Quattro nuovi manager per Compagni dei Caraibi
Il riassetto manageriale, nel segno della promozione del capitale umano interno dell’azienda, riguarda le aree marketing, comunicazione, operations e innovation

Giri di poltrone in Compagnia dei Caraibi. La società benefit, specializzata nell’importazione, sviluppo, brand building e distribuzione di distillati, vini e soft drink di fascia da premium a ultra-premium e di birre craft italiane, ha avviato un processo di sviluppo manageriale e di valorizzazione delle proprie risorse interne con quattro nuove nomine finalizzate a ottimizzare i processi e incrementare ulteriormente il proprio business sul mercato italiano e internazionale.

I nuovi manager

Marketing, comunicazione, operations e innovation le aree interessate dal riassetto. A guidare la prima, nel ruolo di marketing director, è stata proossa Marta Damini, classe 1983 con oltre 10 anni di esperienza professionale in aziende multinazionali del settore Fmcg (Fast moving consumer goods) durante i quali ha sviluppato competenze trasversali nel customer e nel consumer marketing. La manager si occuperà del coordinamento delle aree di brand management, eventi e advocacy con l’obiettivo di costruire piani di brand integrati in sinergia con la comunicazione e il commerciale. L’obiettivo è l’attivazione on field dei piani di marketing e il posizionamento sempre più vicino all’industry e alla bartender community.

Emanuele Frasson è invece il nuovo chief customer experience, innovation & change officer. Il manager, classe 1984, ha lavorato nel mondo assicurativo, dove ha sviluppato competenze specifiche sulle tecnologie innovative: dalla progettazione di soluzioni technology-driven di valore orientate al cliente allo sviluppo di nuovi prodotti, servizi, modelli di business. E proprio l’innovazione sarà uno dei focus del suo lavoro, con l’obiettivo di creare connessioni tra le diverse aree della società, ridisegnare i processi per poter interpretare la tradizione aziendale con un nuovo approccio e offrire un’experience sempre migliore.

Per il ruolo di chief communication officer è stata scelta Diana Lisci, classe 1982 con 16 anni di esperienza nel settore della comunicazione, con un focus nel segmento food&beverage. Il suo percorso professionale unisce esperienza di agenzia e di azienda, un mix prezioso nello sviluppo di competenze e skills trasversali. Toccherà a lei identificare e guidare toni e contenuti delle diverse aree aziendali e definire strategie mirate per le differenti aree di business, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale aziendale e di costruire uno storytelling efficace e differenziato per media, target e contenuti.

Classe 1981, Alessio Mirani è il nuovo chief operating officer. Il manager ha maturato una forte esperienza nel management in soggetti pubblici e privati del settore umanitario e socio-assistenziale, supportando le organizzazioni nell’analisi e nella validazione dei processi all’interno della catena di comando e controllo, sviluppando competenze nel change management in ottica di efficienza funzionale e organizzativa. Si occuperà di coordinare le attività operative aziendali, quali acquisti/approvvigionamenti, produzione, logistica e l’assistenza clienti post-vendita, puntando a rendere più efficiente e strutturato l’intero workflow aziendale.

Un riassetto all’insegna dei valori di Compagnia dei Caraibi

Il riassetto manageriale è una conseguenza naturale dei grandi risultati raggiunti da Compagnia dei Caraibi negli ultimi anni e dell’importante crescita del suo business che richiede un organico sempre più dinamico per far fronte all’aumento dei brand in portfolio e all’ottimizzazione dei processi. Al tempo stesso conferma l’impegno nel supportare e promuovere il capitale umano del gruppo. Impegno preso nel solco della parità di genere e dell’investimento sulle nuove generazioni, che permette all’azienda di Vidracco di poter contare su un organico con un’età media di 36,8 anni composto per il 47% da figure professionali femminili.

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Cioccolata Bianca al Tè Verde Matcha, la nuova special edition Eraclea
Nasce dall’incontro tra la dolce cremosità della cioccolata bianca e la freschezza del tè verde Matcha la nuova referenza della gamma di cioccolate monodose del brand di Lavazza

Calda, densa profumata e con un insolito, quanto accattivante colore verde. È la Cioccolata Bianca al Tè Verde Matcha, la nuova special edition della tradizionale bevanda per i mesi autunnali e invernali firmata Eraclea. Con questo nuova referenza il brand gruppo Lavazza continua ad ampliare la sua già ricca gamma di cioccolate monodose dai gusti classici o più estrosi, valorizzandone le sue tre anime, fondente, al latte e bianca, declinandole in sempre nuove espressioni pensate per regalare ai clienti bar esperienze di gusto distintive e inattese.

