Continuano a volare le vendite di Campari Group
Continua a macinare grandi performance Campari Group: nel primo semestre di quest’anno le vendite sono cresciute del 25,6% sullo stesso periodo del 2021. A tirare la volata i brand di aperitivi

Continua a inanellare performance molto positive Gruppo Campari. Dopo gli ultimi risultati del 2021 (leggi Boom delle vendite per Gruppo Campari nel 2021), anche la prima metà dell’anno in corso regala grandi soddisfazioni, come mostrano i dati della relazione semestrale al 30 giugno, che raccontano di una crescita a doppia cifra di tutti gli indicatori finanziari. A partire dalle vendite, che hanno toccato quota un miliardo e 256,9 milioni di euro, in crescita del 25,6% sul primo semestre dello scorso anno e di ben il 45% rispetto al primo semestre 2019, confronto quest’ultimo ancora più significativo considerando che si tratta dell’ultimo anno pre-Covid.

L’ulteriore balzo delle vendite si è riflesso sugli utili, pari a 220,2 milioni, anche in questo caso con un significativo incremento, pari al 40,4%, rispetto ai primi sei mesi del 2021.

A tali risultati ha contribuito «in particolare il portafoglio ad alta marginalità degli aperitivi nei mercati Europei, grazie a una dinamica molto positiva dei brand, e alla forte ripresa del canale on-premise. La performance positiva è stata amplificata anche dalle condizioni climatiche molto favorevoli e dagli aumenti di prezzo», ha sottolineato Bob Kunze-Concewitz, ceo di Campari Group. Ma non solo, perché tutti i brand, con qualche rarissima eccezione, sono stati protagonisti di un’importante crescita delle vendite.

Ottime performance per i brand globali

Andando più nel dettaglio, le vendite dei brand a priorità globale hanno registrato una crescita del 22,2%. Su tutti Aperol cresciuto del 37,3%, grazie ai mercati chiave come Italia (+35,4%), Germania (+54,7%), Francia (+39,6%), Spagna (+206,8%), e Stati Uniti (+20,7%), con risultati notevoli anche su tutti gli altri mercati Europei: risultato frutto della capacità di conquistare nuovi consumatori nel canale fuoricasa, ma anche dei consumi a casa, che restano sostenuti. Notevole anche la performance di Campari, che ha registrato un +32%, anche in questo caso grazie alla crescita delle vendite in tutti i mercati principali, Italia (+48,1%), Stati Uniti, Brasile, Giamaica, Germania, Nigeria e Spagna, che continua a beneficiare della domanda di cocktail quali Negroni, Americano e Boulevardier, e del successo del Campari spritz.

Sostenuto anche l’andamento di Wild Turkey (+18,1%), principalmente grazie al suo mercato chiave, gli Stati Uniti, ma anche dell’Australia e della Corea del Sud. Così come quello del portafoglio di rum giamaicani (+15,6%), guidato dal trend favorevole nella categoria del premium rum.

Stabili sono rimaste le vendite di Grand Marnier, che hanno risentito di una base di confronto sfavorevole nel secondo trimestre nel mercato principale degli Stati Uniti e di limitazioni sulla disponibilità del vetro. Unico neo il calo di Skyy (-4,1%) a causa della contrazione delle vendite negli Usa e in Cina, in parte mitigata dagli altri mercati internazionali.

Creacita a due cifre anche per i brand regionali

L’incremento delle vendite ha interessato anche i brand a priorità regionale, +22,6%. A spiccare in questa categoria è la crescita a doppia cifra di Espolòn (+20,3%), legata al suo mercato principale, gli Stati Uniti, ma supportata anche dall’aumento del prezzo. A doppia cifra anche la crescita di Crodino, grazie alla performance sostenuta in Italia, suo principale mercato, e di The GlenGrant, spinta dalla premiumisation del portafoglio, in particolare in Corea del Sud e in Cina. Un andamento positivo hanno registrato anche gli altri marchi che includono le specialità italiane, quali i vermouth Cinzano, gli spumanti Cinzano, Mondoro e Riccadonna e Aperol Spritz ready-to-enjoy.

