Ultimi giorni per partecipare a Crea il Tuo Spirito
Si chiudono il 16 maggio le iscrizioni per partecipare al contest di The Spiritual Machine che offre l’opportunità di ideare, produrre e imbottigliare la propria ricetta di spirit

Ultimi giorni per partecipare all’edizione 2022 di Crea il tuo Spirito. La data ultima per iscriversi al contest, rivolto a tutti coloro che si vogliono cimentare nella creazione di uno spirit che rispecchi gusto, filosofia e le aspirazioni della loro attività nel fuoricasa e della distribuzione di alcolici, è fissata al 16 maggio.

Ideato e organizzato da The Spiritual Machine, startup torinese specializzata nella realizzazione di linee personalizzate di alcolici artigianali, e giunto alla sua terza edizione, il concorso offre ai vincitori l’opportunità di creare e vedere prodotta e imbottigliata la propria ricetta. Ma non solo, perché il team di The Spiritual Machine supporterà anche i partecipanti a porre le basi per l’avvio del loro spirit-business.

Il contest è nato infatti con l’obiettivo di favorire la creatività e l’innovazione del settore del beverage, supportando i produttori artigianali di alcolici, ottimizzando l’intero processo dall’ideazione del prodotto fino alla sua distribuzione.

Come partecipare

Per partecipare a Crea il tuo Spirito, i candidati (che devono possedere una licenza per la somministrazione di alcolici o un’attività collegata alla loro distribuzione) devono presentare entro il prossimo 16 maggio la propria ricetta originale che rientri nella categoria vermouth, gin, amaro, bitter, new spirit & premixed cocktail (clicca qui per il regolamento completo e qui invece per le domande frequenti). Per farlo devono prima iscriversi alla Community degli Infusionist (clicca qui se non sei già iscritto) e quindi compilare il form sul sito del concorso, inserendo i propri dati, la ricetta e un’idea semplificata di business plan che contenga un piano di marketing e di distribuzione del prodotto. Inoltre, occorre inviare all’indirizzo email makeit@thespiritualmachine.it un video della durata massima di 3 minuti nel quale il concorrente deve cercare di convincere la giuria a realizzare il suo progetto, raccontando se stesso, il suo locale o la sua attività e lo suo spirit che ha in mente.

Le fasi del contest

Tutti i progetti saranno valutati dalla commissione esaminatrice che selezionerà i 10 finalisti che saranno resi noti il 23 maggio. I loro autori si aggiudicheranno una consulenza con gli esperti di The Spiritual Machine, in programma il prossimo 6 giugno presso la sede della società a Torino, durante la quale saranno supportati per affinare la loro proposta di business plan. Al termine della sessione di consulenza, inoltre, riceveranno due campioni di prodotto finito e una bottiglia prototipo.

Il gran finale di Crea il tuo Spirito sarà però il 20 giugno, sempre nella sede della società, quando la giuria composta da Elisa Cravero, ceo e cofondatrice di The Spiritual Machine, e Fulvio Piccinino, master of spirits e fondatore di saperebere.com, decreteranno i tre vincitori.

I premi

Il primo classificato riceverà 250 bottiglie con il prodotto da lui ideato, completo di pack ed etichetta, realizzata in collaborazione con Estudio La Compañia, mentre Vargros e Spazio Versatile si occuperanno, rispettivamente, della distribuzione delle bottiglie e della comunicazione nel canale fuoricasa. Inoltre, riceverà supporto nella creazione di un business plan e corsi formativi dall’Academy di Le Village by CA. Supporto per il business plan e corsi di formazione saranno il premio anche per il secondo e terzo classicati.

