Verso la tappa di Lecce di Baritalia insieme con Cointreau by Molinari
Con la presentazione di Cointreau distribuito da Molinari pubblichiamo la terza scheda sui prodotti sponsor della tappa di Lecce di Baritalia by Bargiornale che devono essere utilizzati dai partecipanti nelle loro ricette. Tema di quest’anno è la Sostenibilità, la capacità di ridurre l’impatto ambientale, riducendo sprechi e valorizzando i prodotti del territorio.

Con oltre 15 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, Cointreau è il distillato triple sec protagonista del mercato. Prodotto dalla multinazionale francese Rémy-Cointreau e distribuito in Italia da Molinari dal 2018, viene ricavato dal 1885 dalla tripla distillazione di un infuso in alcol per 24h di scorze di arance amare e dolci (inizialmente di Haiti), con  un tenore alcolico finale di 40% alc.
L’inconfondibile bottiglia quadrata in vetro bruno da 70 cl è realizzata con l’80% di vetro riciclato.

Sono centinaia le ricette di cocktail in giro per il mondo (comprese ricette Iba) realizzate con Cointreau grazie alla sua facilità di “sposarsi” con altri spirit e bevande alla frutta, aggiungendo un fresco tono agrumato. Tanto che è stato possibile realizzare una Ruota Cointreau dei 40 Aromi.
Tra le tante ricette storiche come White Lady 1919, Sidecar 1922 e Cosmopolitan Iba 1988, citiamo
Margarita Molinari, twist del celebre cocktail sour messicano
Ingredienti
1 cl Molinari Extra
1,5 cl Cointreau
4,5 cl Tequila Blanco
Preparazione
Ghiacciare una coppa sombrero con metà del bordo guarnito con una crusta di sale, mescolare gli ingredienti nello shaker con ghiaccio a cubetti e agitare per 20″, versare nella coppa filtrando con colino, spritz di scorza di lime, guarnire con una rondella di lime disidratato e anice stellato.

 

Gli altri prodotti distribuiti da Molinari a disposizione dei concorrenti sono Molinari Extra, Gin The Botanist e Whisky Bruichladdich The Classic Laddie.

Molinari ha partecipato come sponsor anche alla passata edizione di Baritalia by Bargiornale. Con il prodotto Cointreau distribuito da Molinari, Gian Maria Ciardulli si è classificato al primo posto per il team Molinari, insieme con Davide Barbieri, Simone Berlino, Chiara Brunamonti, Biagio Gennaro e Simone Obino.

 

Paloma Ocho
di Gian Maria Ciardulli – Donna di Cuori, Cecina (Livorno)
Ingredienti
50 cl Tequila 8 Ocho Blanco
15 ml succo di lime
15 ml sciroppo di miele lattofermentato home made al peperoncino e pere
20 ml Cointreau
15 ml sherry mix home made
top Yuzu Tonic Water Royal Bliss
Preparazione
Shake & strain in bicchiere highball bordato di crusta di sale al vino rosso, su cubetti di ghiaccio, guarnire con scorza di limone.

 

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Simonelli Group due ottimi piazzamenti
Il Gruppo di Belforte del Chienti (MC) tra i finalisti dell’Industrial Excellence Award e del Best Performance Award 2021

 

Simonelli Group inizia bene il 2022, con il raggiungimento di due importanti riconoscimenti per il gruppo che non ha mai smesso di investire nell’innovazione tecnologica, con un occhio sempre rivolto all’ambiente. Il primo obiettivo è l’Industrial Excellence Award Italia 2021: la SDA Bocconi School of Management, partner accademico di questa iniziativa sin dal 2016, ha selezionato il gruppo per la sua capacità di rispecchiare il comparto dell’imprenditoria made in Italy, riconoscendone l’eccellenza nel settore industriale e dei servizi.

Simonelli Group si è fatta strada arrivando sino alla finale dell’edizione europea, gareggiando con gli altri 4 grandi player, Henkel, Nobilia e TMG Automotive. La premiazione è stata l’occasione per condividere gli sviluppi messi in pratica in questi anni come la digitalizzazione della value chain, la creazione di un processo produttivo customer oriented e flessibile. Dimostrando la pronta reazione del gruppo al periodo pandemico con la proposta di soluzioni volte ad una migliore efficienza energetica e in termini di emissioni di CO2. A ciò si sono aggiunti i programmi di studio della sua Accademia.

Le dichiarazioni del professor Alberto Grando, SDA professore di produzione e tecnologia, Università L. Bocconi e co-direttore accademico dell’award per l’Italia, raccontano come il Gruppo sia «Un punto di riferimento per quanto riguarda ricerca e innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e design. La gestione efficiente ed efficace dei processi e l’investimento nelle persone e un’attenta organizzazione hanno favorito una importante crescita dei ricavi (da 19 milioni di euro nel 2009 a 115 milioni di euro nel 2021). I valori di redditività e fidelizzazione dei clienti sono stati notevoli anche ora in tempi di pandemia Covid».

