Amaro Pratum Bio, il primo liquore bio di Bonaventura Maschio
L’ultimo nato della distilleria trevigiana è un amaro dal ricco profilo aromatico ottenuto solo con ingredienti 100% bio certificati

Fresco, aromatico e biologico. Parliamo di Amaro Pratum Bio, ultimo nato di Bonaventura Maschio. Dopo il successo di Amaro Bonaventura, nella doppia versione Erbe e Fiori ed Erbe e Spezie, la distilleria trevigiana torna dunque sulla categoria amaro con una novità. Novità che si caratterizza, in più, per essere il suo primo liquore ottenuto con ingredienti certificati 100% biologici nell’origine e nella lavorazione.

Una scelta che rientra nella naturale propensione dI Bonaventura Maschio al rispetto delle materie prime, sempre accuratamente selezionate, e verso la ricerca della complessità aromatica, aspetti che rappresentano il filo rosso che lega tutta la sua ampia, quanto varia, proposta di spirit.

Amaro Pratum Bio (alc 29% in vol) nasce anche come omaggio alla natura nella sua veste più autentica, che si concretizza appunto nell’utilizzo di sole botaniche certificate bio, lasciate dunque libere di esprimere ogni loro naturale sfumatura.

Il frutto di questo lavoro è un amaro dal ricco bouquet aromatico, fresco e officinale, che rievoca l’immagine e il profumo di un prato di montagna appena falciato, lasciando emergere le note della camomilla, del timo e delle foglie di menta. Al palato si presenta intenso e balsamico e si caratterizza per lo spiccato finale amaricante, dovuto all’infusione di radice di genziana e di erbe di prato come il tarassaco, la piantaggine e il cardo mariano.

Altre peculiarità sono il colore chiaro e dorato, frutto dell’importante presenza di erbe officinali nella ricetta, e il basso contenuto di zucchero, che lo rende ideale per tutti coloro che amano prodotti naturali e genuini.

Classico fine pasto, si apprezza al meglio servito fresco o a temperatura ambiente, in modo da dare il giusto risalto a tutte le sue componenti aromatiche. Componenti, in particolare la decisa nota amaricante, che lo rendono anche un ingrediente da sprerimentare in miscelazione. Un esempio delle possibilità deè BBPrime, originale reazione di Michele Di Carlo, dove appunto la nota amaricante di Amaro Pratum Bio, esaltata da quella del chinotto, si sposa con le note fruttate di Prime Uve Bianche.

REGISTRATI SU PREMIUM.BARGIORNALE.IT E SCARICA
LO SPECIALE AMARI

La ricetta

BBPrime di Michele Di Carlo


Ingredienti:
3 cl Prime Uve Bianche, 1 cl Amaro Pratum Bio, 1 bottiglietta di Chinotto Sanpellegrino
Preparazione:
build
Guarnizione:
1 lampone, 1 rametto di ribes, 1 ciuffo di rosmarino, 1 pezzetto di radice di liquirizia

 

L’articolo Amaro Pratum Bio, il primo liquore bio di Bonaventura Maschio è un contenuto originale di bargiornale.

Edenred Italia rende green i Ticket Restaurant
La società ha reso carbon neutral i suoi ticket rilasciati nel 2022, compensando le emissioni legate al loro intero ciclo di vita con una serie di progetti sostenibili nei Paesi emergenti

Conciliare la crescita del business con il rispetto del Pianeta è la direttrice che guida l’operare di Edenred. Il gruppo, tra i maggiori operatori nel settore degli employee benefit e che ha inventato Ticket Restaurants, da anni porta avanti una serie di iniziative per ridurre l’impatto ambientale delle sue attività, con obiettivi molto ambizioni. Tra i target la riduzione delle emissioni di CO2 generate dai propri luoghi di lavoro del 52% entro 2030 rispetto al 2013 e, soprattutto di raggiungere il Net Zero, ovvero l’equilibrio tra i gas serra rilasciati e quelli rimossi, entro il 2050.

Passi importanti in tali direzioni sono stati già compiuti da Endered Italia, la filiale italiana del gruppo: lo scorso anno le emissioni degli uffici sono state del 46% inferiori rispetto all’anno di riferimento, il 2017. Endered Italia si è inoltre dotata di un sistema di gestione ambientale (ISO 14001-1:2015) e ha avviato il percorso per l’ottenimento della certificazione ISO 14064-1:2019 per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro rimozione.

