Comte de Montaigne brinda alla Terra con i Cocktail Zero by Facundo Gallegos
La maison di champagne ha scelto di celebrare la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) con tre drink a basso impatto creati per l’occasione dal bar manager de The St. Regis Venice

La sostenibilità rappresenta la nuova frontiera anche per il mondo della mixology. Sempre più numerosi sono infatti i bartender che per le loro creazioni seguono un approccio finalizzato a ridurre l’impatto ambientale del loro lavoro, realizzando cocktail ispirati alla filosofia zero sprechi, ingredienti a km zero e 100% plastic free. Principi ai quali si ispira anche l’attività di Comte de Montaigne, tra le più prestigiose maison di champagne la regione dell’Aube che da sempre si è distinta, oltre che per l’altissima qualità delle sue bollicine, per la sua particolare attenzione al rispetto del territorio. Proprio per sottolineare l’importanza dell’impegno individuale per la salvaguardia del Pianeta la maison presenta ora tre Cocktail Zero, a base dei suoi champagne e firmati da un nome di punta della miscelazione: Facundo Gallegos, bar manager dell’hotel The St. Regis Venice.

Formatosi presso il Cipriani di Venezia e con una lunga carriera presso i bar di hotel di lusso tra l’Italia e il Regno Unito, tra i quali il Coburg Bar dell’Hotel Connaught e il Dorchester Hotel a Londra, Gallegos ha realizzato i tre drink, Il Cavaliere del Comte, Honey Lagoon e Red Knight, per brindare in occasione della prossima Giornata Mondiale della Terra, in programma per il 22 aprile. Ma le tre creazioni, facili e veloci da realizzare, rappresentano una proposta che può essere inserita nella carta di tutti i locali che vogliono offrire ai loro clienti cocktail dove l’eleganza, il gusto e la classe dello champagne si sposa con l’attenzione alla sostenibilità.

Protagonisti tre eccellenze Comte de Montaigne

Protagonisti dei cocktail alcune delle eccellenze di Comte de Montaigne: il Brut Grande Réserve, il Blanc de Blancs Grande Réserve e il Rosé Grande Réserve. Il primo, fatto con uve Pinot Nero (70%) e Chardonnay, si caratterizza per gli aromi ricchi e fruttati di grande intensità, con note di frutta bianca, come mela, pera e pesca, mentre in bocca è fresco, persistente rotondo, con note spiccate note minerali.

Blanc de Blancs Grande Réserve è invece uno champagne elegante di grande potenza e mineralità, fatto con sole uve Chardonnay. Si caratterizza per la sottile armonia tra rotondità e morbidezza, mentre al naso per gli intensi sentori fruttati, dove spiccano i sentori agrumati accompagnati da quelli di frutta esotica e di fiori bianchi.

Rosé Grande Réserve è uno champagne molto elegante e piacevole, ottenuto da 100% di uve Pinot Nero, che presenta aromi di frutta rossa (lamponi e ribes), che invecchiando evolvono verso la frutta nera, come la mora. Sensazioni di frutta rossa matura, catturata in tutta la sua freschezza, che tornano anche al palato, con un finale fresco e raffinato.

Tornando ai cocktail, Honey Lagoon nasce dall’incontro tra le note del Select e quelle di vermouth infuso con carciofi di Sant’Erasmo, che gli regalano un ricco profilo di spezie, erbe e fiori che Brut Grand Réserve rende ancora più seducente arricchendolo del suo gusto fruttato, del profumo di frutta bianca e della sua mineralità.

L’ingrediente plus de Il Cavaliere del Comte è invece il Blanc de Blancs Grande Réserve, che si mescola con liquore ai fiori di sambuco, liquore alla camomilla, Angostura, completando con una scorza di arancia essiccata come decorazione, .

In Red Knight le erbe aromatiche e le radici dell’Amaro Venesian, elisir botanico inebriato dalle note del carciofo violetto, delle scorze di agrumi e dal mix di cannella, anice, cardamomo, genziana, china, centaurea e rabarbaro, conquistano il palato mescolandosi all’Agresto, il tutto stemperato dalle note del miele e della frutta rossa matura nel finale fresco e raffinato del Rosé Grande Réserve. Cocktail da decorare con una composizione da realizzare a piacere con isomalto, sostituto naturale dello zucchero ricavato dalla barbabietola, disponibile in polvere o granuli da scioglierlo per modellarlo nella forma desiderata.

