Engine Gin parte in quarta per il 2023
L’accordo con Ken Block, la leggenda del rally; la sponsorship del pilota Ottavio Missoni che correrà la Dakar; la nuova Lancia Delta Safarista disegnata dal celebre studio di Borromeo-De Silva e realizzata dal costruttore Automobili Amos. E la medaglia d’oro, nuova di pacca, alla 16ma edizione dei London Craft Spirits Awards. Il gin biologico delle Langhe ha ingranato la quarta

Engine, il gin tutto italiano prodotto nelle Langhe, ha annunciato questa mattina la sua partnership con il leggendario pilota di rally Ken Block. La sponsorizzazione, che avrà la durata di un anno, includerà, includerà il logo Engine sulla tuta del pilota, una serie di contenuti digitali unici, un evento esclusivo in co-branding nel quartier generale della Hoonigan Racing, e altro ancora.

Nel 2023 il quartier generale Hoonigan Racing di Ken Block – star tv con un seguito solo su Instagram di 7,4 milioni di fan – ospiterà un nuovo bar Engine, dove saranno messi in risalto i vari dettagli retrò anni ’80 di Engine. Elementi che rappresentano un omaggio al caratteristico mondo delle corse.

Block e Engine ospiteranno anche eventi nel ranch situato sulle Wasatch Mountains di Park City. Gli ospiti avranno l’opportunità di imparare dal pluripremiato pilota mentre assistono alle derapate del mitico autore della Gymkhana. L’annuncio ufficiale della partnership di Block è disponibile sulla pagina Instagram di Engine.

Parlando della partnership, Ken Block ha dichiarato: «Amo gli sport motoristici e il marketing e quando ho visto Engine arrivare sul mercato con il suo design innovativo della bottiglia, ho capito che sarebbe stato un partner perfetto con cui collaborare. Non vedo l’ora di lavorare con loro».

Questo invece il commento di Paolo Dalla Mora, ceo e founder di Engine: «Il mondo delle corse e delle automobili non è solo quello che ha ispirato Engine, ma è qualcosa che mi appassiona fin da quando ero giovane. Per questo motivo la nostra partnership con Ken Block è un sogno che si realizza. Ammiro Ken e le sue corse da molti anni e so che Engine è il marchio perfetto per contribuire ad alimentare i suoi sogni nel prossimo anno.

Per me Engine rappresenta il ritorno ai miei sogni degli anni ’80 e ’90, e la nostra partnership è dedicata a tutti coloro che sognano in grande e vivono la vita al massimo. Non vediamo l’ora che tutti mettano le mani sulle lattine in edizione limitata e partecipino ai nostri eventi in vista del 2023. E ricordate: se siete fuori a godervi Engine Gin, lasciate l’auto a casa».

La seconda marcia ingranata dal gin langarolo Engine è la produzione di un video cinematografico il cui protagonista sarà Ken Block alla guida di una Delta Integrale definita “rétro-moderna”, ovvero un bolide dalle prestazioni ancora più elevate rispetto al modello originale. Si tratta della Delta Safarista realizzata dal costruttore italiano Automobili Amos e disegnata dal celebre studio di Borromeo-De Silva, con assetto rialzato, due sole portiere e motore potenziato fino a 330 cavalli. Una fuoriserie da 570mila euro.

La terza marcia del distilled gin, distribuito in Italia da Velier, è l’accordo con Ottavio Missoni per la Dakar, il raid più famoso del mondo. Nato nel 1984, un passato come cestista e un incarico nell’azienda di moda di famiglia, Missoni è da anni anche un buon pilota di discipline fuoristrada. Missoni gareggerà con un Honda Crf 450 e farà da tester per l’abbigliamento offroad Lucky Explorer di MV Agusta, partner dagli esordi di Engine Gin.

Un medagliere sempre più ricco

La quarta marcia di Engine, con cui conclude in bellezza il 2022, e si fa strada nel 2023 è la medaglia d’oro che si mette al collo ai Craft Spirits Awards, premio internazionale dedicato ai distillati prodotti con metodo artigianale. Un importante riconoscimento che arriva in un anno da incorniciare per il brand piemontese. Iniziato con la Gold Sip Awards 2022, la Double Gold Sip Awards Package Design e l’Innovation Award attribuito dai consumatori; la Silver Medal alla International Spirits Challenge 2022; un certificato di eccellenza alla London Spirits Competition; la medaglia d’argento alla San Francisco World Spirits Competition.

Questi nuovi premi si aggiungono poi ad una schiera di altri riconoscimenti ottenuti dal gin creato da Paolo Dalla Mora. Nel 2019 Engine ha infatti vinto il Premio Innovazione dell’Anno ai Barawards e, a inizio 2022, The Tasting Panel, un magazine indipendente che giudica in blind tasting gli spirits, ha valutato Engine Gin con il rating più alto (96/100) rispetto ad altri celebri player del mondo gin.

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Record di tre vittorie per Simone Mina al Convegno Nazionale Aibes
130 concorrenti si sono avvicendati in tre giornate sul palco del Convegno Nazionale Aibes 2022 organizzato al Grand Hotel Vesuvio di Sorrento.

Miglior Cocktail Creativo, Miglior Challenge Team, Finalista Italiano Road to Rome Iba 2023: per la prima volta nella storia dell’Aibes (Associazione Barmen e Sostenitori, dal 1949) sono ben tre i primi premi ricevuti da un bartender come Simone Mina della Sezione Aibes Lazio-Umbria, già senatore del Drink Team di Bargiornale. Un record ottenuto grazie alla sua grande bravura e fantasia e alla sua istrionica capacità di presentare, in quattro lingue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo) se stesso, il proprio cocktail e il proprio team. Categoria Top Show Bartender.

Giunto alla 73.a edizione, il Convegno Nazionale Aibes 2022 (28 novembre – 1 dicembre) ha proposto al Grand Hotel Vesuvio di Sorrento (Salerno) ottimamente gestito dalla famiglia Acampora, tre giorni densi di eventi e gare, per un totale di circa 130 concorrenti, con il sostegno di 34 aziende di settore con una ventina di focus brand che hanno supportato con i propri prodotti i cocktail presentati dai concorrenti.
Aperol 1919 (Campari Group), Campari, Prime Uve Bonaventura Maschio, Birra Forst 1857, Mixbar Plus Fabbri 1905, Amaro Montenegro 1885, Amaro Nonino Quintessentia, Vecchia Romagna Brandy 1820 (Montenegro), Marendry Bitter Fabbri 1905, Organics by Red Bull, Grappa Nardini 1779, Zanin Bitter 1895, Proibito Bevande Futuriste, Grappa di Moscato di Nonino, Grappa Diciotto Lune Marzadro, Martini-Bacardi, Malfy Gin (Pernod-Ricard), Vodka Keglevich (Stock), Jovem by Bruno Vanzan (Stock). Sponsor tecnici Ice3 (ghiaccio pronto) e Canù (cannucce di pasta bio).

A tagliare il nastro tricolore dell’avvio dei lavori sono stati il presidente nazionale Aibes Angelo Donnaloia, il presidente IBA Giorgio Fadda, il fiduciario della Sezione Aibes della Campania Luigi Gargiulo insieme con il consigliere comunale di Sorrento Paolo Pane, in rappresentanza del sindaco Massimo Coppola e il past president dei Soci Sostenitori Danilo Bellucci. A presentare la manifestazione è stato l’instancabile top bartender Spiridione Ripaldi.

