Martin Miller’s Westbourne è Best London dry gin ai Rolling Stone Spirits Awards
Il gin “old school” a marchio Martin Miller’s si è aggiudicato il premio per il suo profilo intenso e agrumato che lo rende perfetto per la preparazione dei grandi classici. E intanto è arrivata anche la nuova bottiglia

Martin Miller’s Westbourne Gin ha proprio il sound giusto. A dirlo i Rolling Stone Spirits Awards 2024, che hanno incoronato il secondogenito a marchio Martin Miller’s, che come tutta la gamma è distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi, Best London dry gin. Ma non è l’unica novità che riguarda questa referenza, che ora si presenta anche con un look rinnovato.

Il già ampio palmares del marchio inglese di gin super premium, fondato a fine anni Novanta dall’eclettico imprenditore Martin Miller, scomparso nel 2013, e che ha dato un contributo importante alla gin renaissance, si arricchisce dunque anche dell’Award che ogni anno la rivista musicale Rolling Stone assegna agli spirit “nuovi, eccitanti, unici e degni di nota”. Premi che vengono assegnati da una giuria capitanata da un’esperta del settore, Virginia Miller, giornalista e Academy Chair The World’s 50 Best Bar.

Premio che Martin Miller’s Westbourne Gin si è guadagnato per il suo profilo intenso e agrumato, che lo rende perfetto per preparare i grandi classici della mixology. «Se stai preparando un cocktail classico, non c’è miglior London dry [..] Gli amanti dei gin contemporanei apprezzeranno le note pulite e agrumate, mentre gli appassionati dei gin classici apprezzeranno il suo impatto botanico», è il lusighiero giudizio della giuria.

Nato per i classici

Del resto proprio questa è la “mission” Martin Miller’s Westbourne Gin. Questo distillato (alc 45,2% in vol) è infatti la variante Strength, del classico Martin Miller’s original, creata nel 2002-2003 per soddisfare la richiesta dei bartender di avere un gin più “old school” con la quale poter preparare i grandi classici e con una gradazione alcolica maggiore.

Intenso e agrumato, con un accento sulle note speziate, è preparato con le stesse botaniche dell’oginal, ma diversamente combinate: ginepro, coriandolo, radice di angelica, scorza d’arancia, scorza di limone, olii essenziali di lime, radice di iris, corteccia di cassia, noce moscata e liquirizia. Botaniche che vengono distillate separatamente in due singoli lotti, uno dei quali riservato ai botanici agrumati (scorza d’arancia, scorza di limone, olii essenziali di lime), l’altra alle bacche di ginepro insieme ai restanti ingredienti. I due distillati vengono quindi combinati insieme e al blend viene aggiunto l’ingrediente essenziale della sua formula: acqua che sgorga da una sorgente in Islanda.

Il nuovo pack

L’arrivo del premio è giunto insieme all’arrivo del nuovo pack che veste il prodotto. A custodire il distillato è ora una bottiglia alta e affusolata, dall’elegante design con zigrinature sui lati e una palette di colori rame e blu, che richiamano l’uso dell’acqua pura islandese nella ricotta e il particolare processo produttivo.

L’articolo Martin Miller’s Westbourne è Best London dry gin ai Rolling Stone Spirits Awards è un contenuto originale di bargiornale.

Nikka festeggia i 90 anni al Nite Kong con Rogerio Igarashi
A Roma, il fondatore del Bar Trench di Tokyo, flagship in Giappone di Nikka, ha portato i suoi drink con i prodotti della distilleria giapponese

Per celebrare i 90 anni di Nikka sono stati organizzati degli eventi in tutto il mondo con guest e masterclass. In Italia è stata dedicata una tre giorni al Nite Kong di Patrick Pistolesi, già vincitore nazionale della Nikka Perfect Serve nel 2013. Pistolesi in finale utilizzò per il suo cocktail il blended Nikka From The Barrel, il prodotto di maggior pregio del brand di whisky. Le celebrazioni sono partite da Roma, con una guest con gli ultimi due vincitori della Nikka Perfect Serve, per proseguire con la serata con Rogerio Igarashi Vaz, socio proprietario e bartender del Bar Trench di Tokyo, flagship di Nikka in Giappone.