Un’esperienza di gusto in questo caso tutta giocata sul sorprendente incontro tra la dolce cremosità della cioccolata bianca e la freschezza delle foglie di tè verde dalle note delicatamente erbacee. Il tè verde Matcha è uno dei super food più apprezzati dai consumatori e la sua presenza nella formula della cioccolata bianca, cui dona il suo caratteristico colore verde, testimonia ancora una volta dell’attenzione posta da Eraclea verso i nuovi trend di consumo, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze anche di quella parte della clientela bar desiderosa di esplorare nuove frontiere del gusto, sia della fetta di pubblico più giovane e naturalmente portata alla ricerca della novità. Sempre senza rinunciare alla qualità e all’eccellenza del risultato finale in tazza che caratterizza le referenze del marchio.

Facile da preparare, basta aggiungere solo latte o una bevanda vegetale nella cioccolatiera, la Cioccolata Bianca al Tè Verde Matcha è disponibile in confezione da 15 bustine da 30 g l’una con la nuova grafica ispirata alle decorazioni tradizionali delle porcellane cinesi. Bustine vendibili anche singolarmente nei bar per il consumo domestico e la regalistica e ideali per la composizione di confezioni regalo originali e distintive.

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Mare Mio by Gin Mare ripulisce le acque di Capri
Presentati con un video i risultati del secondo anno dell’operazione Mare Mio by Gin Mare in collaborazione con Marevivo Onlus.

Grande successo del progetto Mare Mio by Gin Mare volto a ripulire le acque del mare di Capri. Il celebre Mediterranean Gin ha così voluto supportate questa meritoria operazione ecologica visto che parte del suo successo è dovuto alla aromatizzazione con i Limoni di Capri/Sorrento Igp. Creato dalla spagnola Vantguard, recentemente Gin Mare è passato in proprietà all’americana Brown-Forman, mentre la distribuzione è rimasta a Compagnia dei Caraibi.

La presentazione dei risultati del secondo anno del progetto Mare Mio by Gin Mare (in collaborazione con Marevivo Onlus) a cura dell’agenzia SpoonGroup, è avvenuta a Casa Lago di Milano, con un apposito video “Capri sott’acqua” presentato dall’eco-sub Marco Spinelli. Presenti Cristina Dotti, Marketing Manager e Cristina Gutierrez Mora, Sales Analyst di Brown-Forman Italia.

Sono circa 600 kg i rifiuti raccolti e sottratti dalle acque che circondano l’isola di Capri, la perla del Mediterraneo.
Il progetto Mare Mio promosso da Gin Mare consiste nel ripulire le acque e le grotte capresi dai rifiuti emersi, da maggio a settembre 2022 di prima mattina ha effettuato regolari uscite in mare con un gozzo, l’imbarcazione tipica di Capri usata da secoli dai pescatori isolani.

Avviata nel 2021, l’operazione Mare Mio quest’anno si è arricchita della collaborazione di Marevivo, l’associazione nazionale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, con più di 30 anni di esperienza nella tutela dei mari e delle sue risorse. Questa partnership ha permesso di analizzare e catalogare i rifiuti e provvedere al corretto smaltimento.

L’analisi e la mappatura del materiale raccolto hanno messo in evidenza l’abbondante e predominante presenza della plastica che rappresenta oltre 1/3 della quantità dei rifiuti rinvenuti. Gli oggetti più diffusi sono stati i materiali come incarti di caramelle e patatine, cannucce, forchette, coltelli, cucchiai, sacchetti, contenitori e bottiglie di plastica, tra i ritrovamenti ricorrenti anche gli attrezzi da pesca come lenze e reti abbandonate.

Un risultato che colpisce e fa riflettere su quanto ancora ci sia superficialità nell’agire di tutti noi quando si buttano inavvertitamente piccoli oggetti in acqua che hanno però un grande impatto sull’ecosistema senza pensare al dovere di salvaguardare l’ambiente a favore delle generazioni future. Generazioni coinvolte grazie alla collaborazione tra Mare Mio e Marevivo, che hanno promosso a fine agosto una giornata dedicata alla pulizia del mare con l’aiuto di volontari armati di canoe e retini.