I primi confronti a latere hanno riguardato Last Call Competition, RCR Competition (1° Mauro Suman,2° Mirko Scorteccia, 3°Luca Avallone), Contest Mixer (1° Massimo Passaro, 2° Ferdinando Liguori, 3° Giorgio Pocorobba) e Cocktail Classic per Aspiranti Barman Junior (1° Michael Impallazzo, 2° Simona Marsilio, 3° William Lucarelli) e delle Scuole Alberghiere (1° Chiara Di Mauro, 2° Giulia Inchingolo).

Tre giorni di gare, masterclass ed eventi

Fabbri 1905 ha presentato con una apposita masterclass Dry Gin Fabbri purissimo distillato di Amarena Fabbri. Per la serata del 29 Aperitivo by Fabbri è stato servito dalle due ultime Lady Amarena, Federica Geirola (2021) e Lihn Nguyen (2022), con un accompagnamento musicale al pianoforte.
Flamigni Pasticceria Artigianale 1930 ha presentato la gamma Aperitivo Italiano, gamma di biscottini salati di pasta frolla per accompagnare i più vari drink come Cacio & Pepe, Piemontese (nocciole e peperoni), Toscano (mandorle salate e rosmarino), Vesuviano (pomodoro piccante e origano). Masterclass che si è prolungata alla fine del Gala Dinner by Campari (ottimamente gestito dallo chef Salvatore De Gregorio) del 30 con il taglio di un grande Panettone da 25 kg da parte del mkt manager Camillo Serena. Gala Dinner Campari Group che si è concluso con una esibizione musicale del gruppo Greg Rega & Angela Ruscio.
La terza Masterclass è stata presentata dall’esperto Luca Di Francia per conto del Bureau National Interprofessionnel du Cognac (BNIC), esaminando i vari aspetti e possibilità che offre al mondo del bar il noto distillato di vino francese.
Un momento di commozione ha coinvolto la platea dei partecipanti al Convegno con un omaggio video alla memoria di Nando Pucci Negri, storico presentatore Aibes.

Sul banco di gara

Il Convegno Nazionale si è aperto con l’Angelo Zola Competition riservata ai giovani batender sotto i 29 anni, vinto da Fulvio Lomonaco, seguito da Marco Maiorano e Nicola Toniolo. In premio Fulvio Lomonaco ha ricevuto un Assegno Fabbri 1905 da parte di Nicola Fabbri per un viaggio di studio a Shangai.
Evento centrale è stato l’Italian Cocktail Championship Aibes 2022 che ha visto coinvolti barman e barlady in rappresentanza delle 19 squadre espresse dalle 17 sezioni territoriali: Abruzzo-Molise, Calabria-Basilicata, Campania 1 e Campania 2, Emilia-Romagna e Repubblica di San Marino, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio-Umbria, Genova, Sanremo, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia 1 e Sicilia 2, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige.
La giuria del gusto era composta dal tesoriere IBA Ryszard Berent (Polonia), il top bartender e Campione IBA 2002 Jorge Alberto Soratti, Alessia De Fabiani (Mixer), Salvatore Damiano (vice presidente IBA).

Il vincitore Aibes 2022 Simone Mina (Lazio-Umbria) ha dovuto poi confrontarsi nell’apposito Contest Road To Rome 2023 con il vincitore Aibes dell’anno scorso a Riccione Enea Massulo (Piemonte) per l’unico posto a disposizione per l’Italia per l’evento biennale IBA (International Bartenders Association) World Cocktail Championship tra 64 nazioni che si svolgerà l’anno prossimo a Roma. Vincitore del Contest Road To Rome 20232 è Simone Mina.

Il giorno successivo è stata la volta del Challenge Team Competition, confronto tra i 19 team che dovevano presentare un cocktail “guarnito” da un apposito spettacolo a scelta.

Classifica Generale
Simone Mina (Lazio-Umbria) con il cocktail Cosmopolita #2
Raffaele Pinto (Campania 1) con il cocktail Il Principe
3° Carmine Lamberti (Campania 2) con il cocktail KaiZen 125

Miglior Sezione
Lazio-Umbria con il cocktail show Chissà
Campania 1 con il cocktail show Una Storia Italiana
Campania 2 con il cocktail show Paper Flight

Miglior Decorazione
Raffaele Pinto (Campania 1) per il cocktail Il Principe

Miglior Tecnica
Nicola Perotti (Sanremo) per il cocktail Just Family

Miglior Flair 
Vincenzo Vitolo
Enrico Meloni
Enrico Bertellini

Le tre ricette vincenti

1° classificato
Cosmopolita #2
di Simone Mina (Lazio-Marche)
Ingredienti
5 cl Liquore Iovem (Stock)
2 cl Ron Botran Reserva Blanca (Bonaventura Maschio)
2 cl Cognac Courvoisier VS (Stock)
1 cl Nonino Ginger Spirit
gocce Artisanal Cocktail Electric Bitter (Compagnia dei Caraibi)
0,05 cl tintura fumosa home made
Preparazione
Miscelare direttamente in un fixing glass Napoleon con ghiaccio, filtrare in coppa, guarnire con foglia di ostrica e 3 pepite di Zenzero Fabbri 1905 su spiedino.

2° classificato
Il Principe
di Raffaele Pinto (Campania 1)
Ingredienti
1 cl cordial di pere e fave di tonta home made
2,5 cl Cognac Pierre Ferrand Vsop (Compagnia dei Caraibi)
2 cl Acquavite Il Pirus Nonino Williams
1,5 cl Campari
Preparazione
Mixing glass, versare in coppa, guarnire con fettine di pera disidratata.

3° classificato
KaiZen 125
di Carmine Lamberti (Campania 2)
Ingredienti
2 cl Grappa di Moscato Nonino
3 cl Amaro Bonaventura Erbe e Spezie
1 cl Nonino Ginger Spirit
1 cl kaizen syrup home made
1 cl succo fresco di limone
Preparazione
Shaker, double strain, versare in tumbler bordato con zucchero a velo su cubo di ghiaccio, guarnire con fiori udibili e scorza di pompelmo.

 

I finalisti delle Sezioni Aibes e i prodotti collegati estratti a sorte

Rama Redzepi (Friuli-Venezia-Giulia) con il cocktail L’Alchimista 1949 (Grappa Diciotto Lune Marzadro)
Laura Schirru (Sardegna) con il cocktail Bacio Prohibito (Prohibito Bevande Futuriste)
Valerio Cutellè (Calabria-Basilicata) con il cocktail Il Sole (Amaro Nonino Quintessentia)
Anton Makarenko (Sicilia 2) con il cocktail Long Pleasure (Malfy Gin, Pernod-Ricard)
Valentina D’Angelo (Sicilia 1) con il cocktail Arancio di Mare (Martini-Bacardi Fiero)
Alessandro Di Nicola (Abruzzo-Molise) con il cocktail Tramonto (Mixybar Plus Fabbri 1905)
Carmine Lamberti (Campania 2) con il cocktail Kaizen 125 (Grappa di Moscato Nonino)
Simone Corsini (Toscana) con il cocktail Cherry Diem (Marendry Bitter Fabbri 1905)
Gabriella Traini (Marche) con il cocktail Sofia (Campari)
Marco Ghidorzi (Emilia-Romagna. Repubblica San Marino) con il cocktail Memento Mei (Prime Uve Bonaventura Maschio)
Giorgio Pocorobba (Genova) con il cocktail Spirito Libero (Birra Forst 1857)
Mauro Suman (Veneto-Trentino Alto Adige) con il cocktail Ritorno al Futuro (Vecchia Romagna Brandy 1820, Montenegro)
Mirko Ditaranto (Puglia) con il cocktail Sinque (Zanin Bitter)
Simone Mina (Lazio-Umbria) con il cocktail Cosmopolita#2 (Liquore Jovem by Bruno Vanzan, Stock)
Nicola Trespi (Lombardia) con il cocktail Stranger Fizz (Amaro Montenegro)
Nicola Perotti (Sanremo) con il cocktail Just Family (Vodka Keglevich Stock)
Raffaele Pinto (Campania 1) con il cocktail Il Principe (Campari)
Antonio Marteddu (Piemonte) con il cocktail Sgroppino Mix (Grappa Nardini)
Domenico Costa (Valle d’Aosta) con il cocktail Downup (Organics by Red Bull).