Abbattere le emissioni dei ticket

Sempre lo scorso anno, all’impegno per la riduzione delle emissioni si è affiancata la compensazione delle emissioni non ridotte e generate dal ciclo di vita di Ticket Restaurant in tutte le sue forme, cartaceo, elettronico e digitale.

Ammonta a 1.563 tonnellate di emissioni di CO2 il totale delle emissioni in atmosfera legate al ciclo dei ticket nel 2022, pari a quelle generate da 650 voli Londra-New York. Tale quantità di anidride carbonica è stata compensata dall’azienda attraverso una serie di progetti studiati con Climate Partner, società specializzata nella valutazione e soluzione di problemi di impatto climatico. Progetti che hanno riguardato in particolare la realizzazione di iniziative green in Paesi emergenti, come la realizzazione di impianti fotovoltaici in India e di impianti eolici nelle Filippine e ad Aruba, tutti verificati da un ente terzo e indipendente.

La compensazione delle emissioni di CO2 dei ticket si aggiunge alle diverse azioni per la riduzione del proprio impatto ambientale msse in campo da anni da Edenred Italia. Come l’utilizzo di plastica riciclata e di carta da fonti certificate Fsc e la collaborazione con fornitori in prossimità che utilizzano energia generata da fonti rinnovabili.

L’articolo Edenred Italia rende green i Ticket Restaurant è un contenuto originale di bargiornale.

Impro teatro

venerdì 20 gennaio 2023

Cinema Teatro Tiberio, via San Giuliano 16 – Rimini Borgo San Giuliano

Spettacolo di improvvisazione teatrale al Cinema Teatro Tiberio

Torna a Rimini l’improvvisazione teatrale a cura dell’associazione culturale di improvvisazione teatrale AttiMatti.
Due squadre di impavidi amatori si sfideranno a colpi di improvvisazione teatrale fino all’ultima battuta.
La squadra di casa AttiMatti sfiderà gli amici della scuola di Lecce Improvvisart Teatro.
Un giudice e un presentatore cercheranno di tenere nelle fila le due squadre.
I biglietti sono disponibili alla biglietteria del Cinema Teatro Tiberio a partire dalle ore 18.30.
Per info e prenotazioni, indirizzo mail e numero di cellulare di riferimento.

Orario: 
alle ore 21.00

Gratuità: 
under 12

Ingresso: 
a pagamento

Tariffa d’ingresso: 
8 €

Telefono: 
338 9980113 info e prenotazioni WhattsApp

E-mail: 
Ultima ora. Roberta Mariani, narratrice dell’aperitivo italiano, è passata a Italspirits
Sulla divulgazione di aperitivi, vermouth e amari italiani, ha costruito la sua brillante carriera. Roberta Mariani, dopo sei anni d’oro in Martini, entra da oggi nel team di Italicus e Savoia come advocacy director. E da oggi cosa farà? Glielo abbiamo questo in questa intervista esclusiva

Roberta Mariani è la nuova advocacy director di Italspirits, agenzia con sede a Londra che si occupa da diversi anni di promozione di bevande, eventi e attivazione di marchi. L’annuncio è di poche ore fa. A darlo è Giuseppe Gallo, fondatore di Italspirits: «Non potrei essere più felice accogliere Roberta nella famiglia di Italspirits. La sua esperienza pluriennale nell’industria dell’ospitalità e la sua passione per l’aperitivo italiano ne fanno la figura ideale per il nostro progetto. Non ho dubbi che Roberta diventerà presto l’esperta leader della cultura del bere italiano a livello mondiale». Roberta Mariani, negli ultimi sei anni, ha lavorato come global brand ambassador per Martini & Rossi e lavora nel settore dell’ospitalità da oltre 15 anni. Dagli addetti ai lavori è considerata una delle bartender più autorevoli nella diffusione della cultura dell’aperitivo e, più in generale, dei cocktail Made in Italy.

