Quattro campioni italiani in gara ai Mondiali di caffè
Manuela Fensore per la Latte art, Andrea Villa per Coffee in Good Spirits, Emanuele Bernabei per Ibrik ed Emanuele Tomassi per la categoria Roasting gli italiani in lizza per il titolo ai mondiali che si svolgono a World of Coffee a Copenaghen dal 27 al 29 giugno

È arrivato l’appuntamento con World of Coffee 2024, tra le manifestazioni più importanti al mondo nel settore del caffè, che si svolge al Bella Centre di Copenhagen, in Danimarca, dal 27 al 29 giugno. Eventi clou all’interno della manifestazione le grandi sfide che vedranno gli artisti del caffè di tutto il mondo, già campioni nazionali nei loro Paesi di provenienza, darsi battaglia nelle finali dei campionati mondiali di Latte Art, Coffee in Good Spirits, Ibrik e Roasting. Sfide che chiudono il ciclo delle sette finali mondiali dei campionati Sca.

Quattro i campioni della Penisola che concorreranno per il titolo, tutti proclamati vincitori nella rispettiva categoria ai Campionati Italiani organizzati a fine gennaio da Sca Italy: Manuela Fensore per la Latte art, Andrea Villa per Coffee in Good spirits, Emanuele Bernabei per Ibrik ed Emanuele Tomassi per la categoria Roasting.

Ma andiamo a conoscerli meglio e a vedere le prove che li attendono.

Regina di Latte art

Cominciamo dal mondiale di Latte art, “la più artistica delle competizioni”, dove i partecipanti sono chiamati a esprimere la loro creatività nella realizzazione di cappuccini decorati. In gara

Manuela Fensore, titolare con Carmen Clemente (campionessa italiana late art 2020) della scuola di formazione World Latte Art & Coffee Center a Milano (leggi Latte art e cultura del caffè nella nuova scuola di Fensore e Clemente), che ambisce al suo secondo titolo mondiale, dopo quello conquistato a Berlino nel 2019. Iniziatasi alla latte art dopo l’incontro con Clemente nel 2014, vanta anche due titoli italiani vinti nel 2018 e quest’anno.

La gara che affronterà prevede un turno preliminare dove i concorrenti sono chiamati a realizzare un cappuccino artistico, per poi passare alla preparazione di 4 cappuccini decorati, 2 tra con disegni identici utilizzando la tecnica free pour e 2 sempre con disegni identici utilizzando la tecnica della decorazione. I migliori 12 vanno in semifinale, dove realizzeranno due serie di diversi modelli di cappuccino artistico con la tecnica free-pour e una serie di espresso macchiato sempre con free-pour. I primi sei classificati si contendono il titolo nella finalissima dove si cimenteranno nella creazione di due serie di con diversi disegni di cappuccini free-pour e una serie di cappuccini con la tecnica design.

Il caffè incontra l’arte della mixology

Arte del caffè e arte della miscelazione si fondono in Coffee in Good Spirits, dove a difendere i colori italiani è Andrea Villa, oggi coffee trainer all’Accademia Italiana Maestri del Caffè e due volte campione italiano, nel 2020 e 2024, di questa specialità.

Nella fase preliminare, la sfida consiste nel creare un cocktail caldo e uno freddo (ognuno in due esemplari identici) a base di caffè e spirit. Nella finale, la sfida, alla quale arrivano i primi 6 classificati, sarà realizzare due cocktail artistici identici a base di caffè e spirit e due Irish Coffee.

Il fascino dell’Ibrik

Abilità nella preparazione del caffè con l’Ibrik, il pentolino composto da un piccolo bricco, un manico lungo e un beccuccio, conosciuto anche come caffè turco, è quanto viene richiesto a Emanuele Bernabei per aggiudicarsi il titolo mondiale, dopo aver conquistato quello nazionale. Titolare di Picapau micro torrefazione di caffè specialty, aperta nel 2019, poi ampliatasi anche in scuola di formazione con sede a Roma, e dallo scorso anno anche di una bottega a Ostia antica, pensata per avvicinare il pubblico agli specialty, Bernabei si è preparato alla gara cercando il tipo di caffè più adatto, la sua tostatura, studiando la ricetta dei drink. La gara infatti consiste nella preparazione di due caffè tradizionali e due drink con il caffè effettuato in Ibrik in un lasso di tempo di 15 minuti.