 

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Baritalia Tour: i grandi cocktail bar del Veneto
Dalla laguna veneziana al litorale veneto, facendo tappa a Verona, Treviso, Vicenza, Bassano del Grappa, Santa Maria di Sala e Padova. Il nostro itinerario in vista della prossima tappa di Baritalia a Jesolo il prossimo 13 giugno, al King’s Club

Dopo Puglia e Campania, il nostro tour tra i grandi cocktail bar d’Italia prosegue in Veneto, terra ricca di tradizioni legate alla produzione di liquori, vini e distillati, mentre ci avviciniamo alla tappa di Jesolo (Ve) del 13 giugno. I locali specializzati in miscelazione d’autore nella regione sono tanti, e questa non vuole essere assolutamente una lista esaustiva, ma un promemoria per tutti coloro che si vogliono avventurare alla loro scoperta. Armatevi, dunque, di una buona bussola, perché si fa presto a perdersi…

CANDIDA LA TUA RICETTA PER JESOLO

Giungiamo in Veneto via mare, come tanti viaggiatori per secoli prima di noi. Ci accoglie lo spettacolare Canal Grande, che ci porta ad un approdo degno di una spia doppio zero: l’Hotel Danieli. Il suo Bar Dandolo è il regno di Roberto Naccari, esperto bar manager che in questa cornice fatta di colonne in marmo, decorazioni floreali d’oro e preziosi tappeti, fornisce un servizio impeccabile, con cocktail ricercati dalle solidi base classiche.

Pochi passi e siamo all’Harry’s Bar, che è il punto di inizio obbligato di qualsiasi viaggio che un bon vivant voglia intraprendere. Vanta 91 anni di storia ed è una delle bandiere più gloriose in fatto di ospitalità. È un modello per professionisti di tutto il mondo ed è capostipite di una costellazione di aperture. Ancora oggi entrando si viene accolti da un signore in doppio petto di nome Arrigo Cipriani….

In un attimo siamo dall’altro lato della laguna, dove si affaccia il Belmond Hotel Cipriani, uno degli alberghi più iconici della città posizionato sull’isole della Giudecca. Qui Walter Bolzonella ha per anni tenuto le redini de Il Gabbiano, ritrovo abituale delle star hollywoodiane  nei giorni del Festival del Cinema. Ora si avvia ad una meritata pensione (senza però lasciarsi scappare l’occasione di esser parte della giuria d’onore della tappa veneta di Baritalia), lasciando il timone a Riccardo Semeria.

Ritorniamo nel cuore della Serenissima, in piazza San Marco, e ci fermiamo per un espresso in un caffè che ha testimoniato lo scorrere di oltre 300 anni di storia. È il Caffè Florian, fondato nel 1720 sotto gli archi delle Procuratie Nuove di San Marco ed è il locale storico più longevo d’Italia. Un’orchestra guida i camerieri in livrea che, sui loro vassoi d’argento, portano le tante specialità della casa: dalla cioccolateria alla pasticceria, dai cocktail classici agli aperitivi tipici. Fare una sosta al Florian, all’interno del portico o in una delle sue quattro sale interne, significa prendere un pezzetto di storia e metterselo in tasca.

Con gli occhi ancora ebbri di bellezza, il nostro prossimo approdo è l’Hotel St. Regis e il suo Arts Bar guidato da Facundo Gallegos: nato in Argentina e cresciuto nel Nord Est italiano, vanta una carriera tra Dorchester, Connaught e Coburn.

Dopo un rinvigorente Bloody Mary preparato da Gallegos, proseguiamo il nostro cammino tra le “calli” del sestriere di San Marco, arrivando allo Chic Bar della Taverna La Fenice: a due passi dall’omonimo Teatro. L’interno tipicamente ottocentesco e l’ampio dehors in stile eclettico non passano inosservati, come ai tempi non è passato inosservato il direttore del bar Gennaro Florio che, in Casinò Royale, prepara da bere a Daniel Craig (ultimo interprete cinematografico dell’agente segreto 007) il celebre Vesper Martini. Dentro il bar, una porta segreta porta direttamente al teatro; noi la usiamo, invece, per uscire dal sestriere e spostarci dall’altro lato del Canal Grande, a Dorsoduro.

A Dorsoduro ci imbattiamo quasi subito nell’Experimental Cocktail Club, nuova apertura del gruppo francese Experimental. Rimaniamo subito colpiti e piacevolmente sorpresi dall’originale drink list del locale creata dalle mani esperte di un giovane talento di nome Lorenzo Di Cola, incentrata su innovazione, creatività e giocosità.