Bene anche i marchi locali

Più contenute, ma sempre su ottimi livelli le performance dei brand a priorità locale, le cui vendite sono salite del 6,9%. Performance legate in particolare al buon andamento di Campari Soda, Wild Turkey ready-to-drink, Skyy ready-to-drink e Cabo Wabo. Ha rallentato invece X-Rated penalizzato dall’andamento negativo del mercato cinese in seguito ai lockdown temporanei.

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L’estate calda fa esplodere la domanda di caffè freddo
Nel mondo i prodotti iced piacciono sempre più e sono molto ricercati in una stagione calda come l’attuale. Il punto della situazione e due ricette

Il freddo è un trend nato e in decisa crescita negli Stati Uniti, che avanza nelle caffetterie di tutto il mondo. Lo aveva evidenziato Allegra nel suo report Project Iced Usa 2020, e oggi lo conferma una ricerca condotta da Zenith Global e diffusa da Iei. Il suo focus sul consumo globale di caffè pronto da bere evidenzia il superamento di quota 6 milioni di litri nel 2021, con un aumento del 23% dal 2012. La crescita è in divenire, anche per via del clima sempre più rovente, con vendite che dovrebbero superare i 6.600 milioni di litri nel 2022. Il Giappone è di gran lunga il più grande mercato, con il 55% del volume globale, importanti anche i consumi del Nord America, con una crescita annuale del 13% e l’introduzione di nuovi trend quali estrazioni a freddo, infusione a freddo o all’ azoto, carbonatazione e caffè nero. 

Anche i caffè ghiacciati stanno guadagnando terreno in tutto il mondo grazie al loro gusto, freschezza, convenienza e qualità. In termini di quote regionali, l’Asia Pacific è leader con l’83% del volume totale, seguita dal Nord America e dall’Europa con rispettivamente il 10% e il 3%. I consumi sono aumentati in tutte le regioni dal 2012, stimolati dallo sviluppo di nuovi prodotti e dall’aumento dell’interesse per le scelte di bevande più sane.

Al “mondo freddo” fanno capo le numerose bevande “iced”, ovvero preparate con ghiaccio, a cominciare dal diffusissimo iced latte (latte ghiaccio ed espresso), iced americano (doppio espresso erogato su ghiaccio con aggiunta di acqua fredda), iced moka (ghiaccio, cioccolato e caffè) e altro ancora. Il cold brew è un altro “pilastro” di questo settore, gradito per il suo gusto piacevole freddo e il buon tenore di caffeina, ricercato soprattutto dai giovani. Si tratta di un prodotto versatile con il quale il barista può fare la differenza attraverso aromatizzazioni insolite, e la creazione di drink analcolici e alcolici piacevoli e beverini. Meno diffuso, comunque in crescita il caffè nitro, al quale l’unione all’azoto conferisce un gusto vellutato e poco amaro: spillato o erogato con un sifone nel bicchiere si presenta sormontato da una schiuma densa che lo rende simile a una Guinness.

Di seguito due ricette.

Twisted Bee’s Knees di Mumac Academy.

Ingredienti: espresso doppio singola origine Etiopia (note floreali e agrumate), 35 ml sciroppo di miele, 50 ml succo di limone, 50 ml gin, tonica indiana.
Preparazione: preparare un espresso doppio. Versare e mescolare in un tumbler alto il gin, il succo di limone e lo sciroppo di miele. Aggiungere il ghiaccio, quindi la tonica fino a raggiungere 2 cm dal bordo; versare su tutto l’espresso.

 

Caffè rum e ananas di Caffè Milani.

Ingredienti: 50 ml rum speziato, 20ml kahlua (liquore al caffè), 15 ml orzata, 30 ml succo ananas,1 espresso lungo Fine Cafè, 1 biscotto amaretto.
Preparazione: versare in uno shaker con ghiaccio il rum, il kahlua, l’orzata, il succo d’ananas e l’espresso. Shakerare. Versare il drink filtrando con uno strainer, in una coppa da cocktail raffreddata, sulla quale si sarà posto un colino a maglia stretta. Decorare con briciole di amaretto e una fettina di ananas essiccato da inserire sul bordo del bicchiere.

