Con Iced Ginseng Eraclea raddoppia l’esperienza di gusto di Chill
All’iced cappuccino ora si agginge la variante di gusto al ginseng. Facile e veloce da preparare, nel granitore o nel blender, si può personalizzare come si preferisce e guarda alle tendenze di consumo dei giovani

C’è una novità nella proposta di Eraclea per la stagione estiva. È Chill Iced Ginseng, la variante al gusto ginseng di Chill Iced Cappuccino, lanciato lo scorso anno (leggi Chill, l’iced cappuccino di Eraclea). Insieme compongono la linea Chill pensata per rinnovare il segmento delle creme fredde, guardando alle nuove tendenze e modalità di consumo e rivolgendosi, in particolare, al target di consumatori più giovane, sempre in movimento e alla ricerca di soluzioni che possano accompagnarli durante la giornata.

Preparato al momento

Il nuovo arrivato combina la cremosità del caffè al ginseng con la freschezza del ghiaccio insieme a latte o acqua e, come il fratello maggiore, si prepara al momento, in modo facile e veloce, con il granitore o il blender così da rispondere alle esigenze di tutti i locali. Basta mettere il preparato nella macchina, aggiungere acqua o latte, mixare e, infine aggiungere ghiaccio che, sciogliendosi lentamente, prolunga la sensazione di freschezza.

Un’esperienza da personalizzare

A questo punto è l’operatore he può dare un tocco in più alla preparazione per personalizzarla, dando sfogo alla sua creatività o assecondando gusti e preferenze dei clienti. Chill si può infatti completare con panna montata, toppng in salsa, granelle, scaglie di cioccolato, sciroppi. Servite nella paper cup da 350 ml, fornita dal brand di Lavazza, le bevande Chill sono ideali da consumare on-the-go, mantenendo il giusto equilibrio tra intensità di gusto e bevibilità.

Musica e gusto in tour nella Penisola

Per vivere questa esperienza di gusto e freschezza di Iced Ginseng, Eraclea ha creato, in collaborazione con Openstage, la startup che inserisce l’intrattenimento urbano tra i servizi per le smart city, un tour musicale in alcune location di diverse città italiane. A ogni appuntamento, giovani talenti musicali del territorio appartenenti alla comunità di Openstage si esibiscono in concerti live che si tengono dalle ore 15 alle 17. Il tour, dopo le tappe a Vista Darsena a Milano e a Brunch Republic a Padova, prosegue con quelle del 4 luglio a Menchetti Loggia del Grano a Firenze e del 6 luglio al Bar Brasiliano di Napoli, per concludersi l’8 settembre a Base Milano con l’evento finale dedicato al rientro a scuola.

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Il nuovo contratto dei pubblici esercizi: registrati e scarica l’approfondimento
Registrati, rivedi la diretta e scarica le slide: due esperti di Fipe-Confcommercio spiegano le novità del contratto nazionale dei pubblici esercizi, fresco di rinnovo

Aumento salariale, assistenza sanitaria integrativa, welfare, supporto alla genitorialità e nuove figure professionali: il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori del fuori casa, siglato da Fipe-Confcommercio con le organizzazioni sindacali di categoria, tocca circa 330mila imprese del settore e quasi un milione di lavoratori. È il terzo contratto collettivo del Paese, dopo quelli dei settori terziario e metalmeccanico.

Compila il form, rivedi la diretta e scarica le slide

Assieme a due esperti di Fipe – Andrea Chiriatti e Riccardo Orlandi – Bargiornale ha organizzato una sessione di approfondimento sui temi principali oggetto del rinnovo contrattuale.

Compila il form, registrati e rivedi il video della nostra diretta dallo studio di Bargiornale Tv, con le domande dal pubblico e le risposte degli esperti. Puoi anche scaricare le slide con i dettagli delle novità del CCNL pubblici esercizi.