 

Per Italspirits si occuperà di promuovere – attraverso un intenso programma di educazione e formazione – gli aperitivi Italicus e Savoia. Due spirits capaci di risvegliare l’interesse, non solo del trade, verso due categorie di liquori: il rosolio e l’americano. Tanti gli attestati di gradimento ricevuti dagli addetti ai lavori, sia a livello nazionale sia internazionale. Tra questi il recente Premio Innovazione ai Barawards di Bargiornale assegnato al giovane Savoia. Un successo che bissa quello del Rosolio di Bergamotto Italicus conseguito nel 2016. Mariani sarà alla guida dell’Art of Italicus Challenge, seguirà i bar show internazionali e altre attività destinate alla bar industry. Con una passione autentica per la mixology, per gli aperitivi e per gli amari, Roberta è stata capace di trasferire le sue competenze e la sua passione in ogni gruppo in cui ha lavorato. Basti ricordare il suo grande lavoro al pluripremiato Bar Termini di Soho, locale che ha beneficiato delle sue competenze e della sua professionalità.

Roberta il tuo cavallo di battaglia è la diffusione della cultura dell’aperitivo italiano. Cosa significa esattamente? Io la definirei una questione di orgoglio, di rispetto e di senso di appartenenza. Specialmente quando lavori all’estero ti rendi conto che hai la fortuna di appartenere a una grande tradizione. E che hai un’occasione unica: dimostrare che oltre agli stereotipi – alla pizza, spaghetti e mandolino – c’è molto di più. Nel mio ambito questo concetto si traduce nel mettere in luce i valori della liquoristica italiana, il senso e il valore di categorie come amari, vermouth e aperitivi.

Com’è cambiata la percezione dell’aperitivo italiano in questi dieci anni? Ricordo che nel 2014 quando sono approdata al Bar Termini vermouth, amari e bitter erano categorie oscure. Altro che divulgazione. Era difficile spiegare un concetto che era lontano anni luce dalle loro tradizioni. Poi è scattata la molla e piano piano la categoria è cresciuta in modo quasi insospettabile. Tra il 2017-2018 c’è stato il grande boom. Le mensole delle bottigliere hanno iniziato a riempirsi di prodotti italiani. E il bar in stile italiano è diventato un must: dall’Amaro Bar al Dante di New York, dal Bar Termini al Maybe Sammy di Sydney. Oggi si contano sempre più locali nel mondo ispirati alle nostre tradizioni bibitorie.

Qual è l’aspetto più complicato del tuo lavoro di divulgazione? Ci sono culture come quella americana dove l’aperitivo è un concetto alieno sia per i bar sia per il pubblico. Il difficile, ed è quello su cui lavoro da anni, è tradurre il concetto di aperitivo. Sai qual è il più grande paradosso? Che i nostri vermouth e amari sono di fatto dei cocktail in bottiglia. Tecnicamente non avresti bisogno di aggiungere altro. Questo è il bello, ma da un certo punto di vista, anche il limite dei nostri prodotti. L’interrogativo è spesso questo. Ma se sono già dei cocktail fatti e finiti, perché dovrei miscelarli? E a quel punto interveniamo noi e glielo spieghiamo. Solo fino a poco tempo fa, nelle culture anglofone, i classici cocktail italiani erano ancora degli illustri sconosciuti. Ora basta guardare le classifiche internazionali di vendita dei cocktail per capire che c’è stato un cambiamento radicale. E gran parte del merito è di tutti i colleghi italiani che si stanno dando da fare per promuovere, sul piano internazionale, i valori dei nostri prodotti.

Come si racconta un prodotto? A me è sempre piaciuto trattare la categoria. Ok il brand, ma bisogna saper inquadrare l’ambito di appartenenza. Se all’estero parli di amari, vermouth o bitter, non puoi concentrarti solo sul tuo marchio. Devi essere abile a inserire il tuo marchio nel contesto. Così offri un triplo servizio: alla tua azienda, alla industry, alla comunità.

Cosa significa per te questa nuova avventura? Da anni ammiro il lavoro di Giuseppe e ciò che ha creato con Italspirits. Per questo sono entusiasta di unirmi al suo progetto. L’ospitalità è la mia più grande passione e sono alla continua ricerca di nuovi modi per promuovere ed elevare la cultura dei cocktail italiani. E questo è il posto giusto per dimostrarlo.