Le ricette Facundo Gallegos

Il Cavaliere del Comte


Ingredienti:
2 cl St. Germain, 1,5 cl Farmily Mediterraneo, 2-3 gocce liquore alla camomilla, 3 gocce Angostura, top Comte de Montaigne Blanc de Blancs Grande Réserve
Preparazione:
build
Decorazione:
scorza di arancia essiccata
Bicchiere:
cordial glass

Honey Lagoon


I
ngredienti:
30 ml di Select, 30 ml di vermouth in infusione con carciofi di Sant’Erasmo, top Brut Grand Réserve Comte de Montaigne
Preparazione:
shake
Decorazione:
frutti di bosco essiccati
Bicchiere:
calice vintage

Red Knight


I
ngredienti:
30 ml Amaro Venesian, 10 ml Agresto da uva glera, 15 ml miele, 2 gocce di amaro ai frutti rossi homemade*, top Rosé Comte de Montaigne
*Amaro ai frutti rossi: ingredienti: 1 kg frutti di bosco, 1 l alcol, 500 g
zucchero, Preparazione: mettere i frutti di bosco lavati e asciugati in un
contenitore ermetico insieme all’alcol e far riposare al buio per 20 giorni. Poi,
bollire 500 g di zucchero in un litro d’acqua per preparare lo sciroppo. Filtrare
il contenuto del barattolo con i frutti di bosco con un setaccio con telo di lino.
Unire lo sciroppo al liquore e versare in una bottiglia che dovrà riposare al buio e al fresco per almeno 30 giorni.
Preparazione:
shake
Decorazione:
composizione di isomalto
Bicchiere:
calice da vino rosso

 

 

 

 

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Sweet&Shake Cup, finale a tre mercoledì 30 marzo. In diretta streaming
Segui in diretta streaming su Fb redazione.bargiornale la finale del concorso organizzato da Bargiornale in collaborazione con Debic. Matteo Cassan, Elio Casley e Alessia Mannara si contenderanno il premio del valore di mille euro in palio per il vincitore

Due siciliani e un veneto: sono i finalisti della terza edizione di Sweet&Shake Cup, il concorso organizzato da Debic in collaborazione con Bargiornale per valorizzare la miscelazione a base panna. Tema di questa terza edizione è il pairing perfetto.
Questi i loro nomi: Matteo Cassan, freelance; Elio Casley del Duomo Cucina e Cantina di Cefalù (Pa); Alessia Mannara del Talea di Palermo si sfideranno alla Chocolate Academy di Milano.

A giudicare le loro creazioni un terzetto di giudici d’eccezione: Cinzia Ferro, titolare dell’Estremadura Cafè di Verbania; Antonio Cuomo, chef culinary advisor di Debic; Diego Poli, chef academy di Chocolate Academy. Saranno loro, con i loro voti, a decretare chi dei tre si aggiudicherà il premio destinato al vincitore: un buono del valore di mille euro in corsi Planet One. Che vinca il migliore (pairing)!

Segui la finale in diretta streaming dalle ore 15 su Facebook @Redazione.bargiornale – @Debic.Italia

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La Musa Nera, nuovi specialty e un caffè delle donne
La microtorrefazione siciliana si presenta a Taste con nuovi caffè scelti nei Paesi d’origine, dove la presenza delle donne ha un ruolo sempre più importante

In piantagione le donne rappresentano il 70% della forza lavoro e circa il 25% tra gli imprenditori del mondo del caffè: un ruolo fondamentale che finalmente riceve attenzione e sostegno. Da tempo è attiva Iwca – International Women’s Coffee Alliance, la rete globale a sostegno della presenza attiva femminile lungo tutta la filiera, che da pochi mesi ha il suo chapter italiano, Women in Coffee Italy.

Le donne sono protagoniste di uno degli specialty coffee che la microtorrefazione La Musa Nera presenta a Taste, alla Fortezza da Basso dal 26 al 28 marzo. Si tratta del Rwanda Twongerekawa Coko Women Coffee, frutto di un progetto per la valorizzazione del ruolo della donna nel Paese dell’Africa Orientale. La cooperativa che produce questo 100% Arabica lavato, a doppia fermentazione (24 ore) con note di frutta rossa e mandarino è composta da 134 produttori, di cui 96 sono donne, come pure la presidente. Le coltivatrici ricevono una formazione sulle migliori pratiche agricole e sulle tecniche di lavorazione del caffè, allo scopo di creare ritorno in termini di sviluppo, che si traduce in un miglioramento delle condizioni di vita delle donne e del territorio in cui vivono.

