Dieci hashtag per dieci storie bibitorie
L’editoriale del numero di dicembre 2022 di Bargiornale del direttore Rossella De Stefano. Che racconta le dieci macrotendenze del 2023 attraverso dieci hashtag e altrettante storie di cocktail

L’Italia, un Paese di santi, poeti, navigatori. E indovini, aggiungiamo noi. Perché sul finire dell’anno contagia un po’ tutti la smania di sparare le proprie previsioni sull’anno successivo. Nemmeno noi di Bargiornale ci sottraiamo a questa tradizione. Lo abbiamo fatto in passato, avvalendoci della collaborazione di esperti che godono di una posizione privilegiata di osservatori. E ci abbiamo spesso azzeccato. Quest’anno non volevamo essere da meno.

La copertina del numero di dicembre 2022 di Bargiornale

Ma si sa, viviamo tempi complessi, fluidi, che rifuggono da facili etichette. I confini tra una tendenza e l’altra si fanno labili. Abbiamo voluto scommettere perciò su dieci macro tendenze, quelle più care alle nuove generazioni. Le tendenze, perciò, sono diventate hashtag e per ciascuno abbiamo scelto altrettanti totem che meglio li rappresentano. Parlando di tempi fluidi, i nostri totem non potevano che essere cocktail: dal Vieux Carré al Gimlet, dal Cosmopolitan al Whisky&Soda, via via sino agli hard seltzer. Attenzione, però, non si tratta di una classifica. Nelle pagine del numero di dicembre di Bargiornale non vi parleremo dei dieci drink più venduti in Italia. Vi racconteremo delle storie bibitorie e lo faremo attraverso le parole di esperti, che non mancheranno di darci consigli, svelarci aneddoti e curiosità. Ciascuna storia può calzare al meglio uno, due o più hashtag.

Segnateveli, perché, ne riparleremo spesso:

#ifiglidelvino, #quelfenomenodigin, #lowabv, #healthy, #revival’80-’90, #doitbitter, #foreveryoung, #readytodrink, #aprovadambiente, #gastrodrink.

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Dalla Corte Throwdown, divertimento assicurato
Il 14 dicembre la coffee community e gli appassionati del mondo del caffè e della latte art sono inviati alla festa-competizione di viale Ortles a Milano.

Dalla Corte invita baristi, coffee lover e chi opera nel mondo del caffè a un evento che unisce divertimento, competizione e condivisione: il Throwdown Before Christmas, in programma a Milano, in viale Ortles 88, il 14 dicembre dalle ore 15.

Il contest vede competere i migliori professionisti della latte art in una gara a eliminazione diretta di fronte a una giuria qualificata e capitanata dalla latte art specialist e giudice internazionale Chiara Bergonzi La macchina espresso della prova è una multigruppo Icon, che si caratterizza per la grande stabilità termica, regolabile al decimo di grado, e lance vapore indipendenti che erogano un vapore “secco” ideale per una montatura a crema perfetta, da competizione.

Informale, ma al contempo avvincente e combattuta, la modalità Throwdown procede con i competitor che si sfidano a coppie, uno contro l’altro: ognuno ha a disposizione due tazze per la realizzazione delle figure, tra le quali individuare la migliore da presentare ai giudici: passa il turno chi somma il miglior punteggio tra le tre prove di ogni manche. I contenitori non saranno solo tazze: per rendere la gara imprevedibile e sorprendente, alle figure in tecnica classica, si uniscono anche decori out of the cup su recipienti decisamente insoliti e turni di crazy latte art, con prove insolite e divertenti. La selezione procede fino alla finale, che individua il vincitore, per il quale c’è un premio decisamente “interessante”: 4000 euro; al secondo 500 euro offerti dallo sponsor Urnex/DM Italia.

In linea con la tendenza in atto nei locali italiani, in cui le bevande alternative al latte sono sempre più richieste, il latte utilizzato per l’intera competizione è Alpro avena, la tipologia che si sta affermando in Italia sull’onda di quanto già avviene all’estero: garantisce un’emulsione perfetta. Il caffè della competizione è selezionato da Little Bean coffee roaster.

Dopo la competizione, tutti i partecipanti sono invitati al Xmas Party di chiusura.

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Aumentano i brindisi con le Birre di Natale
Sull’esempio delle specialità nordeuropee, cresce costantemente il numero di Birre di Natale brassate in Italia. In prima fila i medio e piccoli produttori.