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A tutta Sicilia anche nei drink a il Locale Palermo
Un’atmosfera accogliente e raffinata caratterizza il Locale dei fratelli Daniel e Greta Bellavista nel centro storico della città. Con una drink list che parte dal regionale per esplorare il mondo

Cosa dire di un locale chiamato “Locale”? Originale sin dall’approccio semantico, questo luogo ha nel camaleontismo la sua più precipua attitudine. A metà strada tra un cocktail bar e un’osteria, un bar o un ristorante. L’idea prende forma grazie a Greta e Daniel Bellavista, due fratelli con una visione chiara e audace, sostenuti dal loro padre, Maurizio.

La loro creatura trova dimora in un elegante edificio di epoca Liberty, situato nel pieno centro storico di Palermo. Questo edificio, con il suo cortile interno rigoglioso e un primo piano che funge da bistro arredato con pezzi di design vintage, trasuda storia e carattere. Entrando a Locale, si percepisce subito l’atmosfera accogliente e raffinata che lo caratterizza. Le pareti, decorate con uno stile barocco ricco e vibrante, raccontano storie di un passato glorioso e di una città che non smette mai di reinventarsi. I visitatori, ancor prima di diventare clienti, vengono accolti come ospiti di una grande casa, invitati a esplorare e a lasciarsi sorprendere da ogni dettaglio.

Il cocktail bar. il cuore pulsante de il Locale

Il cuore pulsante del Locale è il suo cocktail bar, un piccolo spazio di 20 metri quadrati che esplode di vitalità. In questo ambiente intimo e dinamico, i drink diventano una finestra sul mondo, pur mantenendo un forte legame con le radici siciliane, come il Negrhome, una reinterpretazione del classico Negroni che combina gin, rabarbaro, amari siciliani e vermouth rubino e invita a scoprire nuovi sapori. C’è poi L’effetto Martini, un tributo ai sapori del Mediterraneo, con gin, vermouth, soluzione di fior di sale e salicornia che si uniscono per evocare note iodate. Non mancano i riferimenti alla cultura locale e alle sue espressioni più colorite. Il Botta ri Sali è un omaggio ai minatori di sale. Il drink è preparato con gin, acqua di mare, succo di limone, tonica mediterranea e una spuma di mare dal colore turchese.

Dalla Sicilia al mondo

Una drink list in continua evoluzione che si adatta alle stagioni e alle richieste dei clienti per un viaggio che parte dal regionale e vuole esplorare il globale. Sex unn’è gghiè, la versione siciliana del Sex on the Beach, è un buon esempio di come la materia prima locale possa riscrivere un classico. Rum bianco, frutto della passione e succo d’ananas si combinano per creare un drink fresco e fruttato. Altro fiore all’occhiello de il Locale è il Mango pi fallo, un cocktail che con la sua combinazione di cachaça, lime, purea di mango di Terrasini e jalapeño, incarna lo spirito giocoso e ironico della cultura palermitana.

Aperto sette giorni su sette, quasi tutto l’anno, Locale è la realizzazione di un sogno familiare che ha saputo trasformarsi in una realtà iconica per Palermo. Questa città, che Goethe descriveva come il luogo più bello del mondo, è una miscela affascinante di storia, ricchezza culturale e un’inarrestabile voglia di rinascita. Se siete a Palermo e avete voglia di essere accolti come a casa, di mangiare piatti gustosi e “pop” e di bere intriganti crossing fra la Sicilia e il resto del mondo Locale è il locale che fa al caso vostro. Approfondiamo l conoscenza del Locale con Daniel Bellavista.

Daniel Bellavista, la vostra è un’attività di famiglia. Ci spiega la genesi del progetto e come sono distribuiti i compiti?

La nostra attività è composta dal sottoscritto, Daniel Bellavista, amministratore della società e faccia del Locale. Dopo numerose esperienze in giro per il mondo a livello manageriale, tra le più significative quella come restaurant manager al Blue Marlin Ibiza, sia a Ibiza sia a Dubai, mi occupo della gestione e formazione del personale, organizzazione eventi, posizionamento brand e relazioni pubbliche.