Il secondo specialty il Bolivia Finca Bohorquez varietà Red Catuai, coltivato nella regione Oruro, provincia Sabaya, a 1.400 metri di altitudine. Prodotto da Antonio Bohorquez Fernandez, è processato in modo anaerobico, una lavorazione che offre in tazza un bouquet aromatico e una piacevole complessità gustativa. Il corpo è rotondo e cremoso, l’aroma di caramello e rancia, il gusto dolce, con sentori di crema pasticcera, il retrogusto di miele.

Il Perù Chancamayo (100% Arabica da agricoltura biologica) è un arabica d’altura coltivato nella regione del Chanchamayo Junin a 1800 metri di altitudine e processato con metodo lavato. È un caffè aromatico, con note di nocciola tostata e caramello e sentori di tè nero. Coltivato dalla cooperativa Coinca’s Organic Project in Chanchamayo, è un caffè lavato totalmente biologico. Dal 1930 la vallata di Chanchamayo è la più importante zona di produzione del caffè peruviano e viene soprannominata “zona cafetalera”. 

È coltivato a 1700 metri e processato con metodo naturale l’Honduras La Antena Natural Oscar Rodriguez. Prodotto dalla Cooperativa Cafetalera Capucas Limitada, fondata da Omar Rodríguez, che nel 1999 decise di condividere le sue conoscenze sulla coltivazione e il suo successo nella commercializzazione del caffè con gli altri agricoltori di Capucas. In tazza offre un aroma di pandolce e bergamotto, con corpo pieno e morbido. Gusto fruttato e di sciroppo d’acero, nel retrogusto lievemente vinoso si fondono sentori di frutta rossa matura.

Infine, una miscela, La Musa Nera Specialty Blend composta da tre arabica d’altura: Ethiopia Yirgacheffe, Guatemala Alto Refugio e Honduras La Antena Natural Oscar Rodriguez. Unisce il mondo degli specialty coffee alla tradizione dell’espresso italiano e offre in tazza un bouquet ampio e aromatico e al palato note bilanciate tra dolcezza e acidità, con sentori di arancia candita, cioccolato fondente e bergamotto.

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Decreto Riaperture 2022: le novità per i locali e i lavoratori
Il nuovo provvedimento delinea il calendario per il graduale ritorno alla normalità. Dal primo aprile stop all’obbligo del Green pass per consumare all’esterno e da maggio anche all’interno. Novità anche per i lavoratori

La strada per il ritorno alla normalità è tracciata. Lo scorso 17 marzo il governo ha varato un nuovo decreto legge, il cosiddetto decreto Riaperture 2022 (non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale), che disegna la road map per il superamento delle restrizioni anti Covid. Un percorso che si sviluppa attraverso un graduale di allentamento delle misure restrittive, definito da uno specifico calendario, che accompagnerà il Paese al ritorno alla piena normalità. Percorso che passa per la fine dello stato di emergenza, che cesserà il prossimo 31 marzo, del sistema delle zone colorate (dal 1° aprile), e il graduale superamento del Green pass, che viene definitivamente abolito a partire dal 1° maggio.

In questo percorso rientra anche l’uso delle mascherine, che resta obbligatorio nei luoghi al chiuso fino al 30 aprile. In particolare, si dovranno indossare le Ffp2 per utilizzare i mezzi di trasporto, sia locali sia a lunga percorrenza, per partecipare a spettacoli aperti al pubblico che si svolgono in sale teatrali, da concerto, cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo, eventi sportivi, mentre bastano le chirurgiche per accedere all’interno di bar, ristoranti, pub pasticcerie, gelaterie, sale da ballo e discoteche. Ma il decreto Riaperture 2022 prevede importanti novità anche per le attività e i lavoratori del settore del fuoricasa.

Stop al green pass per consumare all’aperto

Per quanto riguarda di bar, caffetterie, pub, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, la prima novità è che dal 1° aprile non è più necessario alcun Green pass (né quello rafforzato né quello base) per consumare ai tavoli all’aperto.

