Palermo Coffee Festival, obiettivo su specialty e filiere sostenibili
Sabato 1 giugno all’Orto Botanico torna l’appuntamento organizzato da Morettino con CoopCulture e Orto Botanico. Una giornata densa di interesse tra specialty, olio e vino.

Una giornata densa di interesse, appuntamenti e gusti da scoprire quella di sabato 1 giugno quando si svolge la seconda edizione del Palermo Coffee Festival sul tema La Sicilia inedita. Appuntamento dunque presso l’Orto Botanico di Palermo tra le 10 e le 18 con una manifestazione interamente dedicata al mondo degli specialty coffee e alle filiere sostenibili del caffè, dell’olio e del vino organizzata da Morettino in collaborazione con CoopCulture e Orto botanico.

L’obiettivo dell’evento è di creare e diffondere la cultura del caffè, che purtroppo in Italia è una bevanda tanto diffusa e consumata quanto poco conosciuta e valorizzata; per far ciò la confronta con le filiere del vino e dell’olio attorno ai quali la dedizione dei produttori e la divulgazione nel tempo hanno saputo creare consapevolezza e curiosità. In molti Paesi all’estero avviene e si spera presto possa avvenire lo stesso per gli specialty, da valorizzare al pari del vino e di alte produzione agricole di pregio.

Andrea Morettino, rappresentante della quarta generazione della storica famiglia di torrefattori, è entusiasta di questa nuova avventura che, racconta, «abbiamo voluto dedicare alla Sicilia inedita, secondo una visione che parte dalla sua straordinaria biodiversità e dalle sue profonde radici, ma che vuole guardare al suo futuro. La Sicilia è una terra unica che continua ad ispirarci ed a sorprenderci. Il caffè? Un simbolico momento di incontro, di dialogo e di piacere, che va gustato con il giusto tempo e la giusta consapevolezza». 

Tra i viali dell’Orto botanico in scena circa 50 espositori selezionati tra le migliori microroastery d’Italia, cantine vinicole siciliane e produttori di olio Evo. Al loro fianco artigiani produttori di farine da grani antichi, di frutti tropicali, di tè e tabacco, di piante aromatiche officinali, di distillati siciliani fino al cioccolato di Modica: un’occasione unica per condividere idee e visioni con i protagonisti di tali intuizioni, in un teatro naturale di straordinaria bellezza. 

Le masterclass

ore 10,30 – area Ficus Magnolia – Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia è il tema dedicato alle filiere sostenibili del caffè e ai progetti della Slow Food Coffee Coalition; si confrontano Andrea Morettino, Erminia Nodari della Slow Food Coffee Coalition e Andrej Godina, tra i massimi esperti di caffè e curatore della Guida del Camaleonte.

ore 12-15 – Area Ficus Magnolia – Masterclass di confronto Caffè- Vino per esplorare le similitudini sensoriali tra le due bevande; con Luigi Salvo, sommelier Ais e giudice nei concorsi internazionali, Andrej Godina e Arturo Morettino.

ore 17 – Distillazione live del London Dry Gin siciliano, guidata da Giuseppe La Fauci, maestro distillatore di Distilleria Giovi.

La partecipazione alle masterclass è gratuita, riservata a un numero limitato di persone, dunque è necessario prenotarsi su sito palermocoffeefestival.it.

Educational e live show

Dalle 10 alle 18 Sca Italy organizza Coffee Boom: giochi, quiz e approfondimenti sul caffè, mentre Federico Pinna, campione italiano Barista 2024 e Matteo Beluffi, campione italiano latte art e brand ambassador Alpro, realizzano live show lungo tutta la giornata.

Alle 12 live show del maestro gelatiere Antonio Cappadonia, con la degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino.

Alle 17 Andrej Godina e il team della Guida delle Torrefazioni d’Italia invitano a scoprire gli aromi di una tazza di caffè con il gioco della ruota degli aromi.

Tornano anche i laboratori di Orto Capovolto: alle 11 e alle 16 i bambini imparano a disegnare usando il caffè e a coltivare le carote sfruttando i fondi di caffè; il ticket per i laboratori si può acquistare sul sito di CoopCulture.