Come ultima tappa del nostro tour nella laguna, puntiamo, infine, in direzione della famosa Chiesa dei Frari, situata nell’omonimo campo nel sestriere di San Polo. Qui opera Il Mercante, piccolo cocktail bar su due piani ricco di atmosfera e vibrazioni positive. È tra i primi cocktail bar in città ad aver portato la miscelazione di alto livello a prezzi accessibili. Merito di un team di giovani creativi capitanato da Alessandro Zampieri.

Da Venezia ci trasferiamo a Jesolo, località balneare tra le più conosciute della Penisola, che registra oltre 5 milioni di presenze turistiche all’anno: è qui che si svolgerà il prossimo 13 giugno la tappa veneta di Baritalia. A ospitare il nostro laboratorio di miscelazione sarà il Kings Club, già punto di riferimento della nightlife jesolana fin dalla sua apertura nel 1967 e tornato a risplendere di recente grazie a due giovani ma espertissimi imprenditori: Riccardo Checchin e Thomas Visentin, fondatori della Lobby Agency, specializzata nella gestione di locali.

A Jesolo sono due i locali in cui ci siamo fermati per scacciare la sete: il TerrazzaMare e La Floridita. Il primo si distingue per un ambiente ricercato e una carta top a base di crudi di pesce, ostriche, calici di bollicine e Dry Martini. Il secondo è diventato il meeting point di tutti gli appassionati di distillati di canna da zucchero. È famoso per i suoi Mojito e per un’ottima selezione di rum e cocktail tropicali.

Al termine del nostro giro in costa non lasciamo Jesolo senza “salire più in alto” e cioè al sesto piano del J44 Hotel, dove si trova l’american bar Tacco11, unico skybar della città. La vista – dal mare Adriatico alle Dolomiti – è davvero spettacolare, soprattutto se accompagnata da un Gin&Tonic, selezionato da una vasta proposta di miscelati.

Ed è proprio con un Gin&Tonic  in mano che, affinando lo sguardo e l’immaginazione, riusciamo a scorgere dalla terrazza un vecchio casolare del ‘400 circondato da un grande giardino, pieno di persone. È la Gineria di Santa Maria di Sala (Ve), ristorante e cocktail bar immerso nel verde in cui Diego Cesarato ha stipato la bellezza di 1.098 referenze di gin, più altrettante di altri distillati e liquori. Uscendo da questo giardino “gineproso” e inebriante, proseguiamo il nostro all’interno della regione, raggiungendo Vicenza.

La città nota per gli eleganti edifici progettati da Andrea Palladio, architetto del XVI secolo, è la sede di Enjoy di Giacomo Diamante, laboratorio di miscelazione con secret bar annesso. Qui una squadra di “artigiani del bere” produce una linea di oltre 30 referenze proprie e serve clienti appassionati del “buon bere” da ormai 10 anni, consolidandosi come una delle realtà più importanti in Italia.

Da Vicenza raggiungiamo Bassano del Grappa (Vi), territorio molto dinamico a livello imprenditoriale e protagonista di nuove iniziative. Tra gli ultimi locali nati proprio in questa area c’è Al Quèrto, cocktail bar di Filippo de Martino e Alvise Zonta, due giovani bassanesi che, dopo esperienze a Roma e Milano, hanno aperto il loro angolo di paradiso basato su un solo motto: qualità. Nell’offerta, nei prodotti, ma soprattutto anche nella vita di chi lavora con loro.

A pochi minuti di distanza, nei pressi del celebre Ponte Vecchio, si trova il Palazzo delle Misture, che nei suoi 12 anni di storia ha conosciuto due sedi. Quella attuale è in un palazzo storico del centro, l’ex Monte di Pietà. L’ambiente è quello di un elegante jazz cafè dalle luci soffuse e caratterizzato da una scenografica bottigliera a libreria. Un locale che si distingue per la gran cura nella selezione di distillati e nella proposta di forgotten cocktails e di rivisitazioni.

Dopo Bassano è la volta di Padova. Prima di arrivare in centro città, facciamo uno stop in una quiete via residenziale. Saliamo al secondo piano di un piccolo condominio e dietro una porta scopriamo l’Ada C di Max Morandi; uno spazio di formazione e masterclass diurne, che la sera diventa un club che si rivolge a cultori di cocktail premium.