La storia di Nikka

È il 1918 quando il giovane Masataka Taketsuru arriva in Scozia, a Glasgow, per studiare chimica. In Giappone la sua famiglia produce sake e il fascino per il mondo degli alcolici lo porta subito a incuriosirsi al whisky. Così entra a fare esperienza diretta in tre distillerie e una volta tornato in Giappone porta con sé i segreti per iniziare a produrre whisky. Masataka Taketsuru fonda prima Suntory insieme a Shinjiro Torii e poi decide di mettersi in proprio aprendo nel 1934, sull’isola di Hokkaido la futura Nikka. Oggi, il mercato del whisky giapponese è uno dei più importanti al mondo e questo è merito soprattutto di Masataka Taketsuru e di Nikka (distribuito in Italia da Velier) che alla fine degli anni Sessanta raddoppia con un secondo stabilimento a Miyagikyo, nella Valle del Miyagi.

I cocktail di Rogerio Igarashi Vaz

Al Nite Kong Rogerio Igarashi Vaz ha portato tre cocktail che sono Trench 75 con Nikka Coffey Gin, cordiale al miele, succo di limone e sake frizzante Shichiken, Broken and famous con Nikka Coffey Grain, Aperol, cordiale paprika e miele, bitter al pompelmo, bitter all’acquavite e Sendai boulevard con Nikka Miyagikyo, Dubonnet, bitter Gran Classico e Bob’s Chocolate bitter.
Rogerio è nato in Brasile ma è di origini giapponesi, come racconta durante la serata al Nite Kong apre il suo Bar Trench a Tokyo nel 2010. «Direi – racconta il barman – che non avevamo un’idea precisa quando abbiamo aperto il bar nel 2010, era un bar del tutto normale, non avevamo il menu e non avevamo nemmeno uno stile preciso o un’immagine ben definita. Poi abbiamo capito che dovesse rappresentare bene il suo nome: al Bar Trench ti puoi sentire protetto da qualsiasi cosa stia succedendo fuori, sei al sicuro, puoi prenderti un momento di meditazione».
Tra le proposte del Bar Trench di Tokyo anche alcune d’ispirazione italiana, come il Garibaldi, cocktail che Rogerio confessa di non aver scoperto però nel Belpaese «L’ho provato due volte, al Dante di New York e al Bar Termini a Soho. Mi piaceva l’idea di un drink con solo due ingredienti, semplice ma buono: così ho deciso di proporlo al Trench».

 

L’articolo Nikka festeggia i 90 anni al Nite Kong con Rogerio Igarashi è un contenuto originale di bargiornale.

Pump My Moka e i caffè premiati dal Camaleonte
Un’insolita degustazione online dei tre caffè di Bristot premiati dalla Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, con la scoperta di Pump My Moka applicata alla caffettiera Bialetti

Stupire con il caffè, trovare nuovi spunti per renderlo interessante, piacevole e alla portata di tutti è fondamentale per un bar, una caffetteria che ha quale obiettivo fidelizzare il cliente e promuovere la cultura del caffè. Ha fornito un esempio pratico di tutto ciò il team della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, che ha organizzato una insolita e piacevole degustazione online, che ha permesso un approccio al mondo del caffè più lento e consapevole. Auspicabile a casa come al bar.

Sono stati protagonisti la seconda edizione della Guida del Camaleonte, i tre caffè di Bristot (torrefazione dell’anno) che hanno meritato l’Award Prodotti, una moka Bialetti da tre tazze e l’innovativo set Pump My Moka.

Giunta alla sua seconda edizione, la Guida permette di scoprire la ricchezza della produzione di tante torrefazioni lungo tutto lo Stivale e di individuare i caffè più in linea con i propri gusti e la loro caratterizzazione in diverse modalità di preprazione: espresso, moka, filtro e monoporzionato, come hanno evidenziato i suoi autori, Andrej Godina, caffesperto e PhD in Scienza, Tecnologia ed Economia nell’Industria del Caffè e Mauro Illiano, caffesperto e recensore gastronomico. 