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CaffèMilani85, un cammino nel segno della sostenibilità
La Torrefazione festeggia l’importante anniversario con iniziative incentrate sull’ambiente e attenzione ai valori sociali ed economici che accompagnano il caffè

Caffè Milani ha raggiunto e si appresta a festeggiare i suoi 85 anni di attività con nuovi progetti e riflessioni rivolti al futuro. Parola chiave di #CaffèMilani85 è infatti sostenibilità a 360 gradi: ambientale, sociale, economica lungo tutta la filiera. Un cammino ormai irrinunciabile per i protagonisti del mondo horeca.

L’obiettivo di questo nuovo corso è dare un segno concreto, andando oltre le parole, sottolinea Elisabetta Milani, responsabile marketing e comunicazione: «CaffèMilani85 rappresenta un nuovo passo in un cammino che abbiamo intrapreso da anni per dimostrare come sia possibile fare impresa in modo sostenibile, nel rispetto delle comunità e dei consumatori. Quella di quest’anno sarà una festa diffusa, aperta a tutti, per scoprire come ogni tazzina di caffè che beviamo porti con sé un mondo intero».

I segni concreti hanno preso il via con il progetto per la realizzazione di una linea di prodotti della sartoria In-presa utilizzando i sacchi del caffè: borse, pochette e zainetti creati dai giovani della cooperativa. Con i giovani allieve delle discipline del gusto di Enaip Lombardia è in fase di realizzazione un ricettario con ricette dolci, salate e abbinamenti di piatti al caffè sviluppati sulla base di tre principi-base: essere km 0, no waste e attenti al territorio.

Il programma culminerà il 1° ottobre, in occasione della Giornata mondiale del Caffè, con la presentazione del Manifesto della sostenibilità di Caffè Milani, che aprirà le porte dell’azienda portando i visitatori alla scoperta delle sue terre d’origine grazie alle performance artistiche realizzate in collaborazione con il Teatro Sociale di Como, che si esprimeranno attraverso la musica e la recitazione, fino alla dimostrazione della cerimonia del caffè etiope.

Il 2 ottobre seguirà una giornata di porte aperte (si accederà previ prenotazione) e di visita dell’Azienda, per immergersi negli ultimi trecento anni della società raccontati attraverso il caffè, i suoi percorsi, le macchine per la sua trasformazione e la colorata esposizione con oltre mille tazzine di diverse epoche, ciascuna caratterizzata da differenti stili e colori.

Il programma si concluderà con la presentazione una special edition in grani, di quattro monorigini della linea Puro, che descrive appieno l’idea di sostenibilità secondo Milani, con un packaging interamente riciclabile e una nuova veste grafica. Ogni prodotto avrà un’etichetta che racconta il paese d’origine attraverso i suoi elementi distintivi, valorizzando la figura della donna, centrale nella cultura del caffè perché lei ha la responsabilità della raccolta e della selezione delle drupe. Inoltre, la confezione delle monorigini sarà “parlante”: il QRcode sul retro infatti racconterà per ciascun prodotto storia, curiosità, aneddoti sul Paese di origini e caratteristiche sensoriali del caffè.

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The Pure Café, il locale specialty per pause di qualità
Protagonista lo specialty coffee nella caffetteria sviluppata con Giacomo Vannelli, che segue la selezione dei caffè e la formazione del personale

È in piena fase di rodaggio The Pure Cafè, la caffetteria specialty voluta da Alberto Agostinacchio, titolare e fino a pochi anni fa general manager di Sanremo Coffee Machines, e sviluppata con Giacomo Vannelli per quanto riguarda la caffetteria, dalla formazione del personale, alla selezione e l’offerta dei caffè.