Poi c’è Greta, mia sorella e socia dell’attività. Greta si occupa della gestione della comunicazione. Laureata in disegno grafico sposa questo ambizioso progetto di famiglia nato nel 2017. Oltre alla comunicazione e al disegno grafico e impaginazione di menù ed eventi, Greta si occupa anche della gestione del personale e dei rapporti col pubblico. Poi c’è Maurizio, l’instancabile papà. Dopo tantissimi anni di esperienza a livello manageriale tra alberghi e navi da crociera, si occupa dell’amministrazione, rapporto con fornitori e conto economico della società.

Durante un periodo difficile come quello pandemico avete tirato fuori dal cilindro l’idea di una bottega nella bottega: MonoLocale. Ce ne parla e ci spiega la proposta?

Monolocale nasce nel 2020, quando durante la pandemia si poteva lavorare solo con asporto e domicilio. Beh, dopo una profonda consultazione in famiglia, abbiamo decidemmo di convertire un magazzino, prima utile per la conservazione di derrate alimentari, in bottega e alimentari. Dove si può trovare pane fresco sfornato quotidianamente e salumi e formaggi del territorio. Da Monolocale prepariamo anche panini e focacce “cunzate” al momento. Da scommessa per risollevarsi durante un momento complicato, Monolocale, è diventato una realtà importante in città.

Pare che i turisti apprezzino il “made in Sicily” anche nei drink. Qual è il più gettonato della sua carta e perché?

I turisti adorano il made in Sicily, non solo nel cibo ma anche nella proposta beverage, ovvero birre, vino e soft drinks, e ci rendiamo conto anche che l’apprezzamento aumenta sempre di più anche nella scelta di cocktail con preparazioni dove sono presenti ingredienti “locali”.

Tra i più venduti da Locale di sicuro il Botta ri Sali, un drink studiato per l’estate ma adatto per tutte le stagioni. Gli ingredienti che lo compongono sono Gin siciliano, acqua di mare (sciroppo salato homemade per ottenere il colore turchese), succo di limone, tonica mediterranea e spuma di mare (spuma agli agrumi a sifone).

Il Mango pi Fallo, un drink in coppetta composto da purea di mango, da coltivazione locale, cachaca, lime, e peperoncino.

Questi i drink più gettonati perché rappresentano la Sicilia nei suoi colori, profumi e sapori.

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“Calamaretto di Saronno”, “Branchia Menta”: le vetrine comiche del pescivendolo poeta di Trieste
Con le sue originali vetrine poetiche, Davide Scala, titolare delle Pescherie Davide ha adottato una strategia di comunicazione on site a costo ridotto ma di grande efficacia

La mitteleuropea Trieste è sempre ricca di spunti stimolanti: ne sono un esempio lampante le Pescherie Davide che uniscono il potere solido della storia alla creatività dell’innovazione. “Salvate il salmone Ryan”, “Un giorno in frittura”: la mattina, Davide Scala scrive sulle vetrate dei suoi negozi i versi che la notte gli ha ispirato, utilizzando antica polvere di Vienna mescolata con acqua, pratica e facile da cancellare.

“Una cozza per amico”, “Il buono, il brutto e il branzino”, “Polp fiction” sono alcuni dei riferimenti ittici a canzoni, film, programmi televisivi che hanno un forte richiamo per i curiosi e creano un legame emotivo: il sorriso spinge il pubblico a scattare foto e selfie, ma anche a entrare per conoscere l’autore. Da qui all’acquisto, il passo è breve.

I due punti vendita situati in via Conti 44 e piazza Garibaldi 8, tengono viva una tradizione che si tramanda da generazioni, sia per la qualità dell’offerta sia per le originali vetrine che attraggono l’attenzione dei triestini e dei turisti.

