Barawards, i protagonisti: Mattia Capezzuoli
Intervista al vincitore del Premio Roner Bartender dell’anno a Barawards 2021: «Il premio è un evento straordinario, che certifica la bontà del lavoro ordinario»

Una doppietta che certifica professionalità e dedizione. Già premiato nel 2020 come Bartender Under 30 dell’anno, Mattia Capezzuoli del Camparino in Galleria si è aggiudicato il titolo di Bartender dell’anno per il 2021. Romano, trentun anni a maggio, è approdato alla Sala Spiritello, nell’icona dell’aperitivo milanese dopo un pellegrinaggio di formazione che lo ha visto al bancone del The Botanical e dello speakeasy 1930. Oggi è il braccio destro di Tommaso Cecca, con il quale ha contribuito a portare il Camparino in Galleria al 27esimo posto nella classifica 2021 dei World’s 50 Best Bars (nel 2022 è al numero 73): «Un anno estremamente positivo per me e per tutto il team, ricco di viaggi ed esperienze che mi aiutano nella crescita personale e professionale. Il premio è stato inaspettato, non avrei mai pensato di riuscire a confermarmi: questo dimostra come la figura del bartender può evolvere con il tempo».

Con già una dozzina d’anni di bagaglio, Capezzuoli descrive una professione che negli ultimi due lustri ha visto un grande balzo di considerazione: «Siamo passati dal vedere il bartender come un lavoratore da discoteca, che versa e serve quasi senza precisione, a una posizione che invece racchiude cultura merceologica, conoscenza tecnica e scientifica, un approccio personale che guidi l’ospite verso nuove esperienze». L’evoluzione dei tempi ovviamente aiuta: «È cambiata la comunicazione, è più facile informarsi e di conseguenza la ricerca è molto più approfondita: in generale, il bartender inizia a essere visto come qualcuno che può trasmettere delle informazioni e dei contenuti, non più solo qualcuno che prepari da bere». Il premio è il coronamento di un lavoro che prosegue nel quotidiano: «I riconoscimenti e le classifiche fanno ovviamente piacere, ma è con la costanza di ogni giorno che un professionista dimostra quanto vale. Un premio è un evento straordinario, che certifica la bontà del lavoro ordinario».

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I 110 anni di Gruppo Cimbali tra innovazione responsabilità e inclusività
Una realtà in crescita, attenta ai giovani e all’ambiente, celebra l’anniversario con il restyling di Mumac che rinnova il 30% delle apparecchiature esposte

Gruppo Cimbali ha festeggiato 110 anni dalla fondazione e contemporaneamente i 10 anni dalla nascita di Mumac, il suo museo d’impresa che accoglie la più grande esposizione permanente dedicata alla storia e alla cultura della macchina espresso professionale.

I termini responsabilità, inclusività e tecnologia sono stati più volti richiamati nei discorsi che hanno accompagnato l’incontro insieme a una grande attenzione ai giovani. A cominciare dal presidente Maurizio Cimbali che ha sottolineato come negli ultimi anni si sia investito molto su di loro.

L’Azienda che dà lavoro a 850 persone, di cui il 30% lavora all’estero, ha visto l’ingresso di numerosi under 35 di 10 nazionalità diverse. Il Gruppo è in crescita sia per linee interne sia grazie ad acquisizioni (le più recenti sono state l’americana Slayer nel 2017 e la veneta Keber, produttrice di macine, nel 2019), e guarda al futuro con fiducia, consapevole di dovere affrontare numerose sfide tecnologiche (l’innovazione è un elemento base per la crescita), ponendo una crescente attenzione alla sostenibilità e all’impegno sociale. Tutto ciò con umiltà, ovvero con la capacità di ascoltare e di mettersi in gioco per fare meglio e di più.

Maurizia Cimbali, amministratore delegato del Gruppo, ha posto l’attenzione su Mumac – Museo della macchina per caffè, che vede rinnovato il suo assetto espositivo e ora accoglie nuove macchine da collezione in uno spazio che è un riferimento per gli appassionati del mondo del caffè e del design. La sua missione è sviluppare la cultura del caffè, un impegno che rivolge sia all’interno – i dipendenti – sia all’eterno, coinvolgendo professionisti, coffee lover e curiosi. È stato anche ricordato come gli spazi che hanno accolto gli ospiti, furono destinati ad hub vaccinale tra marzo e agosto 2021.

Presente e futuro. Tornando all’innovazione, sono oltre 60 i professionisti del reparto R&D (l’investimento previsto per il 2023 sullo sviluppo del prodotto è oltre il 5% del fatturato) che  lavorano ogni giorno per progettare e sviluppare macchine ad elevate prestazioni. Tutte le attività si svolgono in-house e si riflettono nei 66 brevetti che l’azienda possiede, 19 dei quali depositati negli ultimi tre anni. Tra le tecnologie all’avanguardia vi è il Naso Elettronico, che ha vinto il Premio Innovazione Smau 2021: un software in grado di identificare le miscele attraverso un algoritmo di Intelligenza Artificiale; e, ancora, l’interazione touchless con Cup4you – Evo, un’applicazione che, attraverso una connessione Wi-Fi, offre una nuova interazione con le macchine superautomatiche. La sostenibilità è il filo rosso che collega tutte le attività che Gruppo Cimbali propone.

Mumac si rinnova. Il polo nato dieci anni fa per tutelare il patrimonio di un importante settore del made in Italy è un hub culturale con quattro poli: Mumac, Museo della macchina per caffè, con l’esposizione delle collezioni Cimbali e Maltoni; Mumac Library, biblioteca storica del caffè; Hangar 100, uno spazio annesso multifunzione per esposizioni temporanee. Il primo ospita 100 pezzi delle collezioni Cimbali e Maltoni e ha visto rinnovato un 30% delle apparecchiature esposte grazie al supporto del collezionista Enrico Maltoni, tra cui spiccano una macchina a vapore La San Marco a colonna prodotta nel 1929 a Udine e una Eterna a due gruppi della serie Zenith del 1952. Il suo progetto di riorganizzazione è stato affidato ai designer Antonella Andriani e Ambrogio Rossari con l’obiettivo, ha spiegato Barbara Foglia, Mumac manager, «di diventare sempre più museo per tutti, con lo sguardo volto alla responsabilità, sia sociale sia culturale, d’impresa». Il restyling si è sviluppato su canoni di responsabilità sociale, culturale e ambientale, riutilizzando il più possibile il materiale esistente; l’inclusività è l’orientamento che ha portato ad allargare lo sguardo ai bisogni di visitatori con difficoltà di accesso ai contenuti, ora disponibili a più livelli di lettura e approfondimento; infine l’interazione, a cominciare dall’esterno dove accoglie gli ospiti una tazzina bianca di dimensioni enormi. Gli spazi espositivi sono stati integrati con un apparato di QRcode grazie a cui i visitatori possono approfondire la conoscenza delle macchine per caffè attraverso descrizioni, fotografie d’archivio e video, curiosità e dettagli custoditi nella Mumac Library. La riapertura del Mumac è avvenuta domenica 23 ottobre.

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