Si trova in uno dei nuovi “polmoni” dello specialty a Milano, in via Alessandro Volta 16, in zona Moscova, a pochi passi dal primo locale di Cafezal in via Solferino e dal nuovo Pascucci in fase di apertura (con una nuova impostazione) in via Paolo Sarpi. All’ingresso accoglie un cilindro fucsia con una macchina espresso customizzata Cafè Racer di Sanremo, poi si presenta pulito, essenziale, con bianco, verde e legno quali colori dominanti e, sul fondo del locale un murales dell’illustratrice argentina Lucila Perini che subito attira l’attenzione con i suoi colori sgargianti e l’immagine di una donna con una tazza in mano e sul tavolo frutti e dolci, tra cui un cornetto e una fetta di torta, più che mai indicati per una colazione, che qui vuole essere uno dei momenti di maggiore attività.

«Il locale ha ancora dei particolari da completare, l’insegna è in arrivo, ma già si intravvede un format incentrato sul caffè, con un’offerta dinamica, in grado di rispondere alle esigenze di ogni momento della giornata, dalla colazione al pranzo, all’aperitivo» – ci dice Giacomo Vannelli, alle prese con la preparazione della finale mondiale brewing al Mice di Melbourne in programma dal 27 al 30 settembre: lo sentiamo telefonicamente dalla nuova caffetteria .

Il locale ha due caffè con il suo brand: la miscela di base, The Pure Blend con 65% di caffè brasiliano naturale e 35% di Etiopia lavato, che con il suo gusto bilanciato con note di cioccolato al latte, zucchero di canna e arancia candita; quindi Kaffa Ethiopia Natural proveniente dalla zona di Kaffa, con note di frutti rossi, caramello e miele. Il primo è venduto a un un euro e trenta, il secondo a un euro e cinquanta. Accanto a questi ci sono caffè della torrefazione Vannelli, un Chelbesa (Etiopia) di His Majesty the Coffee, un Kenya Nyeri Hill di LotZero e un Betty DQ (Uganda), tostato in Kuwait da Methods Coffee.

«Vogliamo offrire una vetrina ai torrefattori specialty, soprattutto di quelli italiani, dando loro spazio con rotazione mensile e aiutare il cliente che dovesse trovare in alcune proposte dei caffè che gradisce particolarmente, a poterli ordinare e ritirare senza problemi presso Pure. Abbiamo condotto le nostre ricerche affinché non solo il caffè, ma tutta l’offerta fosse di alta qualità». Così i dolci sono forniti dalla pasticceria culinaria Clèa, mentre le preparazioni per il pranzo e il momento aperitivo sono state ideate dallo chef stellato Silvio Salmoiraghi e vengono rifinite e impiattate nel locale.

«La mia missione è spiegare e coinvolgere il maggior numero di persone possibili nel mondo degli specialty – prosegue Vannelli -. Per questo ho deciso di offrire la miscela di base a un prezzo in linea o leggermente superiore a quello dei locali della zona. Ci sono già dei residenti che hanno conosciuto e apprezzato questi caffè facendo subito un upgrade sia per qualità sia per preparazione, passando ad esempio ad estrazioni a filtro. Ci sono comunque geisha e caffè pregiati, con un prezzo alla tazzina “importante”, in confezione singola e surgelati, pronti per essere messi nel macinacaffè ed estratti al meglio. Puntiamo soprattutto su una clientela giovane, di 20-30 anni, che ricerca la qualità nel cibo, ama l’ambiente e han un approccio in stile Slow Food. Auspico anche che il caffè possa ricevere la stessa attenzione e la ricerca che vengono date al vino». Certo, c’è ancora tanto da fare, ma si sente decisamente carico alla guida di quello che vuole essere il primo di una serie di locali con questa impostazione.

In quella principale come nella saletta accanto (in tutti i posti a sedere sono 25 all’interno, ai quali se ne aggiungeranno altri con un dehors che verrà realizzato a breve) l’ambiente è accogliente e invita a rilassarsi e staccare dalla vita frenetica milanese. Le prese di corrente sono numerose: chi vuole venire a studiare o lavorare è il benvenuto. A breve prenderanno il via degli eventi su diverse tematiche inerenti i diversi protagonisti dell’offerta del locale, tra cui ha un posto importante la mixology, che il cliente fatica un poco ad accostare alla caffetteria.

