Al Camparino le mixability star Chanel Adams e James Grant
Bartender internazionali a confronto al Camparino in Galleria, Chanel Adams da Bangkok (Thailandia) e James Grant da Toronto (Canada).

In occasione di Aperitivo Festival e del World Aperitivo Day (26 maggio), Camparino in Galleria di Milano ha ospitato due campioni della mixability internazionale come Chanel Adams di The Bamboo Bar del Mandarin Oriental Hotel di Bangkok (Thailandia) e James Grant del Library Bar  del Fairmont Royal York di Toronto (Canada).

Invitati da Tommaso Cecca, Gloibal Head of Camparino Licensing and Mixology, le due star hanno dato prova della loro professionalità e creatività proponendo due differenti Drink List, confermando la rispettiva fama internazionale.

Già esibitasi due giorni prima presso il lounge bar del Mandarin Oriental Hotel di Milano, la barlady afroamericana Chanel Adams (nativa di Washington) è l’affermata bar manager del mitico The Bamboo Bar del Mandarin Oriental Hotel di Bangkok, nominato nel 2022 tra i 100 Best Bars dell’Asia. Un tempio della mixability che unisce i gusti internazionali con quelli dei prodotti della lussureggiante campagna thailandese. Oltre all’atmosfera anglosassone/coloniale, The Bamboo Bar è noto per essere un ritrovo di appassionati di jazz che vi si ritrovano, sorseggiando un drink, per appassionate jam session.

Ricavato all’interno dello storico (1929) e lussuoso Fairmont Royal York Hotel di Toronto (Canada), Library Bar deve il nome alla grande biblioteca che costeggia le pareti del locale, i cui libri sono stati appositamente selezionati all’epoca da George Locke, capo bibliotecario di Toronto. Recentemente aggiornato, si caratterizza per gli spettacolari arredi Art Déco. In questo ambiente raffinato opera James Grant, pluripremiato Director of Beverages che per le sue creazioni nel bicchiere si ispira alla letteratura, alla poesia e al cinema, a cominciare dalla fantascienza.
Insignito del riconoscimento di Diageo World Class Global Barternder of The Year 2021 e del Canada’s 100 Best Bartender of The Year 2022, James Grant ha trovato la collaborazione di un maestro distillatore dell’Ontario allo scopo di personalizzare i propri cocktail, a cominciare dal Martini. Così nello scaffale del Library Bar compaiono bottiglie di Quill Vodka e Quill Gin, caratterizzati da botaniche speciali (orris roots, pink peppercorn, cassia bark) dando vita a drink originali come il Birdbath Martini.

Alla serata al Camparino in Gallereia abbiamo trovato particolarmente interessanti i seguenti cocktail di cui vi sottoponiamo le ricette.

China To Caraibi
di James Grant
Ingredienti
37,5 ml Amaro Averna
7,5 ml Amaro Cynar
15 ml Appleton Estate 12 yo Jamaica Rum
30 ml Prosecco Cinzano Doc
1 dash Angostura Bitters
60 ml seltzer
Preparazione
Mixing Glass, versare nel tumbler basso su cubo di ghiaccio, top di seltzer.

Cocktail China To Caraibi by James Grant

Birds of Paradise
di Chanel Adams
Ingredienti
1 oz Campari
1 oz Rhum Agricole Trois Rivières Cuvée de L’Océan
1 oz succo d’ananas
1 oz succo di passion fruit
Preparazione
Shaker, filtrare in coppa, guarnire con fiore edibile.

Cocktail Birds of Paradise by Chanel Adams

 

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Chanel Adams di scena al Mandarin Oriental Hotel di Milano
Grande esibizione della barlady e bar manager Chanel Adams proveniente da The Bamboo Bar del Mandarin Oriental Hotel di Bangkok.

In occasione dell’evento Aperitivo Festival di Milano e del World Aperitivo Day (26 maggio), i migliori locali mixability di Milano hanno ospitato alcuni bartender e barlady internazionali.

Presentata dal bar manager e top bartender Guglielmo Miriello, al grande banco bar a pianta centrale del Mandarin Garden del Mandarin Oriental Hotel (via Andegari) è andata in scena la barlady Chanel Adams che ha dato conferma della sua nota bravura, eleganza e creatività.

Nata a Washington, la barlady afroamericana Chanel Adams, opera come bar manager a The Bamboo Bar del prestigioso Mandarin Oriental Hotel di Bangkok (Thailandia).

Hotel 5 stelle lusso, il Mandarin Oriental Hotel di Bangkok offre una ospitalità di livello internazionale, a cominciare da The Bamboo Bar, nominato nel 2022 tra i 50 Best Bars dell’Asia. Oltre agli eleganti arredi in puro stile inglese, il locale è diventato un punto di riferimento per tutti gli appassionati di jazz che qui, sorseggiando un ottimo drink, posso ascoltare jam session di cantanti e complessi provenienti da tutto il mondo.

Dopo essere arrivata a Bangkok, la barlady Chanel Adams ha sviluppato rapidamente un grande apprezzamento per la frutta tailandese e i loro sapori singolari, creando l’apposito menu cocktail The Evolution. Ingredienti locali come mango tailandese, banana e citronella sono solo alcuni degli ingredienti utilizzati in questi cocktail personalizzati.

