Continuano a crescere le vendite di Campari Group
Nel primo semestre le vendite hanno superato quota 1,5 miliardi, con un incremento del 3,8% sullo stesso periodo del 2023. Aperitivi e tequila guidano la crescita

Continuano a crescere le vendite di Campari Group. A dirlo i numeri della relazione finanziaria semestrale che fa il punto sulle performance della multinazionale nei primi sei mesi dell’anno. Numeri che registrano vendite nette per oltre 1,5 miliardi di euro, con un incremento organico 3,8% sullo stesso periodo dello scorso anno, con una netta accelerazione, +6,9%, nel secondo trimestre. L’incremento delle vendite sale al 4,5 % considerando anche l’apporto dei brand acquisiti (che pertanto non era conteggiato nella relazione dello scorso anno), su tutti Courvasier, entrato a far parte di Campari Group da quest’anno (leggi Campari Group acquisisce il cognac premium Courvoisier) e dei marchi distribuiti ma non di proprietà del Gruppo.

La spinta dagli aperitivi

A trainare la crescita in particolare la categoria aperitivi, con Campari e Aperol, soprattutto nelle Americhe e in Germania, mentre nell’area dell’Europa e del Mediterraneo, dove il gruppo realizza il 49% delle sue vendite, la corsa è stata rallentata dal meteo avverso, che ha fatto sentire i suoi effetti negativi in Italia, dove le vendite sono calate del 5,2% e nel Regno Unito (-7,2%): nonostante ciò, però, anche in quest’area la crescita è stata solida e pari al 3,3%.

In forza di questi numeri, il margine operativo lordo è aumentato del 3,5%, con l’utile netto del gruppo attestatosi poco sotto i 220 milioni, e quello rettificato è stato di 239 milioni (+2,2%).

«Abbiamo registrato una solida performance nella prima metà dell’anno con un’accelerazione nel secondo trimestre, ancora una volta sovraperformando rispetto al settore. Nella restante parte dell’anno, ci aspettiamo di continuare a sovraperformare facendo leva sulla forza dei nostri brand che competono in categorie in crescita, ha commentato il neo ceo di Campari Group, Matteo Fantacchiotti (leggi Campari Group: l’addio del ceo Bob Kunze-Concewitz dopo 16 anni). Che resta fiducioso anche per il secondo semestre, nonostante un quadro generale che presenta diverse insidie. «Ci aspettiamo che su base annuale la nostra capacità di espandere il margine lordo sia influenzata da alcune condizioni temporaneamente sfavorevoli (come il meteo avverso che impatta gli aperitivi con elevata marginalità e l’effetto del rinnovo dei contratti dell’agave) generando da un lato un mix delle vendite svantaggioso dall’altro uno spostamento dei benefici attesi relativi ai costi di produzione nel prossimo anno. Per il medio termine, rimaniamo fiduciosi sulla nostra capacità di mantenere uno slancio positivo dei brand e una crescita profittevole».

Bene i marchi globali

Guardando un po’ più nel dettaglio l’andamento dei marchi, quelli a priorità globale (68% delle vendite totali del Gruppo) hanno registrato una crescita del 5,9%. Su questa hanno inciso le ottime performance di Aperol, cresciuto del 4,7%, nonostante l’impatto del meteo soprattutto in Italia e Francia e la difficile base di confronto complessiva (+32,4% nel primo semestre del 2023). L’incremento è stato guidato dalla Germania e dalle Americhe, inclusi gli Stati Uniti e i mercati in fase di sviluppo come Brasile e Messico, dall’Australia e dalla Grecia. Ottime anche le vendite di Campari, salite del 9,3% con una forte accelerazione nel secondo trimestre (+11,7%), trainate da Brasile, Giamaica, Grecia e Francia.

Espolòn conquista gli Usa

A due cifre la crescita di Espolòn, 22,2%, guidata dal suo mercato principale, ovvero gli Usa, mentre stabile è rimasto il portafoglio di Wild Turkey, che sempre negli Usa il suo mercato chiave. Molto bene anche Grand Marnier, 13,3%, mentre più contenuto, ma sempre positivo, l’andamento del portafoglio di rum giamaicani, +1,9%. Unico brand in controtendenza Skyy, che ha registrato un calo dell’11,9%, in linea con la categoria negli Stati Uniti.