Ed ora una rapida presentazione dei protagonisti che abbiamo incontrato alla nostra visita.

Paolo Troiani, 24 anni, si occupa della caffetteria. Dopo avere lavorato nel mondo serale cercava un’esperienza nel settore del caffè, ma senza successo; quando gli è stato riferito che The Pure Café cercava personale, ha scritto subito, ricevendo una prontissima risposta. A quella è seguito un periodo di formazione presso il nuovo show room di Sanremo in via Monriondo a Milano. Accoglie il cliente con un sorriso, pronto a condurlo tra diverse origini, tostature ed estrazioni; i suoi cappuccini hanno decori in latte art.

Vincenzo Quacquarella, 28 anni, è store manager del locale e bartender con una lunga esperienza all’estero. Lavorava alle porte di Milano quando ha saputo del nuovo progetto al quale subito si è appassionato: «sono convinto che sia una scelta vincente. Da parte mia spero di diventare bravo nella mixology quando Vannelli lo è nel caffè». Nella sua drink list ci sono cinque signature cocktail ai quali se ne aggiungono due con il caffè. Alla nostra visita è alle prese con il cocktail Tona-Lita, che nella versione originale è composto da 35 ml di caffè Colombia estratto in cold drip, 35 ml Rum Dictator 12 anni, 10 ml Cointreau, 20 ml Cortese tonic: il recente cambio dei caffè ha portato nella preparazione un Costa Rica (con caratteristiche differenti dal precedente caffè), per il quale ricerca i giusti parametri al fine di inserirlo con successo nella preparazione. L’arrivo del dehors porterà più persone nelle ore serali e Pure potrà farsi conoscere anche con l’offerta di mixology.

Si occupa della cucina Lia Kouakou, 21 anni. Per sostenersi durante gli studi ha lavorato in alcuni locali, approfondendo poi le conoscenze della mixology con Global Bartender; è appassionata del mondo del bar. Si occupa della cucina ed è molto soddisfatta dell’opportunità che le viene offerta: «sono certa che per me sarà un’ottima occasione di crescita su tutti i fronti»..

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Campari Red Passion di scena alla Mostra del Cinema di Venezia
Da sempre presente nel mondo del cinema internazionale, Campari sarà presente alla prossima Mostra del Cinema di Venezia (31 agosto – 10 settembre) con una serie di iniziative, da cocktail come Red Moon in spazi dedicati (Campari Lounge, Baglioni Hotel Luna) a eventi spettacolari (Arsenale), al concorso d’idee Movie Contest.

Dopo il Festival International du Film de Cannes (17-28 maggio 2022), Campari torna protagonista (e main sponsor) per il quinto anno consecutivo alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (31 agosto-10 settembre) con una serie di iniziative Red Passion.

Poster ufficiale della 75.a edizione della Mostra del Cinema di Venezia illustrato da Lorenzo Mattotti

Tre i luoghi attorno ai quali ruoteranno gli appuntamenti Campari: Campari Lounge alla Terrazza Biennale (di fronte al Palazzo del Casinò al Lido), Camparino in Galleria (pop-up al Baglioni Hotel Luna a due passi da piazza San Marco) e Campari Boat-in Cinema all’Arsenale. Inoltre, con il concorso di idee per video Campari Red Passion Movie Contest, l’azienda offre ai vincitori una speciale opportunità a partecipare alla Mostra del Cinema.

Campari Lounge è frutto dell’unione del genio creativo di Giò Forma e il design contemporaneo di The Cassina Perspective con gres porcellanato Mirage. Tra gli eventi che saranno ospitati al suo interno, ricordiamo Incontri con i Protagonisti di Orizzonti, concorso internazionale di Biennale Cinema 2022 dedicato alle nuove tendenze estetiche ed espressive. Tra i cocktail che saranno serviti ci sarà quello appositamente ispirato alla città di Venezia e creato dai barman di Camparino In Galleria (Milano) come Red Moon composto da Campari, Wild Turkey Bourbon e Cinzano 1757 Vermouth di Torino Rosso, servire in Tumblr su cubo di ghiaccio e guarnito con una gelatina rossa alla frutta a forma di luna piena (riferimento a Baglioni Hotel Luna).