Dalla Drink List proposta per l’occasione da Chanel Adams abbiamo gustato, apprezzato e scelto tre ottime ricette che vi proponiamo di seguito.

L’abbinamento food è stato preparato dal pastry chef Marco Pinna. Il Tagliere era composto da piccoli bocconi composti da mondeghini, tigelle con caprino e medaglioni di mortadella, foglie di Parmigiano con mousse di salmone, madeleine di pomodori secchi con peperoni e burrata, triangoli fritti di cacio e pepe.

The Bamboo Martini
Ingredienti
50 ml Tanqueray No.Ten Gin
10 ml Mezcal Casamigos
10 ml Fino Sherry Tio Pepe
10 ml Cocchi Americano
5 ml Dow’s Porto LBV (Late Bottle Vintage)
3 ml salamoia di olive
Preparazione
Stir nel mixing glass con ghiaccio, versare in coppetta cocktail, guarnire con spiedino di oliva.

Cocktail The Bamboo Martini con il Tagliere food

Oaxaca Old Fashioned
Ingredienti
30 ml Tequila Don Julio Reposado
15 ml Tequila Don Julio Añejo
15 ml Mezcal Casamigos
5 ml nettare di agave
2 dash Angostura Bitters
1 dash Angostura Orange Bitters
Preparazione 
Stir nel tumbler basso con cubo di ghiaccio, guarnizione con fiore di scorza di arancia.

Cocktail Oaxaca Old Fashioned

Soom Choon Spritz
Ingredienti
30 ml Ketel One Vodka
30 ml Pinot Grigio
5 ml Cointreau
5 ml sciroppo di litchi
7,5 ml Young Ginger Syrup
7,5 ml miele
3 ml tintura di gelsomino
7,5 cl succo di limone
3 dash Angostura Orange Bitters
4,5 ml Perrier
Preparazione
Build nel calice basso con cuboni di ghiaccio, guarnizione con mezza fetta di limone e fiore edibile.

Cocktail Sohm Choon Spritz

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The Noble di Lodi presenta la nuova cocktail list intitolata Colori
Di che colore era il drink che hai bevuto l’ultima volta? Da oggi, al The Noble di Lodi basterà questo indizio per individuare il cocktail giusto

Mancano solo 24 ore alla presentazione ufficiale della nuova drink list del The Noble di Lodi. Dal 31 maggio, infatti, uscirà con una nuova cocktail list chiamata Colori: per ognuno dei 12 signature cocktail, dei quali molti low abv, un pantone.

Ad anticiparci questo nuovo lavoro di ricerca cromatica nel mondo della miscelazione è il bar manager del The Noble, Diego Ferrari: «Più volte ho pensato alla dinamica cliente/barman. Quante volte il cliente, tornando nel suo cocktail bar preferito, rimane nell’incertezza di cosa prendere da bere e guardando il barman cerca un ricordo, un aiuto, un segno in attesa che il barman stesso si ricordi di lui e di cosa ha ordinato l’ultima volta?». Per rendere la risposta più semplice Ferrari e il suo gruppo hanno pensato di rispondere alla domanda «di che colore era il drink?». È la risposta a questa domanda che porterà alla ricetta stessa.

«Ecco, quindi, che il cocktail Rosso apparirà rosso, il Verde apparirà verde e così via», chiarisce Ferrari. Tutto questo viene raccolto in un ventaglio di colori, che somiglia a una mazzetta di quelle che potremmo trovare in un negozio di vernici. Il tutto in cartoncino patinato, viene presentata al tavolo come la lista dei Pantoni.

All’interno di questa cocktail list viene riportata la ricetta, un piccolo disegno del bicchiere che aiuta nella scelta (e nei ricordi) e ovviamente il colore del drink. Alcuni esempi sono il Viola con Iovem, liquore alla violetta, Sherry Fino e tonica ai fiori di sambuco o il Marrone con rum invecchiato, liquore al Tea, sciroppo al caramello, Coca Cola.

Come si diceva, sono molti i drink low abv in carta, compresi alcuni cavalli di battaglia di Ferrari, come il French Mule. Il bar manager lodigiano è stato pioniere del fenomeno dei miscelati dal basso grado alcolico, che oggi sta prendendo sempre più piede: già nel 2018 ha scritto il libro dal titolo “Low Alcohol Cocktails-New Frontier in Mixology”, anticipando il fenomeno.
A questo, nella nuova drink list del The Noble, si aggiungono i 5 signature analcolici, che, dice Ferrari, «sempre più richiedono spazio all’interno del cocktail bar. Chissà che non sia il tema della prossima fatica letteraria di Ferrari.

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Palermo Coffee Festival, obiettivo su specialty e filiere sostenibili
Sabato 1 giugno all’Orto Botanico torna l’appuntamento organizzato da Morettino con CoopCulture e Orto Botanico. Una giornata densa di interesse tra specialty, olio e vino.

Una giornata densa di interesse, appuntamenti e gusti da scoprire quella di sabato 1 giugno quando si svolge la seconda edizione del Palermo Coffee Festival sul tema La Sicilia inedita. Appuntamento dunque presso l’Orto Botanico di Palermo tra le 10 e le 18 con una manifestazione interamente dedicata al mondo degli specialty coffee e alle filiere sostenibili del caffè, dell’olio e del vino organizzata da Morettino in collaborazione con CoopCulture e Orto botanico.

