle storie che nascono da un’idea semplice e concreta: non sprecare nulla. La Tagliatella Nardini, liquore storico della Grapperia al Ponte di Bassano del Grappa, è una di quelle storie che, pur avendo radici antiche, riescono ancora oggi a farci sorridere.

Siamo alla fine del Settecento, in un’Italia che ancora non si chiamava Italia, ma dove il genio creativo non mancava mai. Nella Grapperia al Ponte i liquori e le grappe riposavano dentro enormi giare in rame. Ogni rubinetto di quelle giare faceva scendere la sua dose precisa di grappa, marasca, arancio o altre essenze. E poi? Le gocce residue invece di finire a terra – che sarebbe stato uno spreco imperdonabile – venivano raccolte in un piattino. Alla fine della giornata tutte quelle gocce finivano in una giara secondaria dove si mescolavano in una sorta di cocktail ante litteram. Da questo mix di “tagli” nasce la Tagliatella, un prodotto accessibile anche a chi non poteva permettersi i distillati più costosi. In un certo senso, era il liquore democratico della sua epoca: niente fronzoli, solo un sapore complesso e sorprendente, figlio del caso e di una filosofia del recupero che oggi sarebbe definita sostenibile.

Oggi la Tagliatella non è più il risultato casuale degli avanzi della giornata, ma un liquore studiato e certificato, con una ricetta che mantiene lo spirito originale. Grappa, acquavite di marasca, scorze d’arancio ed erbe aromatiche si fondono in un mix armonico. Le note fruttate e speziate sembrano raccontare un viaggio nel tempo: un assaggio e sei già nella Bassano del Grappa di fine ’700 tra il tintinnio delle giare e il brusio dei clienti che ordinano un bicchiere dietro l’altro.

Una nuova veste per una storia antica

La nuova bottiglia da 70 centilitri ha un design snello e raffinato, come una dama in abito da sera. L’Arlecchino, storico simbolo della Tagliatella, ora campeggia con più spazio sull’etichetta, richiamando l’allegria e il carattere multiforme del liquore. Un dettaglio in più per i puristi: la capsula celebra la data di fondazione della distilleria (1779), ribadendo che la Distilleria Nardini è la prima in Italia. Con il suo 35% di tenore alcolico, la Tagliatella ha il carattere giusto per reggere il confronto con i distillati più blasonati, sia da sola sia come base per la miscelazione. È quel genere di liquore che non ha bisogno di effetti speciali: basta un bicchiere e un po’ di curiosità per scoprire tutta la sua personalità.

Cambia senza perdere un grammo di attualità

Non è facile trovare un equilibrio tra passato e presente, ma la Tagliatella ci riesce con naturalezza. Quello che una volta era un compromesso tra qualità e costo, oggi è un prodotto strutturato che sa rimanere fedele alle sue origini senza perdere un grammo di attualità.

Più che un liquore, la Tagliatella è una lezione di vita: non importa come si inizia, ma come si evolve. E in un mondo dove tutto deve essere perfetto e programmato, è bello sapere che qualcosa nato dal caso e dalla necessità può trasformarsi in un classico senza tempo.

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Giovanni Singh trionfa alla BeefBar Shakedown Worlwide Competition powered by Ron Brugal
Prima edizione di BeefBar Shakedown Worldwide Competition powered by Ron Brugal, distribuito in Italia da Velier. Alla finale della gara hanno partecipato i bartender della catena BeefBar di Londra, Mykonos, Parigi e Milano, ospitati negli eleganti locali del collegato Bar Americano Rumore di Milano.

Fondato nel 2005 da Riccardo Giraudi, il ristorante di carne BeefBar conta oggi una quarantina di sedi in tutto il mondo, dall’Europa al Medio Oriente all’Africa alle Americhe, sviluppando nel tempo l’offerta di cocktail come parte integrante del proprio concetto di eccellenza, creando un Cocktail Program ben definito.

È proprio in questo contesto che il locale ha ideato il concorso internazionale BeefBar Shakedown Worldwide Competition powered by Ron Brugal rivolto a tutti i bartender della catena BeefBar, un vero e proprio “volo di prova” con l’obiettivo di promuovere la rispettiva creatività e incoraggiarli a creare cocktail unici, da degustare poi in ogni locale BeefBar del mondo da Parigi, a New York, Londra, Edimburgo, Dubai, Monaco, Lussemburgo, Milano, Atene, Malta, Budapest e St. Barth.

Come partner esclusivo di questa Prima edizione della Competition è stato scelto Ron Brugal che, creato nella Repubblica Dominicana nel 1888, è arrivato alla quinta generazione familiare di Maestros Roneros, superando i confini della produzione dei suoi rum che invecchiano sotto il sole caraibico della Repubblica Dominicana in botti pregiate, selezionate con cura.

La Finale di questa prestigiosa competizione si è svolta di recente presso il Bar Americano Rumore di corso Venezia 11, locale di culto della vita notturna milanese, che unisce l’arte della mixology allo street food del contiguo BeefBar.