Un locale storico dal fascino unico

Il negozio di piazza Garibaldi 8 detiene un primato singolare: è l’unico locale storico adibito a pescheria in Friuli Venezia Giulia. Questo punto vendita mantiene intatte le antiche vetrine, che sono diventate un vero e proprio punto di attrazione per i passanti, così come accade in via Conti.

L’eredità di famiglia

Davide, il pescivendolo poeta, prosegue la tradizione iniziata da suo padre Arnoldo, il primo in città ad avere un’impresa di import-export di prodotti ittici con le vicine zone dell’ex Jugoslavia. L’eredità di famiglia si riflette nella qualità e nella freschezza del pesce offerto, che arriva direttamente dal mercato ittico di Trieste.

“A qualcuno piace crudo”: l’efficacia della comunicazione on site

Le vetrine delle Pescherie Davide non sono semplici espositori di prodotti, sono un allegro biglietto da visita che racconta l’identità del negozio. Hanno il cosiddetto stopping power nei confronti dei passanti: una strategia di comunicazione on site a costo ridotto ma di grande efficacia. Attraverso le vetrine, cioè, si racconta una storia e si crea un percorso che, tramite battute scritte a lettere cubitali come “C’era una piovra in America” e “Canocia meccanica” conduce facilmente all’acquisto.  Un biglietto da visita che racconta l’identità precisa del negozio e, allo stesso tempo, un motivo di richiamo che, non solo sollecita l’attenzione dei consumatori, ma li coinvolge emotivamente, creando un legame duraturo in grado di avere ripercussioni positive sul fatturato.

 

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Bold Black London Dry Gin: la nuova release di Bulldog, ancora più “bold”
Samuele Ambrosi illustra la nuova etichetta esclusiva: ricetta ribilanciata e maggior gradazione alcolica. Obiettivo, miscelazione di alto profilo

Vent’anni fa, l’investitore bancario Anshuman Vohra aveva già le idee chiare: circondarsi delle persone giuste, come la master distiller Joanne Moore (e avere una donna a capo di una distilleria era tanta roba all’epoca), una combinazione di spezie identitaria e la voglia di approcciare il mondo del bere in maniera innovativa: Bulldog Gin nasceva come idea nel 2003, prima dell’ingresso sul mercato poche stagioni dopo.

«Un gin visionario, la cui spina dorsale è rimasta la stessa per due decenni». Lo racconta Samuele Ambrosi al Dry Milano, in occasione della presentazione della nuova release: Bulldog Bold Black London Dry Gin, versione irrobustita e dedicata a una miscelazione di più alto profilo rispetto all’etichetta tradizionale. Già nel 2013, una prima sperimentazione era stata effettuata sui mercato di New York e Londra.

Non cambia niente eppure cambia tutto: rimangono le dodici erbe aromatiche  (ginepro italiano e poi (lavanda, angelica, papavero bianco, occhio di drago, fiore di loto, liquirizia, limone, mandorla, iris e cassia) provenienti da otto paesi del mondo, infuse direttamente in uno spirito neutro realizzato da grano di Norfolk, combinate nello stesso alambicco “a cipolla” che si salvò dal grande incendio della distilleria G&J Distillers di Warrington, Regno Unito, dove ancora oggi procede la produzione.

Ambrosi, che con Bulldog collabora sin dai primi tempi («rimasi disarmato quando ricevetti un messaggio di ringraziamento da Vohra in persona: fu il sigillo che certificava la bontà di un percorso ancora in essere»), racconta del progetto nato in Usa ma sviluppato in Regno Unito, a dimostrazione di cultura e ricerca nella culla del gin; dell’ingresso sulla scena di Campari Group, che acquisisce Bulldog nel 2017 e da allora lo sostiene; e del metodo produttivo che non è mai cambiato. «Senza artifici o esagerazioni, bold come nella dicitura del brand», afferma Ambrosi.