Fino al 30 aprile resta però l’obbligo del Super green pass per poter accedere e consumare all’interno, sia al tavolo sia al bancone. Le uniche eccezioni riguardano i turisti stranieri, che dal 1° aprile potranno invece accedere consumare all’interno dei locali con il Green pass base (quello che si ottiene con il tampone), e chi alloggia in hotel, che potrà consumare al ristorante della struttura anche senza certificato verde.

Fino al 30 aprile resta l’obbligo del possesso del Super green pass anche per poter accedere a feste che si svolgono al chiuso, sale gioco, sale scommesse, sale bingo, casinò, sale da ballo, discoteche, e partecipare a spettacoli che si svolgono al chiuso.

La seconda grade novità è che dal 1° maggio l’obbligo del possesso del Green pass, sia base sia rafforzato, decade totalmente per accedere e consumare, oltre che all’esterno, anche all’interno dei locali: da quella data dunque si potrà ricominciare a servire tutti i clienti anche quelli privi del certificato. Novità che per hotel e strutture ricettive viene anticipata già dal 1° aprile.

Lavoratori: dal 1° aprile basta il Green pass base

Novità importanti riguardano anche i lavoratori. Dal 1° aprile sarà possibile per tutti, anche gli over 50, accedere ai luoghi di lavoro con il green pass base. In pratica, decade l’obbligo vaccinale per i lavoratori che hanno più di 50 anni di età: anche quelli non vaccinati, o superato il Covid, potranno recarsi al lavoro dopo aver effettuato il tampone con esito negativo, da meno di 48 ore se rapido o da meno di 72 se molecolare, come avveniva prima dello scorso 15 febbraio (leggi Super green pass: le novità per locali e lavoratori).

Il Green pass, anche quello base, quindi ottenuto dopo tampone, cessa di essere obbligatorio anche per i lavoratori dopo il primo maggio anche per i lavoratori.

Fipe: locali ancora penalizzati

Il percorso di ritorno alla normalità tracciato dal decreto Riaperture 2022 non ha soddisfatto pienamente la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), che sottolinea come il mantenimento per l’intero mese di aprile dell’obbligo del Green pass per accedere all’interno dei locali sia una misura fortemente penalizzante per i locali.

«L’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione. Oltre il 40% dei turisti alloggia in strutture ricettive extra alberghiere e bar e ristoranti sono servizi essenziali del soggiorno – lamenta la Federazione in una nota -. In più il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l’accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d’emergenza. Imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l’avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione». Un costo inutile in un periodo fortemente critico per Fipe, che si attendeva scelte più coraggiose da parte del governo.

«Resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti – prosegue la nota -. Lo stop dal primo aprile al green pass per gli stranieri è un primissimo segnale, ma bisognava avere maggior coraggio dando un po’ di respiro alle nostre imprese, piegate da due anni di pandemia, da un aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime alimentari e dall’assenza di flussi turistici».

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Creativa e sostenibile: l’esperienza perfetta fuori casa
Desiderosi di divertirsi e attenti all’ambiente (e al portafoglio): il ritratto dei nuovi consumatori secondo Euromonitor International

A caccia di esperienze divertenti e creative, purché alla portata del proprio portafoglio, pronti a dare la preferenza a chi si dimostra più attento alla sostenibilità: è il ritratto del cliente che emerge dall’indagine “Top 10 global consumer trends 2020” di Euromonitor International. Ma, in realtà, parlare di cliente come se fosse un’unica entità dai contorni ben definiti è un errore: «Ci sono alcune tendenze evidenti – afferma Alison Angus, head of lifestyles del team di ricerca della società londinese – come il desiderio di prendersi maggiormente cura di sé e di curare maggiormente il proprio equilibrio, e altri aspetti in cui atteggiamenti ed attitudini sembrano contrapposti».
«Molte persone  stanno riconsiderando profondamente il proprio stile di vita e i propri valori – prosegue Angus -. Vogliono un maggior equilibrio nella propria vita, uno stile più sano. Ma in questo desiderio di innalzare la qualità della propria vita vanno anche alla ricerca di esperienze creative, nuove e divertenti, purché sostenibili per le loro finanze».