L’obiettivo dell’evento è di creare e diffondere la cultura del caffè, che purtroppo in Italia è una bevanda tanto diffusa e consumata quanto poco conosciuta e valorizzata; per far ciò la confronta con le filiere del vino e dell’olio attorno ai quali la dedizione dei produttori e la divulgazione nel tempo hanno saputo creare consapevolezza e curiosità. In molti Paesi all’estero avviene e si spera presto possa avvenire lo stesso per gli specialty, da valorizzare al pari del vino e di alte produzione agricole di pregio.

Andrea Morettino, rappresentante della quarta generazione della storica famiglia di torrefattori, è entusiasta di questa nuova avventura che, racconta, «abbiamo voluto dedicare alla Sicilia inedita, secondo una visione che parte dalla sua straordinaria biodiversità e dalle sue profonde radici, ma che vuole guardare al suo futuro. La Sicilia è una terra unica che continua ad ispirarci ed a sorprenderci. Il caffè? Un simbolico momento di incontro, di dialogo e di piacere, che va gustato con il giusto tempo e la giusta consapevolezza». 

Tra i viali dell’Orto botanico in scena circa 50 espositori selezionati tra le migliori microroastery d’Italia, cantine vinicole siciliane e produttori di olio Evo. Al loro fianco artigiani produttori di farine da grani antichi, di frutti tropicali, di tè e tabacco, di piante aromatiche officinali, di distillati siciliani fino al cioccolato di Modica: un’occasione unica per condividere idee e visioni con i protagonisti di tali intuizioni, in un teatro naturale di straordinaria bellezza. 

Le masterclass

ore 10,30 – area Ficus Magnolia – Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia è il tema dedicato alle filiere sostenibili del caffè e ai progetti della Slow Food Coffee Coalition; si confrontano Andrea Morettino, Erminia Nodari della Slow Food Coffee Coalition e Andrej Godina, tra i massimi esperti di caffè e curatore della Guida del Camaleonte.

ore 12-15 – Area Ficus Magnolia – Masterclass di confronto Caffè- Vino per esplorare le similitudini sensoriali tra le due bevande; con Luigi Salvo, sommelier Ais e giudice nei concorsi internazionali, Andrej Godina e Arturo Morettino.

ore 17 – Distillazione live del London Dry Gin siciliano, guidata da Giuseppe La Fauci, maestro distillatore di Distilleria Giovi.

La partecipazione alle masterclass è gratuita, riservata a un numero limitato di persone, dunque è necessario prenotarsi su sito palermocoffeefestival.it.

Educational e live show

Dalle 10 alle 18 Sca Italy organizza Coffee Boom: giochi, quiz e approfondimenti sul caffè, mentre Federico Pinna, campione italiano Barista 2024 e Matteo Beluffi, campione italiano latte art e brand ambassador Alpro, realizzano live show lungo tutta la giornata.

Alle 12 live show del maestro gelatiere Antonio Cappadonia, con la degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino.

Alle 17 Andrej Godina e il team della Guida delle Torrefazioni d’Italia invitano a scoprire gli aromi di una tazza di caffè con il gioco della ruota degli aromi.

Tornano anche i laboratori di Orto Capovolto: alle 11 e alle 16 i bambini imparano a disegnare usando il caffè e a coltivare le carote sfruttando i fondi di caffè; il ticket per i laboratori si può acquistare sul sito di CoopCulture.

Durante l’evento è possibile visitare i dieci ettari di giardini tropicali dell’Orto botanico di Palermo, con oltre 12mila specie botaniche provenienti da tutto il mondo. Qui agli inizi del Novecento sono avvenute le prime sperimentazioni di coltivazione del caffè, che sono riprese a distanza di 120 anni grazie alla collaborazione con l’Università di Palermo e la torrefazione Morettino che da anni porta avanti il progetto della piantagione sperimentale di caffè in Sicilia. Da ammirare le storiche piante di coffea arabica alte oltre 3 metri e custodite nella Serra Carolina, e il campo sperimentale del caffè che con altre 25 piante di arabica.

Si può il biglietto d’ingresso online sul sito di CoopCulture o il giorno del festival in biglietteria. 

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Vandemoortele acquisisce Dolciaria Acquaviva Spa, specialista della pasticceria italiana
Uno dei principali gruppi alimentari europei a conduzione familiare, con una importante presenza in Italia, Vandemoortele ha annunciato l’acquisizione di Dolciaria Acquaviva Spa, primario produttore di specialità surgelate di pasticceria e prodotti da forno, dolci e salati.

L’accordo prevede l’acquisizione dell’azienda Dolciaria Acquaviva Spa da parte di Vandemoortele da Apheon, importante operatore pan-europeo di private equity, e dalla famiglia Acquaviva.

Pierluigi Acquaviva ha guidato con successo lo straordinario sviluppo della Società e continuerà a far parte del futuro di Acquaviva come Presidente del Consiglio di amministrazione.

Con questa acquisizione, Vandemoortele (sede centrale a Ghent, Belgio, filiale italiana a Genova) rafforza la sua posizione di player di riferimento nel mercato italiano dei prodotti da forno surgelati ed accelera ulteriormente il suo percorso di crescita, sfruttando una reputazione consolidata e un importante portafoglio di marchi, offrendo ai suoi clienti qualità ed innovazione eccezionali che si esprimono in un’ampia proposta nelle categorie del pane, delle pizze e focacce, della croissanteria e della pasticceria.