A supervisionare l’evento è stato il barmanager Francesco Cione, Director of Operations Italia e Corporate Bars&Beverage Directorn per il gruppo Giraudi e per il suo brand di punta Beefbar.
La presentazione è stata affidata all’esuberante bartender e Brand Ambassador Brugal Matteo Melara.

I cinque finalisti
Alessandro Dottore (Milano)
Thomas Bok (Mykonos)
Giovanni Singh (Milano)
Nassim Hadj (Parigi)
Dimitru Sofiet (Londra)
si sono sfidati a colpi di pairing con una ulteriore difficoltà: creare due cocktail diversi per un solo abbinamento food.

i concorrenti Giovanni Singh, Thomas Bok, Nassim Hadj, Alessandro Dottore e Dimitru Sofiet

Dopo aver esaminato bene ricette e abbinamenti, la giuria composta da Luca Fiorini Ceo Beefbar, Thierry Paludetto Executive Chef Beefbar, Lorena Vinolo Director of Marketing services & Consulting services, e Jamie Campbell Brand Education Manager Brugal, ha scelto il vincitore.

A trionfare è stato Giovanni Singh, proprio del Bar Americano Rumore di Milano, con il cocktail Sobremesa, un omaggio al rito sudamericano della convivialità, una tradizione che va oltre il cibo. Sobramesa, è composto dalle parole sobra (sopra) e mesa (tavola), ed evoca uno stato di allegria, piacere, risate, chiacchiere, proprio seduti a tavola, un momento in cui i commensali condividono qualcosa di preziosissimo, il tempo,lime accompagnandolo con un bene altrettanto prezioso come, ad esempio, un buon rum.

Sobremesa
ricetta di Giovanni Singh
Ingredienti
45 ml Ron Brugal 1888
20 ml Nixta Licor De Elote
15 ml lime/lemon juice
20 ml Palo Santo Cordial Paragon
Preparazione
Shaker, versare in tumbler basso su cubo di ghiaccio, guarnire con fili di scorza di lime.

Ron Brugal, una eccellenza dell’isola al centro dei Caraibi

Vantando 135 anni di maestria nel campo del rum di scuola spagnola, Ron Brugal è un premiato produttore di rum premium della Repubblica Dominicana. L’apprezzato portafoglio di rum invecchiati di alta qualità racconta la storia di cinque generazioni di maestria, iniziata nel 1888 dal leggendario fondatore Andrés Brugal.

Dopo aver viaggiato dalla Spagna e da Cuba, Don Andrés e la sua famiglia si stabilirono a Puerto Plata e iniziarono a distillare uno spirito unico, leggero e puro, sfruttando il caldo sole tropicale per impregnare il loro spirito di complessità e sapore, creando un rum dominicano elegante, aromatico e morbido. Dalla sua fondazione, le tradizioni e l’esperienza produttiva di Brugal sono state tramandate da cinque generazioni di Maestros Roneros, ognuno dei quali ha continuato a innovare.

Questa mentalità garantisce che ogni espressione rimanga di altissima qualità e al tempo stesso attuale nel corso dei decenni. Oltre 130 anni dopo, l’eredità di Ron Brugal continua a far emergere il meglio di questo rum.

Ron Brugal 1888

Prodotto di punta della gamma è Ron Brugal 1888, il cui colore dorato è dato da un doppio invecchiamento: in botti di quercia americana ex-Bourbon per 8 anni e in botti di quercia rossa europea ex-Sherry Oloroso per altri 6 anni (40% alc). Ricordiamo che, grazie al clima tropicale, l’invecchiamento dei distillati risulta “accellerato”. Caratteristica la bottiglia serigrafata da 70 cl avvolta da una reticella.

Velier, distributore italiano di alcolici premium

Velier è una storica azienda familiare genovese che si occupa di importazione e distribuzione di distillati, liquori e vini. Fondata nel 1947, ha quindi oltre 75 anni di vita, durante i quali la qualità dei prodotti e la loro appassionata divulgazione sono sempre state la via maestra per accedere a una crescita commerciale e reputazionale continua.

Leader mondiale nel settore dei rum grazie all’instancabile lavoro di scoperta del presidente Luca Gargano, Velier è stata anche antesignana assoluta nel lancio del movimento dei vini naturali. Già nel 2001 ha visto infatti la luce il protocollo Triple A, sottoscritto da produttori che siano “Agricoltori, Artigiani, Artisti”, in sintonia con i valori Velier: qualità e autenticità. Tra le oltre 200 marche importate, citiamo i rum Caroni, Bally, Clairin, Neisson, Hampden, Brugal; i whisky Macallan, Glenfiddich, Balvenie, Nikka, Buffalo Trace; Hendrick’s Gin, le vodke Stolichnaya e Moskovskaya, lo champagne Billecart e il liquore Chartreuse.

 

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