Oltre a Forst, Menabrea e Theresianer, diversi altri marchi hanno presentato birre in edizione natalizia. Una tradizione secolare nordeuropea che in questi ultimi anno ha via via preso piede anche in Italia. Tanto che Unionbirrai, associazione dei birrifici artigianali, ha organizzato la seconda edizione di Birra dell’Anno XMas Beer.

Dal Belgio alla Germania, dall’Inghilterra alla Scozia, le Birre di Natale si possono ricondurre ai più diversi stili birrari, ma tutte caratterizzate da elementi comuni come grado alcolico tendenzialmente più elevato, aggiunta di spezie, corpo deciso, colore dall’ambrato allo scuro, abbinamenti a dolci tipici dal gusto altrettanto forte.

In ordine di tempo, la prima Birra di Natale è Christmas Brew Forst, giunta alla 19° edizione, la cui tipica confezione in bottiglia da due litri con tappo meccanico viene annualmente rivista, a cominciare dal soggetto dell’etichetta. Di colore ambrato, titola 5,2% alcol ed è disponibile anche in fusti da 15 e 30 litri, fustini Forsty da 12,5 e bottiglie da 33 cl. Per l’edizione 2022 in etichetta riporta una illustrazione dell’Annunciazione firmata da Franz J. Platter insieme a quella della Campana della Pace che campeggia all’ingresso del Villaggio di Natale realizzato vicino alla fabbrica di Lagundo (Bolzano). Da gustare nel boccale dedicato da 50 cl o nella tazza verde da 30 cl.

Entrata a far parte di Birra Forst nel 1991, la storica Birra Menabrea 1846 torna a presentare la speciale Christmas Beer, colore rosso di soli 5,2% gradi alcolici. Alla bottiglia da due litri con tappo meccanico e a quella da 33 cl, è stato affiancata anche la versione minifusto da 5 litri e bicchieri personalizzati.

Winter Beer Theresianer è una birra doppio malto non filtrata ad alta fermentazione leggermente speziata, dai profumi di frutta secca e note tostate (5,2% alc). La bottiglia da due litri con tappo meccanico è dedicata (serie Storia d’Italia) ad Alessandro Cruto che ha saputo innovare l’invenzione di Thomas Edison della lampadina a incandescenza, rendendola utilizzabile e commerciabile. In abbinamento la birreria di Nervesa della Battaglia (Treviso) ha proposto il Calendario dell’Avvento.

Firmata dallo specialista della birra senza glutine certificata, La Birra di Natale Gritz è una Christmas ale di grado più elevato (7% alc) dai sentori di anice stellato, cannella e noce moscata. In abbinamento la birreria di Erbusco (Brescia) propone lo speciale Panettone  gluten free della Pasticceria Cuneo di Cuneo  con un ripieno di cioccolato e una glassatura alle mandorle. Nella speciale Box inoltre sono comprese soecialità alimentari  a base di verdure in agrodolce di Riva Alimentari Uniti di Nibionno (Lecco).

Saliamo decisamente di grado con la Delirium Christmas (10% alc), versione speciale della nota e ambrata belgian winter ale Delirium Tremens che riporta in etichetta l’originale elegante rosa. Caratteristiche sono le note dolci, caramellate, fruttate e speziate, con un finale lievemente amaro. Viene distribuita dalla genovese QBA (Quality Beer Academy) di Radeberger Gruppe Italia.

In occasione delle festività di fine anno, la birreria Doppio Malto/FoodBrand di Iglesias che gestisce anche l’omonima e vasta catena di pub-ristoranti ha lanciato la specialità Magnus, doppelbock alla liquirizia di Calabria Dop nei formati  75 e 150 cl (SuperMagnus). Dalla inìsolita bittiglia nera, presenta un colore ambrato carico (58 Ebc), note di nocciola, crosta di pane, caramello e ovviante di liquirizia con un grado di amaro 20 Ibu e 7,5% di grado alcolico.

In occasione della inaugurazione del nuovo stabilimento birrario di Busto Arsizio (Varese) con una capacità produttiva annua di 450mila litri, L’Orso Verde ha presentato la propria Birra di Natale Chocotale che si aggiunge al già vasto assortimento di 22 tipologie. Viene realizzata aggiungendo al malto d’orzo una purea di pere Williams Bio e grue di cacao. Ne risulta una birra dal gusto pieno di colore mogano, 7,9% grado alcolico e amaro contenuto 23 Ibu.