Durante l’evento è possibile visitare i dieci ettari di giardini tropicali dell’Orto botanico di Palermo, con oltre 12mila specie botaniche provenienti da tutto il mondo. Qui agli inizi del Novecento sono avvenute le prime sperimentazioni di coltivazione del caffè, che sono riprese a distanza di 120 anni grazie alla collaborazione con l’Università di Palermo e la torrefazione Morettino che da anni porta avanti il progetto della piantagione sperimentale di caffè in Sicilia. Da ammirare le storiche piante di coffea arabica alte oltre 3 metri e custodite nella Serra Carolina, e il campo sperimentale del caffè che con altre 25 piante di arabica.

Si può il biglietto d’ingresso online sul sito di CoopCulture o il giorno del festival in biglietteria. 

L’articolo Palermo Coffee Festival, obiettivo su specialty e filiere sostenibili è un contenuto originale di bargiornale.

Vandemoortele acquisisce Dolciaria Acquaviva Spa, specialista della pasticceria italiana
Uno dei principali gruppi alimentari europei a conduzione familiare, con una importante presenza in Italia, Vandemoortele ha annunciato l’acquisizione di Dolciaria Acquaviva Spa, primario produttore di specialità surgelate di pasticceria e prodotti da forno, dolci e salati.

L’accordo prevede l’acquisizione dell’azienda Dolciaria Acquaviva Spa da parte di Vandemoortele da Apheon, importante operatore pan-europeo di private equity, e dalla famiglia Acquaviva.

Pierluigi Acquaviva ha guidato con successo lo straordinario sviluppo della Società e continuerà a far parte del futuro di Acquaviva come Presidente del Consiglio di amministrazione.

Con questa acquisizione, Vandemoortele (sede centrale a Ghent, Belgio, filiale italiana a Genova) rafforza la sua posizione di player di riferimento nel mercato italiano dei prodotti da forno surgelati ed accelera ulteriormente il suo percorso di crescita, sfruttando una reputazione consolidata e un importante portafoglio di marchi, offrendo ai suoi clienti qualità ed innovazione eccezionali che si esprimono in un’ampia proposta nelle categorie del pane, delle pizze e focacce, della croissanteria e della pasticceria.

Fondata nel 1979 dalla Famiglia Acquaviva come laboratorio artigianale di tipicità napoletane, l’azienda Dolciaria Acquaviva è diventata leader in Italia nella produzione di prodotti da forno surgelati con un vasto assortimento di prodotti che comprende specialità dolci e salate ed è oggi riconosciuta come uno dei player più innovativi del settore.

La società ha sede a Gricignano d’Aversa (Caserta), con un fatturato nel 2023 di circa 120 milioni di euro e oltre 200 dipendenti, operando attraverso quattro stabilimenti in Italia e servendo più di 40.000 clienti nel canale HoReCa con prodotti di alta qualità.

«L’Italia è il secondo business più importante nel mondo per Vandemoortel – ha affermato Piergiorgio Burei, Managing Director di Vandemoortele Italy – questa acquisizione è una conferma dell’impegno del Gruppo e rappresenta una significativa opportunità di crescita per la nostra azienda».

Piergiorgio Burei Managing Director Vandemoortele Italia

«Uniremo le nostre forze e le nostre competenze – ha dichiarato Yvon Guerin, CEO di Vandemoortele – per favorire una continua crescita. Questo accordo ci consentirà di creare forti sinergie in termini di assortimento prodotti, marchi, innovazione e distribuzione in un paese nel quale Vandemoortele è attiva da tempo e che offre un contributo chiave ai risultati del Gruppo».

«Con il Team italiano siamo particolarmente orgogliosi di questo accordo – ha affermato Sabine Sagaert, Managing Director della Business Line Bakery Products di Vandemoortele  – perché apprezziamo il forte spirito imprenditoriale di Acquaviva e la passione per la qualità e l’innovazione. Siamo profondamente complementari e potremo offrire ai nostri clienti italiani una gamma ancora più ampia di prodotti di alta qualità tra specialità dolci e salate, pasticceria, pane, pizza e focacce».

 «Siamo molto contenti dell’unione di Acquaviva con Vandemoortele in Italia – ha commentato Pierluigi Acquaviva, ceo e figlio di Mario fondatore dell’omonima azienda nel 1979 – che offrirà interessanti opportunità ai nostri clienti ed ai nostri collaboratori e dipendenti».

L’operazione si concluderà in termini brevi. I termini della transazione non sono stati ancora resi noti.

