Tre italiani tra i The World’s 50 Best Bars (dal 51 al 100)
Camparino in Galleria a Milano, The Court e Freni e Frizioni a Roma i cocktail bar nella lista che piazzano l’Italia al secondo posto in Europa per numero di locali presenti

Mentre cresce l’attesa per conoscere la classifica dei migliori 50 bar del mondo, che sarà svelata nella cerimonia di premiazione il 4 ottobre a Barcellona, per la prima volta quindi non a Londra, è arrivato il primo verdetto World’s 50 Best Bars. La The World’s 50 Best Bars Academy, il panel composto dai 650 esperti di bevande che redige la classifica, ha infatti reso nota la lista dei locali che occupano le posizioni dal 51 al 100 (che pubblichiamo in calce). Lista che riserva una buona notizia per l’Italia, con tre nostri locali presenti: il Camparino in Galleria di Milano piazzatosi al 73° posto, seguito da due locali romani, The Court al 77° posto e Freni e Frizioni all’86°.

Un buon risultato, nonostante lo scorso anno i locali in nella stessa classifica fossero 4 (leggi Quattro italiani (di 4 città) nei The World’s 50 best bars (dal 51 al 100): perché è una buona notizia) e qualche perdita di posizione: Il Camparino si era piazzato al 27° posto e The Curt al 64°. Un risultato che colloca il nostro Paese tra quelli più rappresentati in Europa, al pari della Francia e dietro il Regno Unito, in testa alla classifica continentale con 4 locali, tra i quali lo Schofield’s Bar di Manchester, il primo non situato a Londra o Edimburgo. Europa che si conferma una delle roccaforti della mixology, con 16 locali in lista in 10 città: dato che fa risaltare ancora di più il risultato italiano, in attesa di soddisfazioni ancora maggiori che magari potrebbero arrivare dalla classifica dei primi 50 posti.

Altro elemento da sottolineare per quanto riguarda l’Europa è la presenza per la prima volta in classifica di un locale cipriota, il Lost & Found di Nicosia (81°) e dell’Est, grazie alle new entry Antique American Bar di Bratislava (91°) e Kraków’s Tag di Cracovia (97°).

Qualità in crescita in tutto il mondo

Ampliando lo sguardo, la lista delle posizioni dalla 51 alla 100 include locali di 32 città di tutto il mondo. La parte del leone spetta a Singapore, che piazza in lista ben 8 locali, sui 14 totali dell’area Asia e Medio oriente, la seconda in totale per numero di presenze in lista a testimonianza della forte crescita della miscelazione in questa parte del mondo.

Sono 11 invece i cocktail bar dell’area Americhe, 4 dei quali con sede negli Usa. Ma per quanto riguarda quest’area, da sottolineare la bella performance dei locali del Messico, con il Brujas di Città del Messico (64°) e la new entry Zapote Bar (98°) di Playa del Carmen, ma soprattutto dell’America Latina, con 4 presenze: il Presidente di Buenos Aires (61°), il Tan Tan di San Paolo (62°), seguiti da due debuttanti dalla Colombia, El Barón di Cartagena (66°) e La Sala de Laura di Bogotá (70°).

Così come da sottolineare la crescita esponenziale di aree ritenute fino a poco tempo fa periferiche del mondo mixology. È il caso del Sudafrica, presente con ben 4 locali: Cause Effect Cocktail Kitchen (53°), Art of Duplicity (88°) e The House of Machines (92° tutti di Città del Capo ail quali si aggiunge il Sin + Tax di Johannesburg (100°). Conclude la presenza africana l’Hero Bar di Nairobi (68°).

THE WORLD’S 50 BEST BARS 2022 (dalla 51 alla 100)