Rock Noel del Birrificio Il Mastio di Colmurano (Macerata) è stata votata come Birra dell’Anno XMas Beers dalla seconda edizione del contest di UnionBirrai. Secondo e terzo posto per le specialità natalizie 21 12 di Microbirrificio Artigianale Incanto di Casalnuovo di Napoli e Santa Caos 2021 di Birra La Dama di Bedizzole (Brescia). Come miglior abbinamento è stato premiato il Panettone Artigianale Tradizionale del Panificio Ascolese di San Valentino Torio (Salerno), abbinato alla specialità TrexTre di Birra Eretica di Ornago (Monza Brianza).

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Da Mumac il primo corso sul caffè con Unimi
L’Accademia della Macchina per Caffè di Gruppo Cimbali presenta il primo percorso sul caffè realizzato in partnership con l’Università degli Studi di Milano.

Sono aperte fino al 9 gennaio 2023 le iscrizioni al primo corso di perfezionamento in Sicurezza alimentare, salute e business management della filiera del caffè, realizzato da Mumac Academy in partnership con l’Università degli Studi di Milano.

Il progetto ha l’obiettivo di introdurre i giovani nel settore e appassionarli alla cultura del caffè, coltivando nuovi talenti con diverse competenze e professionalità nel mondo della caffetteria. Prevede una didattica della durata di 60 ore articolata in lezioni frontali e laboratori pratici, che svolgono un piano di studi che comprende tematiche gestionali, economico finanziarie, normative, di analisi e sostenibilità; affronta argomenti legati a nutrizione, sicurezza e qualità delle bevande a base caffè, integrandoli a conoscenze tecniche e tecnologiche relative a macchine per caffè, macinacaffè e al trattamento dell’acqua.

Il corso è strutturato anche per chi è già inserito nel mondo del lavoro, con due lezioni al mese dal 6 febbraio al 15 maggio; a integrazione del percorso di 60 ore, sono disponibili approfondimenti facoltativi a cura del Comitato Scientifico di Mumac inerenti gli argomenti del piano di studi. Il titolo, rilasciato dall’Università Statale di Milano, riconosce 10 crediti formativi universitari (CFU).

Entrambe le parti sono soddisfatte di questo accordo costruttivo che propone un interessante interscambio di conoscenze, come sottolinea Elio Franzini, rettore della Statale di Milano: «Mettere a sistema una solida esperienza aziendale con le competenze formative e scientifiche che può fornire un Ateneo interdisciplinare come la Statale di Milano rappresenta un virtuoso esempio di trasferimento di competenze e di innovazione al territorio, che in questo caso premia l’eccellenza della cultura italiana del caffè». Gruppo Cimbali da parte sua è orgoglioso di partecipare a questo progetto innovativo che, afferma Enrico Bracesco, group managing director, «mette a frutto la buona relazione tra il mondo del lavoro e il mondo scientifico. Il corso è pensato per i nuovi talenti delle realtà aziendali e per chi dopo un percorso di studi vuole affacciarsi al settore del caffè e food service. Pertanto, Gruppo Cimbali, oltre a mettere a disposizione delle borse di studio per i suoi giovani talenti, contribuisce al finanziamento del progetto per rendere accessibile l’iscrizione a una larga fascia di studenti». Pochi giorni fa, il Gruppo ha messo a disposizione anche tre borse di studio per gli operatori del service.

Il 15 dicembre alle ore 15,00 è possibile seguire una sessione online di presentazione del progetto, iscrivendosi a questo link.

Per info e iscrizioni al corso di perfezionamento: https://www.mumacacademy.com/corso-di-perfezionamento/ – https://bit.ly/mumacacademy-corso-perfezionamento-unimi

Il programma di studio.

Lezione 1    6 febbraio 2023 – Processi digestivi e fabbisogni energetici – Breve sintesi dei processi digestivi, fabbisogni energetici, macronutrienti e micronutrienti, composti bioattivi, etichette nutrizionali, asse intestino-cervello e microbiota intestinale.

Lezione 2    20 febbraio 2023 – Sicurezza e igiene nel settore alimentare, latte e bevande vegetali –  Fattori di rischio connessi agli alimenti (pericoli chimici, fisici e biologici), organismi patogeni e prevenzione, igiene del personale, gestione delle derrate alimentari. Il latte e le bevande vegetali: caratteristiche, peculiarità e utilizzo nelle preparazioni a base di caffè.