I giovani spingono verso la sostenibilità

Lo stesso accade con la sostenibilità ambientale: sono soprattutto i giovani a indirizzarsi verso i locali che dimostrano di tenere in considerazione la questione ambientale, anche se non necessariamente sono disposti a spendere di più. La soluzione? «Non occorre “essere al 100% sostenibili”, ma dimostrare e mostrare, in onestà e trasparenza, che ci si sta muovendo nella direzione di una maggiore sostenibilità». Nel frattempo, si moltiplicano le App che aiutano a individuare i luoghi “verdi” (negozi, ristoranti, bar ecc.) da premiare, diventando veri e propri moltiplicatori di stili e di scelte più rispettose dell’ambiente.
«Se è vero che la sostenibilità è un tema che sta a cuore soprattutto ai più giovani – spiega l’esperta – non va dimenticato il loro lavoro di sensibilizzazione nei confronti di genitori e nonni, che sta portando dei cambiamenti nella vita e nelle scelte anche delle generazioni precedenti».
La sostenibilità, oltre che verso l’ambiente, si dirige sempre di più anche verso le scelte di vita personali: «Da un lato c’è ci si sposta fuori città, in aree più periferiche dove la vita costa meno e si hanno ritmi più pacati. Dall’altra si cerca di limitare gli spostamenti. Crescono le opportunità per i locali di provincia e nelle aree residenziali delle città, specie quelle più verdi, accoglienti. Il limite dei 15 minuti negli spostamenti comincia a essere un criterio di selezione per molte più persone di prima».

Voglia di socializzare e timori residui

Un altro aspetto su cui Angus pone l’accento è quello che chiama “il paradosso della socializzazione”:  «Da un lato ci sono quelli che non vedono l’ora di tornare alla vita che facevano prima della pandemia, e lo stanno già facendo. Dall’altro, però, c’è chi esita, chi non si sente ancora a proprio agio nell’uscire. Credo sia importante, se si vuole riconquistare entrambe le tipologie di clienti, continuare a mettere in atto quegli accorgimenti che fanno sentire al sicuro le persone, anche se è fondamentale farlo in modo soft, in modo da ricreare un’atmosfera piacevole e rilassata».

L’ultimo aspetto su cui Angus pone l’accento è quello della digitalizzazione: «L’utilizzo delle tecnologie è sempre più fondamentale, ma lo è altrettanto il capire in quali aspetti possono essere utili e in quali no. Se anestetizzano o in qualche modo attenuano la qualità e l’intensità dell’esperienza che si vive nel locale, rischiano di essere controproducenti. Dove invece possono avere un ruolo cruciale è nella comunicazione: usare il potere dei social per raccontarsi, per farsi conoscere, per comunicare le proprie iniziative, per rendersi attraenti agli occhi dei clienti può fare davvero la differenza».

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Un tocco di Philadelphia per un panino di tendenza: sapori dal Sudamerica
Bargiornale ha chiesto a cinque professionisti di elaborare due ricette ciascuno dove il formaggio spalmabile Philadelphia è protagonista: un panino gourmet per la somministrazione al tavolo e una proposta on the go. Lo chef italo-venezualeano Ruggero Profiti ha modificato sapientemente alcune ricette iconiche della tradizione sudamericana. Scorri la gallery e scopri i suoi consigli per creare ricette originali

Che cosa sono le arepas

Le due ricette proposte dall’arepero Ruggero Profiti, titolare assieme alla compagna Emanuela di Arepa’z a Milano, son due varianti di arepas, icone gastronomiche della Colombia e del Venezuela. I passaggi per preparare questa classica proposta da street food in stile sudamericano sono molto semplici. Li abbiamo riassunti qui, prima di presentare le due ricette con protagonista il formaggio spalmabile Philadelphia.

Come prepararle: dosi per 3/4 arepas

Mescolare 250/300 g di farina di mais bianco in mezzo litro d’acqua tiepida salata con le mani, fino a ottenere una massa semi morbida. Per ogni arepa formare un disco di circa 12 cm, alto circa 2-2,5 cm. Cuocere sulla piastra a fuoco medio/basso per circa 15 minuti girandola ogni 4 minuti circa.

Picadilla alla Guasacaca Philadelphia

Picadilla alla Guasacaca Philadelphia

Ingredienti per 3 arepas

Per Picadilla

200 g petto di pollo
200 g lonza di maiale
patatine fritte
130 g pomodori
mix di spezie
1 cucchiaino salsa di soia dark
1/2 cucchiaino di senape,
1 cipolla bianca a rondelle
5 cucchiai olio d’oliva

Per salsa Guasacaca Philadelphia

100 g Philadelphia
1 avocado e mezzo
50 g cipolla bianca
25 g peperone verde
6/7 g coriandolo fresco
4 cucchiai olio di girasole
3 cucchiai aceto di vino bianco
3 cucchiai succo di limone
un pizzico di pepe nero
sale q.b.

