Sca Italy, sono in corso le votazioni del nuovo Chapter
I risultati il 4 maggio; i coordinatori eletti rimangono in carica per un mandato di due anni. A giugno a Milano alcune finali mondiali nell’ambito del World of Coffee

Sono in corso le votazioni per l’elezione del nuovo Chapter di Sca Italy che si concluderanno mercoledì 27 aprile. Un chapter declina la visione globale, la missione e lo scopo di Sca a livello nazionale garantendo ad essa visibilità, opportunità e senso di appartenenza a una rete globale più grande. I coordinatori eletti rimangono in carica per un mandato di due anni, dopo i quali si procede nuovamente all’elezione di un nuovo direttivo nazionale.

Possono votare tutti i membri Sca con un’iscrizione valida: il suo stato si può controllare sul portale dell’Associazione. Come detto, le votazioni si chiuderanno il 27 aprile e il 4 maggio ci sarà l’annuncio dei risultati.

Di seguito i candidati ai diversi ruoli.

Coordinatore Nazionale – Presidente: Davide Cobelli, Andrea Lattuada, Alberto Polojac

Coordinatore Community: Paola Campana, Francesca Oberti, Davide Roveto, Stefania Zecchi

Coordinatore Education: Damian Burgess, Andrea Matarangolo

Coordinatore Eventi: Alessandro Coda, Gian Andrea Sala

Coordinatore Giudici: Giordano Cognini, Fabio Sipione

Coordinatore Marketing & Communication: Alessandra Di Dio, Cinzia Pietrobon, Filippo Vidiz

A questo link si trovano i nomi dei candidati e le loro biografie.

Frattanto si avvicinano le finali mondiali che si svolgeranno il 23-25 giugno al Woc – World of Coffee presso il Milan Convention Center. Fabio Dotti, vincitore del Campionato italiano Cup Tasters, affronterà la competizione mondiale insieme ai campioni italiani 2020 delle discipline di Latte Art (Carmen Clemente), Coffee in Good Spirits (Andrea Villa), Coffee Roasting (Davide Cobelli) e Ibrik (Elvira Niki Di Landa).

Tra il 27 e il  30 settembre all’International Coffee Expo (MCEC) di Melbourne si svolgeranno le finali internazionali World Barista Championship e World Brewers Cup, che  vedranno in pedana per l’Italia Matteo Pavoni, campione italiano Baristi, e Giacomo Vannelli, campione italiano Brewers Cup.

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Con Vodka Keglevich si viaggia oltre la bellezza esteriore
Grande festa in chiusura dell’evento Skip Ordinary Beauty organizzato da Stock Spirits Italia per Vodka Keglevich in onore del ruolo femminile

Si è concluso l’altro giorno l’evento Skip Ordinary Beauty organizzato da Stock Spirits Italia per il suo brand di punta Vodka Keglevich. Al centro dell’iniziativa sei grandi murales dipinti sulle pareti laterali di sei case popolari del quartiere milanese di Crescenzago sul tema donne&fiori, la cui grafica d’impatto è stata ripresa sulle etichette delle bottiglie limited edition della nota vodka polacca.

Fortemente voluto dall’ad Marco Alberizzi e dalla senior brand manager Virginia Barberini di Stock Spirits Italia, l’iniziativa Skip The Ordinary ha voluto dare spazio e significato al ruolo femminile, protagonista nella vita sociale a tutti i livelli.
Come per le dinamiche barlady Erica Rossi, Valentina Rizzi e Francesca Gentile che, una volta messi da parte shaker e bicchieri, sono state coinvolte con secchi di vernice e pennelli nell’esecuzione dei murales milanesi. Ideato in collaborazione con l’agenzia RM Event, l’evento è stato realizzato insieme a Orticanoodles, pseudonimo di due street artist come Wally e Alita.

Un percorso a sei tappe

Costituito da sei tappe, il percorso esperienzale open air Vodka Keglevich è partito dal primo muro con un’artista mascherata da farfalla; la seconda tappa  ha proposto il barbuto artista Wally assiso su un imponente trono di plastica rosa; la terza tappa ha proposta un’artista body painting quasi mimetizzata con il murales relativo; la quarta tappa ha offerto una sosta davanti a un grande specchio photoboot che nascondeva una fotocamera a sviluppo immediato dove potersi liberamente ritrarre; la quinta tappa ha proposto una coppia di erculei acrobati (i torinesi Luca e Fabio) che facevano sfoggio delle proprie capacità con l’intenzione di offrire (a testa in giù) un diverso punto di vista; ultima e conclusiva tappa un muro a forma di bottiglia sdraiata su cui poter lasciare, con pennello e vernice, un proprio segno personale, a cominciare dal semplice nome di battesimo.