In scena il Challenge Cocktail Team

Non è stato facile per la giuria valutare il cocktail show allestito dai 19 team delle 17 Sezioni Aibes sul palco del Grand Hotel Vesuvio di Sorrento. Questi i criteri di valutazione:
Originalità e creatività (1-5)
Esposizione del tema (1-10)
Perfezione e sviluppo del tema sul palco (1-10)
Valutazione del drink (1-10)
Iterazione con il pubblico (1-10)
Collaborazione della squadra (1-5).

La giuria era composta dal sottoscritto Rodolfo Guarnieri, giornalista di Bargiornale; dal tesoriere IBA Ryszard Berent (Polonia); da Alessia De Fabiani e Greta Gentile di Mixer.

1) Team Friuli-Venezia Giulia

 

Cocktail: L’Alchimista 2.0
Prodottor: Grappa Diciotto Lune Marzadro
Team: Lara Starz, Rama Redzepi, Mattia Zerbi, Andrea Scubla.
Tema: Le origini della distillazione che affondano tra gli alchimisti del Medio Evo
Commento personale: preparazione del cocktail (8/10) con esposizione di Lara Starz (8/10) accompagnata da un bel video sulla distilleria trentina Marzadro. Originalità: mediocre (3/5).

2) Team Sardegna

Cocktail: De Lorean D’Mc
Prodottor: Prohibito Bevande Futuriste
Team: Laura Schirru, Francesca Aste, Michele Litarru, Giuseppe Malafronte, Francesco Cuccuru
Tema: Show ispirato al film Ritorno al Futuro con la magica auto De Lorean presente con un cartonato del frontale
Commento personale: rappresentazione caratterizzata da uno spirito divertente e originale (5/5), ottimo cocktail (9/10), esposizione (9/10) e iterazione con il pubblico invitato a ballare sulle scatenate note della canzone Johnny B. Goode di Chuck Berry. Originalità: massima (5/5).

3) Team Calabria-Basilicata

Cocktail: A Mano Libera
Prodotto: Amaro Nonino Quintessentia
Team: Valerio Cutellè, Lucio Raccuja, Santo Alizzi, Santo Amenta, Jenny Tropea
Commento personale: problemi tecnici, mancanza di fantasia, incapacità creativa? La valutazione positiva del drink presentato (7/10) è annullata dalla incomprensibile mancanza di qualsiasi show collegato (1/5).

4) Team Sicilia 2

Cocktail: Malfy Game
Prodotto: Malfy Gin (Pernod-Ricard)
Team: Anton Makarenko, Alessandro Consoli, Noruena Turiaco, Ignazio Forami
Commento: sono bastate alcune parrucche e l’esibizione di due barman travestiti che hanno cantato una canzone improbabile (modello Cugini di Campagna?) per vivacizzare la scena (originalità 5/5) e la presentazione dell’ottimo drink (9/10).

5) Team Veneto – Trentino Alto Adige

Cocktail: Over Time
Prodotto: Vecchia Romagna Brandy 1820 (Montenegro)
Team: Mauro Suman, Vanessa Veronese, Riccardo Andreozzi, Simone Udovini
Guest Star: Roberto Pellegrini
Commento personale: presentazione di un video che ha mischiato scene sensuali, dal tango argentino alle esibizioni di Raffaella Carrà (originalità 4/5), sotto l’occhio stanco (ma vigile) per la “vecchiaia” del personaggio di un Roberto Pellegrini ridotto in poltrona con tanto di plaid e pipa. Drink ottimo (9/10).

6) Team Campania 2

Cocktail: Paper Flight
Prodotto: Grappa di Moscato Nonino
Team: Carmine Lamberti, Marco Maiorano, Massimo Maiorano, Tommaso Mansi, Maria Palomba.
Commento personale: oggi si vola! Calcati i berretti da piloti e steward, con il coordinamento del vice fiduciario Rosario Restino, il team campano ha elaborato un ottimo drink (9/10) mentre sullo schermo alle loro spalle scorrevano varie scene aeree, comprese quelle del film acrobatico Top Gun (originalità 5/5). Hostess d’eccezione la barlady e prof Maria Palomba (voto 10 per la simpatia). Platea coinvolta con un gran finale di battaglia a colpi di aeroplani di carta (10/10).

7) Team Piemonte

Cocktail: Bortolo’s Theft 2022
Prodotto: Grappa Nardini Riserva
Team: Roberto Palestini, Paolo De Michelis Giavcomo Rainero, Flavio Scanu, Antonio Marteddu
Commento personale: Guardie & Ladri scatenati intorno a una cassaforte con il segreto della storica (1779) distilleria Nardini di Bassano del Grappa. Non poteva mancare un riferimento al film contemporaneo Diabolik, con i personaggi dell’ispettore Ginko e di Eva Kant, il cui impermeabile (caduto lungo la fuga) ha rivelato un apprezzatissimo minivestito blu. Colpo di bazooka con coriandoli per il gran finale (originalità 5/5), drink ottimo (9/10), grande coinvolgimento del pubblico (10/10).

8) Team Marche

Cocktail: Olimpionico
Prodotto: Vermouth Del Professore (Campari)
Team: Gabriella Traini, Andrea Diotallevi, Gioacchino Massimo, Marcio Pompoli
Commento personale: condotto con aria e look professorale da Gabriella Traini, il team marchigiano ha colto l’occasione di fare un omaggio alla conterranea campionessa olimpionica di ginnastica ritmica Sofia Raffaeli (non a caso ribattezzata La Formica Atomica), le cui immagini sono comparse in un apposito video durante la preparazione dell’ottimo drink (9/10). Buona l’originalità (4/5), limitato il coinvolgimento del pubblico (7/10).

9) Team Lombardia

Cocktail: Elisir di Bella Vita
Prodotto: Amaro Montenegro
Team: Nicola Trespi, Federico Loielo, Giovanni Sigh, Giovanni Timpanaro
Commento personale: un dichiarato problema tecnico ha impedito al team Lombardo di ricevere un voto alto (1/5). Ma serve sempre un piano B! Drink insoddisfacente (7/10), platea fredda (5/10). Bissata la cattiva prova di Riccione 2021. Peccato! Cartellino Giallo!

10) Team Sicilia 1

Cocktail: Molto Fiero
Prodotto: Martini Aperitivo Fiero (Bacardi)
Team: Valentina D’Angelo, Alessandro Consoli, Moruena Turiaco, Ignazio Forami
Commento personale: lo scontato personaggio della signora al banco in cerca di emozioni ha fatto da traccia alla esibizione del team siciliano (originalità 3/5), cocktail deludente (6/10), pubblico distratto (7/10).

11) Team Emilia-Romagna, Repubblica di San Marino

Cocktail: Frate I Bravi
Prodotto: Acquavite Prime Uve Bonaventura Maschio
Team: Marco Ghidorzi, Antonio Di Lorenzo, Ferdinando Liguori, Luca Avallone
Commento personale: l’entrata in scena del team emiliano-romagnolo con un travestimento da frati benedicenti ha riscosso subito l’attenzione dei colleghi in sala (originalità 4/5). Ottimo il drink servito ((9/10).