Lezione 3    6 marzo 2023 – Acqua, botanica e fitochimica del tè – Chimica dell’acqua, tecnologie per il trattamento, il loro utilizzo e impatto sensoriale sull’estratto. Introduzione al mondo del tè, dalla piantagione alla tazza, con focus sull’influenza dell’acqua e aspetti salutistici.

Lezione 4    20 marzo 2023 – Caffè e filiera – Introduzione al mondo del caffè, dalla pianta alla tazzina: dalle origini del caffè ai processi di lavorazione, dalla tostatura alla miscelazione, con particolare focus sugli aspetti salutistici.

Lezione 5    3 aprile 2023 – Espresso Italiano Tasting – Analisi sensoriale dell’espresso italiano con l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, per apprendere come assaggiare e valutare l’espresso.

Lezione 6    17 aprile 2023 – Analisi sensoriale ed estrazioni alternative all’espresso – Analisi sensoriale e metodo di assaggio di espresso, cupping ed estrazioni alternative, dalla percolazione all’infusione.

Lezione 7    2 maggio 2023 – Aspetti giuridici e commerciali nella gestione di una caffetteria moderna – La gestione di un’attività commerciale: base normativa, nuove tendenze, tecnologie e attrezzature abbinate alle esigenze dei clienti. 

Lezione 8    15 maggio 2023 – Sostenibilità etica, narrazioni mediatiche e analisi di mercato – L’immagine del caffè nello storytelling mediatico e le sue prospettive etiche nella relazione tra produzione, consumo e commercializzazione.

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Perché il self ordering può aiutare il tuo locale
Spopolano app e piattaforme per le ordinazioni fai-da-te al tavolo: i consigli per sfruttarle al meglio, specie durante le festività, e i punti critici da tenere sotto controllo

Nei periodi di grande affluenza come quello delle festività, ridurre al minimo i tempi di attesa è fondamentale per mantenere un servizio di qualità. Una delle soluzioni che hanno preso ampio spazio nella ristorazione veloce e nei locali, negli ultimi anni, è il self ordering, le ordinazioni effettuate in autonomia dal cliente, sia attraverso i chioschi o gli schermi touch sia tramite smartphone. I clienti possono ordinare (e riordinare), alleggerendo il lavoro di camerieri e personale del locale.

«L’utilizzo di queste piattaforme tecnologiche – spiega a Bargiornale Lorenzo Ferrari, ceo di Ristoratore Top e fondatore dell’Osservatorio Ristorazione – porta diversi benefici all’esercente. Banalmente, si può erogare lo stesso servizio con meno persone, impiegando meno energie e meno professionalità. Se oggi trovare un cameriere è difficile, trovarne uno davvero bravo è quasi impossibile, visto il grande problema di reperimento di risorse valide nel settore, e questi sistemi per passare “l’onere della comanda” in mano al cliente aiutano. Poi c’è il vantaggio della velocità e della snellezza degli ordini, che sono inseriti in un unico flusso di informazioni che arriva alla cassa e alla cucina, alla zona preparazione e al servizio. Infine, il vantaggio della maggiore facilità – per il cliente – nell’effettuare il secondo e il terzo ordine. Non deve attrarre il cameriere, non deve attirare l’attenzione del banco, ma fa tutto da solo».

Attenzione, perché non mancano i punti critici. «Tutta questa libertà del cliente può generare il caos, perché viene a mancare il cameriere come figura di mediazione tra le richieste ai tavoli e l’eventuale intasamento di cucina e bancone. Secondo “contro”, la necessità di educare la clientela all’uso degli strumenti di self ordering. Questa pratica, infatti, non nasce da una esigenza del cliente, ma da una necessità del ristoratore; nessuno esce a cena mosso dalla precisa volontà di… prenotare da solo al proprio tavolo! In genere si preferisce essere serviti. Per fortuna l’esplosione dei delivery ha reso questo tipo di tecnologie – e di piattaforme o app – piuttosto familiari a un’ampia fetta di clientela. Ma non a tutti, questo va ricordato bene. Infine, mai perdere di vista la propria identità. Io penso che il self ordering possa essere una soluzione ideale per ristoranti e locali di fascia accessibile-cool e accessibile-convenience, mentre in fasce più alte la figura del cameriere è insostituibile».