Ricavato in un palazzo del 1.118, Baglioni Hotel Luna (5 stelle) ospiterà nel proprio bar una pop-up di Camparino in Galleria, con la sua drink List d’eccezione a cominciare dal cocktail Red Moon (vedi sopra).

All’interno della laguna dell’Arsenale di Venezia, viene riproposta Campari Boat-in Cinema, spettacolare installazione composta da un grande palco galleggiante e varie piattaforme galleggianti, oltre a un maxischermo sulla banchina capace di offrire grandi spettacoli, proiezioni speciali e spettacolari giochi di luci.

Da registrare infine l’iniziativa Campari Red Passion Movie Contest, concorso di idee su video, capace di valorizzare l’istinto e la passione creativa (Red Passion) nascosti in ciascuno di noi. Valutate da una giuria di personaggi dello spettacolo come Paola Di BenedettoNilufar AddatiDaniela Collu e Ludovica Frasca, le migliori tredici proposte saranno premiate con l’invito per due persone a partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia.

 

 

 

 

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Il tocco local di Hard Rock Cafe Milano
Drink list blindata – ma con qualche concessione local in omaggio all’italianità – e tanto culto del servizio: a poche settimane dal soft opening di Hard Rock Cafe Milano il bar manager Fabiano Erbaggi racconta come ha impostato il servizio

Negroni, Negroni Sbagliato, Americano, Spritz. Poi i vini di Cantina Urbana, che nascono in città, in via Ascanio Sforza lungo il Naviglio Pavese. L’italianità fa capolino qui, in un angolo del menu beverage dell’Hard Rock Cafe Milano, per il resto dominato dai signature cocktail della catena come Hurricane, Classic Caribbean Mojito, Bahama Mama. Placata la sete, ecco tutti i classici piatti tex mex che i frequentatori degli Hard Rock di tutto il mondo conoscono bene, dal Legendary Burger alle Famous Fajitas, preparati, però, con carni italiane. Notizia: anche sul fronte food potrebbe arrivare, con l’autunno, qualche concessione alla cucina milanese.

Tra memorabilia e culto del servizio

Intanto, a creare l’atmosfera da vero Hard Rock pensano i memorabilia alle pareti. Alzando gli occhi dal bancone si incontrano il reggiseno in pizzo di Cher o una batteria dei Negramaro, tutta bianca, o ancora una chitarra di Eddie Van Halen e un paio di scarpe di Bruno Magli appartenute a B.B. King, la giacca dorata di Michael Jackson e l’intimo di Madonna indossato durante il suo “Who’s That Girl” World Tour del 1987. Sempre puntando in alto, ecco l’insegna con lo slogan LOVE ALL SERVE ALL.

«Puntiamo molto sulla musica dal vivo»

In via Dante ha aperto da meno di un mese questa quinta location italiana della catena, dopo Roma, Firenze, Venezia e Verona. Più di 800 mq proprio lungo il flusso di turisti che si spostano dal Duomo al Castello Sforzesco e viceversa; al piano terra circa 60 mq di negozio – con una piccola collezione dedicata a Milano – poi un salone con un piccolo palco per la musica dal vivo e un banco bar impreziosito da marmi e inserti dorati. Al piano superiore un banco bar identico nel design, ma più grande, e una seconda sala con un altro palco. «In tutto 300 coperti e presto se ne aggiungeranno altri 50 circa all’esterno, appena avremo l’autorizzazione per il dehors», ci spiega Giampiero Pelle, ceo di Rock Group Italy, la società che ha aperto l’Hard Rock Cafe milanese in franchising (gli altri pdv sono a gestione diretta della catena). «Siamo aperti dall’ora di pranzo fino a mezzanotte. A regime contiamo di arrivare a 500-600 coperti serviti al giorno e di avere 2-3 serate a settimana dedicate alla musica dal vivo, spaziando dal jazz al rock, dal pop al – perché no – rap. L’immaginario mitico legato alle grandi icone del pop e del rock è ancora vivo e resta la firma del nostro locale, ma nulla ci vieta di aprirci anche a movimenti musicali più vicini ai giovanissimi. Sogno una inaugurazione in pompa magna, in settembre, e mi piacerebbe vedere via Dante chiusa per una serata tutta nostra, con un grande evento musicale dal vivo».

