Tutto pronto nella Capitale per il Roma Bar Show
È per il 30 e 31 maggio al Palazzo dei Congressi l’appuntamento con l’edizione 2022 della kermesse dedicata alla bar industry. Ad attendere i visitatori un ricco programma di appuntamenti con i big della mixology internazionale

Conto alla rovescia nella Capitale per il Roma Bar Show. La seconda edizione dell’evento internazionale dedicato al mondo bar si terrà al Palazzo dei Congressi all’Eur lunedì 30 e martedì 31 maggio.

Ideata da Andrea Fofi, Giuseppe Gallo, Fabio Bacchi e dai ragazzi di The Jerry Thomas Project, la kermesse si propone come un importante momento di incontro e di confronto per tutti gli attori della spirit industry e della mixology in Italia per condividere le loro esperienze e conoscenze su trend e novità del settore.

Tutto ciò grazie a una ricca area espositiva e ai numerosi appuntamenti in programma che animeranno la manifestazione. Per quanto riguarda la prima, diverse le aree tematiche che arricchiscono questa nuova edizione. Dal Mexico Village, la zona dedicata ai mezcal e alle tequila, alle novità Coffee Village, dove scoprire il mondo dei roaster e dei piccoli produttori artigianali, a Piazza Italia, che avrà come protagonisti le eccellenze del made in Italy, dagli storici marchi di spirit ai nuovi produttori. E proprio l’artigianalità italiana sarà al centro di questa edizione di Roma Bar Show, con prodotti provenienti da piccole distillerie e medie imprese che spaziano su tutto l’arco beverage, dai distillati alla birra fino ai whisky italiani, con questi ultimi che rappresentano ormai una realtà consolidata. Non da meno l’offerta gastronomica, con i food-truck dedicati a ogni tipo di gusto e palato.

Gli appuntamenticon i big della mixology

Altrettanto ricco il calendario di appuntamenti, a cominciare da due grandi eventi: la finale italiana della Diageo World Class, il 31 maggio, e la finale mondiale di Art of Italicus, il 30 (leggi In 12 a Roma per la finale mondiale di Art of Italicus Aperitivo Challenge).

Per proseguire con il folto programma di conferenze, masterclass e talk, che avranno come protagonisti i big della bar industry italiana e internazionale (qui il programma completo), presentati da Stefano Nincevich e Patrick Pistolesi.

Da Jeff Berry e Ian Burrell che, insieme a Luca Gargano terranno un seminario sulla tiki cocktail culture (30 maggio ore 17), a Monica Berg, Dave Broom e Ryan Chetywayrdana che nel loro incontro si soffermeranno sulla sostenibilità e stagionalità delle materie prime nel bar (30 maggio ore 15). Da Jeffrey Morgenthaler e Robert Simonson, che racconteranno i grandi classici americani della miscelazione, a Claire Warner e Roberta Mariani che rifletteranno sul futuro della bar industry (30 maggio ore 13), da Marian Bake che tratterà dell’utilizzo delle spezie esotiche nei drink (30 maggio ore 14.30) a Erik Lorincz che terrà una lezione al motto di Less is more (31 maggio ore 14.30). Così come da non perdere sono gli incontri con Simone Caporale, che parlerà della miscelazione proposta nel suo Sips a Barcellona (31 maggio ore 14.30), con Salvatore The Maestro Calabrese e Antonio Parlapiano dal titolo Old guard vs avantgarde (30 maggio ore 13.15), con Giacomo Giannotti sull’ipegno nella sostenibilità del suo Paradiso di Barcellona (31 maggio ore 15.45), con Valentino Longo, che tratterà dei twist on classic (31 maggio ore 12), con Daniele Gentili, che invece si soffermerà su come ridurre gli sprechi grazie alle sode (30 maggio ore 12), Simone Onorati, che spiegherà l’uso del rotavapor (31 maggio ore 18.15), e con Marc Alvarez e lo chef Albert Adrià, che focalizzeranno il loro intervento sul food pairing (30 maggio ore 19).

Senza dimenticare, infine, gli appuntamenti del Fuori Salone, ovvero le iniziative che si terranno oltre gli orari della fiera presso diversi locali della Capitale.