Riordini fino al +30% con l’app per il fai-da-te

Tra le realtà in grande crescita c’è ONYON – app di self ordering lanciata nel 2020. Ci spiega Marco Actis, co-founder & Ceo di ONYON: «Abbiamo rilevato che è cruciale ridurre il più possibile le attese quando si tratta di ordinare al ristorante, in quanto questo porta a un incremento delle seconde e terze ordinazioni: stimiamo infatti un +22% dei riordini circa. La semplificazione nel processo di ordinazione porta con sé anche l’aumento dello scontrino medio (+12%). Abbiamo inoltre notato che, in occasione degli eventi sportivi più attesi, pub e locali che trasmettono i match e che organizzano serate dedicate possono arrivare a registrare una crescita superiore al 30% in termini di ri-ordini, come successo in occasione del derby Juventus-Torino (+32,7%). Inoltre, eliminando le file e le attese si favorisce ovviamente anche il turnover dei tavoli, che si traduce in un maggior numero di clienti e, quindi, di fatturato».

ONYON, acronimo che sta per on your own, nasce da un’idea avuta da Actis e da Paola Lombardi, oggi è attivo con oltre 200 locali su tutto il territorio nazionale, in particolare tra Torino e Milano. «Stiamo registrando una crescita costante: si tratta principalmente di bistrot, pub, cocktail bar, birrifici e locali da aperitivo, ma allo stesso tempo il prodotto è indirizzato verso l’intero settore food & beverage come soluzione digitale per ristoranti, pizzerie, fast food, all you can eat, food-hub e centri commerciali. Il periodo di pandemia ha profondamente cambiato le abitudini degli italiani, accelerando il processo di digitalizzazione da cui ora non si può più prescindere. Difficilmente le persone vorranno tornare indietro, anzi: i consumatori tendono ormai a prediligere le tecnologie digitali per l’organizzazione di gran parte delle loro attività quotidiane. Basti pensare all’e-shopping, allo smart working, alla spesa online, ai servizi di delivery. Anche i ristoranti e i locali si sono attrezzati per rispondere a queste esigenze e allo stesso tempo hanno avuto la possibilità di migliorare i processi interni e di gestione. Il self ordering, per esempio, consente ai clienti di non attendere se si è di fretta o, al contrario, di valutare con calma l’intero menu e ordinare per il proprio tavolo senza il rischio di fraintendimenti. Soprattutto quando si è in gruppo, questa operazione può far risparmiare tempo e fatica. Grazie a questa tecnologia è possibile pagare direttamente dal tavolo, gestendo facilmente anche i conti separati e risolvendo così una problematica frequente quando si è in gruppo. D’altra parte, il gestore e i camerieri vengono facilitati in tutta questa serie di operazioni».

Quattro consigli per affrontare i flussi delle Feste

Il team di ONYON ha diffuso alcuni consigli per gli esercenti che nelle prossime settimane si troveranno ad affrontare i grandi flussi delle Feste.

Prevedere un menu multilingua per i turisti

Sono sempre di più i turisti stranieri che scelgono l’Italia per le vacanze invernali, ma la maggior parte di loro non conosce l’italiano o l’inglese. Il problema può essere risolto con l’introduzione di un menu multilingua, che permette di superare la barriera grazie alla traduzione automatica nella lingua impostata sullo smartphone o in quella selezionata sul momento dall’utente. In questo modo il cliente potrà consultare il listino in totale libertà e autonomia, semplificando così anche il lavoro di gestori e camerieri.

Organizzare serate a tema

Le serate a tema sono un ottimo modo per permettere ai propri clienti di vivere una cena insolita e all’insegna del divertimento. Dal karaoke allo sport – soprattutto in vista di eventi internazionali come i Mondiali di Calcio – dal cinema alle serie tv, le serate a tema si rivelano la soluzione perfetta per fare gruppo e per coinvolgere intere tavolate. Inoltre, secondo le stime di ONYON, in occasione degli eventi sportivi più attesi, pub e locali possono arrivare a registrare una crescita superiore al 30% in termini di ri-ordini.

Semplificare i pagamenti e i conti separati

Le festività sono sinonimo di cene, pranzi e serate tra amici e colleghi, organizzate per salutare l’anno in compagnia e per scambiarsi gli auguri prima di lasciare le scrivanie. In queste occasioni, consentire ai gruppi il pagamento attraverso conti separati migliora l’esperienza dei commensali, sia che si scelga di dividere la spesa in parti uguali, sia che si scelga di pagare solo il proprio ordine.