Arrivati in pieno centro, all’interno di un palazzo prorio alle porte dell’antico ghetto, ci intratterniamo al Laboratorio Alchemico, “fabbrica” di mix innovativi con ingredienti ed infusi home made che si distingue per una filosofia ambientalista zero sprechi.

Prima di lasciare la città è d’obbligo ancora una sosta e precisamente al R2 Cocktail Lab, laboratorio di miscelazione del ristorante Radici, dove il barman Enrico Chillon ha sviluppato un menu dedicato alla città: ogni drink parla di vie, monumenti, quartieri e storie dell’urbe. Qui la cucina lavora in sintonia col banco, per cui ogni piatto ha un suo cocktail in pairing.

Mangiamo e partiamo per Treviso per infilarci nell’armadio delle meraviglie di Samuele Ambrosi. Il suo Cloakroom Cocktail Lab è un hub creativo in cui si ha l’imbarazzo nella scelta tra centinaia di referenze, cocktail invecchiati in terracotta, gin da tutto il mondo e corsi di formazione. Ambrosi sta inoltre preparando una sorpresa di nome Cloakroom Studios, ma ci teniamo lo scoop per i prossimi mesi.

Ultima tappa, Verona. La nostra prima fermata è al The Soda Jerk di Claudio Perinelli: entriamo da una porta in un vicoletto, suoniamo il campanello e scopriamo che gusto ha una formica, beviamo  in una coppa a forma di seno e sperimentiamo nuove combinazioni di sapori.

Nella città degli innamorati, proprio a pochi passi dalla casa di Giulietta, si trova anche Romeo, bistrot e cocktail bar dal bancone scintillante e imponente. Ubicato all’interno di un monastero del 1100, è un locale d’atmosfera, in cui sono racchiusi tutti i principali trend della miscelazione attuale. Qui Edoardo Bullio, giovane head bartender sperimenta volentieri con fermentati, vini di Jerez, spume e bicchieri creati ad hoc.

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Amaro Amara “best digestive” per i World Liqueur Awards
Il liquore siciliano a base di Arancia Rossa Igp vince ai World Liqueur Award 2022, l’autorevole competizione mondiale ha assegnato il titolo mondiale assoluto per la sua categoria

L’edizione 2022 di World Liqueur Awards sorride all’Italia: ben tre i premi assegnati come miglior liquore al mondo per la propria categoria. Tra questi, spicca Amaro Amara, nominato come World’s Best Digestive (gli altri premiati sono Antica Sambuca comeWorld’s Best Anise e Amaro Rubino Bio comeWorld’s Best Herbal).

Una grande soddisfazione per Edoardo Strano, titolare di Rossa, la cui avventura produttiva è iniziata nove anni fa quando ricevette in dono dal nonno Ciccio un grande agrumeto in Contrada San Martino a Misterbianco (Ca), alle pendici dell’Etna.
Amara, Amaro di arancia rossa di Sicilia IGP (30% alc.), è un prodotto naturale, evitando l’uso di sostanze chimiche, realizzato solo con scorze di arancia rossa di Sicilia Igp ed erbe spontanee dell’Etna, dal gusto deciso e dal colore limpido.

«Un riconoscimento che arriva dopo due anni difficili – racconta l’imprenditore – ma in cui non abbiamo mai fatto compromessi sulla qualità, a testimonianza che con il lavoro e l’impegno si può arrivare ovunque. È un orgoglio ricevere un premio così importante che ci aiuta a realizzare il nostro obiettivo più alto: raccontare la bellezza e l’autenticità del territorio agricolo etneo nel mondo».

Distribuito da Velier, Amara è un liquore dalle note amaricanti ideale sia come aperitivo, servito con ghiaccio, che come digestivo proposto liscio e servito freddo. In mixology si abbina bene nei cocktail che prevedono la nota amara del bitter, come nel classico Americano o in uno Spritz.

Il signature Amara Ginger prevede 40 ml Amara, 60 ml Slavcek spumante metodo classico Vicorija, 20 ml Fever-Tree Ginger Ale, da preparare in bicchiere colmo di ghiaccio e guarnire con zenzero fresco, scorza di arancia e ramoscello di timo.

Zero chimica e risparmi idrici

L’attenzione alla sostenibilità prevede da un lato l’abbandono di sostanze chimiche nella produzione, dall’altro l’utilizzo di un sistema di irrigazione a goccia che permette di risparmiare il 30% di acqua.