Fabio Ceccarani, ceo Simonelli Group, ha espresso la soddisfazione di essersi posizionati sullo stesso livello di competitor così forti sul mercato: «Confrontarsi con grandi aziende multinazionali è di grande stimolo e ci fornisce utili spunti per migliorare sotto diversi punti di vista. Siamo orgogliosi di aver vinto il premio italiano ed essere risultati tra i quattro finalisti europei insieme a grandi player della chimica, arredamento e dell’automotive. Un importante riconoscimento per il lavoro e i risultati finora ottenuti dall’intero team».

A febbraio il gruppo si è distinto una seconda volta, rientrando tra i cinque finalisti italiani del Best Performance Award 2021. Un altro premio conferito dalla SDA Bocconi School of Management che vuole valorizzare le imprese italiane che spiccano per la loro capacità di porsi come catalizzatori economici, promotori di innovazione tecnologica e attenti al tema della sostenibilità ambientale e sociale.

Un successo che Fabio Ceccarani ha così commentato: «Essere tra i finalisti di questo premio ci conferma nuovamente quanto è importante per un’azienda essere organizzata per innovare in modo sostenibile e con focus sulla relazione con tutti gli stakeholder. L’esperienza Simonelli Group nell’industria del caffè, si basa fondamentalmente su tre pillars che riguardano il prodotto, con un’offerta di soluzioni innovative in grado di migliorare l’esperienza in tazza dei propri clienti in modo sostenibile; le piattaforme, attraverso l’utilizzo di macchine connesse e tecnologie digitali per superare confini geografici e per migliorare il servizio e la conoscenza sul caffè; e, infine, la prossimità, ovvero il coinvolgimento dei partner nei processi di innovazione in grado di generare maggiore valore e aprire a nuovi insight».

Un modello operativo che ha permesso all’azienda di crescere negli ultimi 10 anni molto rapidamente. Riprende Ceccarani: «Nel 2020, come molte aziende, abbiamo registrato una contrazione del nostro fatturato, ma proprio nel pieno della pandemia abbiamo deciso di aumentare gli investimenti al fine di accelerare i nostri piani digital. I dati del 2021 confermano la forza e la resilienza del nostro modello di business, registrando i migliori risultati».

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Carico e quel Martini acquistato a tempo
L’innovativa formula di Carico, locale di Dom Carella e Leonardo d’Ingeo, che alla sinergia tra drink e cucina affianca l’idea di una stanza dedicata al Martini: non si paga il singolo cocktail, ma il tempo di permanenza

Inaugurare il locale in data 10 febbraio 2020 non è stato certo un colpo di fortuna. Nonostante tutto, in questi due anni – di tempo effettivo, molto meno – Carico ha ottenuto importanti riconoscimenti, affermandosi tra le realtà più interessanti di Milano, e non solo. Merito di una formula che compenetra cucina e drink e di un’atmosfera dalle vibrazioni decisamente internazionali. Il locale sorge all’inizio di via Savona, porta d’ingresso del distretto del design. Qui Domenico Carella e Lorenzo Ferraboschi, soci da anni, hanno rilevato i muri di un vecchio esercizio.

Domenico Carella

«Siamo entrati con il martello e abbiamo azzerato tutto e ricostruito il locale su mio progetto – racconta Dom Carella – ci ha ispirato la volontà di ricreare una vibe da grandi capitali europee, un’esperienza che potesse essere vissuta a Londra come Hong Kong o Shanghai». Questo si è declinato in un locale raccolto, energico e dinamico, materico, vissuto – i segni del tempo per esempio sono stati valorizzati con la tecnica giapponese del kintsugi, che non nasconde le ferite, ma le sottolinea con l’oro – e contemporaneo al tempo stesso. Tanto verde, la cucina – laboratorio a vista, il rotovap in bella mostra, la station ricavata da un’antica scrivania notarile, mobili vintage che ben si sposano con il ferro, i mattoni, il legno e il cemento. «I particolari sono quelli che fanno la differenza. Un locale è fatto soprattutto di luci, audio e sedute che devono essere della giusta altezza, permettendo di non avere le gambe a penzoloni né lo stomaco schiacciato».