Proporre menu speciali

In occasione delle feste, proporre menu tematici e speciali permette non solo di offrire un’esperienza unica ai clienti più affezionati, ma anche di attirare nuova clientela. Le proposte possono variare a seconda della tipologia del locale, dai menu che attingono alla tradizione a quelli ispirati alle ricette internazionali, passando per i piatti dedicati ai prodotti stagionali o a quelli che, dall’antipasto al dolce, ruotano intorno a un unico ingrediente reso così protagonista della serata.

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L’insostenibile pesantezza del lavoro dietro al bancone
La salute mentale, oltre che fisica, di chi lavora al bar è stata messa ancor più a dura prova dalla pandemia: è tempo di occuparsene seriamente. Tremila corsi gratis on line per i lettori di Bargiornale su sonno, equilibrio lavoro-vita privata e forma fisica. Scopri come accedere

Certo, per molti lavorare dietro un bancone è così stimolante, adrenalinico, totalizzante da mettere in secondo (o terzo) piano le fatiche che comporta (complice una passione spesso cieca).

Ma il rovescio della medaglia è lì da vedere: lunghe ore di lavoro fisico in un ambiente stressante, alimentazione sbilanciata, stress economico dovuto alle paghe basse e al lavoro non sempre sicuro, sonno irregolare e facile accesso all’alcol sono tutti aspetti che, se sottovalutati e non tenuti a bada con opportune contromisure e bilanciamenti, alla lunga (per alcuni anche alla breve) finiscono per presentare il conto, sotto forma di problemi fisici o disagi psicologici.

Jason-Candid Knüsel, ceo di Healthy Hospo

La pandemia ha fatto emergere in modo prepotente nuove difficoltà: «L’incertezza sul futuro, l’aver perso lavoro e paga senza poter attingere a risparmi inesistenti, la solitudine acuita dal distanziamento sociale hanno fatto esplodere i problemi di salute mentale nel mondo dei lavoratori dell’ospitalità – racconta Jason-Candid Knusel, fresco di nomina a managing director di Healthy Hospo, associazione non profit inglese che punta a supportare i professionisti in difficoltà e a lavorare con le aziende del mondo dell’ospitalità per creare ambienti di lavoro migliori -. Molti non hanno retto e hanno abbandonato il settore, che ha perso un bagaglio importante di professionalità. È tempo di occuparsi seriamente del benessere delle persone che lavorano nei bar, perché creare un ambiente di lavoro sano aiuta il business: se un dipendente sta bene, lavora meglio, sviluppa capacità e competenze e affina la propria arte dell’accoglienza. Nel nostro lavoro, che ha a che fare con le persone, l’esperienza acquisita sul campo è fondamentale».

La salute fa bene al business

Riflessioni condivise da molti, si dirà, soprattutto tra chi persegue l’eccellenza. Peccato che poi, fa notare Jason, quando si parla di formazione «il 95% dei corsi proposti per i bartender sono focalizzati sugli aspetti tecnici del mestiere; il resto è perlopiù legato a temi di management. Ma sulla “sostenibilità” personale davvero c’è poco o niente».

Healthy Hospo si pone l’obiettivo di colmare questo gap e di fornire strumenti e consigli utili ai gestori per portare più benessere sui luoghi di lavoro: «Un luogo che si occupa del benessere dei propri dipendenti – dice Jason – è più profittevole, ha una maggior resilienza, offre un servizio migliore ed è in grado di attirare e trattenere i migliori talenti».

La responsabilità collettiva e quella individuale

Coltivare una cultura del benessere parte da piccoli gesti: «Chiedere alle persone: “Come va oggi?”, “Come ti senti?” è un primo passo per mostrare interesse. Ma naturalmente non basta: occorre progettare i luoghi e programmare i tempi in modo che siano sostenibili. In questo modo si prevengono molti dei possibili problemi: stress, tensione, stanchezza, fino al burn out. Anche in questo campo, prevenire è molto più salubre che occuparsi delle questioni quando la frittata è fatta».