12) Team Toscana

Ricetta: La Malandrina
Prodotto: Bitter Marendry Fabbri 1905
Team: Simone Corsini, Alessandro Sainati, Andrea Francardi, Michael Impalazzo
Commento personale: l’intervento dell’eclettico brand manager Alessandro Cattani ha sicuramente ravvivato la presentazione dell’ottimo cocktail (9/10), mentre il tema scelto (La Miscelazione Ancestrale) non ha sicuramente scaldato i cuori degli spettatori, anche se coinvolti nella risoluzione di un apposito quiz (7/10).

13) Team Genova

Cocktail: L’Originale
Prodotto: Birra Forst 1857
Team: Giorgio Pocorobba, Sebastiano Foti, Valerio Taffuri, Vincenzo Verteramo
Commento personale: un incontro-confrontro tra un imponente camallo genovese e una delicata kellerina altoatesina ha cercato di fare da canovaccio (3/5) alla preparazione del cocktail in gara (7/10). Un abbinamento difficile.

14) Team Lazio-Umbria

Cocktail: Chissà
Prodotto: Jovem by Bruno Vanzan (Stock)
Team: Simone Mina, Leandro Serra, Mirco Scorteccia, Valentina Scuotto
Commento personale: un grande impegno per un vero e coinvolgente spettacolo da vera pièce teatrale (5/15) basata su un testo sulla voglia di vincere, suoni e luci strobo abbaglianti da discoteca (coinvolgimento pubblico 10/10). Merito sicuramente della regia del capoteam Simone Mina cha portato alla vittoria finale tutto il team Lazio-Umbria. Drink all’altezza dello show (9/10).

15) Team Valle d’Aosta

Cocktail: Orange Sky
Prodotto: Organics by Red Bull
Team: Domenico Costa, Simone Favre, Luigi Macri, Vincenzo Mercurio
Commento personale: al posto della pietra levigata scoperta dai primi uomini primitivi nel film Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, i componenti del team valdostano mascherati da scimmie hanno messo una mega lattina Red Bull, a cui è seguita una distribuzione di vere lattine Red Bull con grande divertimento e soddisfazione di tutti. Buona l’originalità (5/5), ottimo il cocktail (10/10) e il coinvolgimento del pubblico (10/10).

16) Team Sanremo

Ricetta: Excelsior Victoria
Prodotto: Vodka Keglevich (Stock)
Team: Nicola Perotti, Sofia Giancola,Alessandro Comandini, Paolo Schivo
Commento personale: basco giallo in testa, il team ha preparato il suo bel cocktail (8/10) ballando sulle note di un charleston (originalità 3/5), con un buon coinvolgimento del pubblico (8/10).

17) Team Abruzzo-Molise

Cocktail: Rasperry Essence
Prodotto: Mixybar Plus Fabbri 1905
Team: Alessandro Di Nicola, Angelo Zulli, Gianluca Mariani, Luca Piccinini
Commento personale: il buon cocktail (8/10) presentato non ha ricevuto la dovuta attenzione del pubblico (4/10), non avendo scelto di organizzare alcuno show, utilizzando solo la proiezione di un video Fabbri 1905 (2/5). Riconfermata la scarsa prestazione di Riccione 2021. Gradito da tutti un maggiore impegno futuro.

18) Team Puglia

Cocktail: L’Oste
Prodotto: Zanin Bitter
Team: Mirko Ditaranto, Giovanni Sanasi, Gaetano Mezzina, Michelangelo Bruno
Commento personale: una tranquilla preparazione dell’ottimo drink (10/10) è stata trasformata dalla esuberante show barlady Stefania Colaianni in un coinvolgente happening con tanto di travestimenti da Babbo Natale (5/5), riuscendo ad entusiasmare il pubblico in sala con una esibizione top e in tema con il periodo (10/10).

19) Team Campania 1

Cocktail: Una Storia Italiana
Prodotto: Campari
Team: Raffaele Pinto, Marco Maiorano, Massimo Maiorano, Tommaso Mansi
Commento personale: “La guardavo e mi innamoravo..” la celebre frase di Massimo Troisi nel film Il Postino è stato l’esordio in video dello show organizzato per presentare la ricetta del proprio drink (8/10). Raffaele Pinto ha saputo inoltre coinvolgere il fratello Manuel che ha cantato in lingua napoletana durante l’esibizione del team (4/5).

 

 

 

 

 

 

 

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Aria nuova nella Capitale con le drink list che detteranno legge nel 2023
Grande creatività ed innovazione nei menu di alcuni dei cocktail bar di riferimento della scena capitolina. Un excursus tra capisaldi e nuove aperture

C’è aria di rinnovamento a Roma, dove i locali fanno a gara di idee. Fra nuove aperture con banconi interessanti e nuove drink list è un momento molto fecondo per la miscelazione capitolina. Della nuova drink list immortale del The Jerry Thomas avevamo parlato qui, ma oggi all’elenco dei “rinnovatori” di menu si aggiungono anche il vicino Wisdomless Club, il The Court e Freni e Frizioni, oltre che la terrazza di Alto e l’Hard Rock Cafè di via Veneto. E poi c’è da segnalare due nuove aperture molto interessanti, che continuano nel solco del circolo virtuoso degli investimenti sul comparto miscelazione e ristorazione in ambito alberghiero.

Atmosfere Art Nouveau al Wisdomless Club


Ma andiamo con ordine, partendo dal Wisdomless Club. Qui la drink list dedicata ai viaggiatori è stata sostituita da una nuova carta in stile Art Nouveau. Bella la grafica e molto interessanti i drink pensati da Damiano Di Benedetto e il suo staff, che ora comprende anche il talentuoso Riccardo Fuggetta, che avevamo visto gareggiare fra i finalisti alla Patrón Perfectionists. Chiarificazioni, affinamento e home made erano già all’ordine del giorno, ma le tecniche si consolidano drink dopo drink. Di Benedetto ci anticipa anche qualche novità imminente: «Grazie al grande successo che abbiamo avuto e all’ingresso in società dell’imprenditore Simone Quagliardi, stiamo lavorando su più fronti per essere sempre maggiormente competitivi. Dei lavori alla cucina ci hanno permesso di mettere in piedi un progetto più completo e presto arriverà un menu food». Poi, grazie all’acquisizione di un locale di fronte, la zona tatoo verrà separata dal bar e gli spazi recuperati per aggiungere e allargare i tavoli, anche se la collaborazione fra le due anime rimarrà costante. Infine, aggiunge il bar manager: «Stiamo già lavorando a un progetto per la bella stagione, con un temporary su una barca, ma ne riparleremo più in là».

 

7×3: al The Court si giocano i numeri primi


Matteo Zed del The Court di Palazzo Manfredi è in grande forma e lo vuole dimostrare con la sua nuova drink list. Grafica essenziale, andamento a ritroso (ovvero si legge dall’ultima pagina alla prima) e una cocktail list in 3 sezioni, ciascuna composta da 7 mix. «Sette è un numero ricorrente a Roma: ci sono i 7 colli, i 7 re di Roma, in più è un numero primo, con una forte simbologia anche religiosa», dice il bar manager.
Una sezione è dedicata sempre agli immortali, ai best seller che hanno caratterizzato il locale che guarda il Colosseo e che è al numero 77 dell’ultima classifica dei World’s Best Bars. Un’altra è composta dalle novità, fra cui l’ottimo Testaccio Sour o il Martini Cacio e pepe. E ancora la sezione dedicata al bere analcolico, anche questa formata da sette cocktail, molti dei quali sono twist on classic in versione zero. «È sempre più facile miscelare senza alcol, grazie ai prodotti che sono stati introdotti sul mercato, inoltre è un trend che si sta espandendo, per cui ci piaceva cavalcarlo, anticipando i tempi», aggiunge Zed. E alla domanda sul perché i mocktail escano al medesimo prezzo dei cocktail, la risposta è semplice: «Perché sono elaborati tanto quanto i drink con alcol, ci mettiamo la stessa cura nel prepararli».