Lungo il percorso murales, oltre alla galleria di sagome a grandezza umana delle sei bottiglie Vodka Keglevich, la fotografa Diana Bagnoli ho offerto una serie di pannelli/poster con le fotografie di una decina di donne di ogni età e provenienza che vivono e lavorano nel quartiere, con differenti storie di vita, andando anche qui oltre la semplice bellezza fisica.

Piccola storia di Crescenzago

Posto nella zona est di Milano, delimitato dal Naviglio Martesana e dal Parco Lambro, e attraversato da viale Palmanova, il quartiere Crescenzago è al centro di un’importante opera di riqualificazione urbana, a livello nazionale, in cui è stata inserita l’iniziativa Vodka Keglevich. In particolare i murales da 64 mq sono stati dipinti sui muri laterali delle case popolari di via Civitavecchia, piccolo quartiere di casette a schiera, altrimenti più conosciute come Case Minime, costruite nel 1952 per gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale.
Il tipo edilizio prescelto è stato la casa unifamiliare a schiera disposta su due piani (sul modello inglese) progettato dall’Ufficio Tecnico Comunale dall’arch. Arrigo Arrighetti. Oggi gli alloggi popolari fanno parte del patrimonio residenziale pubblico del Comune e formano un quartiere composto da 9 stecche parallele per un totale di 117 appartamenti.
Grazie ai numerosi reperti archeologici, da quelli preistorici a quelli romani e medievali, l’attuale quartiere di Crescenzago ha sempre goduto come borgo di una larga autonomia fino all’epoca napoleonica, recuperata per un altro secolo e poi terminata solo negli anni Venti, entrando a far parte definitivamente del Comune di Milano. Tra le installazioni industriali più importanti del quartiere, ricordiamo quella RCS (Rizzoli – Corriere della Sera), oggi parzialmente dismessa e oggetto anch’essa di riqualificazione urbana.

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Amaro Zero, il primo prodotto alcol free firmato Lucano
L’ultima creazione dell’azienda di Pisticci conserva i profumi e i sapori (e la ricetta) dello storico Amaro Lucano, ma in versione senza alcol

Stessi ingredienti, stesso gusto inconfondibile, ma in versione alcol free. È l’ultima novità di Lucano 1894, che con Lucano Amaro Zero firma il suo primo prodotto analcolico. A base di erbe amare, il nuovo prodotto conserva tutta la storia e i sapori del celebre Amaro Lucano, il prodotto di punta della casa.

È infatti realizzato con la stessa storica ricetta creata nel 1894 dal cavalier Pasquale Vena per dare vita al suo Amaro, eccetto per la componente alcolica: una formula segreta che prevede la sapiente miscelazione di oltre 30 erbe. Così come del capostipite conserva i caratteristici profumi mediterranei del mirto, del rosmarino e degli agrumi che si fondono con il delicato sentore di camomilla. Dal colore delicatamente aranciato, Lucano Amaro Zero presenta anche il gusto intenso e amaricante del tradizionale Amaro Lucano, con le sue tipiche e gradevoli note agrumate e floreali.

Il nuovo amaro nasce dalla volontà di Gruppo Lucano di inserirsi nel nuovo trend degli spirit a bassa o zero gradazione. Un trend in crescita anche in Italia, dettato dalle esigenze di consumatori sempre più attenti all’aspetto del benessere, ma che comunque non vogliono rinunciare al bere di qualità (leggi: Spirit low e no alcol in grande crescita). Domanda che il nuovo prodotto soddisfa in pieno, garantendo tutto il gusto unico del classico amaro, ma senza alcol. Lucano Amaro Zero è infatti perfetto da servire liscio freddo o con ghiaccio, ma anche da sfruttare come ingrediente in miscelazione per creare drink analcolici e bassa gradazione.

Altro elemento di novità del prodotto è il suo pack amico dell’ambiente, che si inserisce nel percorso di sostenibilità avviato dall’azienda e denominato Lucano Green. Lucano Amaro Zero è custodito in una bottiglia in vetro con tappo in alluminio, materiali entrambi 100% riciclabili, impreziositi da un’etichetta dal particolare colore azzurro, creata in parte con gli scarti di lavorazione degli agrumi e con carta riciclata certificata Fsc, utilizzando tecnologie a basso impatto ambientale.