Per Vandemoortele hanno supportato l’operazione Oppenheimer, Rabobank, DSP Corporate Advisory in qualità di Advisor M&A, Baker McKenzie in qualità di Advisor Legale, Deloitte in qualità di Advisor Finanziario e PwC in qualità di Advisor Fiscale.

I venditori sono stati assistiti da Houlihan Lokey (Advisor M&A), PwC (Financial due diligence), GOP e Legance (Advisor Legale e per la documentazione) e RDRA (Advisor Fiscale). OC&C e Vitale hanno supportato Dolciaria nella preparazione del business plan.

L’articolo Vandemoortele acquisisce Dolciaria Acquaviva Spa, specialista della pasticceria italiana è un contenuto originale di bargiornale.

Twist e classici per il nuovo corso di Terrazza Duomo 21
Ripartire dalle basi è la filosofia adottata dal bar manager David Grigolato per la nuova drink list, tutta giocata su ricercate rivisitazioni di grandi classici, e per rilanciare cocktail bar del locale facendone un punto di riferimento per i drink lover nel cuore di Milano

A sei anni dall’apertura, Terrazza Duomo 21, locale milanese situato al primo piano in Piazza Duomo 21 che affaccia sulla cattedrale, rilancia il cocktail bar e l’offerta beverage. L’obiettivo è di diventare un punto di riferimento nella zona centrale della città per gli estimatori dei drink, sia turisti sia locali. Dopo anni di osservazione e studio, il bar manager David Grigolato ha presentato la nuova cocktail list, che punta su una proposta elegante, ricercata e dai sapori identificabili.

Ripartire dalle basi

Classe 1992, Grigolato si avvicina al mondo mixology grazie a Gabriele Sirtori, con il quale lancia il Saint Georges Premier a Monza, e consolida la sua esperienza nel cocktail bar Ugo sui Navigli, dove approfondisce le sue competenze nel settore. Dal 2019 è alla guida del cocktail bar di Terrazza Duomo 21, che negli ultimi tempi non riusciva a essere attrattivo tanto quanto il ristorante. Dopo anni di osservazione e studio, per Grigolato era arrivato il momento di dare un twist al locale, per farne un cocktail bar di riferimento nella zona del Duomo.

La strategia è ragionata e prudente. Coinvolgendo i ragazzi sui quali ha investito negli anni precedenti, ha deciso di rivedere la proposta beverage ripartendo dalle basi, coniugando qualità e formazione. La nuova carta si basa infatti su twist dei classici cocktail Iba (International Bartender Association),, curati nell’aspetto visivo e con sapori ben definiti e identificabili. In questo modo il team – che attualmente conta 10 bartender – ha la possibilità di irrobustire le proprie conoscenze, imparando alla perfezione le ricette più rinomate e l’arte dei twist, e allo stesso tempo è in grado di offrire ai clienti cocktail di qualità, eseguiti in modo impeccabile.

Essenze e frutta essiccata in carta

La nuova carta rispecchia lo stile del locale: elegante e minimalista. Comprende dieci signature cocktail e cinque proposte classiche a base di Malfy Gin (di cui il locale è brand ambassador) e Italicus Rosolio di Bergamotto. A questi si aggiungono due cocktail analcolici, sempre più richiesti, uno con birra 0,0% alcol e l’altro con tonico Ambroeus. Oltre ai cocktail, il bancone di Terrazza Duomo 21 offre anche una selezione di vini ricercati e di champagne, più di 200 etichette tra distillati e liquori di cui 50 differenti referenze di gin.

Per la creazione della nuova carta, Grigolato si lascia ispirare dalle mode del momento, osserva i colleghi, ascolta la clientela e cerca l’interazione con la cucina. Spesso si confronta infatti con gli chef Roberto Conti e Giuliano Fusaro, che curano il ristorante, per studiare il giusto abbinamento di sapori e profumi, per sperimentare nuovi ingredienti e nuovi metodi di preparazione.