 

Al Freni e frizioni di Trastevere arriva il 2×1

 

«Dopo anni passati a concentrarsi su un singolo topic come i dischi rock o i quartieri della città – racconta Riccardo Rossi, uno dei soci fondatori di Freni e Frizioni – abbiamo pensato di uscire con un menu un po’ azzardato che segue non una tematica ma una modalità di servizio e di interazione con il clienti». Nel cocktail bar di Trastevere, il menu si cambia ogni sei mesi. Quello appena uscito nasce da un gioco che si ripeteva sia al bancone che in occasione delle guest, ovvero modificare un drink aggiungendo/sostituendo un ingrediente. Da questa idea è nato il claim “2×1”, da cui è scaturita l’ispirazione grafica per una drink list che si presenta come il volantino di un supermercato. «Sono tutti signature, di cui proponiamo due versioni e l’iniziativa sta riscuotendo già grande successo«, dice Rossi. L’esempio è quello del Vesper in da Wood, quindi di fatto un drink in stile Vesper, che viene proposto anche in versione highball con tonica on top. Lo stile “supermarket” continua anche nella comunicazione, che ha visto già uno shooting con il fotografo Alberto Blasetti realizzato proprio all’interno di un supermercato e che presto si completerà con campagne di offerte dedicate, proprio come avviene nella grande distribuzione.

Da Alto si stimolano i cinque sensi


Di Alto ne abbiamo già parlato in passato: è il cocktail bar del The First Musica, terza boutique del gruppo Pavilions, che vede nel General Manager Andrea La Caita il deus ex machina e che ha di recente portato a casa la seconda stella nell’altro indirizzo di via del Vantaggio, al ristorante Acquolina del The First guidato da Daniele Lippi. Ed è proprio dalle cucine di Acquolina che arriva il nuovo chef di Alto, Matteo Cavoli, già sous chef e braccio destro di Lippi, nelle cucine di Alto. La proposta pensata per la zona ristorante è a tutto pesce, non senza un occhio di riguardo per l’aspetto cocktail, con un nuovo banco anche al quinto piano. Per accompagnare questo rinnovamento, il bar manager Mauro Cipollone insieme alla nuova head bartender Valeria Tummolo, hanno studiato una drink list dedicata ai 5 sensi, a cui si aggiunge la carta dei Martini romanizzati, anch’essi in 5 versioni, da abbinare ad altrettanti piatti della cucina capitolina.

 

Cocktail “local” per Hard Rock Cafè


Per le tre insegne italiane di Roma, Firenze e Venezia, l’Hard Rock Cafè ha pensato a una caratterizzazione local per ciascun indirizzo. In quello di via Veneto a Roma, in particolare, la sfida per l’Operations Manager, Valentina Fabietti è stata quella di trovare una connessione con la storia millenaria della città. Due i drink che caratterizzano l’offerta capitolina: il Roman Rhapsody (combinazione di Aperol, Red Vermouth Cocchi, Bitter Truth Chocolate Bitters, acquafaba e spumante, guarnito da una cialda edibile che raffigura un tipico scorcio romano) e il Rockin’ Caesar, un Gin Tonic arricchito con aromi mediterranei. Anche in menu, tocco romano con piatti come l’Amatriciana Burger, ricoperto da una fonduta di Pecorino Romano e completato da una salsa di guanciale e pomodorini.

 

(San) Baylon, la nuova insegna a Palazzo Ripetta


Il San è fra parentesi perché quando si arriva al bancone, come spiega la bar manager Desirè Verdecchia, il santo che, secondo la leggenda, ha inventato lo zabaione perde la santità. «D’altra parte l’alcol è perdizione», dice Desirè. La barlady è oggi alla guida del nuovo bar di Palazzo Ripetta, protagonista di un recente restyling. In realtà, la proposta bar del rinnovato cinque stelle indipendente ha due anime: quella del bancone interno del Baylon e quella della zona relax di Piazzetta Ripetta. Nella prima versione, atmosfere più internazionali e drink più “solidi”, con un particolare occhio al Martini frutto della collaborazione con il The Jerry Thomas Project. I drink più beverini, come House Bellini, Bloody Baylon e Champagna Essence, spopolano invece alla Piazzetta, che nasce con l’intenzione di essere il nuovo punto relax per turisti e romani dopo le lunghe passeggiate in centro. Nel reparto ristorazione, si segnala la collaborazione con la Laurenzi Consulting per elaborare la proposta e la presenza nelle cucine del ristorante San Baylon (ma si occupano anche delle altre proposte food) del talentuoso chef abruzzese Marco Ciccottelli e di Giuliano Marzullo (già braccio destro di Giuseppe Solfrizzi di Le Levain) per la parte dolci.

 

Mytale, ristorante e cocktail bar in un boutique hotel a Monti


Mytale è un boutique hotel di sole 12 camere con affaccio su piazza degli Zingari, uno degli scorci del rione Monti. Sul rooftop denominato Dionisio (che presto verrà coperto da una vetrata per renderlo fruibile in tutti i mesi dell’anno) la zona cocktail&food è una vera sorpresa. Il progetto è firmato fra gli altri da Emanuele Cozzo, fondatore di Bistrot 64 (ristorante stellato ai tempi di Kotaro Noda) e imprenditore nel mondo della ristorazione. Al bancone il bar manager Stefano Cristiani che ha pensato a una drink list asciutta con pochi cocktail ispirati alle città più vibranti del Mediterraneo: Palermo, Siviglia, Tel Aviv, Atene. La vera sorpresa è la cucina di Giacomo Zezza, già sous chef di Kotaro Noda ai tempi di Bistrot 64, che ha pensato a una serie di piatti di facile comprensione, ma di grande tecnica, con una particolare predilezione per il vegetale. Un menu moderno, in cui tuttavia non possono mancare classici romani come la Carbonara, dall’esecuzione magistrale.

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Santa Teresa 1796: alta qualità, tradizione e riscatto sociale
Distribuito da Bacardi Martini, questo rum super premum venezuelano è prodotto artigianlmente dall’Hacienda Santa Teresa, la cui arte distillatoria plurisecolare procede affiancata da un grande impegno sul fronte sociale

Un profilo di gusto ricco e complesso, che ammalia anche gli appassionati di whisky, una materia prima d’eccellenza e una lavorazione artigianale. C’è tutto questo, e molto altro, dentro un bicchiere di Santa Teresa 1796, rum super premium venezuelano entrato nel catalogo Bacardi Martini, grazie alla partnership stipulata dal Gruppo con l’Hacienda Santa Teresa che lo produce.

Prodotto di punta della distilleria e tra le più alte espressioni della cultura del rum del Venezuela, Paese tra i primi a certificare l’origine e la qualità dei sui ron con una Doc regolata da un disciplinare particolarmente rigido, Santa Teresa 1796 nasce nel 1996 per volontà di Alberto Vollmer Herrera, membro della quarta generazione della famiglia proprietaria dell’Hacienda, fondata nel 1796 nella Valle di Aragua, per celebrarne il bicentenario.