Bulldog Bold Black London Dry Gin aggiorna la  bottiglia, ancora più minimal ed elegante, con il profilo riconoscibile delle curvature superiori, il corpo che si snellisce e una nuova etichetta che mescola nero e argento. E aggiunge una distillazione (quattro in tutto) per un volume maggiore che «può sembrare fastidiosa – racconta Ambrosi – ma l’alcool è una molecola elastica, per cui, a fronte di meno acqua, aumenta il corpo nel liquido finale». Poche migliaia di bottiglie per il mercato italiano, destinate a una miscelazione fatta di classici di altissimo spessore (la drink strategy parla di Gimlet, Turf, Tuxedo), consacrata dal Bold Martini.

Bold Martini

60ml Bulldog Bold Black
10ml 1757 Extra Dry Vermouth

Tecnica: stir&strain
Bicchiere di servizio: coupette
Garnish: olive o scorza di limone per esaltare le note floreali del cocktail

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Dieci domande a Cynthia Vargas: la signora del Ron Matusalem
Un viaggio nel mondo di Ron Matusalem con Cynthia Vargas, master blender della rinomata hacienda della Repubblica Dominicana. Che ci racconta il suo approccio alla produzione e le innovazioni e i cambiamenti previsti nel futuro del distillato

In questa video intervista incontriamo Cynthia Vargas, master blender di Ron Matusalem, in occasione del cambio di look di Matusalem Gran Reserva 15 e Matusalem Gran Reserva 23 (leggi Cambio di look per gli iconici rum Matusalem). L’appuntamento con la Signora del rum è a Il Marchese di Milano. È il suo primo tour lontano dall’hacienda e questa è solo la prima fermata.

Cynthia ci racconta del suo viaggio nel mondo dei distillati, iniziato con una transizione dall’enologia alla produzione di rum, un percorso ricco di sfide e conquiste. Ci parla delle sue impressioni sul cambio di immagine delle bottiglie e di tanto altro.

Durante la conversazione, spiega il sistema solera, un metodo fondamentale per la produzione del rum Matusalem, distribuito in esclusiva da Gruppo Montenegro, e condivide le esperienze e le difficoltà affrontate nella creazione di Insolito, il primo rum rosé al mondo. Cynthia ci racconta come il suo approccio alla produzione del rum si è evoluto dal 2002, anno in cui è entrata a far parte di Matusalem, e quali sono gli aspetti più gratificanti del suo ruolo di master blender. Descrive una sua giornata tipica e le attività che svolge quotidianamente per garantire la qualità del suo ron.

Infine, ci confida i momenti più memorabili della sua esperienza come prima persona al di fuori della famiglia Alvarez a custodire i segreti della cantina secolare di Matusalem, e ci offre uno sguardo sulle innovazioni e i cambiamenti previsti per il futuro del rum, spiegando come intende contribuire a questi sviluppi.

Scopriamo insieme la passione e la dedizione di Cynthia Vargas, una figura chiave dietro la rinomata hacienda di rum della Repubblica Dominicana.

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AmaroBello, l’amaro contemporaneo di Riccardo Soncini
Il barender e imprenditore emiliano firma questo amaro “senza fronzoli”, che reinterpreta la tradizione e molto versatile in miscelazione

Ricco e variegato, con secoli di storia alle spalle, il mondo dell’amaro italiano è anche estremamente vitale. A confermarlo, insieme al successo delle storiche etichette anche fuori dai confini nazionali, la fioritura di nuovi prodotti che continuano ad arricchire il panorama, non di rado con proposte che rileggono la tradizione in chiave contemporanea. In questa categoria rientra decisamente AmaroBello, arrivato sul mercato alla fine dello scorso di maggio.

Un amaro d’autore: a firmarlo è Riccardo Soncini, nome di rilievo del panorama bartending italiano e internazionale, e imprenditore, già titolare di The Craftsmang a Reggio Emilia, premiato come Bar Rivelazione dell’Anno ai Barawards 2016, ora chiuso, e attualmente di due locali, sempre nella stessa città: Disco, un “disco cocktail bar”, che ha visto la luce lo scorso anno (leggi Disco scende in pista a Reggio Emilia) e di Caboose, una birreria arredata e ispirata ai vecchi vagoni ferroviari denominati, appunto, “caboose”, aperta lo stesso anno. E ora anche produttore di spirit.