A caratterizzare i cocktail di Grigolato sono in particolare le essenze – olii essenziali estratti da frutta e piante, come arancia amara o bergamotto – che aggiungono note e profumi persistenti. Al posto della frutta fresca si predilige la frutta essiccata (arancia, lime, ananas, pompelmo) che si mantiene più a lungo e permette di ridurre gli sprechi e garantire uno standard qualitativo. Tra le pochi eccezioni c’è lo Spritz e la sua immancabile fetta di arancia. L’eleganza dei cocktail è ottenuta anche grazie a giochi cromatici con essenze e infusi, come quello con i fiori viola della Clitoria ternatea, o Butterfly Pea.

Nella nuova drink list è indicato anche il tipo di bicchiere in cui il drink viene servito, in modo da rendere il cliente più informato e preparato.

10 twist signature

I drink sono studiati e particolari, considerando ciò che offre al momento il mondo del cocktail bar. Il Banana Express (Tequila Altos Blanco, liquore al caffè Kalhua, caffè Lavazza, Bitter Banana), cui viene aggiunto un bitter alla banana, tequila e Kalhua, nasce per rinnovare il classico Espresso Martini, richiesto da molti inglesi e americani. Il Tangamotto (Italicus, Gin Beefeater, yuzu, zucchero, Tonic Fever-Tree), che vuole essere un incontro tra l’Oriente e l’Occidente e celebrare la storia millenaria dello yuzu, è un twist del John Collins con lo yuzu per la parte citrica e la tonica al posto della soda, che – secondo Grigolato – ha un gusto più persistente. Il Pinga (Cachaça Janeiro, Gin Monkey 47, lime, zucchero, menta) aggiunge un po’ di vitalità brasiliana al South Side e il Jolly Roger (Rum Bumbu, frutto della passione, vaniglia, lime, Chocolate Bitter) è un twist del classico Pornstar Martini che vede protagonista il Rum Bumbu, contraddistinto da aromi di vaniglia, caramello e note di quercia tostata.

Tra i 10 signature drink troviamo anche il Mamy Taylor (Scotch Whisky Glenlivet Founder’s, lime, Ginger Beer Fever-Tree), il Corpse Revival N°2 (Gin Ki No Tea, Lillet Blanc, Triple sec, limone, assenzio), il Polemic (Irish Whisky Jameson, Scotch Whisky Glenlivet 12y, Amaro Locale, Angostura), Le Petit Prince (Italicus, Selery Bitter, Prosecco), l’Absolut Warhol (Creme de Cassis, Vodka Absolut, Bitter Lemon, Ginger Ale Fever-Tree) e La Vie En Rouge (Martini Fiero, Lillet rouge, Orange Bitter, Sparkling Pink Grapefruit Fever-Tree).

È solo l’inizio

La lista viene rinnovata ogni sei mesi, seguendo la stagionalità e dei filoni tematici. Il Negroni 21, per esempio, twist del Negroni con Metzcal, bitter al cioccolato e Rabarbaro Zucca, sarà uno dei protagonisti della lista autunnale disponibile da ottobre.

«In questi due mesi abbiamo già notato un cambiamento. I cocktail vengono apprezzati e riordinati più spesso e volentieri», afferma Grigolato. «Questo è l’inizio. Passo dopo passo l’obiettivo è quello di attrarre sempre più clientela, anche milanese, con un’offerta di qualità sempre più ricercata e iniziare a produrre ingredienti ed essenze, grazie anche al continuo dialogo con la cucina».

 

 

L’articolo Twist e classici per il nuovo corso di Terrazza Duomo 21 è un contenuto originale di bargiornale.

A Londra nella “casa degli spirits” dove è nato No. 3 Gin
Berry Bros. Rudd, il più antico mercante di vini e distillati del Regno Unito, è una realtà globale in continua evoluzione che oltre a selezionare annate e botti da tutto il mondo crea prodotti originali. È il caso di No. 3 Gin, London Dry Gin amatissimo dai martiniani, o di King’s Ginger, liquore allo zenzero da proporre in purezza o miscelato. Li abbiamo provati insieme a Gabriele Sasnaukaite UK brand ambassador di No. 3 Gin