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Yoga Combì, i succhi con frutta secca
Nascono dalla combinazione di frutta fresca e secca le due referenze della nuova linea premium di succhi firmata dal brand di Conserve Italia. In bottiglia da 200 ml

C’è una formula innovativa alla base di Yoga Combì, la nuova linea di succhi firmata dal brand di Conserve Italia. La ricetta dei nuovi prodotti nasce dall’unione di frutta fresca e frutta secca dando vita a succhi che combinano la bontà della prima alle proprietà della seconda.

Due le referenze della gamma, entrambe prive di zuccheri aggiunti: Pesca-Mandorla, dal sapore goloso e avvolgente per uno snack rinforzante, e Pera-Nocciola, deciso e vellutato con tutta la dolcezza della frutta.

Per l’alto valore aggiunto delle sue referenze Yoga Combì è una linea di fascia premium che si rivolge, in particolare, a un pubblico adulto e consapevole, attento al benessere e alla qualità anche nei consumi fuoricasa, ma senza rinunciare al gusto. Esigenze che la gamma soddisfa in pieno, unendo alla tradizionale bontà dei succhi Yoga le proprietà nutritive della frutta secca, ricca di proteine vegetali, vitamine e preziosi sali minerali. Caratteristiche che rendono i nuovi succhi perfetti per una colazione, un break di metà mattina o pomeriggio sani e gustosi.

La nuova linea nasce nel sito produttivo di Massa Lombarda, nel cuore della Romagna, cittadina “capitale” italiana della frutticoltura, patria dei succhi di frutta e del marchio Yoga. Un sito che rappresenta una fucina di nuove tendenze del mondo succhi per il bar, come, tra le altre, la linea di mix 100% di frutta, verdura e spezie i Centrifugati Yoga, lanciata lo scorso anno (leggi Frutta, verdura e spezie in bottiglietta: arrivano i Centrifugati Yoga).

Le due referenze Yoga Combì vengono proposte nella nell’iconica bottiglietta in vetro da 200 ml con tappo twist-off.

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Constellation Brands porta in Italia il Tequila Casa Noble
La gamma di Tequila superpremium arriva nel nostro Paese grazie a Constellation Brands, il colosso di cui fa parte Ruffino

A leggere i dati del Crt (Consejo Regulador del Tequila, l’ente messicano che certifica il distillato di agave), l’export di tequila in tutto il mondo è decisamente in crescita e l’Italia è uno dei paesi che registrano un aumento di acquisti a doppia cifra fra un anno e l’altro. Oltre 2 milioni di litri importati nel 2021 nel Belpaese, il 24% in più rispetto al primato precedente, raggiunto nel 2019. Con questo risultato l’Italia si attesta al nono posto tra le nazioni importatrici e al quinto in base alla qualità del prodotto acquistato: il 54% di esso appartiene infatti alla categoria ‘100% agave’.

Guardando la “classifica”, al primo posto c’è l’irraggiungibile livello degli Stati Uniti, che importano oltre 288 milioni di litri di tequila dal Messico, segue al secondo posto la Germania con 6,5 milioni (anch’essa in netta ascesa negli ultimi anni), quindi la Spagna a 4,7 milioni. Un podio parzialmente europeo, quindi, a dimostrazione che la diffusione del Tequila nel vecchio Continente è in rapida ascesa, trainata contemporaneamente dalla popolarità di alcuni drink di ispirazione messicana (Margarita e Paloma in primis, con tutti i twist che ne discendono) e dal sempre crescente apprezzamento che riscontrano i distillati da agave di alta gamma.

Casa Noble arriva in Italia

Una delle etichette che ha puntato tutto sul superpremium è Casa Noble, che fa parte del portfolio di Ruffino per Constellation Brands, e il cui lancio in Italia è partito dal 1° marzo. Un’etichetta di alta gamma (le bottiglie hanno un costo al pubblico intorno ai 70€), che si rivolge a un consumatore consapevole, che sa apprezzare elementi distintivi quali la tripla distillazione, l’imbottigliamento a mano e l’invecchiamento in botti di rovere francese (leggi più sotto l’intervista al mastro tequilero Jose “Pepe” Hermosillo).