Fondata nel 1979 dalla Famiglia Acquaviva come laboratorio artigianale di tipicità napoletane, l’azienda Dolciaria Acquaviva è diventata leader in Italia nella produzione di prodotti da forno surgelati con un vasto assortimento di prodotti che comprende specialità dolci e salate ed è oggi riconosciuta come uno dei player più innovativi del settore.

La società ha sede a Gricignano d’Aversa (Caserta), con un fatturato nel 2023 di circa 120 milioni di euro e oltre 200 dipendenti, operando attraverso quattro stabilimenti in Italia e servendo più di 40.000 clienti nel canale HoReCa con prodotti di alta qualità.

«L’Italia è il secondo business più importante nel mondo per Vandemoortel – ha affermato Piergiorgio Burei, Managing Director di Vandemoortele Italy – questa acquisizione è una conferma dell’impegno del Gruppo e rappresenta una significativa opportunità di crescita per la nostra azienda».

Piergiorgio Burei Managing Director Vandemoortele Italia

«Uniremo le nostre forze e le nostre competenze – ha dichiarato Yvon Guerin, CEO di Vandemoortele – per favorire una continua crescita. Questo accordo ci consentirà di creare forti sinergie in termini di assortimento prodotti, marchi, innovazione e distribuzione in un paese nel quale Vandemoortele è attiva da tempo e che offre un contributo chiave ai risultati del Gruppo».

«Con il Team italiano siamo particolarmente orgogliosi di questo accordo – ha affermato Sabine Sagaert, Managing Director della Business Line Bakery Products di Vandemoortele  – perché apprezziamo il forte spirito imprenditoriale di Acquaviva e la passione per la qualità e l’innovazione. Siamo profondamente complementari e potremo offrire ai nostri clienti italiani una gamma ancora più ampia di prodotti di alta qualità tra specialità dolci e salate, pasticceria, pane, pizza e focacce».

 «Siamo molto contenti dell’unione di Acquaviva con Vandemoortele in Italia – ha commentato Pierluigi Acquaviva, ceo e figlio di Mario fondatore dell’omonima azienda nel 1979 – che offrirà interessanti opportunità ai nostri clienti ed ai nostri collaboratori e dipendenti».

L’operazione si concluderà in termini brevi. I termini della transazione non sono stati ancora resi noti.

Per Vandemoortele hanno supportato l’operazione Oppenheimer, Rabobank, DSP Corporate Advisory in qualità di Advisor M&A, Baker McKenzie in qualità di Advisor Legale, Deloitte in qualità di Advisor Finanziario e PwC in qualità di Advisor Fiscale.

I venditori sono stati assistiti da Houlihan Lokey (Advisor M&A), PwC (Financial due diligence), GOP e Legance (Advisor Legale e per la documentazione) e RDRA (Advisor Fiscale). OC&C e Vitale hanno supportato Dolciaria nella preparazione del business plan.

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Twist e classici per il nuovo corso di Terrazza Duomo 21
Ripartire dalle basi è la filosofia adottata dal bar manager David Grigolato per la nuova drink list, tutta giocata su ricercate rivisitazioni di grandi classici, e per rilanciare cocktail bar del locale facendone un punto di riferimento per i drink lover nel cuore di Milano

A sei anni dall’apertura, Terrazza Duomo 21, locale milanese situato al primo piano in Piazza Duomo 21 che affaccia sulla cattedrale, rilancia il cocktail bar e l’offerta beverage. L’obiettivo è di diventare un punto di riferimento nella zona centrale della città per gli estimatori dei drink, sia turisti sia locali. Dopo anni di osservazione e studio, il bar manager David Grigolato ha presentato la nuova cocktail list, che punta su una proposta elegante, ricercata e dai sapori identificabili.

Ripartire dalle basi

Classe 1992, Grigolato si avvicina al mondo mixology grazie a Gabriele Sirtori, con il quale lancia il Saint Georges Premier a Monza, e consolida la sua esperienza nel cocktail bar Ugo sui Navigli, dove approfondisce le sue competenze nel settore. Dal 2019 è alla guida del cocktail bar di Terrazza Duomo 21, che negli ultimi tempi non riusciva a essere attrattivo tanto quanto il ristorante. Dopo anni di osservazione e studio, per Grigolato era arrivato il momento di dare un twist al locale, per farne un cocktail bar di riferimento nella zona del Duomo.

La strategia è ragionata e prudente. Coinvolgendo i ragazzi sui quali ha investito negli anni precedenti, ha deciso di rivedere la proposta beverage ripartendo dalle basi, coniugando qualità e formazione. La nuova carta si basa infatti su twist dei classici cocktail Iba (International Bartender Association),, curati nell’aspetto visivo e con sapori ben definiti e identificabili. In questo modo il team – che attualmente conta 10 bartender – ha la possibilità di irrobustire le proprie conoscenze, imparando alla perfezione le ricette più rinomate e l’arte dei twist, e allo stesso tempo è in grado di offrire ai clienti cocktail di qualità, eseguiti in modo impeccabile.