Il Progetto Alcatraz

Un rum frutto dunque di un heritage plurisecolare, dove la maestria nell’arte distillatoria si accompagna a un forte impegno sul fronte sociale. Numerosi sono infatti i progetti a favore delle comunità locali ai quali la distilleria ha dato vita, facendo della sua attività un importante strumento di trasformazione sociale. Uno dei più emblematici è il Progetto Alcatraz, un programma che raccoglie, rieduca e reinserisce nella società i membri delle gang criminali, la cui proliferazione è esplosa negli ultimi decenni a causa della grave crisi politica, economica e sociale, facendone uno dei Paesi più pericolosi al mondo. Il progetto, che ha attirato anche l’interesse dell’Università di Harvard che lo ha giudicato un modelli di inclusione tra i più efficaci a livello mondiale, è nato nel 2003, quando alcuni membri di una banda si sono introdotti nell’Hacienda tendendo un’imboscata a una guardia di sicurezza. I giovani però sono stati catturati ed è stata offerta loro l’opportunità di lavorare per rimediare al reato, evitando così di essere consegnati alla polizia. I giovani hanno accettato, sono stati inseriti in azienda, e così è partito questo programma di reinserimento sociale che unisce formazione professionale e umana, assistenza psicologica per permettere a chi ha un passato criminale di intraprendere un nuovo percorso di vita. Un processo nel quale anche lo sport, in particolare il rugby, gioco capace di trasmettere i valori del rispetto, della disciplina, del lavoro di squadra, dell’umiltà, ha un ruolo fondamentale nel processo di riabilitazione sociale delle persone.

Inizialmente avviato nell’area di Aragua, il progetto ha salvato centinaia di giovani dalla criminalità e ha abbassato drasticamente il tasso di omicidi e del 90% quello di criminalità nella regione. Il programma si è poi evoluto, coinvolgendo le carceri più pericolose del Paese, introducendo il rugby come strumento di reinserimento per migliaia di detenuti. Sempre con risultati estremamente positivi: 11 le gang reclutate, 216 ex membri di bande coinvolti e oltre 900 i reclusi in 36 centri penitenziali che ne hanno beneficiato.

La qualità parte dalla materia prima

Distillato di alto pregio, Santa Teresa 1796 è il risultato di un processo produttivo artigianale particolarmente articolato e complesso, che avviene tutto all’interno della Hacienda e ne fa un rum single estate. La sua base è costituita da due diverse melasse, ottenute dalla lavorazione della canna da zucchero proveniente dalle coltivazioni di proprietà dell’azienda, nei pressi della distilleria, nella Valle di Aragua, che per la sua posizione geografica, sopra l’Equatore e influenzata dal mar dei Caraibi, offre uno dei migliori territori al mondo per questa coltivazione.

«Una è la melassa “naturale”, nel senso che viene fatta fermentare con lieviti indigeni della zona, l’altra con lieviti selezionati – spiega Andrea Pomo, brand ambassador per l’Italia di Santa Teresa 1796 -. La prima viene distillata Pot still e dà vita a un pot still rum dalla forte carica aromatica che conferirà al prodotto finale tutti i sentori vegetali della canna da zucchero, mentre la seconda, distillata in alambicco a colonna dà vita a un light rum, che costituirà la “trama”, ovvero la base alcolica, e un heavy rum, che invece fornisce sapori e sfumature per via dell’alto carico di congeneri che contiene, ovvero di molecole responsabili degli aromi e dei sapori che nascono nella fermentazione».

Invecchiamento e metodo Solera

Dalla miscelazione, in proporzioni diverse, delle migliori selezioni di queste tre tipologie di rum, invecchiati per un periodo dai 4 ai 35 anni in botti di rovere bianco americano ex whiskey americano, prende vita il Santa Teresa 1796.

Ma il processo di lavorazione è ancora lontano dalla sua conclusione. Il blend viene infatti messo a maturare, sempre in barili di rovere ex whiskey americano, con il metodo Solera, del quale l’Hacienda è stata pioniera in Venezuela. «È un passaggio cruciale per far sì che i vari sapori e aromi provenienti da un processo di produzione molto complesso si uniscano in un liquido equilibrato, il cui profilo organolettico resti coerente con la produzione originale – commenta Pomo -. In questo caso il sistema è composto da 4 file di barili poste una sopra all’altra, con la peculiarità che tutto il liquido che compone la miscela passa attraverso ogni singola fase del metodo e, soprattutto, che i barili vengono svuotati solo a metà e dunque una parte della miscela originale è sempre presente in ogni bottiglia».

L’ultimo passaggio è un periodo di affinamento che il rum compie in botte di limousine francese, prima dell’imbottigliamento, in bottiglia con tappo in sughero sigillato a mano con cera.

Un gusto secco che sorprende

«Un processo estremamente laborioso che regala un prodotto dalle caratteristiche sorprendenti – commenta il bar ambassador -. Un rum perfettamente equilibrato, morbido, che stupisce per il suo gusto inaspettatamente secco, dove emerge tutta la ricchezza di aromi e sapori dati dalla materia prima e arricchiti dai portati dell’invecchiamento in legno, con le caratteristiche note di nocciola, cuoio, vaniglia, cannella, cioccolato fondente, prugna, note di miele e pepe, perfettamente armonizzate e che si evolve a ogni sorso, dove la dolcezza inziale si sfuma in sapori più secchi e sfumati e chiuso da un finale caldo e persistente. Una complessità che ricorda molto i whisky delle Highland e che lo rende molto apprezzato anche dagli appassionati del nobile distillato».

Caratteristiche che lo rendono un prodotto anche versatile e che si apprezzano al meglio servendolo liscio o con ghiaccio, ma che lavora bene anche in miscelazione. «È perfetto da utilizzare nei classici e, per le sue peculiarità, anche quelli a base whiskey, come cocktail stile Manhattan, Boulevardier e Old Fashioned, o per nuove creazioni». Un esempio di queste ultime è Santa Cooler, firmato proprio da Poma, dove lo ha miscelato con un cordiale homemade di agrumi, chiudendo con un top di ginger ale: un drink che aggiunge alla tradizionale freschezza di un Cooler la grande complessità di Santa Teresa.

La ricetta

Santa Cooler di Andrea Pomo


Ingredienti:

40 ml Santa Teresa 1796, 20 ml Citrus cordial homemade, top ginger ale
Preparazione:
build
Guarnizione:
orange coin
Bicchiere:
scorza di arancia

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EasyCassa, il sistema di cassa smart che migliora il business
Dalla vantaggiosa formula “Tutto Incluso”, l’ecosistema di cassa di Mooney offre in un comodo abbonamento servizi, hardware e software, per gestire il locale con semplificità ed efficienza e controllare l’intero business, anche da remoto. Scopri tutti i vantaggi

Evoluto, facile da usare e intuitivo, EasyCassa è il sistema di cassa smart sviluppato da Mooney, la fintech italiana controllata da Enel e Intesa Sanpaolo, che conta oltre 20 milioni di clienti e porta su un piano accessibile pagamenti, banking e servizi legati alla mobilità.

Dalla vantaggiosa formula “Tutto Incluso”, il sistema offre una dotazione tecnologica di ultima generazione in un comodo abbonamento con servizi, hardware e software inclusi portando nelle attività uno strumento completo di gestione e monitoraggio dell’intero business. Ideale per ogni tipologia di locale, dal piccolo bar alla catena di ristoranti, EasyCassa permette la gestione evoluta di ogni aspetto dell’attività, dall’emissione dei conti alle varie forme di pagamento, dalla gestione di tavoli, sale e comande al magazzino agli obblighi fiscali (fatturazione elettronica inclusa). In più la sinergia con l’app comande EasyCassa Go consente di prendere le ordinazioni ai tavoli dal proprio smartphone, mentre il Cloud EasyCassa, integrato al sistema di cassa, permette di gestire l’attività da remoto e monitorare in tempo reale vendite e acquisti, esito delle trasmissioni di chiusura cassa, attivare servizi e promozioni, monitorare statistiche sulle vendite e gestire la fatturazione elettronica.