Preparazione

Per la Picadilla

Marinare il pollo e il maiale tagliato a cubetti con il mix di spezie, soia, senape e olio e lasciare riposare 20 minuti. Cuocere la carne sulla piastra a fuoco lento con la cipolla, aggiungendo a metà cottura le patatine e successivamente i pomodori.

Per la salsa

Pepare Philadelphia e far riposare 20 minuti. Frullare gli altri ingredienti, aggiungere Philadelphia e frullare nuovamente.

Composizione

Aprire le arepas come un panino, farcirle con la Picadilla e salsa alla Philadelphia.

Pebellón de carne Philadelphia

Pabellón de carne Philadelphia

Ingredienti per 3 arepas

Per la carne stufata

600 g sottopancia
50 g peperone rosso
50 g cipolla bianca
olio d’oliva
100 g polpa di pomodoro
1 cucchiaio cumino in polvere
½ cucchiaio paprika dolce
1 cucchiaio dado in polvere
pepe nero q.b.
sale q.b.

Per i fagioli stufati

250 g fagioli neri secchi
1 peperone verde
1 cipolla bianca
1 gambo di sedano
olio di oliva
sale q.b.

Per il platano con Philadelphia

100 g platano maturo
100 g Philadelphia
1 cipolla bianca
3 fette di bacon

Preparazione 

Per la carne stufata

Far bollire il sottopancia fino a completa cottura, raffreddare e sfilacciare seguendo la venatura. Soffriggere peperone e cipolla in 7-8 cucchiai di olio. Aggiungere cumino, paprika e dado, un pizzico di pepe nero e sale. Aggiungere la polpa di pomodoro e cuocere per circa 10 minuti. Aggiungere un bicchiere di acqua e stringere fino ad ottenere uno stufato di carne.

Per i fagioli stufati

Cuocere i fagioli in acqua bollente. A parte preparare un soffritto con peperone verde, cipolla bianca e sedano, circa 80 g in tutto in 6 cucchiai di olio. Versare il soffritto nei fagioli e mescolare energicamente dopo aver aggiunto il sale a piacimento. I fagioli devono essere coperti dalla propria acqua di cottura.

Per il platano con Philadelphia

Friggere il platano intero e schiacciarlo leggermente. Spalmare la Philadelphia sul platano. Cuocere sulla piastra la cipolla tagliata a rondelle e due fette di bacon sbriciolato. Aggiungere cipolla e bacon a pezzetti sul platano con Philadelphia e dividerlo in tre parti.

Composizione

Aprire la arepas a metà e farcirle con la carne, i fagioli stufati e 1/3 di platano ciascuna.

Come rivisitare una ricetta iconica senza alterare gli equilibri

Il formato dedicato al canale horeca: Philadelphia regular 1,65 kg

Dai chioschi e dai localini che si affacciano sulle strade sono arrivate fino al naviglio di Ripa Ticinese: le arepas di Ruggero Profiti e di Emanuela hanno conquistato Milano, attirando una clientela trasversale. Il ristoratore italo-venezuelano, anima di Arepa’z, mette in gioco volentieri la sua creatività studiando due ricette dove il formaggio spalmabile Philadelphia è protagonista.

La prima è una proposta ideale per l’asporto: Picadilla alla Guasacaca Philadelphia. «La Guasacaca è una salsa tipica venzuelana, a base di avocado, peperone, cipolla e spezie. Si sposa benissimo con i nostri ripieni delle arepas, per l’occasione ho aggiunto Philadelphia e l’ho frullata. Il risultato è una salsa fresca e perfetta, che conferisce alla carne un tocco di saporito. La salsa con la Philadelphia è tanto interessante quanto versatile. Una ricetta genuina che penso possa avere un futuro sul mercato, perché la richiesta di gusto e leggerezza insieme è molto forte nei clienti».