Quattro momenti di consumo, centrale il ruolo della cucina

All’involucro è stata poi data un’anima chiara, una rarità nel panorama italiano. «Abbiamo portato una visione internazionale, l’idea di poter mangiare e bere e vivere una bella atmosfera nello stesso momento. Abbiamo iniziato con cinque drink signature, otto classici, salumi spagnoli e italiani, una tartare, una quinoa e qualche panino gourmet, e da lì siamo partiti per crescere con cocktail di visione legati al food. Quattro i momenti di consumo, con la cucina sempre aperta: aperitivo, cena, post cena, high night».
In questa visione, la cucina è centrale. «Senza Leonardo d’Ingeo  – racconta Dom Carella – non ci sarebbe Carico. Ci siamo conosciuti per caso in un’estate barese, sorseggiando mezcal e mangiando gusano rojo. La sua cucina è ricercata senza essere sofisticata, complessa e al tempo stesso equilibrata».

Leonardo d’Ingeo

Il ventisettenne Leonardo d’Ingeo – tra le sue esperienze, anche quella all’Atelier de Joel Robuchon Saint Germain a Parigi, 2 stelle Michelin – propone una cucina personale e contemporanea, che segue la stagionalità e il mercato, che si declina in piatti come Quinoa, burro, Parmigiano, salsa di porcino, mandorla, polvere di pomodoro – quasi una firma dello chef – o come l’Ombrina cotta per metà, albicocca marinata, topinambur e liquirizia. L’avventore può affidarsi a una tasting experience ridotta (aperitivo e tre portate più dessert, con cinque drink in abbinamento) o completo, dove le portate diventano cinque e i drink abbinati sette. L’impronta è orientale «perché di fatto non ci sono equivalenti nazionali ed europei alle preparazioni orientali. La visione è mondiale. Partiamo dalle migliori materie prime per creare prodotti che siano alla pari dell’ingrediente iniziale. Non vogliamo essere né italiani né globali, vogliamo essere semplicemente noi». Nessun confine, se non quello del gusto. «Tra i dolci c’è quello che per me è il piatto del 2022, nato poco prima della fine dell’anno – continua Carella – ovvero il tiramisù alla banana fermentata, caffè di banana, crema al mascarpone, polvere di funghi shitake e sfoglie croccanti di cocco e porcino. Un piatto che rafforza il concetto di unione e scambio tra cucina e bar. Con l’utilizzo di tutto lo “scarto” della preparazione: lavoriamo infatti una soda alla banana utilizzata al bancone che finisce nel drink che accompagna il piatto».

I drink in versione compact

Detto che qui si può pasteggiare anche a vino – e la carta invoglia parecchio, con la sua propensione alla ricerca e ai vini naturali – certamente il menu trova il suo compimento nella sincronia con i cocktail. Cocktail signature, grandi classici, italici e Martini, la proposta liquida accoglie circa 25 drink che si rinnovano per lo più mensilmente. Distintiva l’idea di proporne una buona parte anche in versione compact tasting, circa una mezza porzione, una dedica a chi abbia voglia di un vero e proprio percorso. L’approccio è sempre quello di dare spazio a tutti e cinque i continenti, infatti non mancano sake e distillati internazionali. «Nella creazione dei cocktail cucina e bar lavorano assieme, in una sorte di brainstorming. Ma non esiste un drink gastronomico: dipende sempre a quale domanda deve dare risposta».

Il Martini acquistato a tempo nella room dedicata

Lo scorso settembre Carico ha vissuto un’evoluzione. «Quando si è liberato il piccolo negozio della dirimpettaia, abbiamo colto la palla al balzo per concretizzare un nostro sogno». È nata così la Martini Room, dedicata al cocktail più famoso al mondo. «Volevamo creare un tempio che parlasse del Martini Cocktail. Un luogo moderno ed essenziale, minimale, dove l’attenzione è catturata soltanto dal bicchiere e dalle mani del bartender». Sette posti a mezzaluna,unico bancone, luci a occhio di bue sulle mani del bartender e sul drink & food dell’ospite. Il format è innovativo: si acquistano 30, 60 o 90 minuti. All’interno di queste finestre, i Martini sono illimitati e serviti in coppe da mezzo drink in modo da farne assaggiare più tipologie, mentre, oltre a un piccolo aperitivo di benvenuto, i piatti vengono serviti ogni 15 minuti. «Il cliente ha modo di dedicarsi alla sua esperienza senza preoccuparsi del costo, può godersi il momento e pensare a se stesso». Il perfect serve è assicurato: coppette sottilissime, raffreddate con azoto liquido a -200 °C e tutta l’expertise di Carella.

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Cream Cheese Debic, il formaggio spalmabile per preparazioni dolci e salate
Cremoso e ricco di gusto, il nuovo formaggio spalmabile a base di latte e panna è estremamente versatile e perfetto per impreziosire qualsiasi preparazione. Al Sigep il lancio ufficiale

Cremoso, ricco di gusto ed estremamente versatile. È così che si presenta Cream Cheese l’ultimo nato sotto le insegne del marchio Debic. Il nuovo prodotto, che sarà disponibile a breve sul mercato, è un formaggio spalmabile di elevata qualità composto da latte fresco e panna.