«Il progetto di AmaroBello è nato nel 2022, poi messo in pausa per dedicarmi all’apertura dei locali, e ripreso lo scorso anno con la messa a punto degli ultimi dettagli della ricetta, con l’idea di innovare la tradizione dell’amaro – spiega Soncini a bargiornale.it -. Il mondo dell’amaro italiano è popolato da ricette secolari e da etichette che hanno fatto e continuano a fare la storia di questa categoria di prodotti. Il mio desiderio era però di proporre qualcosa del tutto nuovo: un amaro contemporaneo, che si ponesse quasi sul confine della tradizione, ma che insieme rendesse omaggio e rappresentasse il gusto italiano».

Elegante, morbido e piacevole

Un omaggio che comincia già dal nome “Bello”, un aggettivo riconoscibile in tutto il mondo e che prosegue nel sapore, risultato di una selezione di botaniche provenienti da tutta la Penisola. Un sapore contemporaneo, che segna uno stacco con la tradizione: su un fondo amaricante, dal rabarbaro e dalla genziana a spiccare sono però le morbide note di mandorla, accompagnata da quelle di chinotto, completate da una parte oleosa data dal rosmarino e dal ginepro. Al naso invece a dominare sono i sentori agrumati di arancia dolce e bergamotto e floreali di melissa e fiori di sambuco.

«È un amaro facile, senza fronzoli, piacevole e beverino, anche per il suo tenore alcolico non elevato (alc 24% in vol), che consiglio di servire liscio, a una temperatura di 11-12 °C, o con ghiaccio per una bevuta ancora più fresca», suggerisce Soncini.

Un amaro da miscelare

Considerano le caratteristiche e il suo autore, è inevitabile che AmaroBello si rivolga anche al mondo della miscelazione. «È molto versatile. Si può utilizzare come ingrediente aromatizzante, o in sostituzione dei bitter nei grandi classici dell’aperitivo italiano – spiega Soncini -. Ma lavora molto bene anche nei sour, utilizzato come base al posto dei distillati, per un risultato più morbido e con un più basso tenore alcolico, o nei sodati».

Un esempio sono i signature ideati dallo stesso bartender (in fondo all’articolo le ricette complete), come Negrello, twist sul Negroni, dove si unisce a vermouth rosso e London dry gin, o Bello e Tonico, dove invece si completa con acqua tonica e una fetta di aranciao, ancora, come Bellissillin, reinterpretazione del Penicillin, dove si miscela a liquore allo zenzero, Scotch whisky torbato, honey mix e succo di limone fresco, o Sex Symbol, creazione originale ispirata insieme al Boulevardier e al Paper Plane e fatta con AmaroBello, vermouth rosso, bourbon e succo di limone fresco.

Il tour nella Penisola

Custodito in una bottiglia dal design minimal (70 cl), realizzata prevalentemente da vetro riciclato che le dona delicate sfumature azzurre, con un’elegante etichetta nera e classica, anche questi omaggi allo stile italiano, AmaroBello per ora è presente in alcune aree della Penisola, Emilia Romana, Toscana, Veneto e Lombardia, distribuito da operatori regionali. «Stiamo stringendo accordi per estendere la distribuzione ad altre regioni, ma nel frattempo lavorariamo per portarlo all’estero, cominciando da alcuni Paesi europei entro il prossimo anno – racconta Soncini -. Intanto, è in partenza il tour AmaroBello goes to, una serie di serate dove con Matia Natali saremo ospiti di diversi locali di tutta Italia e proporremo la drink list di signature. Si comincia il 4 luglio da casa, ossia da Disco per poi riprendere a ottobre».