Questa call to action non si è fermata all’offline, ma ha animato per tutto il periodo estivo anche i canali social e coinvolto la community digitale di Gin Mare, per sensibilizzare, educare e sottolineare ancora una volta l’obiettivo del marchio volto alla cura e alla preservazione del Mar Mediterraneo, a cui deve la sua essenza.

A corollario di questa importante attività, Gin Mare ha realizzato un documentario-video dal titolo “Capri sott’acqua”, un racconto del videomaker e social activist Marco Spinelli. Il documentario è dedicato al racconto dell’ambiente marino caprese e delle specie che popolano il Mare nostrum e vuole essere anche un manifesto per promuovere pratiche etiche e consapevoli volte a preservare e mantenere un equilibrio a salvaguardia di noi stessi e del nostro ecosistema. Con questo progetto Gin Mare va ad arricchire la web serie “Voci di Capri” lanciata lo scorso anno, dove si dipinge l’autenticità dell’isola attraverso i racconti di alcuni dei suoi abitanti più rappresentativi. Da oggi si potrà vivere e scoprire anche com’è Capri sott’acqua.

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Barawards, i protagonisti: Chiara Bergonzi
Intervista alla vincitrice del Premio Brand ambassador Coffee&more dell’anno a Barawards 2021: «È fondamentale fornire dei contenuti: ricette, tutorial, consigli. Con costanza»

Non solo miscelazione. La piacentina Chiara Bergonzi, trentasette anni, è stata premiata come Brand ambassador dell’anno nel segmento caffè, dimostrando l’evoluzione e l’allargamento del settore. Se l’idea di brand ambassador è quasi sempre associata con il mondo del bar notturno (distillati, liquori), la caffetteria sta stabilmente appropriandosi di dinamiche simili: «Paradossalmente, è una figura cresciuta enormemente in tempo di pandemia. Con le chiusure, l’attività è esplosa nel digitale, per cui è andata rendendosi sempre più utile una buona comunicazione, con figure di riferimento». Adesso, inoltre, il mondo dell’ospitalità si sta rendendo conto dell’importanza di un caffè di qualità, che richiede anche una formazione di livello: «Il caffè richiede competenza. Il comparto Horeca necessita di tecniche e consigli di cui il consumo di caffè casalingo non ha bisogno; è per questo che la figura del brand ambassador si fa strada, noi ad esempio organizziamo anche tour professionali, training».

Bergonzi è ormai da 15 anni protagonista del settore: già a ventidue anni passò dal gestire una caffetteria propria a un locale che le permise di avvicinarsi anche agli aspetti gestionali e manageriali, fino all’approccio con la latte art, cui è stata introdotta dal guru Luigi Lupi. Dal 2012 al 2014 tre titoli nazionali di specialità consecutivi, poi una sequela di certificazioni e successi (nel 2021 è capogiudice internazionale per la Specialty Coffee Association): nel 2018 fonda la microroastery LotZero a Milano, ed è autrice di due libri editi da Heopli.

Ma cosa rende un brand ambassador del caffè, una figura valida? «Serve una comunicatività di alto livello, è la prima cosa che penetra nell’impatto con il consumatore. Al tempo stesso è fondamentale contribuire all’esperienza, fornire dei contenuti: non si tratta solo di aspetto o packaging, ma di ricette, tutorial, consigli. E poi sicuramente la costanza: rappresentare un brand o un prodotto significa essere presenti sempre, credere negli stessi valori e farli propri».

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All’Accademia Trucillo selezionati i primi finalisti Sca Italy
Dopo tre anni riprendono le selezioni per il concorso nazionale Sca Italy sulle nuove proposte per il caffè. La Tappa Sud è stata organizzata presso Accademia Trucillo di Salerno. Finalissima al Sigep 2023 di RiminiFiera.

Si è tenuta all’Accademia Trucillo (nella sede di Caffè Trucillo) a Salerno la Tappa Sud della gara nazionale organizzata da SCA Italy (Specialty Coffee Association) dedicata ai nuovi utilizzi del caffè. Dopo tre giorni di confronti, i quattro vincitori di categoria sono: Arianna Peli (Barista), Stefano Cevenini (Latte Art), Andre Tomassi (Brewers) e Marco Poidomani (Coffee in Good Spirits).
Confermato anche il prossimo appuntamento (Tappa Centro) che si terrà il 23-24-25 novembre presso la sede di Simonelli Group a Belforte del Chienti (Macerata). I selezionati delle varie tappe si ritroveranno insieme per la Finale Nazionale Sca Italy in programma dal 21 al 25 gennaio 2023 al Sigep di RiminiFiera.