In Venezuela si contano più di 80 diverse varianti di arepas, con differenze nell’impasto, nella cottura, nella forma e nel ripieno. Tra le più rinomate c’è la Pabellón, farcita con carne sminuzzata, fagioli stufati e platano fritto (“cugino” della banana, leggermente più grande) cosparso di formaggio fuso. Da questa ricetta è nata Pabellón de carne Philadelphia, pensata per il servizio al tavolo. «Di solito – spiega Profiti – usiamo un formaggio bianco salato e non c’è la cipolla tra gli ingredienti. Io ho sostituito il formaggio con Philadelphia e ho aggiunto bacon e cipolla perché conferiscono il contrasto giusto con il platano, che risulta particolarmente dolce. Quando si studia una ricetta non si sostituisce banalmente un solo elemento, ma si reinterpreta tutto per mantenere intatto l’equilibrio. Così ho “reinterpretato” l’arepa in modo più completo».

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Sostenibilità e low alcol: i talk di Bargiornale a Beer&Food Attraction
Due gli appuntamenti previsti martedì 29 marzo alla Beer&Food Arena: le riflessioni di Federico Cesari (birrificio Croce di Malto) e Mirko Scorteccia (Zezzega on tour) sul low e no alcol (alle 10.30) e le testimonianze di Andrea Bagli (birrificio Amarcord) e Gabriele Tadini (Botanico Faenza) sulla sostenibilità (alle 15.30)

Il fenomeno low e no alcol e la spinta verso la sostenibilità: sono i due temi che Bargiornale affronterà – con le testimonianze di produttori e gestori di locali – in altrettanti talk in scena martedì 29 marzo alla Beer&FoodArena di Beer&Food Attraction, la manifestazione fieristica riminese dedicata al fuori casa.

No e low alcol, fenomeno da tenere d’occhio

Da sinistra: Mirko Scorteccia, titolare di Zezzega on tour e Federico Casari, responsabile prodotto del birrificio Croce di Malto di Trecate (No)

Il primo appuntamento, in programma alle 10.30 presso la Beer&Food Arena (Pad. C5) si intitola (provocatoriamente): “No e low alcol: un bluff o un’opportunità da cogliere al volo?”. Partiremo dalle previsioni di mercato, che indicano in queste categorie merceologiche quelle a maggior potenziale di crescita a livello internazionale, per vedere come affrontano il tema i produttori e i gestori di locali.

Federico Casari, responsabile prodotto del birrificio Croce di Malto di Trecate (No) ci racconterà la loro esperienza in materia di no e low alcol; con lui Mirko Scorteccia, titolare di Zezzega on tour, una lunga esperienza nella gestione di locali serali, racconterà come strutturare una adeguata proposta beverage no e low alcol e perché è sempre più importante farlo.

I dieci passi per diventare (più) sostenibili

La sostenibilità è sempre più al centro del dibattito sull’evoluzione del fuori casa. Le ricerche testimoniano quanto, mese dopo mese, cresca nei clienti l’attenzione verso questo aspetto e il desiderio di premiare i prodotti e i locali più attenti sul fronte delle iniziative per diventare più green. Ne parleremo alle 15.30 alla Beer&Food Arena nel talk “La sostenibilità? È alla portata di tutti. I primi dieci passi da fare”.

Gabriele Tadini (a sinistra), titolare del cocktail bar Botanico Faenza di Faenza (RA) e Andrea Bagli, titolare del birrificio Amarcord di Rimini

«Diventare sostenibili è una sfida che riguarda tutti – spiega Andrea Mongilardi, giornalista di Bargiornale e moderatore dei due eventi. A chiederlo, oltre all’ambiente, sono sempre di più anche i clienti. Per i produttori, così come per i gestori di bar e ristoranti è un traguardo possibile. Cercheremo di dare indicazioni utili per chi parte da zero, racconteremo le strade da seguire e le testimonianze di chi è già avanti».

L’incontro prenderà le mosse dal decalogo della sostenibilità messo a punto da un gruppo di gestori di locali e di chef all’ultima edizione di BootCamp & Work Horeca Forum di Assisi.

A commentarlo (e a raccontare la loro esperienza) ci saranno Andrea Bagli, titolare del birrificio Amarcord di Rimini e Gabriele Tadini, titolare del cocktail bar Botanico Faenza di Faenza (Ra).

«Abbiamo scelto di realizzare un prodotto naturale e genuino – spiega Andrea Bagli – , privilegiando materie prime provenienti da agricoltura sostenibile italiana, e implementando scelte produttive che ci stanno consentendo di avere ogni giorno un impatto ambientale nullo».