In più l’abbonamento comprende una ricca gamma di servizi, come la garanzia estesa su tutti i dispositivi forniti, l’installazione, la formazione iniziale, le verifiche fiscali periodiche e in caso di necessità, l’assistenza tecnica 365 giorni l’anno dalle 7 alle 24, anche domenica e festivi, oltre alle uscite del tecnico.

In definitiva, l’ecosistema EasyCassa è la soluzione perfetta per fruire di tutti i vantaggi del digitale per gestire in modo efficiente il locale e migliorarne il business.

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Gin Mare e Leika Akademie Italy firmano la mostra fotografica Mediterraneità
Grazie a Gin Mare e a Leika Akamie Italy è stata allestita la mostra fotografica itinerante Mediterraneità su aspetti, apparentemente minori ma significativi, del mondo che si affaccia sulle sponde del Mar Mediterraneo.

Dalla notte dei tempi il Mar Mediterraneo ha visto il progressivo sviluppo sulle sue sponde della civiltà occidentale, dai Fenici, ai Cartaginesi, Greci, Romani, Arabi. Gin Mare/Mediterranean Gin in collaborazione con Leica Akademie Italy, hanno deciso di celebrarne alcuni momenti contemporanei, apparentemente minori ma significativi, che danno il sapore della Mediterranean Attitude intesa non solo come luogo ma anche come vero e proprio stile di vita.

E’ nato così Mediterraneità, progetto di mostra fotografica itinerante dedicata al tema del Mediterraneo, sotto il cappello della Collecciòn de Autor di Gin Mare, produzione d’eccellenza che intende connettere i mondi della lifestyle, gastronomy, escape e climate.

Gli autori degli scatti fotografici sono due docenti di settore come Alisa Martynova e Angelo Ferrillo insieme con tre giovani fotografi come Acyle Beydoun, Antonio Mantovani e Aurore Greindl. Leica Akademie Italy ha fornito le celebri macchine fotografiche svizzere unitamente agli spazi espositivi dei Leica Store Italiani presenti a Milano, Torino, Firenze, Bologna e Roma (dal 2 dicembre 2022 al 21 gennaio 2023, visitabili h.10-14 e 15-19).

Ad ogni autore è stato dedicato un video documentario che hanno dato vita alla Web Series disponibile sul canale YouTube di Gin Mare Italia.

«Osservando queste fotografie non possiamo che essere fieri della collaborazione con Gin Mare e del nostro lavoro come Leica Akademie –  ha dichiarato Maurizio Beucci, Head of Leica Akademie Italy – di aver potuto liberare e non guidare il linguaggio dei nostri cinque autori, lasciandolo in un acrobatico equilibrio tra la vita reale e l’immaginazione».

Maurizio Beucci, Head of Leica Akademie Italy

Distillato ultrapremium di successo internazionale

Creato nel 2010 dalla catalana Vantguard Premium Brands e distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi nella iconica bottiglia da 70 cl, Gin Mare/Mediterranean Gin è passato di recente in proprietà della multinazionale americana Brown-Forman.

Gin ultrapremium di grande successo, è distribuito in 75 Paesi del mondo ed è prodotto artigianalmente (42,7° alc) secondo una ricetta che prevede l’utilizzo di cinque botaniche principali provenienti da tutto il bacino mediterraneo: oliva arbequina, cultivar tipica della Catalogna, basilico italiano, rosmarino greco, timo turco, limoni di Siviglia, arance di Valencia. Queste botaniche vengono unite ai classici gineprocoriandolo e cardamomo, creando un distillato dai tipici sentori e ricordi del Mare Nostrum. La versione originale è stata affiancata da Gin Mare Capri con aggiunta di limoni di Capri e bergamotti.

 

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Caffè Kenon, l’inimitabile oro di Napoli
Prosegue da quattro generazioni la cura meticolosa di ogni fase di lavorazione al fine di offrire al barista miscele d’eccellenza. Appuntamento a Sigep

Fondata nel 1892 nel territorio napoletano, Caffè Kenon da quattro generazioni produce caffè di eccellente qualità, grazie alla meticolosa selezione delle materie prime e a una lavorazione che coniuga tradizione e artigianalità.

Passando di padre in figlio, l’attività negli anni è cresciuta rapidamente, producendo eccellenti miscele da bar e registrando il consenso dei più quotati operatori del settore.

Nel 1962 nasce l’azienda Cafè Centro Brasil ad opera di Vittorio Wurzburger, che oggi è una moderna e tecnologica realtà produttiva e commerciale capace di coniugare, grazie all’esperienza ormai ultra secolare, l’artigianalità e la qualità dei prodotti con gli ultimi ritrovati in campo tecnologico, partecipando attivamente allo sviluppo e alla costruzione dei macchinari e degli impianti utilizzati.

Oggi come ieri la filosofia aziendale è basata sulla produzione delle migliori miscele di caffè di varietà arabica, con l’obiettivo di continuare la tradizione di famiglia, mantenere standard qualitativi elevatissimi e fornire ogni giorno agli operatori miscele di caffè dal gusto inimitabile

Filiera d’eccellenza

I lotti selezionati con attenzione vengono acquistati e, una volta arrivati in porto a Napoli, sono analizzati da laboratori autorizzati. Solo dopo il parere favorevole le partite di caffè più pregiate sono introdotte nei magazzini, e quindi avviati alla delicata fase di tostatura, che si conclude con il raffreddamento ad aria del caffè raccolto in una apposita vasca. Successivamente viene posto nei silos di maturazione e, al termine della stagionatura, si procede al confezionamento in latta da 3 kg (come la miscela 100% Arabica, dove il tostato è conservato in atmosfera controllata di azoto) o in busta (tra cui spiccano le miscele SuperMax Bar e Napoletano Dok in confezione da 1 e 3 kg), con procedure e materiali che assicurano la maggiore vita del prodotto esaltandone il gusto, l’aroma e la fragranza. Durante tutta la lavorazione fino al confezionamento, il caffè è sottoposto a rigidi controlli di qualità.

Appuntamento a Sigep

Kenon attende tutti gli operatori in visita a Sigep 2023 dal 21 al 25 gennaio prossimo, presso il suo stand al Pad A1 – 161-164, per mostrare le sue ultime novità e deliziare i palati con le sue miscele dal gusto inimitabile, che ne fanno un ambasciatore dell’Espresso Napoletano. Ricordiamo che nel 2014 il polo di qualità di Eccellenze Campane ha scelto Kenon quale unico caffè in grado di esaltare la tradizione del caffè espresso napoletano famoso nel mondo.

 

 

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Yukisato, i whisky giapponesi del villaggio nevoso arrivano in Italia
Arrivano sul mercato italiano i whisky della distilleria Kiyokawa, distribuiti in esclusiva da Coca-Cola Hbc Italia Premium Spirits

Abbiamo ormai imparato a riconoscere la qualità dei whisky giapponesi. Di recente ci siamo persino lasciati affascinare da rituali e modalità di servizio tipiche del mondo nipponico.

Si spiega così la fortuna del Mizuwari: più di un Highball, è un vero e proprio rituale che passa dalla cura nella preparazione (ci vogliono 13 stirrate e mezzo quando si inserisce il ghiaccio e il whisky e altre tre quando si versa l’acqua).