L’attenzione è stata subito catturata dalla particolarità della prima estrazione, effettuata con la moka e la miscela Wellcoffee composta da caffè decerati “stomach friendly” grazie a un procedimento di deceratura: lo studio della composizione delle cere presenti nel caffè ha identificato alcune sostanze che possono risultare poco assimilabili, dunque vengono rimosse mantenendo inalterate le caratteristiche positive e il flavore del prodotto in tazza, con sentori ai agrumi, biscotti, caramello, nocciole e spezie.

Per l’estrazione è stata utilizzata una moka da 3 tazze con caratteristiche particolari: una striscia termometrica per monitorare la temperatura dell’acqua durante l’estrazione e un collegamento tramite un pratico innesto a scatto, con la pompa esterna Pump My Moka: grazie a ciò è possibile regolare la temperatura e la pressione dell’acqua (che viene immessa manualmente in caldaia tramite la pompa) che attraversa il macinato, influenzando l’intensità e l’aroma del caffè.

In parallelo sono state realizzate due estrazioni, una a caldo a 95°C e una a temperatura ambiente, di durata superiore (almeno 3 minuti) al fine di permettere al caffè di cedere i suoi aromi. Come ha sottolineato Simone Previati, che con Stefano Cevenini è l’ideatore di questo sistema innovativo, Pump My Moka permette il controllo completo dell’estrazione e di sperimentare estrazioni con diverse granulometrie di caffè, temperature e livelli di pressione, per creare tazze sempre nuove e in linea con ciò che più si desidera durante la giornata: una tazza più intensa e corposa la mattina, più dolce e aromatiche a metà mattina o nel pomeriggio, estratte a caldo o a freddo.

Da parte sua, ha osservato Marzio Buttarelli, chief business development officer di Bialetti, la caffettiera ideata da Alfondo Bialetti nel 1933, sta vivendo un periodo di grande popolarità, in Italia e all’estero. Piace molto ai giovani e a chi vuole vivere la tazza di caffè non solo come bevanda veloce, ma come momento di convivialità, con ritmi più lenti. Si tratta poi di uno strumento assolutamente sostenibile e in continua evoluzione, «siamo certi che la partnership con gli ideatori di Pump My Moka, ci permetterà di ampliare ulteriormente il nostro target, avvicinando anche i consumatori più esperti e curiosi». 

Ha guidato  e degustato l’estrazione espresso Simone Rubin, direttore dell’Academy  Bristot, marchio di punta della bellunese Procaffè, Torrefazione dell’Anno 2023-24, che si caratterizza per l’impegno di costante innovazione. Il prodotto di punta e più pregiato della Torrefazione, la miscela Tiziano 1919 Riserva, composto da caffè arabica provenienti da Brasile, Nicaragua, Colombia, Guatemala ed Etiopia e un robusta indiano, ha evidenziato nel suo flavore agrumi, biscotti, caramello, nocciole e spezie.

Mauro Illiano ha nuovamente guidato un’estrazione con la macchina a capsula di Lungo, miscela di arabica brasiliani e centroamericani lavati con un tocco di robusta indiani e africani. La sua formulazione permette di estrarre tazze fino a 100 ml con flavore di arancia rossa, bakery, caramello e miele. Da gustare lentamente, come un buon filtro.

Conclusa la degustazione, sono state fornite alcune informazioni sulla terza edizione della Guida del Camaleonte 2024-25, che uscirà il prossimo mese di novembre con nuove recensioni, tantissime novità sui caffè da assaggiare con metodo espresso, moka, filtro e monoporzionato e una sezione culturale dedicata al tema delle piantagioni di caffè. Dunque, non solo una Guida che percorre la Penisola attraverso migliaia di referenze presentate, ma anche un manuale tecnico di approfondimento per appassionati e professionisti del settore.

L’articolo Pump My Moka e i caffè premiati dal Camaleonte è un contenuto originale di bargiornale.