Per un giorno Bargiornale si è messo alla guida della macchina del tempo ed è tornato indietro di qualche secolo, precisamente al 1698, anno di fondazione di Berry Bros. & Rudd, il mercante di vini e distillati più antico del Regno Unito. Entrare nello storico negozio al numero 3 in St. James Street a Londra, posizionato proprio davanti a St. James’s Palace, quella che una volta era la residenza ufficiale della corte reale, è come fare un tuffo nel passato: tutto o quasi è rimasto come ai tempi di re Giorgio III, uno dei primi clienti della fondatrice, la vedova Bourne. Da allora, i royal warrant della casa reale britannica non sono infatti mai mancati sulle etichette delle bottiglie dell’azienda commerciale londinese che da sette generazioni (nel tempo l’azienda è sempre rimasta controllata dalle famiglie dei fondatori originali) seleziona i migliori vini, soprattutto francesi, e le migliori botti da tutto il mondo per offrire release o selezioni di malti o di altri distillati che sono ricercatissime per la loro elevata qualità. Insomma, per essere sintetici, da Berry Bros. & Rudd tutto è di livello premium.

Un gin che vuole rimanere fedele a se stesso

Tuttavia, non bisogna pensare a una realtà rimasta imbrigliata in un passato glorioso ma ormai lontano. Berry Bros. & Rudd è un’azienda moderna con uffici a Hong Kong, Singapore, Tokyo, due principali negozi moderni limitrofi a quello storico (il The Wine Shop a Pall Mall e il The Spirits Shop al n. 1 di St James Street) e un giro d’affari che si aggira intorno ai 254 milioni di sterline. Nel 2008, ha progettato e lanciato sul mercato mondiale un proprio brand di London Dry Gin, il No. 3 Gin che è distribuito in Italia da Pallini. La società londinese non è nuova a questo tipo di operazioni: nel 1923 Francis Berry e Harry Rudd, proprio dagli uffici di St. James Street al 3, misero le basi per la creazione del whisky Cutty Sark, un blended che, ai tempi, rivoluzionò il mercato dei malti. «Anche il No. 3 Gin nasce con l’ambizione di stabilire un nuovo standard qualitativo – ci ha spiegato Gabriele Sasnanukaite, UK brand ambassador del distillato – con una composizione tradizionale e innovativa allo stesso tempo. Il bouquet botanico è composto da cinque ingredienti, tutti provenienti da diverse parti del globo: il ginepro dall’Italia, il coriandolo dalla Bulgaria, la radice di angelica dalla Polonia, le bucce di arancia dalla Spagna, le bucce di pompelmo dall’Uruguay e il cardamomo dal Guatemala. Le botaniche vengono messe in infusione per più di 16 ore per ottenere un sapore delicato e autentico, mentre distillazione è affidata a un vero e proprio specialista, l’antica distilleria olandese Royal de Kuyper Distillers». Un gin classico che oltre ad avere vinto numerosi premi (4 volte World’s Best Gin all’International Spirits Challenge) è stato adottato da alcuni dei più noti bartender della scena londinese come, ad esempio, Alessandro Palazzi del Dukes Bar a Mayfair. E che, nonostante il successo, vuole rimanere fedele a se stesso.

King’s Ginger, un liquore allo zenzero da scoprire

«Non abbiamo intenzione di creare aromatizzazioni particolari o declinare nuove formule botaniche alternative a quella originale – ha precisato la brand ambassador – il No. 3 Gin è uno e uno solo. Attualmente lo stiamo promuovendolo come base per cocktail beverini e ideali per un aperitivo. Ad esempio, un classic cocktail come French 75 in abbinamento a Champagne, succo di limone e sciroppo di zucchero o un St. James’s Spritz in combinazione a vino frizzante e cordiale di fiori di sambuco». L’unica concessione è avvenuta sul fronte dei mix in bottiglia con il lancio di due ready-to-drink a base di No. 3 Gin: il Gimlet, creato in collaborazione con l’Artesian Bar di Londra, e il Vesper Martini, frutto della partnership con Alessandro Palazzi. Ultima annotazione, prima di risalire sulla macchina del tempo, ci siamo concessi un bicchiere della staffa, sempre nella sede storica di Berry Bros. & Rudd con un altro prodotto della casa, il King’s Ginger. Un liquore, anch’esso distribuito da Pallini, originariamente commissionato dal re Edoardo VII nel 1903, che prevede la macerazione dello zenzero in alcol. Il liquore è arricchito da olio essenziale di agrumi, che gli conferisce una nota fresca. Perfetto “on the rocks”, ma può essere gustato anche in cocktail o long drink. Da scoprire. 

 

  

L’articolo A Londra nella “casa degli spirits” dove è nato No. 3 Gin è un contenuto originale di bargiornale.