La seconda insegna firmata da Stefano Rollo e Niccolò Caramiello guarda al Messico ma non solo: classici della miscelazione agave e cento etichette in degustazione
Per scoprire chi davvero sia il Cactus Joe cui l’insegna fa riferimento, sarà necessario passare in visita e ascoltare i racconti che circondano questo nome. Di certo c’è che a questo oscuro personaggio è dedicato un nuovo indirizzo di miscelazione sorniona e di qualità, sul finire del primo tratto di Naviglio Grande, a Milano. Un saloon contemporaneo, negli arredi color sabbia e nell’espressione di referenze messicane: la firma è quella di Stefano Rollo e Niccolò Caramiello, già genitori dell’indovinatissimo Norah was Drunk in Lambrate, cui si affianca l’imprenditore Simone Filoni.
Simone Filoni, Niccolò Caramiello e Stefano Rollo
A tutto agave
Come per l’insegna sorella, che agli antipodi geografici della città si concentra sull’assenzio (ma non solo), Cactus Joe guarderà in larghissima parte a un prodotto specifico, uno dei più caldi degli ultimi anni: l’agave, in tutte le sue forme e con tutti i suoi versatili impieghi. I classici della miscelazione messicana vengono proposti con leggerissimi veli di rivisitazione (il Joe’s Margarita è in realtà un Tommy’s ibrido, con un taglio di mezcal, mentre il Fresh Paloma è proposto alla vecchia maniera, con succo di pompelmo e non soda aromatizzata), e al tempo stesso i cocktail immortali sono contaminati da tequila e cugini stretti.
«Manteniamo la nostra filosofia» racconta Caramiello, il cui curriculum vede ruoli da protagonista al bancone di insegne storiche di Milano, come Lacerba e Rita. «Portiamo avanti un lavoro di selezione e studio su un prodotto in particolare, cercando di proporre anche chicche meno note. Ma rimaniamo un cocktail bar, per cui qualsiasi drink classico e disponibile, non necessariamente a base agave».
Oltre 100 etichette in degustazione
La splendida bottigliera, che percorre la quasi interezza delle pareti, contempla infatti anche i prodotti d’agave meno conosciuti, che stanno iniziando a farsi largo tra le preferenze degli amatori internazionali. Raicilla (simile al mezcal con denominazione d’origine dalla regione di Jalisco), Bacanora (proveniente da Agave Pacifica della famiglia Angustifolia) e Sotol (che origina da tutt’altro prodotto, la spugna del deserto) sono tutti disponibili sia in miscelazione sia in una sontuosa carta alla mescita, raggiungibile tramite QR Code. In tutto sono circa un centinaio le etichette proposte, una sola delle quali non messicana (un sotol texano).
La cocktail list
Protagonista assoluta è ovviamente la lista cocktail, affidata all’esperto bar manager Samuele Lissoni (ex Kanpai e Canaglia, sempre a Milano) sotto la supervisione di Caramiello. Oltre ai cinque classici ripensati alla maniera di Cactus Joe, sono presenti quattordici ricette divise in cinque macrocategorie sensoriali: amaro, sour, dolce, spicy e umami. Ridotto e strategico il comparto food, interamente legato al prodotto tacos: alternative con carne, pesce o vegetariane raccolte in tortillas di qualità (il locale ha impostazione da tavola fredda). Bienvenidos.