«Dal bar arrivano grandi soddisfazioni»

Intanto, dopo due anni di attesa perché si liberasse la location perfetta e un gran lavoro di training al personale (circa 100 persone), il lavoro dietro i due banconi bar e in cucina ora è frenetico. I numeri delle assunzioni sembrano raccontare un piccolo miracolo, visti i tempi di enormi difficoltà per tutto il settore nel trovare e trattenere personale. «Abbiamo fatto recruiting con grande attenzione», spiega Pelle, «e la maggior parte delle candidature sono arrivate in modo spontaneo, sia online che grazie agli annunci esposti qui fuori prima dell’apertura. Offriamo regolare contratto di assunzione e quanto a livello di retribuzione ci collochiamo nella fascia medio alta del mercato».

Fabiano Erbaggi, Operations manager dell’Hard Rock Cafe Milano

A dare l’impronta organizzativa alle operazioni in ambito beverage c’è Fabiano Erbaggi, 32 anni, abruzzese, lunga esperienza a Londra dove ha vissuto 8 anni lavorando in pub e ristoranti della City per diventare in seguito General manager di uno dei locali della catena di cocktail bar Be At One. Tornato in Italia è stato Operations manager presso Pokéria by Nima, per poi arrivare in Hard Rock Cafe Milano nello stesso ruolo. «La drink list è ovviamente quella classica, aderente ai dettami della catena». I signature – come il già citato Hurricane o lo Sparkling Blue Hawaian – sono in carta a prezzi che variano dai 11,50 euro ai 12,25, a 17,95 con il bicchiere brandizzato da collezionare. «Abbiamo aggiunto una piccola parte di offerta che riporta il tutto nella dimensione italiana, da “aperitivo alla milanese” con Negroni, Negroni Sbagliato, Americano e Spritz. Per il vino “della casa” abbiamo scelto le etichette Metro e Tranat di Cantina Urbana, che si affiancano a qualche altra selezione in rappresentanza di Friuli, Trentino, Toscana e Veneto».

Accompagnare il cliente passo dopo passo, senza risultare invadenti

Erbaggi ha organizzato con precisione il lavoro dei 10 bartender che coprono tutti i turni dei due bar. «I ragazzi hanno seguito un training di 2 settimane prima dell’apertura, con trainer esperti di Hard Rock che hanno trasmesso loro tutti i dettagli delle modalità di servizio. La sfida più grande, prima ancora dell’organizzazione del bar, è proprio questa, per tutti noi: entrare appieno nella cultura di servizio di questa grande realtà. Dobbiamo attenerci alle regole operative con scrupolo. Ogni passaggio è un pezzo del puzzle che va a comporre la qualità del servizio, importante tanto quanto la qualità dei cocktail. Arriva il cliente, ci si presenta, lo si accoglie, si mette subito sul banco un tovagliolino, si suggerisce un drink tenendo sempre d’occhio la sua disponibilità ad accogliere suggerimenti, per non andare mai oltre o risultare invadenti. Lo chiamiamo feel the vibe, saper interpretare il mood del cliente. Insomma, un percorso operativo da rispettare e che ci permette di rappresentare il brand Hard Rock Cafe. Da non vedere come un limite, perché siamo comunque professionisti dell’ospitalità e uno spazio per improvvisare c’è sempre».