Calano i brand regionali e locali

Performance negative hanno registrato i marchi a priorità regionale (17% delle vendite totali del Gruppo) e quelli a priorità locale. Le vendite dei primi sono calate del 3,4%, con l’andamento negativo di Magnum Tonic e The GlenGrant che è andato a pareggiare quello positivo di Cinzano spumante, Lallier Champagne, Mondoro, Aperol Spritz ready-to-enjoy, Averna e delle specialità francesi.

In diminuzione del 2,3% quelli a priorità locale (6% delle vendite totali del Gruppo): anche in questo caso, la crescita positiva di Ouzo 12 è stata compensata dalla debolezza di Wild Turkey ready-to-drink, Campari Soda, a causa del meteo avverso nel mercato chiave italiano, e Skyy ready-to-drink, che ha sofferto sul suo mercato principale, quello messicano, altamente competitivo.

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Chef Cannavacciulo firma un “Contrattino” con l’aperitivo in stile anni ‘50
Lo chef entra nel progetto Contrattino, il nuovo ready to drink a bassa gradazione, creato da tre big del beverage, Paolo Dalla Mora, Luca Gargano e Giorgio Rivetti, che rimanda al bitter tonic degli anni Cinquanta

Lo chef Antonino Cannavacciulo fa il suo debutto nel mondo beverage. Lo fa sposando il progetto Contrattino e quindi entrando in società con i tre big del settore che hanno dato vita al nuovo ready to drink: Paolo Dalla Mora, creatore di Gin Engine, Vermouth & Bitter Strucchi e Sgrappa, Giorgio Rivetti, proprietario di Contratto, storica cantina vinicola fondata a Canelli nel 1867, e Luca Gargano, presidente di Velier.

Una lunga storia

Contrattino è un bitter tonic innovativo e, insieme, che affonda le sue origini nel secolo scorso. È infatti il discendente del Contratto Tonic Bitter, lanciato dalla cantina di Canelli negli anni Cinquanta e molto di moda anche nel decennio successivo, reclamizzato come “l’aperitivo per gli intenditori” e oggetto di un’iconica campagna pubblicitaria dell’artista Mario Gros. Prodotto a sua volta che era una nuova declinazione dell’aperitivo Tonic Normal G. Contratto Canelli, che la cantina aveva messo sul mercato nel 1936, riscuotendo immediato successo, e che può essere considerato l’antenato dei moderni ready to drink. A questa storia di innovazioni che hanno contribuito a consolidare la tradizione dell’aperitivo italiano (Contratto nel 1933 aveva lanciato il Bitter Contratto e nel 1935 Contratto Aperitif, da allora sempre presenti nella catalogo della casa piemontese), si ricollega Contrattino, proponendone una nuova interpretazione.

Un perfetto equilibrio di sapori

Prodotto da Contratto e distribuito da Velier, il nuovo prodotto è un aperitivo ready to drink a bassa gradazione alcolica (alc 5,5% in vol) e 100% bio, frutto di una ricetta che ha richiesto ai suoi creatori circa due anni di ricerca. Ricetta che prevede l’uso di un mix di ingredienti, quali zucchero di canna, aromi naturali di piante officinali, agrumi e alcol sempre e tutti bio. Anche il suo colore rosa è tutto naturale, e derica dall’uso di succo concentrato di carota nera.

Un mix di ingredienti che regala al prodotto il suo carattere elegante, fresco e complesso e strutturato, in un perfetto equilibrio tra parte dolce, amara e aromatica, grazie anche a una parte amaricante variegata, che si differenzia dalla classica genziana o artemisia di molti aperitivi, e arricchito da una parte floreale piacevole e decisa, che ne amplifica il bouquet aromatico.

Custodito in un’elegante bottiglia in stile Art Déco da 20 cl, è da servire liscio freddo senza ghiaccio, liscio in bottiglia con ¼ di fetta d’arancia, o in “versione 1×2”, ovvero dividendo il contenuto della bottiglietta in due porzioni e aggiungendo la stessa quantità di bollicine: possibilmente di Alta Langa, come il metodo classico delle Cantine Contratto.

 

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