Essenze e frutta essiccata in carta

La nuova carta rispecchia lo stile del locale: elegante e minimalista. Comprende dieci signature cocktail e cinque proposte classiche a base di Malfy Gin (di cui il locale è brand ambassador) e Italicus Rosolio di Bergamotto. A questi si aggiungono due cocktail analcolici, sempre più richiesti, uno con birra 0,0% alcol e l’altro con tonico Ambroeus. Oltre ai cocktail, il bancone di Terrazza Duomo 21 offre anche una selezione di vini ricercati e di champagne, più di 200 etichette tra distillati e liquori di cui 50 differenti referenze di gin.

Per la creazione della nuova carta, Grigolato si lascia ispirare dalle mode del momento, osserva i colleghi, ascolta la clientela e cerca l’interazione con la cucina. Spesso si confronta infatti con gli chef Roberto Conti e Giuliano Fusaro, che curano il ristorante, per studiare il giusto abbinamento di sapori e profumi, per sperimentare nuovi ingredienti e nuovi metodi di preparazione.

A caratterizzare i cocktail di Grigolato sono in particolare le essenze – olii essenziali estratti da frutta e piante, come arancia amara o bergamotto – che aggiungono note e profumi persistenti. Al posto della frutta fresca si predilige la frutta essiccata (arancia, lime, ananas, pompelmo) che si mantiene più a lungo e permette di ridurre gli sprechi e garantire uno standard qualitativo. Tra le pochi eccezioni c’è lo Spritz e la sua immancabile fetta di arancia. L’eleganza dei cocktail è ottenuta anche grazie a giochi cromatici con essenze e infusi, come quello con i fiori viola della Clitoria ternatea, o Butterfly Pea.

Nella nuova drink list è indicato anche il tipo di bicchiere in cui il drink viene servito, in modo da rendere il cliente più informato e preparato.

10 twist signature

I drink sono studiati e particolari, considerando ciò che offre al momento il mondo del cocktail bar. Il Banana Express (Tequila Altos Blanco, liquore al caffè Kalhua, caffè Lavazza, Bitter Banana), cui viene aggiunto un bitter alla banana, tequila e Kalhua, nasce per rinnovare il classico Espresso Martini, richiesto da molti inglesi e americani. Il Tangamotto (Italicus, Gin Beefeater, yuzu, zucchero, Tonic Fever-Tree), che vuole essere un incontro tra l’Oriente e l’Occidente e celebrare la storia millenaria dello yuzu, è un twist del John Collins con lo yuzu per la parte citrica e la tonica al posto della soda, che – secondo Grigolato – ha un gusto più persistente. Il Pinga (Cachaça Janeiro, Gin Monkey 47, lime, zucchero, menta) aggiunge un po’ di vitalità brasiliana al South Side e il Jolly Roger (Rum Bumbu, frutto della passione, vaniglia, lime, Chocolate Bitter) è un twist del classico Pornstar Martini che vede protagonista il Rum Bumbu, contraddistinto da aromi di vaniglia, caramello e note di quercia tostata.

Tra i 10 signature drink troviamo anche il Mamy Taylor (Scotch Whisky Glenlivet Founder’s, lime, Ginger Beer Fever-Tree), il Corpse Revival N°2 (Gin Ki No Tea, Lillet Blanc, Triple sec, limone, assenzio), il Polemic (Irish Whisky Jameson, Scotch Whisky Glenlivet 12y, Amaro Locale, Angostura), Le Petit Prince (Italicus, Selery Bitter, Prosecco), l’Absolut Warhol (Creme de Cassis, Vodka Absolut, Bitter Lemon, Ginger Ale Fever-Tree) e La Vie En Rouge (Martini Fiero, Lillet rouge, Orange Bitter, Sparkling Pink Grapefruit Fever-Tree).

È solo l’inizio

La lista viene rinnovata ogni sei mesi, seguendo la stagionalità e dei filoni tematici. Il Negroni 21, per esempio, twist del Negroni con Metzcal, bitter al cioccolato e Rabarbaro Zucca, sarà uno dei protagonisti della lista autunnale disponibile da ottobre.

«In questi due mesi abbiamo già notato un cambiamento. I cocktail vengono apprezzati e riordinati più spesso e volentieri», afferma Grigolato. «Questo è l’inizio. Passo dopo passo l’obiettivo è quello di attrarre sempre più clientela, anche milanese, con un’offerta di qualità sempre più ricercata e iniziare a produrre ingredienti ed essenze, grazie anche al continuo dialogo con la cucina».

 

 

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A Londra nella “casa degli spirits” dove è nato No. 3 Gin
Berry Bros. Rudd, il più antico mercante di vini e distillati del Regno Unito, è una realtà globale in continua evoluzione che oltre a selezionare annate e botti da tutto il mondo crea prodotti originali. È il caso di No. 3 Gin, London Dry Gin amatissimo dai martiniani, o di King’s Ginger, liquore allo zenzero da proporre in purezza o miscelato. Li abbiamo provati insieme a Gabriele Sasnaukaite UK brand ambassador di No. 3 Gin