«Dal bar arrivano grandi soddisfazioni»

«Ad oggi il bar porta il 30% del fatturato f&b», spiega il ceo Giampiero Pelle, «e ci sta dando belle soddisfazioni, considerando che non abbiamo offerta di colazioni è un risultato ragguardevole». La prova del nove verrà in settembre, naturalmente. «Per ora stiamo intercettando un flusso importante di turisti, naturalmente, ma anche di milanesi. Registriamo una buona risposta della città», conclude il manager, mentre con una punta di orgoglio mostra la Fender Telecaster bianca firmata da Ligabue e due chitarre acustiche appartenute ad Andrea Bocelli e a Bob Dylan. La gestione dei memorabilia di Hard Rock Cafe è una storia a parte: sono ufficialmente di proprietà della catena, che li assegna e li distribuisce ai vari locali in tutto il mondo, lasciandoli per tempi molto lunghi, e chissà che in magazzino non ce ne siano abbastanza per impreziosire le pareti di altri Hard Rock Cafe in Italia nel prossimo futuro.

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Prodotti a indicazione geografica e bio: in arrivo i fondi per i locali che li promuovono
Fissati i criteri per l’assegnazione dei fondi a beneficio di bar e ristoranti che promuovono i prodotti a indicazione geografica e quelli bio. In arrivo le istruzioni pratiche per chiedere il contributo

La legge di Bilancio 2022 ha istituito un “Fondo per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali e certificati”, con una dote di un milione di euro, istituito per il perseguimento di interventi volti, per prodotti ad indicazione geografica e biologici, a:
a) sostenere e incrementare l’offerta, nel settore della ristorazione, di prodotti alimentari tipici;
b) migliorare la conoscenza di tali prodotti nelle regioni di riferimento.

Possono partecipare alla ripartizione le imprese:
a) di ristorazione;
b) ricettive, ivi inclusi gli agriturismi;
entrambe con somministrazione di pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale;
Tali imprese possono presentare istanza di agevolazione direttamente o conferendo mandato ad associazioni di cuochi e ristoratori regolarmente costituite.
Possono partecipare anche i pubblici esercizi, incluse scuole ed ospedali, con attività di somministrazione.

 Le condizioni per aver diritto all’agevolazione

Alla data di presentazione della domanda, tali soggetti dovranno:
somministrare prodotti alimentari tipici provenienti dalla regione dov’è ubicato l’esercizio (in caso di necessità anche da regioni limitrofe) e prodotti ad indicazione geografica e biologici;
promuovere la conoscenza da parte dei consumatori della storia e della cultura enogastronomica di ciascuna regione e provincia autonoma, di cui sono espressione i prodotti agricoli tradizionali;
pubblicizzare adeguatamente, nell’offerta commerciale di ciascun esercizio di somministrazione, gli stessi prodotti favorendone la conoscenza da parte dei consumatori.

 Il fondo è ripartito su base regionale, assegnandone a ciascuna regione una percentuale in base ai seguenti due criteri che hanno pari rilevanza:

numero di produzioni alimentari tipiche;
numero di denominazioni protette.

Di conseguenza, le regioni che presentano un maggior numero di prodotti tipici o protetti riconosciuti beneficeranno di maggiori fondi.

L’ammontare individuato per ciascuna regione, sarà ripartito in parti uguali, tra i soggetti ammissibili, che hanno presentato domanda e che sono in possesso dei requisiti previsti.

Quindi i passi sono due:

assegnazione dell’importo di 1.000.000 di euro, suddiviso tra le regioni;
suddivisone tra i vari richiedenti, all’interno di ogni regione, dell’importo assegnato.

Le modalità pratiche per la richiesta saranno determinate con un provvedimento che non risulta ancora emanato alla data di redazione del presente articolo. Tale provvedimento individuerà come ripartire il fondo e indicherà l’ammontare assegnato a ciascun territorio regionale e da ripartire nella regione; definirà, inoltre, le modalità procedurali di richiesta del beneficio e quelle di verifica dei requisiti di ammissibilità.

Riferimenti normativi:

Legge 234/2021 (Legge bilancio 2022), articolo 1, commi 826 e 827.
Decreto 6 maggio 2022, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

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