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208. Installazione pubblica di Gio Tirotto

Dal 5 dicembre 2020 al 25 aprile 2022

Rimini, piazza sull’Acqua, Ponte di Tiberio

Installazione di luce sull’acqua

Un vero e proprio omaggio al design contemporaneo sperimentale illumina, dal 5 dicembre, la superficie della Piazza sull’Acqua a ridosso del Ponte di Tiberio, con una installazione luminosa da parte di uno degli studi più interessanti della scena creativa italiana.
Il Comune di Rimini, in collaborazione con Laboratorio Aperto, ha commissionato al progettista Gio Tirotto, il progetto 208, un’installazione luminosa sull’acqua che lambisce il Ponte di Tiberio, nel Borgo San Giuliano. Curato da Maria Cristina Didero, 208 è una installazione pubblica dal messaggio universale, una imponente e suggestiva scultura luminosa fruibile da tutti. 208 sono le nazioni del mondo e 208 sono le boe nel grande bacino a ridosso del Ponte di Tiberio.
Le boe di Gio Tirotto vivono nel loro elemento naturale, ma svuotate della loro funzionalità originaria ne guadagnano una del tutto simbolica: la speranza e la visione di un mondo finalmente unito. Assorbendo la luce del sole durante il giorno, all’imbrunire i rombi opalini di 208 iniziano la loro leggera danza trasformando il paesaggio circostante in un inconsueto e rassicurante corpo segnaletico in continuo movimento, una lieve sinfonia di bagliori dove ciascun galleggiante accumula energia autonomamente in maniera variabile, a seconda della sua posizione. Ogni elemento è un organismo indipendente ma parte del tutto, legato agli altri. Ogni boa reagisce in maniera differente agli stimoli esterni esplicitando la convivenza tra collettività e individuo. Approfondisci qui
Le 208 boe vengono disallestite per far tornare la piazza sull’acqua alla sua conformazione naturale fra il 26 e il 27 aprile 2022.
Le tempistiche indicate sono soggette alle condizioni meteorologiche.

Flor de Caña lancia una campagna globale di riforestazione
L’iniziativa del rum super premium del Nicaragua punta a piantare 70.000 alberi entro fine anno. Tutti possono contribuire e il brand da parte sua raddoppierà la cifra di ogni donazione

Unire le forze per garantire alle generazioni future un mondo più verde. Si rivolge a tutta la filiera della bar industry, consumatori finali compresi, la nuova iniziativa green firmata Flor de Caña. Il rum super premium del Nicaragua, distribuito in Italia da Velier, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, che si celebra il 22 aprile, lancia una campagna di riforestazione che si propone di piantare 70.000 alberi entro la fine dell’anno.

Alla campagna Together for a Greener Future ognuno può dare il suo contributo effettuando la sua donazione. Ogni dollaro garantirà un albero piantato e Flor de Caña aggiungerà, raddoppiandola, la stessa cifra donata da ogni persona.

PARTECIPA ALLA CAMPAGNA TOGETHER FOR A GREENER FUTURE

Realizzata con One Tree Planted, ong internazionale attiva in cambio ambientale con lo sviluppo di progetti di riforestazione in partership con realtà locali, la campagna include una serie di azioni in vari punti vendita e iniziative sui social media (#TogetherForAGreenerFuture) per accrescere la consapevolezza sull‘importanza della riforestazione, oltre a eventi in vari Paesi durante i quali vengono piantati alberi.

Per quanto riguarda l’Italia, il partner scelto per la Giornata Mondiale delle Terra quest’anno è Soulfood Forestfarms Hub Italia, con una squadra di volontari che pianterà decine di alberi nei campi agricoli di Vaiano Valle, alle porte di Milano.

Un milione di alberi entro il 2025

La nuova campagna rappresenta un altro passo verso l’obiettivo del rum del Nicaragua: arrivare a piantare un milione di alberi entro il 2025. Obiettivo sempre più vicino, considerando che gli alberi piantati dal brand dal 2005 sono già oltre 800.000.