Per un giorno Bargiornale si è messo alla guida della macchina del tempo ed è tornato indietro di qualche secolo, precisamente al 1698, anno di fondazione di Berry Bros. & Rudd, il mercante di vini e distillati più antico del Regno Unito. Entrare nello storico negozio al numero 3 in St. James Street a Londra, posizionato proprio davanti a St. James’s Palace, quella che una volta era la residenza ufficiale della corte reale, è come fare un tuffo nel passato: tutto o quasi è rimasto come ai tempi di re Giorgio III, uno dei primi clienti della fondatrice, la vedova Bourne. Da allora, i royal warrant della casa reale britannica non sono infatti mai mancati sulle etichette delle bottiglie dell’azienda commerciale londinese che da sette generazioni (nel tempo l’azienda è sempre rimasta controllata dalle famiglie dei fondatori originali) seleziona i migliori vini, soprattutto francesi, e le migliori botti da tutto il mondo per offrire release o selezioni di malti o di altri distillati che sono ricercatissime per la loro elevata qualità. Insomma, per essere sintetici, da Berry Bros. & Rudd tutto è di livello premium.

Un gin che vuole rimanere fedele a se stesso

Tuttavia, non bisogna pensare a una realtà rimasta imbrigliata in un passato glorioso ma ormai lontano. Berry Bros. & Rudd è un’azienda moderna con uffici a Hong Kong, Singapore, Tokyo, due principali negozi moderni limitrofi a quello storico (il The Wine Shop a Pall Mall e il The Spirits Shop al n. 1 di St James Street) e un giro d’affari che si aggira intorno ai 254 milioni di sterline. Nel 2008, ha progettato e lanciato sul mercato mondiale un proprio brand di London Dry Gin, il No. 3 Gin che è distribuito in Italia da Pallini. La società londinese non è nuova a questo tipo di operazioni: nel 1923 Francis Berry e Harry Rudd, proprio dagli uffici di St. James Street al 3, misero le basi per la creazione del whisky Cutty Sark, un blended che, ai tempi, rivoluzionò il mercato dei malti. «Anche il No. 3 Gin nasce con l’ambizione di stabilire un nuovo standard qualitativo – ci ha spiegato Gabriele Sasnanukaite, UK brand ambassador del distillato – con una composizione tradizionale e innovativa allo stesso tempo. Il bouquet botanico è composto da cinque ingredienti, tutti provenienti da diverse parti del globo: il ginepro dall’Italia, il coriandolo dalla Bulgaria, la radice di angelica dalla Polonia, le bucce di arancia dalla Spagna, le bucce di pompelmo dall’Uruguay e il cardamomo dal Guatemala. Le botaniche vengono messe in infusione per più di 16 ore per ottenere un sapore delicato e autentico, mentre distillazione è affidata a un vero e proprio specialista, l’antica distilleria olandese Royal de Kuyper Distillers». Un gin classico che oltre ad avere vinto numerosi premi (4 volte World’s Best Gin all’International Spirits Challenge) è stato adottato da alcuni dei più noti bartender della scena londinese come, ad esempio, Alessandro Palazzi del Dukes Bar a Mayfair. E che, nonostante il successo, vuole rimanere fedele a se stesso.

King’s Ginger, un liquore allo zenzero da scoprire

«Non abbiamo intenzione di creare aromatizzazioni particolari o declinare nuove formule botaniche alternative a quella originale – ha precisato la brand ambassador – il No. 3 Gin è uno e uno solo. Attualmente lo stiamo promuovendolo come base per cocktail beverini e ideali per un aperitivo. Ad esempio, un classic cocktail come French 75 in abbinamento a Champagne, succo di limone e sciroppo di zucchero o un St. James’s Spritz in combinazione a vino frizzante e cordiale di fiori di sambuco». L’unica concessione è avvenuta sul fronte dei mix in bottiglia con il lancio di due ready-to-drink a base di No. 3 Gin: il Gimlet, creato in collaborazione con l’Artesian Bar di Londra, e il Vesper Martini, frutto della partnership con Alessandro Palazzi. Ultima annotazione, prima di risalire sulla macchina del tempo, ci siamo concessi un bicchiere della staffa, sempre nella sede storica di Berry Bros. & Rudd con un altro prodotto della casa, il King’s Ginger. Un liquore, anch’esso distribuito da Pallini, originariamente commissionato dal re Edoardo VII nel 1903, che prevede la macerazione dello zenzero in alcol. Il liquore è arricchito da olio essenziale di agrumi, che gli conferisce una nota fresca. Perfetto “on the rocks”, ma può essere gustato anche in cocktail o long drink. Da scoprire. 

 

  

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Antonio Tittoni vince la tappa romana della Elephant Gin Competition
Con il cocktail Noah, il bar manager del Depero di Rieti vince un viaggio alla distilleria in Germania e stacca il pass per la finalissima di novembre

È andata in scena al Blind Pig di Roma la terza semifinale della seconda edizione della Elephant Gin National Competition, la gara di bartending del distillato dal cuore africano di Compagnia dei Caraibi. Vincitore della tappa romana, Antonio Tittoni, proprietario e bar manager del Depero di Rieti, che ha battuto al fotofinish il più giovane ma valente Leonardo Scorza, con cui ha dovuto affrontare un doppio spareggio: prima con un twist sul Martini e poi una rivisitazione di Negroni. Terzo classificato, Giuseppe Ceravolo. Ovviamente ciascun cocktail doveva prevedere come base una delle quattro referenze della gamma Elephant, ovvero Elephant London DryElephant Sloe GinElephant Strength ed Elephant Orange Cocoa.