Come partecipare

Il Roma Bar Show si svolge presso Palazzo dei Congressi (piazza John Kennedy, 1) lunedì 30 e martedì 31 maggio dalle ore 12 alle 21. Il costo del biglietto, acquistabile solo online è di 30 euro per una sola giornata e di 50 euro per entrambe.

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Arancia e fave di cacao nel gin premium che ama l’Africa
Il progetto di responsabilità sociale di Elephant Gin ha raccolto 1 milione di euro per azioni di salvaguardia degli elefanti africani. A breve nascerà la Elephant Gin Foundation

Ha raggiunto quota 1 milione di euro il progetto di responsabilità sociale di Elephant Gin, e per agosto è annunciata la nascita della Elephant Gin Foundation, un trust che si occuperà di raccogliere ed erogare fondi per progetti di salvaguardia dell’ambiente naturale africano.

Africa e italianità nel twist sull’Hanky Panky 

L’annuncio arriva in concomitanza con il lancio ufficiale, sul mercato italiano, dell’ultima referenza di questa azienda tedesca distribuita da Compagnia dei Caraibi: si chiama Elephant Orange Cocoa Gin (40% Vol). La bartender Katerina Logvinova, brand manager di Elephant Gin, lo ha presentato usandolo come base per un drink che ha chiamato Italian Sundowner, un twist sull’Hanky Panky, inventato nel 1903 da Ada Coleman, prima barlady della storia e una delle più celebri del XX secolo, per anni protagonista all’Hotel Savoy di Londra. «Abbiamo deciso di puntare sull’italianità con un tocco più moderno, usando il Roger Bittere Extra Strong e il Vermouth Rosso Carlo Alberto Riserva. La base, naturalmente, è Elephant Gin Orange Cocoa. Una referenza lanciata come una limited edition, ma poi rimasta come una presenza fissa nella nostra offerta. Per produrre questo gin distilliamo l’intero frutto dell’arancia sotto vuoto a freddo insieme a delle fave di cacao. Poi misceliamo con il nostro London Dry Gin».

La ricetta di Italian Sundowner 

Ingredienti

50 ml Elephant Orange Cocoa Gin
30 ml Vermouth Riserva Carlo Alberto RED
7,5 ml Roger

Preparazione

Stir & strain, servire in coupette

Sono 14 le erbe e le spezie che caratterizzano il distillato amico dell’Africa

Elephant Gin, dalla sua fondazione, nel 2013, dedica particolari attenzioni all’Africa. A partire dalla selezione delle 14 erbe e spezie che compongono la miscela di questo distillato molto particolare. Protagoniste sono cinque piante africane: l’Artiglio del Diavolo, proveniente dal Sudafrica e dal caratteristico sapore aromatico e amaro; il Bucco, che ricorda il ribes nero; il frutto del Baobab, dal Malawi; la Coda di leone, considerata un’erba dai poteri magici in Sudafrica; l’Artemisia Africana, che dona al gin una nota floreale e amara. Da un processo di distillazione tradizionale, con alambicchi di rame, nascono anche le altre referenze: Elephant London Dry Gin (45% Vol), con ginepro, mela fresca e bucco; Elephant Strenght Gin (57% Vol), con scorza d’arancia, pino mugo e bucco, versione più “potetne” del London, e Elephant Sloe Gin (35% Vol), un liquore a base di prugnolo selvatico e gin.

La bottiglia di Elephant Gin Orange cocoa

Il 15% dei profitti per salvare gli elefanti

Il cuore del progetto resta l’azione di responsabilità sociale, tanto cara ai fondatori Tessa e Robin Gerlach, amanti del continente africano e da esso ispirati nell’ideazione di questo distillato premium: Elephant Gin contribuisce con il 15% dei propri guadagni alle attività di fondazioni come Big Life Foundation e Space for Elephants, che operano per la salvaguardia dell’elefante africano, per proteggerlo dall’estinzione.

Ogni bottiglia è decorata con l’etichetta scritta a mano, sulla quale compare il nome di un elefante, mentre sul collo presenta collanine di perline colorate realizzate dalla popolazione Masai. Ad ogni lotto – di 600 bottiglie – si cambia il nome sull’etichetta. I piani di social responsibility, con l’imminente avvio delle attività della fondazione, si estendono a progetti di educazione e di offerta di opportunità di lavoro in Sudafrica e in Kenya.

 

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