Sandro Sartor, presidente di Ruffino e responsabile commerciale di Constellation Brands, spiega come per l’etichetta messicana, che conta 3 linee (Blanco, Anejo e Reposado) e diverse special release, sia stata formata una rete di vendita specifica, che consta di 25 agenti, concentrati soprattutto nel Centro-Nord. «Ci rivolgiamo a cocktail bar esclusivi ed enoteche specializzate in superalcolici artigianali e di nicchia: per i primi pensiamo che i prodotti superpremium di Casa Noble possano essere in linea con una miscelazione di alto livello, nel secondo caso consideriamo come target un pubblico di esperti”, spiega Sartor. E se il periodo primavera-estate servirà per affacciarsi sul mercato (Ruffino e i suoi prodotti, compresa Casa Noble, saranno in questi giorni al Vinitaly), dall’autunno Sartor annuncia un programma di attività di engagement, che possono comprendere anche competition per i barman. “L’obiettivo – afferma – è di arrivare entro due anni a una distribuzione da 10mila litri di tequila Casa Noble l’anno”

Tre domande a Bio Jose “Pepe” Hermosillo

Jose “Pepe” Hermosillo, fondatore e mastro tequilero di Casa Noble, viene da una famiglia fra le più importanti e antiche del Messico in fatto di produzione di tequila. I suoi antenati hanno cominciato fin dal 1700 a distillare agave azul nello stato di Jalisco ed Hermosillo ha fondato Casa Noble circa 25 anni fa, diventando patron e master distiller di questa etichetta di tequila superpremium. Oggi Casa Noble conta 150 dipendenti e una produzione da 1,2 milioni di bottiglie all’anno.

Una lunga tradizione di famiglia, quanto incide il fattore “legacy” sul prodotto?

Se da una parte è un vantaggio, dall’altra è una grande responsabilità. È anche per rispetto a questa lunga storia, che quando è nata l’etichetta Casa Noble, 25 anni fa, abbiamo scelto di orientarci sul mercato del Tequila di qualità. Della tradizione abbiamo tenuto alcune tecniche centenarie, come la raccolta a mano da parte dei nostri jimadores, alcuni dei quali fanno questo mestiere da molte generazioni, poi la cottura a bassa temperatura in tipici forni in pietra, e ancora la spremitura delle pigne, piuttosto che la rottura delle stesse, che è un metodo più rispettoso della materia prima.

Quanto è importante l’ambiente per il vostro progetto?

Per noi è fondamentale. La nostra è una coltura eroica, siamo nello stato di Jalisco, ad un’altitudine elevata e con una terra rocciosa. Coltiviamo in regime biologico (riconosciuto in etichetta solo per il mercato americano, ndr) e partecipiamo al programma Mexico Industria Limpia, che ci colloca fra le aziende del nostro paese attente alla sostenibilità. Per esempio con gli scarti di lavorazione produciamo compost, che riutilizziamo sui nostri terreni, oppure vigiliamo affinché la falda acquifera non venga contaminata. L’ambiente incide anche sul risultato aromatico finale: per esempio, lo stabilimento è circondato da piante di manghi, che influenzano la fermentazione, stimolando i lieviti nella loro azione quando il tequila riposa nei tank aperti.

Come è cambiato negli anni il mercato del Tequila?

Enormemente. Quando siamo partiti, specialmente per il mercato americano, il tequila era visto come l’alcol da feste e l’unico cocktail conosciuto era il Margarita. Oggi, grazie a prodotti come il nostro, il tequila è apprezzato anche come distillato da degustazione. E anche nella miscelazione è molto cresciuto il consumo, con drink più fantasiosi che rispettano il prodotto. A questo secondo segmento noi offriamo il Blanco, più giovane, o l’Anejo che con i suoi profili più complessi dati dall’invecchiamento conferisce un gusto più deciso ai cocktail. Referenze come il Reposado sono più per la degustazione. In molti paesi stiamo promuovendo anche il food pairing: il tequila ha una forte componente gustativa umami e non si abbina solo alla cucina messicana, ma dà risultati sorprendenti anche con quella asiatica.