Per Tittoni, vincitore della tappa romana, il premio è un tour in Germania, con visita alla distilleria di Elephant a Wittenburg e il pass per accedere alla finalissima del concorso, che si terrà il 18 novembre alla Drink Factory a Bologna. Obiettivo contendersi il titolo nazionale e il premio: un viaggio in Africa alla scoperta del territorio e dei progetti di tutela della fauna locale, elefanti inclusi, dei quali il brand è da sempre promotore e sostenitore.

E, a proposito di Africa e di elefanti, è stato uno dei temi caldi nel corso della competition, la cui unica fondamentale regola era di valorizzare, oltre che il prodotto, anche una delle 14 botaniche che compongono la formula di Elephant Gin. Il cocktail di Tittoni, dal titolo Noah, era dedicato a una ultramoderna arca di Noè, su cui possiamo immaginare una coppia di elefanti che sale. Per loro e per gli altri animali sull’arca, mele e banane per garantire il sostentamento, ingredienti che hanno caratterizzato il drink sodato pensato da Tittoni, fresco e dissetante, con qualche spigolo pungente a renderlo più interessante. Con il primo cocktail, Tittoni, Scorza (che ha proposto un dissetante long drink a base di latte di cocco e mango) e Ceravolo (che aveva portato un twist sul Gimlet con ananas) hanno avuto accesso alla seconda manche, che consisteva nel riprodurre al buio un cocktail pensato dal brand ambassador Igor Pazienza. Come anticipato, la vittoria di Tittoni su Scorza è avvenuta solo dopo due spareggi, che hanno messo finalmente d’accordo la giuria, composta da chi scrive, in rappresentanza di Bargiornale, da Davide Diaferia del Drink Kong e da Memfi Baracco per Compagnia dei Caraibi. Alla fine Tittoni ha avuto la meglio, ma onore a tutti i concorrenti, come ha sottolineato Baracco, perché, come ha detto «è stata una gara dal livello altissimo, in cui il prodotto è stato valorizzato al meglio». Grazie anche all’attenzione dei concorrenti nello studiare le ricette, gli abbinamenti, le tecniche e le storie avvincenti che hanno accompagnato ciascuna preparazione.

La Ricetta vincitrice
Noah di Antonio Tittoni

Elephant London Dry Gin 40 ml
Elephant Orange Cocoa Gin 20 ml
Apple n Banana Bitter Soda 110 ml
Hazelnut Aperitif Cordial 16 ml

Tecnica: Build
Guarnizione: Mela rossa essiccata colorata con barbabietola
Bicchiere: Collins Glass

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Da Sanbittèr due nuove referenze che celebrano i sapori regionali
Ispirazione Siciliana e Ispirazione Ligure, a base di ingredienti tipici delle due regioni, i nuovi arrivati nella gamma di aperitivi analcolici Sanbittèr

Italianità come sinonimo di qualità, autenticità e gusto. Su questi aspetti fa leva da sempre Sanbittèr, il marchio di aperitivo analcolico italiano di Gruppo Sanpellegrino. Che ora spinge ancora più avanti questo discorso andando a valorizzare la tradizione regionale attraverso ingredienti che rappresentano l’essenza dei territori della Penisola. Sono nate così due nuove referenze ispirate ai tipici sapori di Sicilia e Liguria: Ispirazione Siciliana e Ispirazione Ligure.

Caratterizzato da un intenso profumo agrumato, Sanbittèr Ispirazione Siciliana ha come protagonisti due ingredienti 100% siciliani e simbolo dell’isola: le arance e i fichi d’India, che grazie alla loro adattabilità e resistenza ai terreni aridi e vulcanici dell’isola, sono diventati parte integrante del paesaggio e della cultura siciliana.

Stessa operazione per Sanbittèr Ispirazione Ligure, alla cui base ci sono i chinotti, preziosi agrumi tipici della regione e coltivati sia sulla fascia costiera sia nell’entroterra, poco distante dal mare, e il basilico, considerato “l’oro verde” della Liguria.

Realizzati con materie prime accuratamente coltivate e le nuove referenze rappresentano un omaggio all’unicità degli ingredienti delle due regioni e insieme vogliono offrire al cliente bar un’esperienza di bevuta lunga che invita a immergersi in un viaggio nei sapori tipici di questi territori.

Disponibili in bottiglia di vetro da 20 cl, le nuove arrivate vanno ad arricchire la gamma Sanbittèr nello stesso formato che già annovera: Gusto Agrumi, Zenzero, Passion Fruit, Pompelmo e Sambuco.

 

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Giusy Martinez vince la finale nazionale del contest Unrivalled Classics di No. 3
Con un Gimlet dal sapore di bruschetta al pomodoro, la bartender napoletana stacca il ticket per la finale internazionale che si terrà a Schiedam, in Olanda

Con Sussurro del Vesuvio, un drink ispirato alla bruschetta al pomodoro, Giusy Martinez di Misture Cocktail Bar di Santa Lucia a Napoli, vince la selezione italiana della Cocktail Competition Unrivalled Classics di No. 3 London Dry Gin (distribuito in Italia da Pallini). La trentenne napoletana strappa così il biglietto per volare alla finale mondiale che si terrà l’11 settembre a Schiedam, in Olanda, con i primi classificati di Regno Unito, Germania, Spagna e Stati Uniti. Il vincitore assoluto si aggiudicherà un takeover presso il bar Atlas di Singapore, locale incluso tra i The World’s 50 Best Bars, durante il Bar Convent Singapore, oltre a una cena al ristorante stellato Burnt Ends, abbinata a una selezione di cocktail a base del gin.