Da questo mese, per tutti gli amanti del mondo nipponico, arrivano sul mercato italiano i whisky Yukisato della distilleria Kiyokawa, distribuiti in esclusiva da Coca-Cola Hbc Italia Premium Spirits.
Si tratta di prodotti unici nel loro genere che racchiudono la storia, gli aspetti culturali e le tradizioni del luogo da cui provengono. Ci troviamo nella nevosa e fertile terra di Kita-Shinsu, nella parte più a Nord della prefettura di Nagano (Yukisato significa “villaggio nevoso” in giapponese). Quest’area è famosa per i rigidi inverni e le caldi estati, che offrono condizioni climatiche uniche che, insieme alle fonti di acqua sorgiva incontaminata e all’orzo selvatico, contribuiscono a donare preziosi sapori e aromi unici ai whisky.

Yukisato Whisky è disponibile in tre versioni.
Il Blended Whisky è affinato in botti ex Bourbon per 3 anni. L’aroma ricorda sentori di fiori, frutta fresca, spezie e leggere note di botte. Il gusto è fruttato e corposo, con note di spezie, caramello e vaniglia.
Il Single Grain, affinato in botti ex Bourbon per 4 anni, è un whisky delicato e dolce, grazie all’aroma di nocciola e timidi sentori di caramello e un pizzico di miele. Al gusto appare morbido grazie alle note di frutta tropicale e vaniglia.
Infine, Yukisato Japanese Pure Malt, affinato in botti ex Bourbon per 4 anni, dal bel colore paglierino dorato. Si contraddistingue per un aroma caldo misto di noci e uvetta. Al palato presenta note di mandorla e vaniglia, un finale lungo e persistente. Un ultimo dettaglio: il tappo in legno fatto a mano a impreziosire ciascuna bottiglia.

 

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È il momento di aderire al Roasters Village di Sigep 2023
Nel pad. D1 accanto al palco di gara, Sca Italy realizzerà un’area dedicata ai microtorrefattori, ambasciatori degli specialty con i baristi.

Non sono ancora disponibili un layout degli spazi o un logo, ma le idee da parte degli organizzatori sono chiari: nel corso del prossimo Sigep 2023 in programma dal 21 al 25 gennaio a Rimini, nel padiglione D1, a fianco del palco di gara, Sca Italy realizzerà un roaster village, ovvero un’area dedicata ai microtorrefattori.

Chi ha visitato il World of Coffee lo scorso giugno a Milano, ha certamente notato l’area densa di piccole strutture a forma di triangolo, con un espositore per lato, e di visitatori, numerosissimi a ogni ora: nel mondo, i piccoli torrefattori e i baristi sono fondamentali per la diffusione e la valorizzazione degli specialty coffee.

«Abbiamo visto che l’idea funziona e abbiamo deciso di proporla anche a Ieg-Fiera di Rimini e ottenuto condizioni molto vantaggiose per gli espositori – afferma Davide Cobelli, coordinatore Sca Italy -.

Avremo a disposizione un’area di circa 100 metri quadri che accoglierà 12 espositori. Stiamo dando un’occasione straordinaria: chiediamo al microaster di essere socio Sca (se non lo è di diventarlo) e potrà avere a sua disposizione uno spazio gratuito (dovrà dare all’organizzazione solo 500 euro per gli spazi di servizio): si tratterà uno slot completamente attrezzato con macchina espresso da 1 gruppo, macinacaffè on demand per espresso, macinacaffè per brewing, acqua trattata e prodotti per la pulizia.

Si tratta di un’occasione davvero unica: il village si troverà in un’area estremamente vivace, molto frequentata e di grande visibilità e sarà un’occasione unica per incuriosire, accogliere e valorizzare la scena roasting italiana. Abbiamo lavorato tre mesi per raggiungere questo obiettivo di cui sono molto soddisfatto; il prossimo anno già intendiamo ripeterlo e con dimensioni maggiori».

Il bando per la partecipazione si è aperto il 12 dicembre e si chiuderà il 24 dicembre alle ore 10,00; le domande di partecipazione devono essere inviate tramite Pec all’indirizzo: scaitaly@pec.net.

Il banco a disposizione di ogni microroaster misura 200 x 50 x 100(H) cm, avrà una personalizzazione anteriore e ci saranno 3kW circa a disposizione per le attrezzature.

A sponsorizzare il Roaster village ci sono Gruppo Cimbali (macchina espresso Faemina), Fiorenzato con i macina caffè AllGround e Pietro Grinders e DM Italia con i prodotti di pulizia Urnex.

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Il processo di trasformazione verso la sostenibilità di Evoca
I fattori ambientali, sociali e di governance guideranno il cammino del Gruppo, che nella primavera 2023 pubblicherà il primo report di sostenibilità.

L’ambiente sarà sempre più centrale nel percorso aziendale di Evoca: lo ha comunicato l’amministratore delegato Andrea Zocchi a tutti i dipendenti: nel contesto socio-economico attuale, segnato da profondi cambiamenti, l’Azienda ha ritenuto importante riflettere sul suo scopo e su quello delle proprie attività, in relazione alle persone che vi lavorano e ai propri stakeholder.

L’indagine ha portato a un’evoluzione dell’identità del Gruppo e dei suoi piani d’azione: ha così preso l’avvio un progetto di transizione sostenibile che coinvolgerà gli aspetti ambientali, sociali e di governance, denominato The Taste of Sustainability. L’obiettivo è identificare e promuovere internamente ed esternamente tutte le azioni del Gruppo per lo sviluppo sostenibile, con l’intento di generare una cultura della sostenibilità.

«Nel corso del 2022 il Gruppo ha lavorato su tutti e tre i fronti ESG – Environment, Social e Governgance – afferma Giusi Bonini, Esg manager -. Il progetto The taste of sustainability ha lo scopo di fornire una casa comune a tutte le iniziative tra le quali si annoverano interventi per ridurre la propria carbon footprint e progetti nell’ambito social che mettono al centro le persone e i loro bisogni. Questo impegno si concretizzerà nel corso della primavera 2023 con la pubblicazione del nostro primo report di sostenibilità».

Il nome non è stato scelto a caso, come sottolinea Zocchi: «con ciò desideriamo collegare l’eccezionale esperienza sensoriale che offriamo ogni giorno ai nostri consumatori con il gusto, la passione e il coinvolgimento con cui svolgiamo e continueremo a svolgere le nostre attività. In un mondo che rispetta l’ambiente, con principi e valori saldi e avendo sempre a cuore il benessere delle persone che ci circondano».

Contemporaneamente è stato introdotto il nuovo obiettivo aziendale, scelto per identificare la finalità che guida le azioni Evoca: Great coffee to inspire a better world, anywhere and anytime. Il suo significato – conclude Zocchi – «è il desiderio che abbiamo di garantire una magnifica esperienza sensoriale a ogni persona che gusta un prodotto erogato dalle nostre macchine».

L’offerta di Evoca Group si articola in tre segmenti: macchine da caffè per il settore horeca sia manuali sia automatiche, per utilizzo anche in modalità self-service; piccole macchine da caffè automatiche per per uffici o sale riunioni; distributori automatici da caffè, snack e bevande fredde per aziende, università o luoghi pubblici come ospedali, stazioni o aeroporti.

Oggi più di 10mila clienti in oltre 140 Paesi in tutto il mondo apprezzano i prodotti dei brand del Gruppo. Con sede a Valbrembo – Bergamo, Evoca opera a livello globale con 9 siti produttivi. Le sue 16 filiali in Europa, Asia, Oceania e America garantiscono una copertura capillare dei mercati: l’80% del fatturato del Gruppo è realizzato fuori dall’Italia.

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