Raccontaci un po’ di te Sono nata a Latina. Nell’estate dei miei diciotto anni ho iniziato a lavorare al bar, poi una breve esperienza in negozio, poi il ritorno al bar. In quel periodo ho avuto la fortuna di frequentare Roma in un momento straordinario. Ero una ragazzina e la sera andavo al Jerry Thomas Speakeasy dove incontravo tutti i bartender più famosi della Capitale. Era un’occasione per crescere, confrontarsi, seguire i consigli dei “professori”. Nel 2012 ho iniziato a lavorare al bar del Sanderson Hotel di Londra. Lo stesso banco che fino a non molto tempo prima era guidato proprio da Giuseppe Gallo e successivamente da Erik Lorincz. In quegli anni dividevo il banco con Jonatan Abarbanel, oggi titolare di Les Rouges a Milano e Genova. Poi sono arrivati lo Zetter Townhouse, il 69 Colebrooke Row e l’incredibile esperienza con la Drink Factory di Tony Conigliaro. Da lì il salto al Bar Termini di Londra, un locale che ha contribuito come pochi altri al mondo alla diffusione della nostra tradizione e del nostro stile di miscelazione. Da lì c’è stato un altro grande salto per la mia vita professionale. Ho ricoperto per sei anni il ruolo di Global Brand Ambassador per Martini.

Da spettatrice, dimmi tre tipi corsi che ti piacerebbe vedere in un bar show? Mi piacerebbe vedere un corso sull’ospitalità. Oggi nei corsi si ripete spesso la solita filastrocca: “Io ho fatto, io ho detto, io qua, io là”. Mettiamo da parte un po’ l’ego e torniamo al noi. Questo è il tempo di mettere al centro il valore dell’accoglienza. Quello che vedrei bene è un corso per imparare ad accogliere al meglio gli ospiti. Sembra una banalità, ma nessuno ne parla. Poi avrei piacere di assistere a più corsi incentrati sul well being. La nostra è una vita spesso sregolata. Troppo alcol, troppi caffè, notti in piedi, vita personale sacrificata. In realtà il lavoro andrebbe organizzato per fare in modo che tutto lo staff abbia il tempo di ritagliarsi i propri spazi personali e godersi i momenti per sé, gli amici, la famiglia. Se non si fa qualcosa subito, ora, allora è inutile lamentarsi della crisi di vocazioni nel nostro settore. Il terzo corso che mi piacerebbe vedere è dedicato all’idea di costruire una community vera. Dove non ci siano discriminazioni e si presti più attenzione al tema dell’inclusività.

L’articolo Ultima ora. Roberta Mariani, narratrice dell’aperitivo italiano, è passata a Italspirits è un contenuto originale di bargiornale.

Passerà. Storia di una famiglia ebrea

giovedì 26 gennaio 2023

Biblioteca Gambalunga (Sala della Cineteca), via Gambalunga, 27 – Rimini centro storico

Presentazione del libro di Roberto Matatia

La Biblioteca Gambalunga propone la presentazione del libro di Roberto Matatia dal titolo ‘Passerà. Storia di una famiglia ebrea’ – (Società editrice Il Ponte Vecchio).
Lo scrittore, di religione ebraica, è cresciuto a Faenza nel ricordo dei suoi familiari deportati e sterminati al campo di Auschwitz ed è un divulgatore delle persecuzioni razziali, avvenute durante il secondo conflitto mondiale.
Il suo libro racconta una storia esemplare, stesa con la partecipazione e la compassione verso una umanità da lunghi secoli offesa.
Introduce l’incontro Loretta Nucci.

Orario: 
alle ore 17.00

Ingresso: 
libero

Telefono: 
0541 704486
La finestra del re di polvere

mercoledì 25 gennaio 2023

Biblioteca Gambalunga (Sala della Cineteca), via Gambalunga, 27 – Rimini centro storico

Presentazione del libro di Pierdomenico Baccalario

La Biblioteca Gambalunga propone la presentazione del libro illustrato per bambini dal titolo ‘La finestra del Re di polvere’, di Pierdomenico Baccalario, Orecchio Acerbo 2022. Illustrazioni di Alice Barberini.
Il libro tratta la storia dei rastrellamenti dei ghetti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Conversazione con l’illustratrice del libro e videointervista allo scrittore. Presentazione storica di Daniele Susini e letture di Alessia Canducci.
L’incontro è consigliato a ragazze e ragazzi a partire dai 10 anni e agli adulti (insegnanti, illustratori, genitori…)

Orario: 
alle ore 17.00

Ingresso: 
libero con prenotazione

Telefono: 
0541 704486