Ingredienti, a loro volta di alta qualità, garantita dallo stretto regime di controllo lungo tutta la filiera produttiva che caratterizza il brand, il cui processo di e fermentazione donano al prodotto le sue peculiarità: un gusto particolarmente ricco e cremoso, combinato a una consistenza liscia e facilmente spalmabile.

Ma oltre che per queste virtù, Cream Cheese spicca anche per la sua grande versatilità. Il nuovo nato di Debic è infatti perfetto per preparazioni fredde e calde, dolci e salate o come ripieno, farcitura o copertura. Preparazioni dove il prodotto può essere utilizzato sia come ingrediente principale sia in abbinamento ad altre materie prime, in quanto, nonostante abbia un suo gusto ben marcato, lascia spazio ad altri sapori. Un altro suo plus è l’ottima tenuta alla cottura, che ne amplifica le possibilità di utilizzo, garantendo risultati al top.

Proprietà che ne fanno un alleato ideale per l’operatore bar che in modo facile e veloce e con un po’ di fantasia può sfruttarlo per trasformare anche le più classiche preparazioni in proposte gourmet in grado di conquistare anche i clienti più esigenti, dai toast ai croissant con farcitura salata, dai panini ai bagel. Un esempio suggerito dal team Debic è il bagel newyorkese al salmone, in accompagnamento a salmone marinato, cipolla, aneto, capperi e pomodori (in fondo all’articolo la ricetta completa).

Debutto al Sigep

In formato da 1,5 kg, Cream Cheese sarà presentato ufficialmente e lanciato in occasione del Sigep (12-16 marzo) presso lo stand di Debic e, insieme a Cream Plus Macarpone Debic, lanciato qualche mese fa, sarà tra i protagonisti della serie appuntamenti organizzati dal brand per l’occasione, tra i quali anche l’evento finale della Sweet&Shake Cup Debic, il contest organizzato con Bargiornale (leggi Sweet&Shake Cup: crea un cocktail con la panna e il suo pairing perfetto).

A proposito della kermesse riminese, il brand ha deciso di organizzare la sua vetrina per occasioni di consumo, colazione, aperitivo, feste, proposta domenicale e tea time, e durante la manifestazione, insieme al proprio team di professionisti, svelerà i segreti per costruire una proposta equilibrata e creativa per ogni occasione.

Il ricco programma per gli addetti ai lavori comprende dimostrazioni curate da maestri quali Leonardo Di Carlo, l’alchimista della pasticceria, Loretta Fanella e Davide Malizia, approfondimenti a cura del team Debic che avranno come protagonisti professionisti del calibro di Andrea Bonati e Antonio Cuomo, culinary advisor Debic, e tanti altri eventi organizzati in collaborazione con i media partner del brand.

La ricetta

Ingredienti:
Marinatura: 1300 g salmone, 100 g zucchero, 75 g olio, 50 g sale, 20 g semi di coriandolo, 10 g pepe nero, 5 g semi di finocchio, 3 g bacche di ginepro, 2 limoni
Guarnizione: 800 g Cream Cheese Debic, 100 g cipolla rossa, 40 g aneto, 20 g capperi, 10 bagel, 2 pomodori
Preparazione:
Sfilettare il salmone e forarne la pelle lungo tutto il filetto. Grattugiare la scorza dei limoni e mixarla in un frullatore con tutti gli altri ingredienti della marinatura. Ricoprire il salmone con la miscela e lasciarlo marinare in frigorifero per 2 giorni. Sciacquare e asciugare il filetto. Eliminare la pelle e le parti grasse e scure del salmone e lasciare asciugare in frigo per un altro giorno
Assemblaggio:
Se necessario, cuocere i bagel. Tagliare a metà e spalmare Cream Cheese Debic su entrambe le parti. Affettare il salmone molto sottilmente e adagiarlo sul fondo del bagel. Disporre poi una fetta di pomodoro, i capperi, l’aneto e in fine gli anelli di cipolla affettati finemente e servire.

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Cinema Settebello

da giovedì 17 a mercoledì 23 febbraio 2022

Cinema Settebello, via Roma 70 – Rimini

Programmazione dal 17 al 23 febbraio 2022

Il Cinema Settebello di Rimini offre un’ampia programmazione: film d’essai, rassegne ed eventi.
All’interno ci sono un foyer con bar e tre sale proiezione: Sala Rosa da 350 posti, Sala Azzurra  da 100 posti e la Sala Verde da 90 posti, tutte attrezzate con proiettori 4K di ultima generazione.
Ampio parcheggio, gratuito per chi acquista un biglietto del cinema.
Programmazione della settimana.

Ingresso: 
a pagamento

Telefono: 
0541 57197