Accordi di esclusiva con i distributori, focus sull’horeca e sforzi concentrati sul prodotti di punta, la Pils in fusto: così la filiale italiana del birrificio tedesco punta a sviluppare la presenza in Italia
Accordi di esclusiva di zona con distributori selezionati, focus sul superhoreca e massima concentrazione sullo sviluppo del prodotto di punta, la Pils in fusto: sono le linee guida dello sviluppo di Krombacher in Italia.
Il birrificio a conduzione familiare della Renania Settentrionale-Vestfalia ha scelto di investire nel nostro Paese aprendo a inizio 2021 una propria filiale, affidata al Country director Davide Grossi: «Nel 2022 abbiamo superato i livelli prepandemia e contiamo di proseguire nel cammino di crescita, focalizzato sull’allargamento della clientela del nostro prodotto di punta, la Pils in fusto. Il nostro target sono i locali serali, birrerie, pub e cocktail bar, che puntano sulla qualità della proposta perché sono meglio in grado di cogliere e valorizzare le caratteristiche distintive della nostra birra: bevibilità, digeribilità e basso contenuto alcolico».
Il piano di sviluppo di Krombacher in Italia passa attraverso la definizione di una serie di partnership forte con i distributori, che prevede un’esclusiva di zona: «Ad oggi abbiamo accordi con circa 50 distributori – spiega Grossi -, ma l’obiettivo è l’allargamento della base di clientela, sempre nel rispetto del concetto di esclusiva».
La gamma di prodotti disponibili in Italia, messa a punto l’anno scorso, prevede – oltre alla Pils – la lager Unfiltered, l’ambrata Rhenania Alt, la lager Hell, la Weizen e la Dark Lager, tutte disponibili in fusto (le ultime due anche in bottiglia).
«La caratteristica delle nostre birre – spiega Grossi – è di rispettare alla lettera l’Editto di Purezza emanato oltre 500 anni fa a tutela dei consumatori. Oggi non è più in vigore, ma produrre birra secondo quei dettami ne garantisce qualità, autenticità e naturalità. Le Krombacher, infatti, sono prodotte con i soli quattro ingredienti stabiliti dall’editto: l’acqua, che nel nostro caso è un’acqua purissima e a basso contenuto di minerali, che sorge dalle sorgenti sotto le foreste e le colline dei Monti Rothar (è un marchio registrato: Felsquellwasser), un malto d’orzo distico primaverile, luppoli certificati provenienti dalla regione Hallertau e un lievito superiore, usato una sola volta».
Sostenibilità al primo posto
Krombacher ha chiuso il 2022 con una produzione di birra in crescita del 3% a 5.,7 milioni di ettolitri e un fatturato di gruppo di 892,3 milioni di euro (+8,3% rispetto al 2021), spinto dalla crescita dei brand Schweppes, Orangina e Dr Pepper.
La sostenibilità è da tempo al centro delle strategie del gruppo della famiglia Schadeberg. Nel 2011 Krombacher è stato infatti il primo birrificio tedesco a pubblicare il report di sostenibilità ed è stato il primo ad essere certificato Carbon Neutral. I
ll birrificio si avvale esclusivamente di fonti energetiche rinnovabili, ricicla il 98% dei rifiuti e vanta una quota di riutilizzo del 90% delle proprie bottiglie di vetro.
Particolare attenzione è posta nel processo di produzione: Krombacher usa per ogni ettolitro di birra 3,7 ettolitri d’acqua contro una media di 6 ettolitri degli altri produttori.
Negli ultimi vent’anni il birrificio ha promosso 240 progetti in difesa della natura, dalla fondazione in difesa della foresta pluviale Krombacher Regenwald-Projektes alla piantumazione di 400mila nuovi alberi nella foresta del Borneo, per un valore totale di oltre 14 milioni di euro.