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A Salice Terme l’apericena si chiama Mezzo Food Case
In Oltrepò Pavese, nella cittadina di Godiasco Salice Terme, ha riaperto i battenti Mezzo Food Case, moderno e originale locale cocktail&food gestito dall’eclettica barlady Daniela Canepa.

Formula cocktail&food coniugata in salsa oltrepadana. A Godiasco Salice Terme (Pavia) ha riaperto i battenti un locale originale che riecheggia la formula dei bistrot francesi e delle tapas bar spagnole. Si chiama Mezzo The Food Case e si trova nel centro della cittadina termale a un passo da Voghera, in valle Staffora, sulla strada che porta a Varzi e quindi al Passo del Monte Penice dal quale di può passare in Liguria. A poche centinaia di metri sorge il grande complesso liberty del Grande Albergo delle Terme (1913), ora in fase di ristrutturazione che, dopo alcuni anni di incuria, è stato recentemente rilevato dalle Terme di Chianciano (Siena) e Saturnia (Grosseto).

La formula Mezzo piace per porzioni e prezzi ridotti

La formula scelta dai due titolari, la barlady Daniela Canepa e il marito manager d’albergo Fabio Dei, si fonda sul concetto della mezza porzione (da cui Mezzo) di veri piatti per offrire maggiori possibilità ai clienti gourmet che non mancano certo in zona (ma arrivano anche da Pavia e Milano). Aperto anche il lunedì dalle h.18 in poi solo su prenotazione, il locale propone in abbinamento all’aperitivo (4 euro il calice di vino Oltrepò, da 5 euro i cocktail) un vassoio a forma di Ruota con cinque ripiani per assaggi (10 euro per 2 persone) a base di stuzzichini di salumi (Varzi), formaggi (val Tidone) e golosità calde; per la cena è di scena invece la grande Food Box, scaffale portatile con 12 caselle con le più diverse mezze porzioni del giorno (da 50 g circa, 44 euro per 2 persone, dessert compreso) realizzate quotidianamente con prodotti freschi del territorio nella cucina annessa al locale. In casi speciali, viene in soccorso la cucina del contiguo Ristorante Guado dal 1911, locale di tradizione oltrepadana, da vent’anni gestito dal marito Fabio Dei. Moderno e informale, il locale è disposto su circa 90 mq con 25 posti a sedere all’interno, più un’altra ventina nell’antistante dehors, allestito anche con tavoli e sgabelli alti. Oltre a Daniela Canepa, dietro al banco bar officia il giovane bartender Matteo Morandini.

Gastronomia tradizione & fusion tutta da gustare

Alle spalle di Mezzo Food Case non manca certo l’esperienza imprenditoriale. Daniela Canepa infatti ha gestito per lunghi anni la Gelateria Cocktail Bar Romana (locale di famiglia) nella non lontana Varzi, insieme con un originale bed&breakfast, sulla piazza centrale della Fiera. Oltre all’abilità da chef, la simpatica ed esuberante Daniela Canepa vanta una riconosciuta esperienza come barlady Aibes e un ricco medagliere di premi vinti in concorsi di miscelazione, prima regionali poi nazionali e internazionali (Stoccarda 1990).

Facciamo qualche esempio di proposta food settimanale, a cavallo tra tradizione & fusion: caprese di melanzane destrutturata, quasi paella valenciana, tortelli piacentini burro e salvia, ravioli di verdure grigliate al pomodoro e olive, zuppa di seppie con piselli, pisarei di mare, moussaka di melanzane e lenticchie, frittatine con erbette e peperoni, tartare di polpo.

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Cinema Teatro Tiberio: Welcome Venice

giovedì 12 e venerdì 13 maggio 2022

Cinema Teatro Tiberio, via San Giuliano 16 – Rimini Borgo San Giuliano

Film drammatico di Andrea Segre

Film di Andrea Segre dal titolo Welcome Venice, con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo e Anna Bellato. 
I due eredi di una famiglia di pescatori di Venezia si interrogano sul rapporto con la loro città.

Orario: 
giovedì 12 maggio alle ore 21
venerdì 13 maggio alle ore 17 e 20.30

Ingresso: 
a pagamento

Tariffa d’ingresso: 
5 €

Telefono: 
328 2571483