L’arte della tostatura

Infine la gara Roasting, ovvero di tostatura, tra le più complesse e delicate nel mondo caffè, dove a difendere il tricolore è Emanuele Tomassi, anche lui con due titoli nazionali nel palmares (2018 e 2024). La sua passione per gli specialty è scoccata in Danimarca, a seguito dell’incontro nel 2009 con Klaus Thomasen, world barista championship e co-fondatore di Coffee Collective. Passione che lo ha portato a fondare nel 2013 la Tomassi Specialty Coffee, la microroastery Tomassi Coffee ad Aprilia (Latina), con il desiderio di diffondere la cultura dei caffè speciali in una realtà ancora fortemente legata alla tradizione dell’espresso.

La gara che lo attende si sviluppa in un fitto programma di prove che comprendono la classificazione del caffè verde, la tostatura e l’assaggio del caffè tostato.

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È sempre l’amaro a imperare nella drink list estiva de Il Marchese
Curata dal bar manager Fabrizio Valeriani spazia tra classici e signature con gli amari dei nostri territori onnipresenti a livello di ingrediente. Una scelta che sta pagando sia a livello di posizionamento, sia a livello di gradimento da parte di una clientela sempre più preparata e disposta a sperimentare

600 etichette di amari a Roma, 350 a Milano. È questa la potenza di fuoco dei cocktail bar Il Marchese rispettivamente di Roma, l’amaro bar più grande d’Europa, e di Milano. Due location che fanno perno sullo sterminato patrimonio di amari regionali e territorial di cui è ricca la nostra Penisola, promuovendo soprattutto marchi e specialità fuori dal circuito mainstream. Etichette che si ritrovano nei drink della  rinnovata drink list curata dal bar manager Fabrizio Valeriani che conferma la sezione “Menu Americano” con sei varianti, ognuna con un proprio numero e una scala identificativa dolce/amaro, quella “Signature, Twist on Classic” con quindici proposte che giocano sul naming delle stazioni della metropolitana di Milano e di Roma, a cui si aggiungono tre Amari Fizz (Camatti, Speziale, Novasalus), quattro varianti di Spritz, e, last but not least, tre cocktail “luxury” e tre zero alcohol.

 

«La nostra è un po’ una missione – spiega Valeriani a Bargiornale – e ci sentiamo come gli ambasciatori di una categoria di prodotti autenticamente italiani frutto spesso di lavorazioni artigianali, provenienti da territori poco conosciuto e a tiratura limitata. Una categoria che abbiamo suddiviso in tre famiglie di gusto: “dolci”, “medio amari” e “amari”. E che proponiamo ai nostri clienti anche in purezza alla fine di ogni pasto, dando la possibilità di scegliere il loro amaro preferito dopo tre piccoli assaggi di etichette particolari selezionate dalla nostra bottigliera». Per accompagnare il rito dell’aperitivo, disponibile a Il Marchese di Milano dalle 18.30 alle 21.30,  il locale offre diverse soluzioni: una selezione di fingers alla proposta “Aperitivo Romano” con assaggio di Amatriciana e Cacio e Pepe, piatti classici della tradizione romana, e crocchetta; un tasting di Cacio e Pepe e crocchetta di melanzana e basilico per l’“Aperitivo Vegetariano”;  una selezione di salumi artigianali selezionati dallo chef de Il Marchese, Daniele Roppo, per l'”Aperitivo Taglieri”. La clientela de Il Marchese è composta anche da molti stranieri, soprattutto la location romana nella centralissima via di Ripetta. «Una clientela che in fatto di amari – conclude Valeriani – è molto preparata. Molti si presentano al nostro bancone con una lista di etichette da assaggiare. È il segnale che l’amaro italiano sta godendo anche all’estero di forti consensi. Per noi è un incoraggiamento a continuare nella nostra ricerca di nuove etichette, espandendo sempre di più la nostra offerta».

 

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