«Con Botanico – gli fa eco Gabriele Tadini – siamo partiti fin dall’apertura con l’idea di fare un locale plastic-free. Lavoriamo solo con prodotti di stagione. E puntiamo a riutilizzare tutto delle materie prime che lavoriamo, in modo da essere il più possibile zero waste»

 

 

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Tutto pronto a Vinitaly per rimettere in moto il business vinicolo
È dal 10 al 13 aprile nel quartiere fieristico di Veronafiere l’appuntamento con la manifestazione di punta per il settore vino e distillati. Con tante novità che rendono questa edizione ancora più ricca

Veronafiere riapre le sue porte ai professionisti del settore vino e distillati per la più importante manifestazione business del settore. Dal 10 al 13 aprile 2022, la città italiana radunerà espositori, buyer, stakeholder del settore, più motivati che mai a riaccendere i motori del business vinicolo.

Vinitaly è un brand che raduna sotto il suo marchio iniziative internazionali, guide, concorsi e la piattaforma per la community del vino VinitalyPlus e ha da sempre un ruolo chiave nell’attività di promozione di relazioni tra operatori del settore e produttori: la sua vocazione è sempre più orientata allo sviluppo delle relazioni B2B. Inoltre, è stata la prima fiera a introdurre aree tematiche per dare voce alle più aggiornate tendenze internazionali.

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Nuove iniziative

Diverse le novità per l’edizione 2022. Tra queste l’introduzione della speciale area tematica Mixology, dedicata a un fenomeno che sta diventando sempre di più di tendenza. Al pubblico di professionisti, i giorni di fiera offriranno uno spazio dedicato a masterclass con i bartenders più talentuosi e di tendenza, speech e laboratori per la creazione di nuovi cocktail a base di vini, liquori e distillati.

Micro Mega Wines – Micro Size, Mega Quality è invece la nuova iniziativa di Vinitaly organizzata in collaborazione con Ian D’Agata, celebre wine writer, tra i massimi divulgatori della conoscenza dei vini italiani nel mondo. Lo spazio è dedicato alle aziende con piccole produzioni, ma ad altissimo tasso qualitativo, quelle realtà che con passione e tenacia si cimentano nella salvaguardia e nella produzione di ottimi vini da vitigni autoctoni, quasi estinti in territori estremi.

Novità che vanno ad aggiungersi agli spazi tematici e ai tanti eventi che caratterizzano la manifestazione. Come Vinitaly Bio, il salone riservato ai vini bio certificati italiani ed esteri, che ha fatto il suo debutto nel 2014. All’interno del salone, si terranno sessioni di degustazione guidate e avrà spazio un’enoteca bio.

La vocazione internazionale della manifestazione troverà espressione all’interno dell’area International Wine Hall, il padiglione dedicato alla produzione internazionale. Nell’area tasting, numerose le degustazioni guidate organizzate dalle aziende o da istituzioni nazionali, alla scoperta di vini e distillati provenienti da molte parti del mondo.

Vinitaly Tasting – The DoctorWine Selection è l’evento-degustazione di Vinitaly, in collaborazione con il giornalista Daniele Cernilli, aka DoctorWine, dedicato a buyer e operatori del canale horeca.

Dalla vigna alla cantina, dal campo al frantoio passando anche dalla birrificazione. È il percorso espositivo di Enolitech, il salone internazionale dedicato a tutta la filiera tecnologica applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage, con le migliori soluzioni high-tech e digital.

Ad accompagnare anche questa edizione, infine, Vinitaly and The City, il fuorisalone dedicato ai wine lover.

 

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Teatro degli Atti: Nel tempo che ci resta. Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

mercoledì 23, giovedì 24 marzo 2022

Teatro degli Atti, via Cairoli, 42 – Rimini centro storico

Spettacolo della Stagione Teatrale di prosa e danza 2021/2022 del Teatro Amintore Galli

Lo spettacolo è frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Tommaso Buscetta. 
Nel tempo che ci resta si presenta come un’elegia, un atto d’amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia.
I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. In un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì  Borsellino per andare incontro alla morte, appaiono tra le lamiere le figure dei due magistrati, di Francesca Morvillo e Agnese Piraino Leto. Con loro vi è anche Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime si ritrovano, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Così ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio per questo cercavano di cambiare.
Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.

Orario: 
mercoledì 23 marzo 2022, ore 21
giovedì 24 marzo 2022, ore 10 – matinée per le scuole

Ingresso: 
a pagamento

Telefono: 
0541 793811