Imballaggi Alimentari lancia la nuova linea green di Coperchi in carta
L’azienda completa le linee di bicchieri monouso per bevande calde e fredde con una gamma di coordinati, disponibili in due diversi tipi di carta, che rendono green il delivery, l’asporto e il consumo on the go

I Coperchi in carta è la nuova gamma ecologica di Imballaggi Alimentari ideata e creata a completamento delle sue linee di bicchieri in carta per bevande. La nuova linea, uniformandosi al materiale cellulosico dei bicchieri, facilita il consumatore nella raccolta differenziata, agevolando il riciclo dei rifiuti, come prevede la recente direttiva europea.

La gamma Coperchi in carta dell’azienda di Sinalunga, specializzata nella produzione di pack per il fuoricasa, comprende coordinati realizzati con due tipologie di carta differenti: i coperchi in cartoncino bianco e i coperchi Bio-Eco. I coperchi prodotti in cartoncino bianco con rivestimento interno in PE dopo l’uso possono essere riciclati nella carta, contribuendo nell’ottica dell’economia circolare a ridurre sia il consumo di risorse naturali e materie prime sia il quantitativo di rifiuti destinati allo smaltimento.

I coperchi Bio-Eco sono invece realizzati in carta di bamboo e hanno rivestimento interno in PLA. Possono essere gettati nel cestino dei rifiuti organici poiché biodegradabili e compostabili, oppure possono essere anche questi riciclati nella carta. Inoltre questi coperchi, come anche i bicchieri monouso realizzati con lo stesso materiale, sono ecofriendly perché fatti con cellulosa di bamboo, materia prima che aiuta a prevenire la deforestazione, in quanto la pianta ha un ciclo di crescita rapido e spontaneo, ciò permette così di evitare l’inutile abbattimento di alberi ad alto fusto che hanno bisogno di almeno 30 anni per ricrescere.

Imballaggi Alimentari ha sviluppato i suoi coperchi in carta pensando anche alle nuove tendenze di consumo. Ideali per chiudere i bicchieri in carta monouso per bevande calde e fredde, sono perfetti per il delivery, l’asporto e il consumo on-the-go. Sono disponibili sia chiusi, per mantenere il caldo e l’aroma delle bevande come caffè e cappuccino, con foro a beccuccio, perfetti per sorseggiare a passeggio, e con taglio a croce per le bibite con cannucce.

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The Race Club, lo speakeasy di Roma con la charity drink list
Lo speakeasy da sei mesi ha lanciato una charity drink list, con i cocktail abbinati a una causa da sostenere alla quale viene devoluta parte del costo del drink. Già donati oltre 10.000 euro

Non riesce a trattenere le lacrime, Diego Ferracani, mentre racconta quanto sia stato difficile affrontare i mesi di chiusura. Ben 18 per questo speakeasy in via Labicana a Roma, a due passi dal Colosseo, finalista ai Barawards nella categoria migliore rivelazione 2022. «Fra l’apertura dopo le 22 e l’assenza di tavoli all’esterno abbiamo sofferto più di altri locali, alla fine eravamo davvero in ginocchio economicamente e psicologicamente», aggiunge Dario Ferracani, socio e fratello di Diego, comproprietario del The Race Club insieme all’altro partner Fabio Montaruli.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la tragica perdita di uno dei ragazzi del team, Alessandro, bartender sconfitto da un male incurabile a soli 25 anni, nei mesi della solitudine della pandemia. «Ci siamo detti, se riusciamo a ripartire dobbiamo fare qualcosa per gli altri». Anche perché gli altri, cioè i clienti, nei mesi di chiusura avevano aiutato loro a sostenere i costi: «avevamo lanciato una campagna aiuti su Go Found Me dal titolo Un drink oggi per salvarci domani. In pratica chi ci conosceva scommetteva sulla nostra riapertura pre-pagando dei drink. Poiché eravamo stati aiutati noi, sentivamo di dover restituire questa generosità». È così che circa sei mesi fa è partito l’innovativo progetto di una charity drink list, dove ogni cocktail è abbinato a una causa da sostenere, con parte del costo del drink devoluto in beneficienza.