Le ricette

Negrello
Ingredienti:
30 ml AmaroBello, 30 ml Vermouth Rosso, 30 ml London Dry Gin
Tecnica:
build
Bicchiere:
Old Fashioned o Tumbler Basso
Guarnizione:
una fetta di arancia.

Bello e Tonico!
Ingredienti:
50 ml AmaroBello, Acqua Tonica


ecnica:
build
Bicchiere:
tumbler alto
Guarnizione:
scorza di Limone

Bellissillin
Ingredienti:
45 ml AmaroBello, 15 ml liquore allo zenzero, 10 ml Scotch whisky torbato, 20 ml honey mix, 20 ml succo di limone fresco
Tecnica:
shake and strain
Bicchiere:
Old fashioned o tumbler basso

Sex Symbol
Ingredienti:
45 ml AmaroBello, 15 ml vermouth rosso, 15 ml bourbon, 15 ml succo di limone fresco
Tecnica:
shake and double strain
Bicchiere:
coppa champagne

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In Germania, Eatrenalin è l’esperienza food&beverage “più eccitante al mondo”
Da Eatrenalin per provare un menu fine dining su sedie che portano gli ospiti in un’ambientazione diversa per ogni portata: il roallercoaster gastronomico è a Rust, in Germania

La descrivono come «l’esperienza gastronomica più eccitante al mondo» e probabilmente c’è un pizzico di presunzione in questo. Però effettivamente nel campo delle esperienze immersive e multi-sensoriali, le sedie che camminano e che ti portano da una stanza all’altra ad ogni cambio di portata hanno poca concorrenza in fatto di originalità. Stiamo parlando di Eatrenalin, ristorante situato all’interno dell’Europa-Park Resort, che altro non è che la parte alberghiera dell’omonimo parco di divertimenti tedesco, situato a Rust, vicino Friburgo.

È uno dei maggiori parchi nel suo genere in Europa, secondo per numero di visitatori solo a Disneyland Paris, ed è proprio in questo contesto che è stata pensata questa esperienza da “rollercoaster” gastronomico. Raccontano, infatti, che ai due fondatori, Oliver Altherr e Thomas Mack, l’idea sia venuta proprio durante una visita al Voletarium dell’Europa-Park, dove si possono sorvolare i paesi europei: in poche parole, perché non perché non combinare un viaggio del genere con una cucina fine dining? Il nome è quindi una crasi delle parole Eat (mangiare) e Adrenalin (adrenalina).

Le opzioni (e i prezzi, da un minimo di 255 euro a persona) sono diverse e vanno da una cena da otto portate a versioni più luxury, come quella con l’abbinamento vini o ancor con il pairing con lo champagne, con la partnership della maison Laurent Perrier. E ovviamente si può anche pernottare nel resort. Poi c’è la lounge, il dj-set del dopo cena e il cocktail bar: insomma, ce n’è per tutti, a tutte le ore.

Il percorso gastronomico di Eatrenalin porta (fisicamente, visto che l’ospite è seduto sulle floating chair) ad assaggiare un susseguirsi di piatti da alta cucina, in ambienti sempre diversi, con suoni e videoinstallazioni che coinvolgono gli altri sensi. In cucina troviamo i giovani e promettenti chef Juliana Clementz e Ties van Oosten: austriaca lei, più concentrata sul reparto pasticceria, olandese lui, impegnato più nel salato, ma entrambi reduci da diverse esperienze stellate.

Il commento di qualcuno? Sembra di stare nel film “The menu”. Spoiler: alla fine non muore nessuno.

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La Lake Como Cocktail Week si tinge di rosso con Campari
Giunta alla quinta edizione, la manifestazione si svolge dal 1 al 9 Luglio e si conclude con il The Red Party a Villa Geno per assegnare il Premio Campari

Campari main sponsor della Lake Como Cocktail Week. Giunta alla quinta edizione, la manifestazione si svolge dall’1 al 9 luglio nelle più esclusive location del Lago di Como e quest’anno il tema dell’evento è “Fantastic Classic”. Chiusura in bellezza con il Premio Campari, che si terrà il 9 Luglio durante il “Closing Party” a Villa Geno.

