Morato acquisisce un nuovo stabilimento dedicato al gluten free
Con la nuova operazione, che segue all’acquisizione di Nt Food, il Gruppo prosegue il progetto di sviluppo del business nel mercato del gluten free

Morato punta ancora sul senza glutine. Il gruppo, player internazionale della panificazione industriale, dopo l’acquisizione di Nt Food, azienda toscana, specializzata in prodotti da forno gluten free, realizzata lo scorso luglio (leggi Nt Food: ingresso nel gruppo Morato per continuare a crescere), ha concluso un’altra operazione acquisendo un nuovo stabilimento anche questo dedicato alla produzione di prodotti senza glutine a Bagnacavallo (Ravenna).

L’operazione è stata realizzata attraverso la neocostituita società Nt Industry, detenuta all’80% dalla controllata Nt Food e al 20% dalla Orva di Luigi Bravi, proprietaria del sito oggetto dell’acquisizione e specializzata nella produzione di panificati, anche in versione bio e gluten free.

Dotato di linee produttive con tecnologie innovative, lo stabilimento di Bagnacavallo, assicurerà al Gruppo guidato da Stefano Maza una maggior capacità produttiva, oltre a rafforzarne la presenza in alcuni segmenti di mercato dove già opera con il brand Nutrifree.

Il sito si aggiunge ai 4 del Gruppo già dedicati al senza glutine, permettendo a Nt Food, alla cui guida sono rimaste le socie fondatrici Nicoletta e Giovanna Del Carlo, di rafforzare il proprio ruolo di specialista nei prodotti da forno senza glutine e all’avanguardia nell’ambito delle intolleranze e dei regimi dietetici alternativi, in linea con il piano strategico di crescita di Morato.

Crescita dove il canale fuoricasa gioca un ruolo di peso, pari a circa il 15% del totale del comparto foodservice, che si vuole continuare a incrementare. Più nello specifico, il Gruppo è presente sul canale bar in particolare con i pani morbidi (tramezzini, toast) e sui ristoranti in particolare con i sostituti croccanti, grissini in primis, con tutti brand del suo portfolio.

Per quanto riguarda lo sviluppo sul canale, l’azienda ha intenzione di rafforzare il presidio del foodservice, continuando a spingere sui prodotti in gamma, ma soprattutto andando ad ampliare il portfolio con prodotti e formati pensati per rispondere alle esigenze di un cliente professional che ricerca sempre più soluzioni che coniughino innovazione e performance organolettiche e trasversalità di utilizzo.

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Castagner spinge sulla sostenibilità per aumentare la competitività
Valorizzazione degli scarti, bottiglie più leggere e l’utilizzo della fonte solare le direttrici della strategia della rinomata distilleria veneta per diventare più green e contrastare il caro energia

Qualità fa rima con sostenibilità per la Distilleria Castagner. L’azienda veneta, rinomata per l’eccellenza delle sue grappe, ha intrapreso un percorso per rendere la sua attività sempre più amica dell’ambiente.

Un percorso che ha obiettivi ben definiti, raggiungere alti livelli di autosufficienza energetica, il target è l’80% in tre anni, e ridurre il consumo dei materiali utilizzati per i pack, e dove l’attenzione all’ambiente diventa anche una leva di competitività. Basti pensare che il fabbisogno annuale di metano dell’azienda è di 2,5 milioni di metri cubi: puntare sull’efficientamento e l’autosufficienza energetica significa liberarsi dal condizionamento del prezzo del combustibili, esploso nel corso dell’ultimo anno, per effetto del conflitto in Ucraina e non solo. Prezzo che anche quando questa crisi sarà finalmente risolta, non tornerà più quello di prima. Discorso simile per quanto riguarda vetro e cartone, i cui costi, sempre nell’ultimo anno, sono cresciuti del 50-60%.

Il progetto di economia circolare

L’obiettivo dell’autodufficienza energetica sarà raggiunto attraverso un progetto di economia circolare. Castagner si sta infatti dotando di un impianto di produzione di energia termica che utilizza un combustibile molto particolare: le bucce di uva. In pratica, ad alimentare l’impianto sarà un combustibile che l’azienda ha già in casa, la vinaccia. Una volta distillate le bucce per produrre la grappa, utilizzati i vinaccioli per la produzione di olio, prodotti per la cosmesi e per la farmaceutica, gli scarti saranno essiccati per ottenere il combustibile. Tale soluzione permetterà alla distilleria di coprire il 60-70% del proprio fabbisogno di energia termica nel prossimo anno, per portare tale quota al 70-80% nel 2024.

In tale ottica va anche la realizzazione, già completata, di un impianto fotovoltaico della potenza di 400 kW su 2500 metri quadri di tetti dell’azienda, che consente di generare energia elettrica sfruttando l’irraggiamento solare. Entrato già in funzione l’impianto al momento permette di soddisfare il 20% della domanda di elettricità, percentuale che si vuole incrementare fino al 40%.  Per i due progetti green l’azienda ha pianificato investimenti per circa un milione di euro.

Bottiglie più leggere

Anche il problema dei materiali per le confezioni è stato affrontato. Castagner ha infatti da poco immesso sul mercato le nuove bottiglie, più leggere e quindi più sostenibili perché consentono di risparmiare vetro e di ridurre le emissioni di CO2. le nuove bottiglie pesano infatti 600 g, a fronte degli 800 g di quelle utilizzate finora, con un risparmio del 20-30% di vetro.

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