Certo, poi ogni singolo professionista deve fare la propria parte per coltivare e mantenere il proprio benessere: «Qui la cosa più importante da capire – afferma Jason – è che le ricette uguali per tutti non esistono. Certo, ci sono alcuni elementi che sono alla base del benessere fisico e mentale: una giusta dose di sonno, una corretta alimentazione, l’esercizio fisico. Ma al di là di questo, lo stare bene è un obiettivo che richiede una buona conoscenza di se stessi: ognuno dovrebbe porsi la domanda: “cos’è che mi fa stare davvero bene? In che modo riesco a ricaricare le pile?”. Una volta ottenuta la risposta, è importante trovare il tempo per dedicarsi alle proprie “attività rigeneranti”».

Abbiamo menzionato un “kit di base” senza il quale ogni sforzo di stare bene (o stare meglio) rischia di vanificarsi. L’idea di base è di staccare il pilota automatico e cominciare a chiedersi se quello che facciamo ci è utile, ci serve, ci fa bene. Chiarendo a noi stessi la differenza tra un’abitudine e una buona abitudine.

Un esempio? Rinunciare a qualche shot e drink extra, magari cominciando a domandarsi se veramente si ha bisogno di quel drink dopo un’interminabile giornata di lavoro e che effetto ci fa (o magari se se ne ha bisogno tutti i giorni).

E poi ci sono le cose che male sicuramente non fanno: seguire un programma di esercizio fisico di almeno 30 minuti tre volte a settimana; fare meditazione, yoga o qualsiasi altra pratica – anche una semplice passeggiata nella natura – che tenga a bada stress e ansia; dedicarsi a un hobby che non ha a che fare col lavoro, coltivare amicizie con interessi e lavori diversi dai nostri. Cominciando un passo alla volta. *

Corsi gratis per i lettori di Bargiornale

Stare meglio è un’aspirazione per molti della bar industry: qualcuno cura il proprio benessere fin dall’inizio, molti altri sono “costretti” a prendersi più cura di sé quando il fisico (o la testa) cominciano a fare i capricci. Per ricordare che i vent’anni (intesi come età anagrafica) sono passati. Healthy Hospo sta mettendo a punto un kit di corsi on line per supportare chi vuole stare meglio, con consigli e buone pratiche.

I primi tre si chiamano “Master your sleep” (il sonno è la base del benessere), “Re-Balance your time” (per perseguire il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata) e “Move your body” (esercizi per mantenere la forma fisica). Costano poche sterline, ma per i lettori di Bargiornale più lesti a cogliere l’opportunità, possono essere usufruiti gratuitamente (ci sono tremila corsi gratis disponibili).

Clicca qui, scegli il corso che preferisci e inserisci il codice coupon Stranger2022.

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Barawards Premio Innovazione 2022: i dieci prodotti vincitori
Ecco le nove soluzioni premiate come migliori innovazioni nelle categorie Alcolici, Superalcolici, Bibite, Low Alcohol, Preparati & Garnish, Food, Attrezzature, Strumenti e soluzioni di servizio, Packaging. E il prodotto premiato con la Menzione speciale green

Nove, più una, le soluzioni vincitrici di Barawards Innovazione dell’anno 2022, il premio promosso da Bargiornale, Ristoranti, Dolcegiornale e Hotel Domani dedicato ai prodotti, servizi e attrezzature più innovative per il mondo del fuoricasa.

Le soluzioni premiate sono state svelate nel corso della Barawards Gala Evening, la grande serata di festa e premiazioni che ha chiuso questa ottava edizione del premio, svoltasi al Palazzo del Ghiaccio di Milano.

Più di 80 i prodotti e servizi candidati, lanciati sul mercato tra settembre 2021 e maggio di quest’anno dall’industria di settore che prosegue nella sua opera di innovazione a beneficio dei tanti professionisti che operano nel mondo dei locali

A decretare le soluzioni più innovative è stato un panel qualificato di esperti, figure di riferimento della consulenza, della professione e della distribuzione, che le ha valutate tenendo conto di 5 parametri: design/packaging, funzionalità/ergonomia, prospettiva di vendita, attinenza al mercato e impatto ambientale. Al loro giudizio complessivo è stato aggiunto (con un peso del 20%) i risultati del voto on line.