Nel corso degli otto giorni a tutta mixology, eventi, tasting, presentazioni e guest shift nei migliori cocktail bar del Lago. Dall’Aperitivo Italiano da Ceccato Garden Bar (4 luglio), che avrà come ospite il bartender Federico Turina di Ceresio 7 di Milano alla densissima serata di sabato 7 Luglio, durante la quale si svolgeranno una cena in pairing a quattro mani dal titolo “An extraordinary dinner experience” da Musa Lago di Como, che avrà come ospiti lo chef Enrico Croatti e il bar manager Giovanni Allario di Moebius di Milano; lo stesso giorno, da PopUp ci sarà un pairing “Pizza&cocktails” che avrà come ospiti lo chef Lorenzo Sirabella e il bar manager Edris Almalat di Dry Milano; e ancora, sempre sabato, la “Campari Negroni Take Over”, in due diverse location: Krudo, che ospiterà il vincitore della CBC 2024 Alessandro D’Alessio del Rita’s Tiki Room di Milano, e il Vintage Jazz Food&Wine, che ospiterà uno dei tre finalisti della CBC 2024 Edoardo Cipriani del Soda Jerk di Verona.

Chiusura in bellezza con The Red Party, martedì 9 Luglio, a Villa Geno, che si colorerà di rosso in occasione del Closing Party. Nel corso dell’evento, i tre cocktail a base Campari più votati durante la competition che ha aperto la manifestazione il 1 luglio verranno assaggiati dal pubblico presente che decreterà il vincitore del “Premio Campari”. Seguirà una guest shift di Martino Premi di Carico Milano, che porterà una signature cocktail list, accompagnata da una proposta cocktail dedicata ai grandi classici a base Campari.

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La nuova drink list del Surfer’s Garden di Milano: solo cocktail low alcol
Si intitola «Quando cala la notte racconta sempre una fiaba» il nuovo menu low alcol pensato da Yuri Gelmini del Surfer’s Garden di Milano

Yuri Gelmini

Anche se quest’anno il clima a Milano non è propriamente clemente e il surf sembrerebbe più che altro servire per calvalcare le nuvole. Il Surfer’s Garden, locale estivo della movida milanese a due passi dalla Bocconi, si è comunque adoperato per dar vita alla nuova drink list, che ha come titolo: «Quando cala la notte racconta sempre una fiaba». Particolarità di questo menu è l’essersi concentrati su cocktail beverini, fatti solo con prodotti rigorosamente sotto i 21° Abv, cavalcando l’onda – per rimanere in tema surf – del bere miscelato low abv.

«L’idea – racconta il titolare Yuri Gelmini – è nata perché negli ultimi due anni i nostri drink più venduti erano preparati con prodotti low alcol e, forti di questa richiesta, abbiamo creato un menu che seguisse questo fil rouge. A portarmi su questa strada anche il mio ruolo di ambassador per Schweppes, che mi ha dato ancora di più la conferma della richiesta globale di bere drink con sodati di qualità, ma sempre tenendo sotto controllo il tenore alcolico».

Il titolo del menu e i titoli dei drink (la parola “titoli” non è casuale) prevedono un piccolo gioco nascosto: «Sono l’incipit di una fiaba breve – spiega Gelmini – che il cliente potrà scrivere, a partire dal titolo del drink, nell’attesa che lo stesso gli venga servito».

Le migliori 24 fiabe brevi verranno poi raccolte ed esposte qui al Surfer’s, aggiunge Gelmini. Le illustrazioni sono a cura di Bianca Fiorentino, che già aveva collaborato con il locale milanese e che per l’occasione ha realizzato anche delle stampe a tiratura limitata delle tavole, che sono disponibili per chi volesse portarsi a casa la sua fiaba preferita.

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