51
Sago House
Singapore
52
Barro Negro
Athens
53
Cause Effect Cocktail Kitchen
Cape Town
54
La Factoría
Old San Juan
55
28 HongKong Street
Singapore
56
Quinary
Hong Kong
57
MO Bar
Singapore
58
Mimi Kakushi
Dubai
59
Schofield’s
Manchester
60
Caretaker’s Cottage
Melbourne
61
Presidente
Buenos Aires
62
Tan Tan
São Paulo
63
The SG Club
Tokyo
64
Brujas
Mexico City
65
Analogue
Singapore
66
El Barón
Cartagena
67
Atlas
Singapore
68
Hero Bar
Nairobi
69
No Sleep Club
Singapore
70
La Sala de Laura
Bogotá
71
Tjoget
Stockholm
72
Three Sheets
London
73
Camparino in Galleria
Milan
74
Nutmeg & Clove
Singapore
75
Side Hustle
London
76
Candelaria
Paris
77
The Court
Rome
78
Röda Huset
Stockholm
79
Vesper
Bangkok
80
Dead End Paradise
Beirut
81
Lost & Found
Nicosia
82
Indulge Experimental Bistro
Taipei
83
Bar Goto
New York
84
Le Syndicat
Paris
85
Danico
Paris
86
Freni e Frizioni
Rome
87
Re
Sydney
88
Art of Duplicity
Cape Town
89
Donovan Bar
London
90
Republic
Singapore
91
Antique American Bar
Bratislava
92
The House of Machines
Cape Town
93
Mace
New York
94
Sweet Liberty
Miami
95
The Bamboo Bar
Bangkok
96
The Dead Rabbit
New York
97
Tag
Kraków
98
Zapote Bar
Playa del Carmen
99
Tesouro
Goa
100
Sin + Tax
Johannesburg

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Al via le finali Wcc, con Pavoni e Vannelli in gara
Prendono il via oggi le competizioni del World Coffee Championship, al cui interno l’Italia sostiene i campioni nazionali Baristi e Brewers

Prende il via oggi e si concluderà venerdì 30 settembre il WCC – World Coffee Championship organizzato da Sca e ospitato dal Melbourne International Coffee Expo (Mice): oltre 100 campioni nazionali provenienti da tutto il mondo si confronteranno tra loro. L’Italia ha un positivo ricordo proprio in questa città australiana, dove nel 2013 Francesco Sanapo si aggiudicò il sesto posto nella gara Baristi.

Tra i concorrenti ci sono due campioni nazionali: Matteo Pavoni e Giacomo Vannelli. A pochi giorni dalla partenza, si sono incontrati a Milano presso The Pure Cafè, davanti al quale hanno scattato la foto che ha aperto questa notizia: si sono confrontati, hanno assaggiano l’uno il caffè dell’altro, apprezzandolo e ripromettendosi di sostenersi a vicenda prima e durante le competizioni.

Matteo Pavoni concorre nella finale WBC – World Barista Championship. Proseguirà il tema affrontato nel corso della finale italiana nell’ambito dell’ultimo Sigep, ovvero la degasatura del caffè, portando un approfondimento rispetto alla gara nazionale: il risultato di una serie di analisi effettuate sul caffè in collaborazione con un’università americana. «Per quanto riguarda la gara sono molto tranquillo – ci ha confidato -: so che il lavoro fatto in questi mesi ha un valore e avere l’opportunità di parlarne sullo stage mondiale per me è un riconoscimento enorme».

Da parte sua, Giacomo Vannelli si cimenta nella World Brewers Cup – Wbcr con un caffè che vuole spiegare molto bene («l’analisi è un’arte fondamentale» – ha affermato), condividendo al meglio la sua descrizione con i giudici. Di nuovo darà alla prima parte dell’estrazione uno shock termico facendo poggiare la base del server su una superficie molto fredda: alcune ricerche evidenziano come ciò aiuti a mantenere molti più aromi volatili all’interno della tazza. «Sono emozionato e fiducioso ed anche sotto pressione: l’organizzazione, tutto ciò che bisogna fare prima di arrivare in gara è complesso e chiede molta energia; mi aiuterà il mio team – ci ha detto -. Mi avvicino alla gara con un grande entusiasmo, nonché con serietà e responsabilità, cercando di mantenere quella sana pazzia che sa fare la differenza».

Tra i giudici ci saranno Davide Cobelli, Lauro Fioretti, Luca Ventriglia ed Enrico Wurm.

A tutti l’augurio di giornate positive, grazie anche al sostegno dei tifosi italiani presenti e dei numerosi in collegamento online.

Primi finalisti Roasting

Frattanto hanno preso il via le prime tappe della lunga stagione di competizioni organizzate da Sca Italy. La prima delle tre gare Roasting si è svolta da Pierre Cafè a Gravina di Puglia (BA): si è classificato primo Emanuele Bernabei e secondo Micheal Angelini, che gareggeranno alla finale di Sigep 2023.

I prossimi appuntamenti Roasting:

12-13-14 ottobre presso IMF a Occhiobello, Rovigo,

15-16-17 novembre presso La Milanesa Torrefazione Caffè a Gallarate, Milano.

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