I vincitori del Premio Innovazione 2022

Questi i vincitori per le 9 categorie in gara:

Alcolici: Savoia Americano, Italspirits
Superalcolici: Ron Barceló Imperial 40 Aniversario, Ron Barceló – Coca-Cola Hbc Italia
Bibite: Lurisia Bitter Lemon con estratto di limone Primofiore, Coca-Cola Hbc Italia
Low Alcohol: Alpex Spritz, Fonte Plose
Preparati & Garnish: DOuMIX? Squeeze, Mec3
Food: Gamma Legumi e Cereali Minute, Bonduelle Food Service
Strumenti e Soluzioni di servizio: Poldina Micro, Zafferano
Attrezzature e tecnologie: Steamì – la cottura express a vapore, Techfood
Packaging: Smile-Box Maniva, Maniva

A questi si aggiunge la Menzione speciale green, per il prodotto a maggior contenuto di sostenibilità, andata a Capsula Bianca Pascucci di Caffè Pascucci

SCOPRI I LOCALI E I PROFESSIONISTI
VINCITORI DI BARAWARDS 2022

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Barawards 2022: scopri tutti i vincitori
Ecco i nomi dei nove locali e dei dieci professionisti che si sono aggiudicati il premio nato per valorizzare l’eccellenza dell’ospitalità made in Italy

Il Palazzo del Ghiaccio di Milano è stato il palcoscenico della Barawards Gala Evening, la grande serata di festa che ha incoronato i vincitori di Barawards 2022. Dieci i professionisti, nove i locali e dieci i prodotti premiati in questa ottava edizione del premio nato per valorizzare l’eccellenza dell’ospitalità made in Italy organizzato da Bargiornale, Ristoranti, Dolcegiornale e Hotel Domani.

E se il premio più grande, per chi lavora nell’ospitalità, è l’apprezzamento che arriva tutti i giorni dai propri clienti, galvanizzate da questo magnifico carburante, tantissime sono state le candidature giunte anche per questa edizione: oltre 700 tra locali e professionisti. Un numero che ancora una volta sottolinea la vitalità del settore del fuori casa e del coraggio degli imprenditori e dei professionisti che vi operano, che continuano a innovare, investire e a lavorare per offrire ai loro clienti esperienze uniche e indimenticabili. Candidature passate al vaglio di una supergiuria di esperti il cui giudizio, sommato a quello dei voti online dei lettori ha decretato i più meritevoli del premio. Ecco i loro nomi:

I Locali premiati

Premio cameo Professional Bar caffetteria dell’anno: Bugan Coffee Lab – Città Alta, Bergamo
Premio Sanpellegrino Cocktail bar dell’anno: Drink Kong, Roma
Premio Isa Bar pasticceria/gelateria dell’anno: Frau Knam, Milano
Premio Barceló Bar rivelazione dell’anno: House of Ronin, Milano
Premio EasyCassa Ristorante rivelazione dell’anno: Pulejo, Roma
remio Bar d’albergo dell’anno: The Doping Bar – Aethos Milan, Milano
Premio Ristorante d’albergo dell’anno: Glam – Palazzo Venart, Venezia
Premio Hotel rivelazione dell’anno: Borgo Santandrea, Amalfi (Sa)
Premio Paninoteca dell’anno: Billi’s Original Family, Arezzo

I professionisti premiati

Premio Bloom Specialty Coffee Barista dell’anno: Dario Fociani, Faro – Caffè Specialty, Roma
Premio Vantguard Bartender dell’anno: Edoardo Sandri, Atrium Bar – Four Seasons Hotel Florence, Firenze
Premio Campari Group Bartender under 30 dell’anno: Simone Corsini, Atrium Bar – Four Seasons Hotel Florence, Firenze
Premio Engine Bartender italiano all’estero dell’anno: Stefano Catino, Maybe Sammy, Sydney (Australia)
Premio Gamondi Bar manager dell’anno: Francesco Bonazzi, Mag La Pusterla, Milano
Premio Diplomático Cuoco dell’anno: Alessandro Billi, Billis, Tortona (Al)
Premio Chocolate Academy Pasticcere dell’anno: Diego Crosara, Pasticceria Marchesi 1824, Milano
Premio Ice Cube Bar team dell’anno: Quanto Basta, Lecce
Premio Brand ambassador Coffee&more dell’anno: Andrea Antonelli, Pulicaff – Asachimici
Premio Brand ambassador Spirits&co dell’anno: Walter Gosso, Rinaldi 1957

SCOPRI I VINCITORI DEL PREMIO INNOVAZIONE 2022

 Come ormai tradizione, nella serata di gala di Barawards sono stato premiati anche i componenti Drink Team 2022 per il loro prezioso lavoro sui cocktail da riscoprire svolto nella pagine di Bargiornale, che proseguirà fino alla prossima primavera.

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