Cocktail che raccontano i progetti da sostenere

Grande l’attenzione alla comunicazione, dalla visibilità su social e newsletter alla parte visual, fino ad arrivare al copy del progetto, intitolato I have a drink: bere bene facendo del bene. Gli stessi cocktail, visivamente, danno un indizio di quale sia la causa da sostenere. C’è per esempio la sacca di sangue che contiene un twist sul Bloody Mary, che viene versato nel bicchiere al tavolo con un rimando alla Croce Rossa. Oppure il drink “azzurro” servito in un bicchiere a forma di riccio di mare per ricordare l’importanza della salvaguardia dei mari. Così come gli Inseparabili, il doppio drink best seller del locale, che piace tanto agli innamorati: «viene servito in due bicchieri a forma di uccellini, che ricordano i pappagallini inseparabili. Ci ha fatto pensare alle difficoltà delle coppie, che sono state messe in crisi da quest’ultimo terribile periodo e abbiamo pensato per questo di donare una quota a un’associazione che opera nel campo dell’igiene mentale».

Molto richiesti anche i mocktail, con ben quattro proposte in carta. «In questo caso ci ha fatto piacere accontentare la richiesta di una casa famiglia di Roma che non voleva essere collegata a drink che contenessero alcol, dal momento che si occupa di minori spesso allontanati dalle famiglie proprio per problemi di abuso di alcol. In pochi mesi siamo riusciti a fare una donazione sufficiente ad allestire la stanza dei giochi per questi bambini».

Donati oltre 10.000 euro

Nei primi sei mesi di esercizio della charity drink list The Race Club ha donato più di 10mila euro ai vari enti benefici coinvolti nell’iniziativa. «È tutto tracciato sul sito, siamo un’associazione culturale, quindi ai nostri clienti che sono anche associati chiediamo l’e-mail in modo da poterli tenere informati sulle nostre attività con la newsletter. Siamo consapevoli che la beneficienza non si debba sbandierare, ma nel nostro caso dichiariamo tutto perché ci teniamo che sia tutto trasparente, visto che indirettamente il cliente ci affida i suoi soldi».

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Al Velvet del Corinthia di Londra torna in scena The Maestro Salvatore Calabrese
Inaugurato ieri sera al Corinthia Hotel di Londra il nuovo bar Velvet. Alla guida del nuovo “destination bar”, con i nuovi interni curati da David Collins Studio, c’è il celebre bartender Salvatore Calabrese, alias “The Maestro”

Velvet, sotto la guida di Salvatore Calabrese e dell’esperto bar manager Christian Maspes, punta a divenire il nuovo teatro del buon bere londinese. Un luogo dove gli attori saranno i cocktail e i bartender gli sceneggiatori dello spettacolo. «Faremo suonare la musica dello shaker», promette The Maestro. «Corinthia London è un hotel glamour e meritava un bar all’altezza del suo prestigio», continua entusiasta Calabrese. «Con Velvet vogliamo celebrare la magia e il teatro dell’ospitalità. Con una lista di cocktail di classici che hanno superato brillantemente la prova del tempo affiancati a modern classics e ai miei signature. Velvet sarà un bar intimo e seducente che, ne siamo certi, diventerà una delle destinazioni più ambite di Londra».

Una drink list tra passato e presente

I cocktail in carta sono in buon equilibrio tra passato (con una sezione dedicata agli Anni Ruggenti) e presente. Ci sono drink realizzati con tutto l’armamentario della modern mixology e qualche colpo di scena a cura di Calabrese. Nella sezione Golden Era Vintage Cocktails troviamo super classici come Sidecar, Jack Rose, Clover Club, Dubonnet proposti con ingredienti originali del tempo. In altre parole, la famosa “Liquid History” di Salvatore Calabrese: cocktail d’epoca con ingredienti d’epoca. Per fare un esempio il Rob Roy è preparato con Johnnie Walker (del 1930 circa), Martini Rosso (del 1970) e Angustura bitters (1950), viene proposto al pubblico a 200 sterline (232 euro circa).

In carta troviamo una selezione di Salvatore’s Signatures, alcune delle sue creazioni più amate e più note – come Breakfast Martini, Negroni Svegliato e Spicy Fifty (22 sterline) – insieme a proposte analcoliche (Piano, Drums, Saxophone e Trumpet, tutti a 14 sterline) e un menu di piccoli piatti fatti per accompagnare l’orchestra dei drink.

