Martha May Markham vince la finalissima di Unrivalled Classics di No.3 Gin
La barlady in forze al Bar Swift di Londra è la trionfatrice della prima edizione di Unrivalled Classics, il cocktail contest di No.3 Gin che ha sfidato i bartender di 5 Paesi a creare la loro versione contemporanea del Gimlet

È Martha May Markham del Bar Swift di Soho, a Londra, la vincitrice di Unrivalled Classics, il cocktail contest firmato da No.3 Gin. La campionessa del Regno Unito si è imposta nella finale internazionale della competition, quest’anno al suo esordio, svoltasi nella distilleria di Schiedam, nei Paesi Bassi, dove il distillato viene prodotto.

Tema della gara la creazione un’originale versione di un grande classico a base gin, che ogni anno sarà diverso. Il classico scelto per il 2024 è stato il Gimlet, che i concorrenti hanno dovuto interpretare in chiave moderna utilizzando il London dry creato da Berry Bros. & Rudd, la più antica compagnia di commercio di vini e liquori a conduzione familiare della Gran Bretagna (è stata fondata nel 1698) e importato e distribuito in esclusiva nel nostro Paese da Pallini, esaltando nella ricetta i tre sentori principali del distillato: ginepro, agrumi e spezie.

I finalisti e la giuria

A contendere la vittoria alla barlady del Regno Unito i campioni nazionali degli altri quattro Paesi in gara: Loiver Hernandez dagli Stati Uniti, Germán Álvarez dalla Spagna, Andrey Bartlett dalla Germania e la nostra Giusy Martinez del Misture Cocktail Bar di Santa Lucia a Napoli, vincitrice della sessione italiana del contest (leggi Giusy Martinez vince la finale nazionale del contest Unrivalled Classics di No. 3).

Una concorrenza sulla quale Martha May Markham ha avuto la meglio con il suo Toe The Lime, realizzato miscelando No.3 Gin con key lime pie cordial chiarificato con latte condensato e crema di formaggio, cardamomo e tintura di arancia, e guarnito con biscotto digestive e polvere di sale di quercia.

Una interpretazione del classico che ha conquistato la giuria composta da big del settore della miscelazione e della bar industry: Emma Stokes, nota anche come Gin Monkey, Myriam Hendrickx, master distiller di No.3 Gin, e il mitico Alessandro Palazzi master bartender del Dukes Bar di Londra. Giuria che ha valutato le proposte considerando non solo l’equilibrio nei sapori e la presentazione dei drink, ma anche il suo approccio contemporaneo e unico e l’appeal per il consumatore.

Una due giorni nel mondo di No.3 Gin

La vincitrice, che prima di trasferirsi al Bar Swift ha lavorato per 8 anni nelle Midlands, a Liverpool e poi in altri locali di Londra, si è così aggiudicata il premio in palio: un takeover presso il bar Atlas di Singapore, locale incluso tra i The World’s 50 Best Bars, durante il Bar Convent Singapore, oltre a una cena al ristorante stellato Burnt Ends, abbinata a una selezione di cocktail a base di No.3 Gin.

Ma la Unrivalled Classics non ha lasciato a mani vuote gli altri concorrenti. Tutti i finalisti in occasione della finale nel Paesi Bassi hanno vissuto un’immersione di due giorni nel mondo di No.3 Gin, dove hanno potuto visitare la storica distilleria De Kuyper e prendere parte a una masterclass sul Martini tenuta da un esperto assoluto del re dei cocktail: Alessandro Palazzi.

La ricetta

Toe The Lime di Martha May Markham

Ingredienti:
45 ml No.3 Gin, 45 ml cordiale Key Lime Pie chiarificato, 3 gocce di tintura di cardamomo e arancia
Preparazione:
stir and strain
Guarnizione:
biscotto digestive e polvere di sale marino bruciato di quercia
Bicchiere:
coppetta Nick & Nora

 

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Matteo Fantacchiotti lascia la guida di Campari Group
Il manager, nominato ceo del Gruppo lo scorso aprile, ha deciso di abbandonare per motivi personali. Per la ricerca del suo successore, che dovrà portare avanti gli ambiziosi piani di crescita, è stato creato un Comitato per la transizione. Paolo Marchesini e Fabio Di Fede gestiranno la transizione nel ruolo di co-ceo a interim

Dopo soli cinque mesi si chiude l’esperienza di Matteo Fantacchiotti alla guida di Campari Group. Il manager, nominato amministratore delegato del Gruppo lo scorso aprile, succedendo nella carica Bob Kunze-Concewitz, che l’aveva ricoperta per 16 anni (leggi Campari Group: l’addio del ceo Bob Kunze-Concewitz dopo 16 anni), ha rassegnato le sue dimissioni per «per motivi personali», con effetto immediato, dimettendosi anche dal Consiglio di amministrazione. A dare la notizia, giunta a sorpresa, una nota di Campari, dove si sottolinea che la risoluzione del contratto di lavoro è stato raggiunto di comune accordo tra Fantacchiotti e il Gruppo.

«È stato per me un privilegio essere parte di Campari Group per quasi cinque anni e guidare questa organizzazione da aprile 2024 – le parole di Fantacchiotti consegnate alla stessa nota stampa -. Nel prendere ora la decisione di lasciare il Gruppo, desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti gli stakeholder, in particolare il presidente, il Consiglio di amministrazione e il Leadership team».

Parte la ricerca del nuovo ceo

Gruppo che ora ha avviato la ricerca del nuovo chief executive officer, che sarà scelto dopo una valutazione di profili sia interni che esterni. A questo scopo è stato costituito un Comitato per la transizione della leadership, presieduto da Bob Kunze-Concewitz, attuale amministratore non esecutivo. Dell’organismo fanno inoltre parte il direttore finanziario Paolo Marchesini e Fabio Di Fede, general counsel and business development officer, che sono stati anche nominati coceo ad interim.

Inoltre, Jean-Marie Laborde, attualmente membro del Consiglio di amministrazione e del Comitato controllo, rischi e sostenibilità, è stato nominato vice presidente di Campari Group.

L’obiettivo è continuare a crescere

Rammarico per la decisione di Fantacchiotti è stato espresso dal presidente Luca Garavoglia, che ha anche confermato i piani di espansione del Gruppo, che nei giorni scorsi ha acquisito una quota di Capevin Holdings, holding sudafricana che a sua volta detiene la proprietà di Cvh Spirits, società scozzese attiva nella produzione e commercializzazione dei noti brand di whisky single malt (leggi Campari annuncia l’acquisizione del 14,6% di Capevin Holdings).

«La nostra ambizione di crescita rimane fortissima. Abbiamo davanti a noi un futuro solido, grazie alla nostra solida organizzazione, alla nostra presenza globale e, in particolare, al nostro portafoglio unico, costituito da alcune delle marche più ammirate di tutto il settore degli spirit, sostenute dall’impegno costante di un team di professionisti – ha dichiarato Garavaglia –. In continuità con quanto fatto finora, la nostra priorità continua a essere la costruzione delle nostre marche, con l’obiettivo di continuare a generare una crescita profittevole e sovraperformare il nostro settore nel lungo periodo, come abbiamo fatto sin dalla nostra quotazione nel 2001».

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