Sono stati tre giorni di gare serrate sotto gli attenti occhi di nove instancabili giudici come Chiara Bergonzi (capo giuria), Francesca Bieker, Fosca Vezzulli, Andrea Faggiana, Jonathan Bruno, Andrea Alberghini, Marco Aloy, Simone Cattani ed Errico Stigliano che hanno osservato, analizzato, assaggiato le realizzazioni a base di caffè e hanno infine emesso i loro insindacabili verdetti.

La giuria tra Antonia Trucillo e Alessandro Coda

Il primo giorno di gara nella stupenda cornice della scuola di caffè salernitana ha visto protagonisti i concorrenti nella disciplina BARISTA: Arianna Peli, Federico Pinna, Giacomo Sciacca e Riccardo la Venia, Grazia Capasso, Elena Cioce e Carolina Cascino.
La gara ha richiesto ai baristi di mettere alla prova le proprie abilità ed eseguire diverse preparazioni attraverso l’uso di tecniche innovative.
Dopo il verdetto dei giudici, il primo posto è stato assegnato ad Arianna Peli che insieme a Federico Pinna, Giacomo Sciacca e Riccardo La Venia gareggeranno a Rimini.

Il secondo giorno è stato dedicato a LATTE ART: i concorrenti Stefano Cevenini e Michele Intravaia hanno dimostrato abilità nella creazione di disegni artistici in tazza. Le tazze di Stefano Cevenini hanno convinto i giudici, conquistando il primo posto, che insieme al secondo classificato Michele Intravaia gareggerà a Sigep 2023.

Il terzo e ultimo giorno è stato suddiviso tra due discipline: BREWERS e COFFEE IN GOOD SPIRITS. La prima è una competizione che si concentra sui metodi alternativi di estrazione, i cosiddetti “metodi filtro”. I giudici valutano l’aspetto sensoriale del caffè presentato per aroma, acidità, corpo, bilanciamento e aftertaste e successivamente confrontano quello che loro hanno trovato all’assaggio con quello che il concorrente ha dichiarato. Il primo posto è stato assegnato ad Andre Tomassi, il secondo a Maria Giovanna Coppola, entrambi qualificati per Sigep 2023.

Infine, l’ultima gara COFFEE IN GOOD SPIRITS, ha visto i concorrenti Marco Poidomani e Giorgio Gervasoni sfidarsi in una disciplina affascinante che coniuga il mondo del caffè e quello del bartending, per creare delle bevande classiche o di fantasia. In dieci minuti hanno preparato due Irish Coffee e due cocktail a base di caffè caldo e alcolici. Marco Poidomani ha convinto i giudici che lo hanno dichiarato vincitore.

Commento della giuria:«Drink ispirati al Natale, il primo caldo con i simboli del Natale boreale con sciroppo al panettone brandy, il secondo freddo dedicato all’emisfero australe con riferimento e utilizzo di prodotti di Salerno tra cui gin e limone».

«Siamo particolarmente contenti dell’energia che abbiamo sentito in questa tappa all’Accademia Trucillo – ha dichiarato Alessandro Coda, coordinatore eventi Sca Italy – il primo evento dopo tre anni di fermo con una novità importante come la prova con le bevande a base vegetale. Abbiamo voluto essere innovativi perché il trend di richiesta di queste bevande è in fortissima crescita».

«Vedere tanti giovani mettersi in gioco – ha commentato Antonia Trucillo, marketing manager e Direttrice Accademia Trucillo – è stato emozionante vedere la determinazione, l’entusiasmo, il coraggio e il grande livello di preparazione. Molti erano alla loro prima esperienza di gara e questo ha fatto riemergere forte la vitalità di un settore che siamo felici di aver potuto ospitare come Accademia».

Antonia Trucillo e Alessandro Coda di Sca Italy

All’evento hanno contribuito il main sponsor Brita Italia (filtri per acqua), e alle altre aziende sostenitrici: Alpro (bevande vegetali), BWT Italia (trattamento acqua), Centrale del Latte di SalernoCupiello (croissanterie), DM Italia (drugstore), Muma Gin, Valrhona (cioccolato).