La sezione 2020’s Modern Era comprende specialità come Americanello (Bitter Fusetti, succo di melograno, vermouth Mancino Rosso, London Dry soda); Truffle Sazerac (Cognac Rémy Martin Vsop con tartufo, Bulleit Bourbon, Peychaud & Salty orange bittes, sciroppo umami fatto in casa) e Velvet Smash (Tanqueray No. Ten, Acqua Bianca, basilico e succo di limone).

Un bar che celebra la joie de vivre

«Il nuovo bar Velvet celebra la “joie de vivre”. Può essere considerato come un omaggio alla Golden Age dei cocktail, ma con un’attitudine moderna. Gli arredi sontuosi, le tende di velluto fanno parte di un ambiente elegante pensato per l’intrattenimento degli ospiti. Per farli incontrare, divertirsi e scoprire la vera arte dei cocktail». Così ha commentato Thomas Kochs, amministratore delegato di Corinthia Londra.

Velvet sorge al posto dell’ex bar Bassoon del Corinthia London, uno dei più celebri cinque stelle nel centro di Londra. Gli interni sono stati rivisitati dai prestigiosi designer del David Collins Studio. I mobili sono rivestiti in varie tonalità di rosso e royal blue. Su tutto domina il sontuoso tendaggio rosso sul palcoscenico a fianco del banco bar. A conferire all’ambiente un ulteriore tocco glamour c’è il gioco di specchi convessi, l’illuminazione scenografica, le opere d’arte, commissionate al talentuoso artista e illustratore Robson Stannard, posizionate su entrambi i lati del camino di marmo centrale e in tutto il bar.

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L’Accademia del caffè espresso sede dei corsi Aromateller
Si sono svolte le prime giornate presso la sede storica de La Marzocco che ospita le sessioni pratiche del corso di b.farm

In linea con la sua vocazione alla formazione e alla diffusione della cultura del caffè, l’Accademia del caffè espresso Marzocco ha accolto la proposta dei caffesperti Sandro Bonacchi e Andrej Godina di una partnership ufficiale, ospitando i corsi b.farm.

«Chiunque abbia voglia di imparare e specializzarsi sulla filiera del caffè da noi è il benvenuto. Solo con la cultura e la condivisione potremo rendere giustizia a questa meravigliosa bevanda» – ha affermato Nora Smahelov, coffee education leader di Accademia. Da parte sua la location è ideale, come osserva Sandro Bonacchi, perché «oltre ad essere uno spazio bello e accogliente ha tutte le attrezzature a disposizione per i vari moduli formativi. E anche una splendida serra per osservare il caffè dal vivo; qui tutto parla di caffè e fa appassionare alla materia».

In questo contesto si è da poco conclusa il primo corso Aromateller, un percorso professionale che unisce preparazione teorica sulla filiera produttiva e tre giorni di pratica in presenza. Il corso è pensato per formare nuove figure professionali che conoscano la filiera del caffè, ne siano appassionate, sappiano trasmettere quanto appreso e l’entusiasmo per la materia al consumatore finale.

Si prende dunque il via con 24 ore di webinar sulla piattaforma dedicata academy.bfarm.it, alla quale seguono prove ed esami teorici; successivamente si passa alla tre giorni in presenza. La pratica, guidata dal trainer Massimiliano Marchesi, ha fornito le competenze che fanno la differenza se messe in pratica quotidianamente da parte di chi lavora nel settore da barista, da ristoratore, da titolare di locale con la mission della qualità e delle divulgazione per una scelta consapevole del cliente.

Le tematiche affrontate: selezione del caffè crudo e riconoscimento dei suoi difetti, sensory, prove di assaggio in cupping, prove di tostatura, estrazione del caffè in espresso, cenni di latte art, la scelta dei caffè da mettere in carta e il racconto della tazzina al consumatore finale.

Tra i neo promossi del corso, Antonio Zullo di It’s Caffè afferma: «qui ho imparato la cura del dettaglio, l’attenzione alla pratica che fa davvero la differenza, in particolare l’assaggio e il racconto del caffè al cliente». Hanno partecipato anche cinque tra baristi e manager di una nuova caffetteria specialty che aprirà a breve a Napoli, anch’essi soddisfatti di un cammino completo che agevola l’avvio della nuova avventura.

Al superamento del corso i partecipanti ricevono un attestato e la qualifica di Aromateller. 

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