La Martinez ha avuto la meglio sugli altri nove partecipanti – cinque ragazzi e quattro ragazze – arrivati alla fase finale della selezione italiana disputata lo scorso lunedì 27 maggio all’Amaro Bar dell’Hotel Villa Agrippina Gran Meliá di Roma. L’ispirazione per il cocktail vincente Giusy Martinez l’ha trovata partendo da un classico “antipasto all’italiana” come la bruschetta al pomodoro. «Da Mistura Cocktail Bar – racconta la vincitrice – è semplicemente un must. Noi diciamo sempre che la prima volta si viene per i drink ma poi per la bruschetta». Il suo drink è anche un concentrato di Vitamina C, qualcosa che nella ricetta classica del Gimlet – drink sul quale i partecipanti alla competizione dovevano lavorare creando la loro ricetta originale e moderna – è fondamentale. Il Gimlet nasce infatti come medicamento liquido che i marinai inglesi della Royal Navy bevevano per combattere lo scorbuto ed era realizzato appunto con gin e una fonte di Vitamina C come il succo di lime.

Nella ricetta di Giusy Martinez non c’è solo il pomodoro ma anche il pane tostato; il pomodoro, estratto come acqua e inserito nel drink, si ritrova anche all’interno del cioccolatino  a forma di pomodorino che fa da garnish in una logica zero-waste. «Il drink di Giusy era eccezionale – ha detto Federica Borghi, marketing manager di Pallini e giudice della gara – perché c’era un’armonia di sapori che sulla carta non si sarebbe mai immaginata. Ci ha colpito questo, insieme all’attenzione alla sostenibilità, per cui quello che era avanzato dalla preparazione del cordiale al pomodoro, cioè la polpa, è stato usato per fare il ripieno del cioccolatino servito come garnish».

Una sfida combattuta fino all’ultima coppetta, che i quattro giudici (Veronica Costantino, brand ambassador di No. 3 Gin, Federico Ricci, bar manager dell’Amaro bar dell’hotel Villa Agrippina Gran Meliá, Federico Bacchi di BarTales e Roma Bar Show e Federica Borghi di Pallini) hanno fatto vincere a Giusy Martinez, dopo uno spareggio con Eleonora Balzano, barman di Giano Bistrot a Roma, che ha presentato un drink elegante a base di alchechengi. Prova finale per lo spareggio: preparare tre Gimlet classici in due minuti cronometrati, parlando di No. 3 Gin in inglese, lingua nella quale si disputerà la finale mondiale di settembre.

Nota a margine della gara, ma che vale la pena evidenziare, sul podio salgono tre ragazze su quattro, con la terza classificata Valentina Mircea di Skyline Rooftop Bar dell’Hilton Molino Stucky di Venezia. Sempre Federica Borghi di Pallini a fine gara commenta: «È la prima competiton nella quale abbiamo avuto, finalmente, una partecipazione così grande di bartender donne e in finale qui a Roma ne sono passate addirittura quattro su nove, con un livello che non avevamo visto negli scorsi anni. Il mondo del bartending e della mixology, dominato in gran parte dagli uomini, qui evidenzia il dato di una vittoria al femminile. Quindi che vinca il migliore a Schiedam, e speriamo sia una donna!».

La ricetta vincitrice:
Sussurro del Vesuvio di Giusy Martinez

Ingredienti:
40 ml Gin No3 London Dry
30 ml Cordial di pomodorini Ciliegino homemade
10 ml Sciroppo al pane tostato

Tecnica: Shaker
Garnish: Finto Pomodorino di cioccolato e marmellata al pomodoro esausto, ricoperto di burro cacao rosso

Per la preparazione del Cordial di Pomodorino
500 ml succo di pomodorini ciliegino fresco (frullato e filtrato)
250 g di zucchero
5 g di acido citrico
10 ml di tabasco rosso
5 bacche di cardamomo
3 g di coriandolo
2.5 g di sale

In un contenitore unire il succo di pomodoro, lo zucchero, l’acido citrico, il tabasco ed il sale, mescolare fino al completo scioglimento dello zucchero. In una busta sottovuoto inserire il cordial al pomodoro, il cardamomo ed il coriandolo leggermente tostato in precedenza e cucinare sous vide per 2h a 60 gradi. Filtrare e imbottigliare.

Per la preparazione dello Sciroppo di pane tostato
500 g di pane tagliato a fette e tostato
25 g di amilase
200 ml di acqua

Inserire gli ingredienti in un contenitore e frullare il tutto, una volta ben amalgamato trasferire in una busta sottovuoto e cucinare sous vide a 60gradi per 2ore. Trascorso il tempo di cottura filtrare con una superbag, versare il liquido in un pentolino e lasciarlo sobbollire mescolando continuamente fino a raggiungere la consistenza di uno sciroppo.
Lasciar raffreddare, filtrare di nuovo con una superbag e imbottigliare.

 

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