Passione e processi d’avanguardia per Caffè Trucillo

La Tappa Sud è risultato un evento molto importante, sia per le moderne strutture messe a disposizione dall’Accademia Trucillo sia per l’impegno dedicato dai diversi componenti della famiglia proprietaria della torrefazione salernitana, da Fausta Colosimo Trucillo al general manager Francesco Giordano. Decisiva, inoltre, è stata la presenza di vari professionisti della scena nazionale e internazionale del caffè come il neozelandese globe-trotter Damian Burgess, alle coffee specialist Jessica Sartiani e Chiara Bergonzi che, con le loro dimostrazioni e workshop, hanno animato le giornate e smorzato la inevitabili tensioni da gara.

Jessica Sartriani, Damian Burgess e Antonia Trucillo

Fondata nel 1998, Accademia Trucillo è diventato un importante centro internazionale di formazione professionale per il mondo caffè del canale bar, ristorazione e ospitalità. A oggi sono stati oltre diecimila gli operatori del settore che hanno frequentato lezioni e corsi dell’Accademia. La sua costituzione è stata fortemente voluta da Fausta Colosimo Trucillo, moglie dell’ad Matteo Trucillo, subentrato al fondatore Cesare (1950) negli anni Ottanta, insieme ai fratelli Umberto, Matteo e Vittorio. Oggi sta entrando in attività la terza generazione Trucillo con Antonia (formazione e marketing), Andrea (processi produttivi) e Cesare jr (export). L’Accademia si ispira agli stessi principi etici della torrefazione Caffè Trucillo che fin dall’origine ha puntato su prodotti di alta qualità senza compromessi. Per esempio l’azienda rifiuta da sempre di fornire macchine da caffè in comodato (pur essendo concessionaria locale di La Cimbali/Faema) o di legare i clienti con servizi finanziari basati su contratti in esclusiva e a lunga scadenza.

Da sinistra, Cesare, Antonia, Fausta, Matteo e Andrea Trucillo

Con un investimento di circa 15 milioni di euro, nel 2016 è stato inaugurato il nuovo e moderno stabilimento che dispone di circa 10mila mq, 5mila dei quali coperti, nella zona industriale di Salerno. Nella stessa sede trovano casa comune le linee di produzione, l’Accademia, la Coffe Lounge, il Coffee Lab e il Coffee Shop.

In particolare il Coffe Shop è stato realizzato in un grande ambiente vetrato, con un grande bancone non alto e senza pedane, con una pianta a T che si collega con la zona Coffee Lounge. Su di esso sono state installate sia moderne macchine per caffè espresso La Cimbali/Faema, sia macchine per le varie estrazioni brewing di caffè filtro.

Da dicembre 2019 è entrato in funzione un moderno impianto fotovoltaico da 100 kWp che, attraverso 350 pannelli, consente una produzione di 134mila kWh/anno che soddisfa oltre il 75% del fabbisogno energetico aziendale, con una riduzione di Co2 pari a 49mila kg all’anno.

Il detto “La qualità si fa sul campo” è ampiamente seguito da Caffè Trucillo. La selezione dei caffè verdi Arabica e Robusta viene fatta direttamente nei Paesi di origine dei tre continenti con appositi viaggi coordinati da Antonia Trucillo e Damian Burgess.  Il controllo di filiera viene realizzato dal Coffee Lab per dare vita a una gamma di una decina di miscele, in grani e macinate, tostate con metodo a convenzione per una torrefazione uniforme. Ogni fase del processo rispetta le procedure del sistema Uni En Iso 9001:2015 e il caffè viene certificato dall’Istituto dell’Espresso Italiano, di cui Caffè Trucillo è tra i fondatori. Da segnalare per il canale horeca le miscele certificate BIO Bar.

Caffè Trucillo serve oltre 2mila locali in Italia, con una forte presenza in provincia dei Salerno, nell’area tirrenica, in Lombardia e Trentino, più una forte espansione in 40 Paesi di tutto il mondo (oltre il 70% della produzione), dal Medio Oriente (Egitto in particolare) con coffee shop a marchio a Dubai, all’Est Europa, alla costa atlantica del Nord America, alle Maldive e alla Corea.

Un’attenzione particolare è stata data anche al design minimalista delle confezioni e al materiale di servizio (in primis la tazzina espresso da 25 ml), caratterizzato dal payoff “True Italiano” per sottolineare il carattere vero, autentico e senza fronzoli delle caffè italiano di alta qualità. Matteo Trucillo ama affermare :”Se sei una persona di qualità, farai sicuramente un prodotto di qualità. Il nostro caffè è la semplice prova di ciò in cui crediamo”.

 

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