Flor de Caña, in partnership la ong, ha infatti realizzato diversi progetti di riforestazione. Un’azione importante per la salute del Pianeta, in quanto durante la loro crescita, gli alberi ripristinano la stabilità e il benessere del suolo, migliorano il filtraggio e l’assorbimento dell’acqua, mitigano gli effetti dei cambiamenti climatici, danno una spinta alla biodiversità e procurano diversi benefici alle comunità locali.

Un rum amico del Pianeta

Un’azione che rappresenta solo una parte, certamente importante, ma non l’unica, dell’impegno del brand sul fronte della sostenibilità in tutte le sue declinazioni, che oltre l’aspetto più strettamente ambientale includono anche quello sociale ed economico. I rum Flor de Caña sono infatti certificati Carbon Free e Fair Trade, vengono distillati utilizzando 100% di energia generata da fonti rinnovabili e l’azienda fin dal 1913 ha un programma di formazione gratuito per i suoi dipendenti, oltre a un servizio medico, anche questo gratuito, dal 1958. Un impegno che le sono valsi anche due prestigiosi riconoscimenti internazionali: il Distillery Sustainability Award e l’Ethical Award ottenuti agli Spirit Business Awards 2021  per il suo primato nelle pratiche sostenibili e responsabili.

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La sostenibilità, il futuro di Caffè Vergnano
La responsabilità ambientale e sociale guida le scelte della Torrefazione torinese nella sfida di rendere il proprio caffè parte di un cambiamento sostenibile rivolto al futuro

Attenzione all’ambiente e alla sostenibilità sono obiettivi che negli ultimi anni molte aziende, in diversi settori, si stanno prefiggendo per salvaguardare il pianeta. Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, Caffè Vergnano conferma il proprio impegno verso un cambiamento sostenibile che guarda al futuro. È un nuovo approccio mentale che coinvolge l’intera azienda e tutta la catena produttiva volta alla riduzione degli sprechi e al recupero dei rifiuti. Una sfida che rappresenta un dovere morale, un senso di responsabilità e di sensibilità con l’obiettivo di trasformare le parole in azioni concrete che si traducono nella scelta di sostituire i materiali non ecologici con il compostabile.

Dalle capsule a un utilizzo attento delle materie prime, dai materiali per i pack agli imballaggi 100% riciclabili. L’attenzione ai dettagli, in materia di riciclo, ha permesso a Caffè Vergnano di ricevere riconoscimenti, nel corso degli anni, come la certificazione ISO 14001 (dal 1999) che garantisce un sistema di gestione per il controllo dell’impatto ambientale delle proprie attività nell’ottica di un miglioramento efficace e sostenibile.

Tra i progetti più rilevanti, si distingue il pack premium dedicato al mondo horeca: un imballo riciclato e riciclabile, composto per il 50% – e a brevissimo per il 100% – da plastica rigenerata R-Pet. Un rifiuto che si trasforma in risorsa,per un caffè a tutti gli effetti “buono”, anche per il pianeta.Hanno un’importanza sempre più rilevante i sottoprodotti della produzione come le pellicole da caffè, destinate ad uso zootecnico o energetico e i sacchi di iuta, riutilizzati per le operazioni di pacciamatura e contenimento del terreno in ambito agricolo e vivaistico. Nel privilegiare un progetto di compostabilità dei materiali, è tra le aziende pioniere nella realizzazione di capsule compostabili. Alcuni caffè sono certificati UTZ, un sigillo che identifica che il metodo con cui sono stati generati supporta i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica ed ambientale.

La tutela del pianeta, ma anche la qualità dei prodotti e la sicurezza delle persone sono, i fattori centrali per l’azienda e il motore per compiere scelte in coscienza e responsabilità. A testimonianza della serietà e dell’impegno preso, la Torrefazione ha implementato il Comitato di Sostenibilità, individuando tre aree d’azione: processo produttivo, energia e prodotto, facendolo diventare, nell’anno del suo 140° anniversario, un asset strategico per il suo sviluppo e la sua missione a livello internazionale.

La responsabilità non è solo ambientale ma anche sociale. Nasce così nel 2018 il progetto Women in Coffee di raccolta fondi a favore delle donne che lavorano nelle piantagioni, diventato oggi un contenitore più ampio di iniziative che vanno dalla difesa dell’empowerment femminile alla promozione dell’equità di genere. Il percorso sostenibile di Vergnano è quindi un investimento per il futuro che rende il piacere di un espresso italiano non solo una scelta di gusto, ma anche un gesto attento e consapevole per un pianeta più “green”.

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